| inviato il 05 Maggio 2020 ore 1:58
“ Chiaramente uno cerca la via più breve, per cui il display bisognerebbe non averlo proprio, bisognerebbe essere costretti proprio come nessuno sceglie vivere con gli occhi chiusi per sviluppare le facoltà proprie dei ciechi. Ma sono io che sono tutto scemo o è tanti difficile da capire? Vi autorizzo, ditemelo, non mi offendo: pensate che io sia scemo? „ Diversi anni fa al primo corso di teatro che feci, mi aspettavo esercizi di improvvisazione dove avrei dovuto usare al meglio la mia voce, per raccontare quello che il regista mi avrebbe chiesto. Un po' tutti noi ci aspettavamo questo. Invece il maestro ci spiazzò: ci diede delle maschere di pelle che avevano solo strette fessure per gli occhi e la bocca e ci chiese di raccontare una storia senza poter dire nemmeno una parola, e senza che le espressioni del viso ci potessero aiutare. Voleva farci capire che il teatro dev'essere praticato prima di tutto con il corpo e poi, quando il corpo già di suo riesce a raccontare una storia, allora si può usare anche la voce. Essere obbligati a usare sensi o parti del corpo che usiamo poco, o che usiamo inconsapevolmente, è uno dei più grandi insegnamenti che possiamo ricevere nella vita. Sapersi educare da soli vuol dire averlo capito. Ilcatalano |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 8:43
Io non sono proprio d'accordo, la tecnica in fotografia deve essere ripetibile, e quindi ho bisogno di misurare. La tecnologia serve a questo. Nessuno di noi é in grado di fare una misura esposimetrica ad occhio, o meglio nessuno sa farlo se non ha dei riferimenti che già sono stati misurati. Quindi oggi, (ieri si faceva perché altro non era possibile) voler fare fotografia senza poter vedere il risultato non ha senso. Io uso la pellicola, e mi sono fatto un metodo esposimetrico/sviluppo, (con degli strumenti), è il mio LCD analogico.(sicuramente da perfezionare ) Poi il lato artistico è altra cosa |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 8:55
“ Purtroppo, nel periodo che fu pensata la Df, in Nikon avevano il braccino più corto del solito. „ Puo' darsi, però consigliare oggi la Df errato e ha ragione il Catalano. |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 8:57
“ ora meriterebbe un aggiornamento, basterebbero le caratteristiche della d850 e per assurdo comincerei a farci un pensierino „ No basterebbe che la nuova zeta professionale avesse l'aspetto estetico della Fm2 |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 9:07
No Cyberdiver, questo ultimo tuo passaggio non lo condivido. Se non vuoi usare il display non lo usi, non c'è bisogno di non averlo. È una tua scelta, che capisco, quella di intraprendere un certo percorso personale di consapevolezza nei confronti del mezzo fotografico. Ma è lo stesso percorso di chi va in bici invece di prendere la moto, chi va a pesca con la canna invece di passare in pescheria o di certi atleti che (contrariamente a quello che dici) si bendano gli occhi per raggiungere la perfezione nei loro gesti inconsci. |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 10:53
È vero che i primi dorsi digitali per Medio Formato non avevano lo schermo ma funzionavano soltanto collegati a un PC (se vi capita andate a vedere il video del backstage del calendario Max del 2005 con Rossella Brescia). |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 11:01
“ Chiaramente uno cerca la via più breve, per cui il display bisognerebbe non averlo proprio, bisognerebbe essere costretti proprio come nessuno sceglie vivere con gli occhi chiusi per sviluppare le facoltà proprie dei ciechi. Ma sono io che sono tutto scemo o è tanti difficile da capire? Vi autorizzo, ditemelo, non mi offendo: pensate che io sia scemo? „ Secondo me dovresti fare un po' di ricerca così magari scopriresti che i professionisti che usavano l'Hasselblad in studio avevano anche i dorsi Polaroid proprio per controllare che tutto fosse apposto prima di smontare il set e magari accorgersi dopo aver sviluppato le foto che qualcosa non andava. Sintetizzando: avere il display per controllare le foto che si stanno facendo e non usarlo è un po' come pensare di fare dispetto alla moglie tagliandosi l'uccello |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 11:02
“ Più che scemo direi che sei idealista „ Può darsi, ma sono anche realista. Non parlo di tornare indietro e fare a meno del software e dello schermo in assoluto, ma di provare quest'approccio al solo fine di riscoprire livelli di percezione dimenticati. È non è tanto campata in aria credo la cosa. Una macchina digitale così esiste, la Leika. |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 11:10
Quando scattavo a pellicola, soprattutto quando usavo fotocamere senza esposimetro (Rolleiflex, Hasselblad 500, Leica a vite) mi aiutavo con un esposimetro esterno, un Lunasix F. Poi dopo un po' che scattavo, finivo per "intuire" l'esposizione corretta e continuavo "a stima". Allora era diventato per me normale, anche passando ad esempio da piena luce all'ombra di un portico, e gli scatti errati alla fine erano l'eccezione. Dovessi farlo oggi - viziato da sistemi esposimetrici a lettura integrata, con la ulteriore verifica a monitor - ci metterei sicuramente un bel po' per ottenere la stessa precisione. Perchè non mi pongo più il problema da anni; per rapidità mi baso sulla lettura automatica delle luminanze. Il risultato è certamente impeccabile, ma il tipo di autocoscienza di quello che sto facendo non è lo stesso. Con questo non sto rinnegando la modalità di lavoro attuale, sto soltanto dicendo che lavorare "all'antica" è un metodo interessante, anche se "faticoso" e che di certo aumenta il nostro controllo su ciò che stiamo facendo. Ilcatalano |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 11:18
Se si scatta di giorno con un po' di esperienza e la famosa regola del 16 si azzecca abbastanza la corretta esposizione I problemi vengono quando c'è poca luce e sbagliare è facilissimo Il motivo è semplice: il nostro occhio si adegua come un diaframma alle variazioni di luce e noi non siamo in grado di misurarle |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 11:30
imback.eu/home/ prova guardare questo, sembra una start-up di smanettoni che con il loro dorso digitale trasforma molti modelli di fotocamere a rullino in una digitale. puoi decidere se usare pellicola o sensore, usare corredi vecchi con tutti i pro e i contro se usati in digitale e usare le macchine per cui sono stati realizzati senza adattatori e accrocchi come conferma messa a fuoco ecc.. non so quanto abbia senso, ma c'è. |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 11:48
“ imback.eu/home/ „ Quell'aggeggio è solo un giocattolo. La foto è realizzata con un sensore piccolissimo che tramite uno specchio fotografa l'immagine proiettata su un schermo al posto della pellicola; non ha un sensore al posto della pellicola. La qualità d'immagine è molto bassa. |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 11:49
Ci sono delle foto e i risultati dell'accrocchio sono ORRENDI. Sembrano fatti con le fotocamere digitali giocattolo. |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 11:57
“ Quell'aggeggio è solo un giocattolo. La foto è realizzata con un sensore piccolissimo che tramite uno specchio fotografa l'immagine proiettata su un schermo al posto della pellicola; non ha un sensore al posto della pellicola. La qualità d'immagine è molto bassa. „ io parlerei di vera e propria t*fa. Qualità delle foto uguale alle macchine di plastica analogiche dei fustini di dash |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 12:01
Secondo me la soluzione migliore è una Leica R8 o R9 con dorso DMR, qualità della macchina fotografica e degli obiettivi eccellente, obiettivi nativamente manual focus, vetro di messa a fuoco adatto alla messa a fuoco manuale, tutti comandi meccanici, utilizzabile sia con pellicola che con il dorso (una vera ibrida) e il display, come tutti quelli di quel periodo è praticamente inutile per la review delle foto. Con una spesa entro i 3.000 è acquistabile corpo macchina + dorso. www.in-vendita.it/digital-modul-leica-r | |

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