| inviato il 26 Aprile 2020 ore 14:48
Ettore gran belle foto. |
| inviato il 26 Aprile 2020 ore 15:09
Bravo Ettore |
| inviato il 26 Aprile 2020 ore 16:47
E poi Rovigno è proprio carina... |
| inviato il 06 Settembre 2020 ore 21:38
Che fine ha fatto Ettore? Come mai non è più su Juza? Mi spiace. |
| inviato il 06 Settembre 2020 ore 21:39
“ “sono un dilettante e intendo rimanere tale tutta la vita. Attribuisco alla fotografia il compito di registrare la vera natura delle cose, l'interiorità, la vita. L'arte del fotografo è una scoperta continua che richiede pazienza e tempo. Una fotografia trae la sua bellezza dalla verità con cui è segnata. Proprio per questo rifiuto tutti i trucchi del mestiere e il virtuosismo professionale che potrebbe intralciare la mia carriera. Non appena trovo un argomento che mi interessa, lo lascio all'ottica fotografica per registrarlo sinceramente. Guarda i giornalisti e il fotografo dilettante! Entrambi hanno un solo obiettivo: registrare memoria o un documento. E questa è pura fotografia. „ André Kertész |
| inviato il 07 Settembre 2020 ore 10:50
“ Riflettendoci un pò sopra credo di aver capito che non mi interessa tanto il paesaggio quanto i "luoghi" nelle rispettive varie componenti. I miei scatti tenderei quindi a definirli dei semplici "estratti di ambiente". „ Ettore per me si chiama Reportage, appunto da considerare nell'insieme (sono daccordissimo che delle foto "isolate" non hanno senso") e sono foto anche molto buone...come al solito tuo Lavori sempre in analogico?...io ho sempre piu nostalgia dell'analogico il digitale comincia a stufarmi ...e a schifarmi |
| inviato il 23 Giugno 2021 ore 11:36
Letto. Mi trova naturalmente d'accordo. La cosa interessante sarebbe quella di provare a ragionare (in modo anche parziale e provvisorio) su come sviluppare operativamente le tre dimensioni di Adams nella nostra pratica quotidiana. Argomento di discussione difficile ma non impossibile. |
| inviato il 23 Giugno 2021 ore 11:54
Sì Ale, spesso si scatta perché qualcosa ci colpisce e ci sembra degno di una foto ma se ci soffermassimo a pensare meglio a tutte e tre le verità che la nostra foto sarebbe meglio contenesse forse non scatteremmo o scatteremmo in modo differente. |
| inviato il 23 Giugno 2021 ore 12:13
Ti confesso che su questo punto io in questo momento sono parecchio autocritico e non ho ancora trovato una personale via. Ciò che temo moltissimo sono quegli scatti giustificati solo da un'estetizzazione del paesaggio/soggetto, così come quelli che alla fine mostrano solo l'autoreferenzialità del fotografo. Parlo di me, ma anche di tanta fotografia che vedo affine alla mia. Io purtroppo (per mia formazione, per "generazione") sono molto legato all'idea di una fotografia che sia anche utile ad uno scopo, fosse solo quello di "sensibilizzare" rispetto alla realtà. Problema mio, mi rendo conto… |
| inviato il 23 Giugno 2021 ore 13:32
Le "tre verità" sono spiegate velocemente.La prima è possibile,poi la seconda piu' difficile, infine la terza ancora meno. La foto ci riporta un po' ad Ovest forse e li c'erano i pionieri.Nella pratica contemporanea,con visualizzazioni like e commenti le cose si aggiustano. Forse qualcuno spiegherà che le differenze sono solo un fatto culturare frutto di interpretazioni errate,tuttavia i fotografi nascono gia' imparati e poi c'è lo studio. E fra l'altro leggevo che altri soggetti sarebbero nell'approccio molto piu' impegnativi. |
| inviato il 23 Giugno 2021 ore 14:49
"Le "tre verità" sono spiegate velocemente.La prima è possibile,poi la seconda piu' difficile, infine la terza ancora meno". È esattamente la mia sensazione Caputo |
| inviato il 24 Giugno 2021 ore 14:50
Secondo me bisognerebbe fare un serio autoesame: fotografo per fissare/ricordare? Oppure anche per comunicare ciò che ho visto? Oppure ancora per esibire un 'pezzo' ben eseguito? Ancora: quanto il pittorialismo e il vedutismo, consacrati ormai nei loro canoni, influenzano la mia fotografia di paesaggio? Ovvero: quanto riesco a staccarmi da certi linguaggi e relative sintassi che, poco o tanto, condizionano la maggior parte delle foto di paesaggio, tanto da riciclare insopportabili ' già-visto'? Inoltre: secondo me le tre verità sono molto vere e profonde. Si tratta, almeno per me, di tenerne conto a posteriori, per decidere di licenziare o meno un proprio scatto, dopo averlo esaminato alla luce dei tre criteri. Difficile farlo al momento decisivo dello scatto. |
| inviato il 24 Giugno 2021 ore 16:09
1) qualche volta per ricordare, qualche volta per comunicare, più spesso per rispondere ad una "richiesta interna" sollecitata dal soggetto che incontro 2) tendenzialmente spero di stare molto alla larga da pittorialismo/vedutismo nella foto di paesaggio. Ci riesco? Non lo so. 3) sono d'accordo. Senz'altro non sarei in grado di ragionarci su al momento dello scatto. Lo vedo più come un momento autocritico a priori e a posteriori. |
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