| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 11:22
Si questo l'ho capito, io intendevo che le vostre interessanti segnalazioni mostrano chiaramente come sia discutibile la tesi che il flusso del rumore di fondo dei tera quotidiani privati siano scindibili da un modo di fare fotografie più elevato. In realtà quando uno ha la capacità di vedere la realtà con un occhio originale, la avrà in qualsiasi contesto. Per me è il nucleo della discussione. |
| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 11:24
Io trovo interessante un quesito che pone Benedusi e che rischia di passare in secondo piano. Perché? Si applica a tutte le forme artistico-culturali, non solo alla fotografia. Perché scattiamo una foto specifica e cosa vogliamo dire con quella foto. Spesso mi sembra che la frase "una foto deve raccontare una storia" venga fraintesa in senso meramente narratologico. Una foto non è un romanzo e travisare il senso di "raccontare", che secondo me andrebbe tradotto con "esprimere", rischia di confondere le acque. Perché , dunque, e di conseguenza cosa con una fotografia o con un progetto vogliamo esprimere. Una sensazione? Un sentimento? Un documento storico? Le possibilità sono infinite e si applicano a tutti i generi fotografici. Se una persona ha ben chiare queste due domande e a entrambe sa dare una risposta diversa da mi piace o è bello , credo che quella persona non stia producendo rumore di fondo, ma tentando di utilizzare la fotografia come mezzo d'espressione. |
| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 11:27
Loiety: Per me non esiste fotografia elevata e fotografia privata. Esiste una fotografia con una causa che la fa scaturire e una che invece è fine a se stessa, perché priva di un'idea fondante. E questo secondo me va oltre anche il concetto di fotografo professionista o di fotoamatore (e in questo trovo sì il ragionamento di Benedusi riduttivo, pur capendone la stizza verso certe forme di narcisismo e autocelebrazione che si vedono oggi in rete). |
user170782 | inviato il 16 Ottobre 2019 ore 11:45
Julie Blackmon, così come altri e altre, riesce a dare un senso universale a foto private. Ma bisogna sottolineare che le sue non sono le classiche foto spontanee che si fanno in famiglia, ma se non proprio set organizzati sono comunque degli scatti in cui c'è il famoso progetto portante a farla da padrona. Ho già detto, non mi ricordo se qui o altrove, abbiate pietà di me, che Berger in uno dei suoi saggi si chiedeva se fosse proprio la fotografia privata, di famiglia, la strada per costruire un filo conduttore per la creazione di una memoria collettiva, un senso universale. La cosa a me pare abbastanza sensata, visto che vuoi o non vuoi alla fine alcune situazioni le viviamo o le abbiamo vissute tutti. Il compito non è facile ma è uno stimolo importante. Che poi è quel che diceva anche Benedusi: non è vietato fare le foto che vogliamo, ma per fare un passo verso una fotografia interessante ci si deve confrontare con un compito molto difficile se vogliamo che i nostri scatti vadano oltre la sfera personale. |
| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 11:49
“ "sfocature senza significato, grana, luce sporca, orizzonti da ubriachi e generale sciatteria". Come poi sia andata lo sappiamo. Mi soffermerei sull'ultima citazione perché si presta a qualche osservazione sul contemporaneo e sulle immagini che formano il flusso ininterrotto della rete. E' indubbio che molte di queste rientrino perfettamente nelle categorie dell'insignificanza e della sciatteria. Stringendo ulteriormente il campo ai forum specialistici (diciamo le Gallerie di questo forum, giusto per fare un esempio?) le cose non cambiano a dispetto di presunte conoscenze tecniche e dell'hardware utilizzato. „ Bhe io arrivo qui e trovo un topic . Provo a dire la mia . Parli di sciatteria . Verissimo . Io pure che sono acerbo come fotografo ma mi piace ammirare , osservare e commentare fotografie esposte come tali , spesso vedo foto che non trovo attraenti , che non capisco e che trovo invece piene di difetti . Il 90% delle volte mi astengo dal commentare per educazione verso l'autore ma soprattutto della community e del gestore Juza . Ad esempio io non comprendo il significato di alcune foto a donne "mezze biotte" fianco ad una moto o ad un'auto . Sono di ottusa mentalità e non ne concepisco l'associazione anche se sono consapevole essere forse l'unico al mondo a trovare insensato questo accostamento . E difatti normalmente mi astengo dal commentare in quanto il mio commento sarebbe fuori luogo . Non sempre è corretto esprimere la propria opinione anche se è legittimo farlo . Sforzandomi riesco a capire le foto dove la donna è sempre mezza nuda o con abiti "voluttuosi" in ambienti non consconi (boschi , laghi ecc ecc) : siamo nel fantasy e nell'immaginario erotico di alcune persone . Ma la fotografia è arte o comunque interpretazione della realtà (l'esempio primo che mi viene in mente è uno fatto da Michele Vacchiano in uno dei suoi video che guardo come sottofondo mentre faccio post produzione : descrive la magia trasmessa da un suo scatto con la chiesetta in alta montagna con un cielo annuvolato ,le cime avvolte e la natura che impera nel fotogramma . Poi posta un'altro scatto con altra focale ed inquadratura leggermente differente dove la poesia si spezza brutalmente perchè nel fotogramma compare un vecchio e malcostruito albergo , la strada che si snoda , le decine di pullman turistici e la sporcizia in giro nel parcheggio ... il paesaggio è il medesimo ma nel primo caso il fotografo ha dato la sua interpretazione poetica della realtà mentre nella seconda è un'interpretazione differente : sempre realtà è ma è fortissimo il fattore interpretazione) . Questo esempio lo porto quando qualche strano individuo mi dice "io non faccio post produzione ma uso il file che mi da la macchina oppure il jpg dello smartphone perchè io non voglio ritoccare le foto" ... se ho calma gli spiego che anche usando il file JPG è la macchina ad aver ritoccato per lui , ma se non ho calma sorrido e passo oltre . Oops rischio di divagare : parlavamo di sciatteria nelle foto . Molto spesso una foto ha la funzione di "memo" , di fissare una sorta di ricordo di un'avvenimento , di qualcosa che si vorrebbe , di qualcosa che si ha mangiato o altro . Il mondo moderno ha pressocchè eliminato i block notes , ha drasticamente ridotto la stampa foto e molte altre forme di archiviazione materiale . Abbiamo petabyte di archivi su unità solide pertanto anche gli scatti scialbi sono , a mio modo di vedere , una sorta di archiviazione . Chi va al ristorante e scatta una foto al piatto per condividerla , nel suo piccolo micromondo sta mettendo un mattoncino di storia contemporanea . Tra mezzosecolo scaveranno in questi che diverranno cimeli storici ed apprenderanno piatti che magari saranno scordati . La fotografia può essere , secondo me , sia arte che semplice annotazione . Oggi potrebbe essere svalutata la fotografia ma secondo me ha sempre un senso anche con le foto che riteniamo scialbe . Poi beh ... qui su un forum di fotografia è normale che ci si aspetta di vedere foto corrette e buone ! Magari anche belle , ma soprattutto buone ! (cit. di ... scovate voi di chi ) |
| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 11:55
Non so la storia che vive dietro questo topic , ma leggo anche queste righe : “ quindi via con stucchevoli paesaggi al tramonto, acque setose, nudi insulsi e/o volgari, bambini, cani, gatti (a quando i topi?) e soprattutto piccioni, piccioni sul davanzale, un evergreen a tutti gli effetti. Aggiungiamo che spesso sull'immagine si appone il proprio nome con tanto di mitica © e della qualifica "Photographer"; mai vista una cosa simile su immagini di veri fotografi. „ e potrei anche dirti che alcune volte viene pure a me il pensiero "oh cavolo , un'altro lago di Braies ?" Poi però penso che ognuno cerca di dare la propria interpretazione originale anche di scatti già triti e ritriti . .Qualcuno ci riesce e stupisce lo spettatore , altri rimangono dei semplici esercizi . Ma in fondo , che male fanno ? Tutto è lecito fintanto non si intacca la libertà altrui (mio motto di vita) Inolltre , lo confesso , leggendo questo tuo topic proposto vedo che può apparire crudo ma è un buono spunto di discussione secondo me . Però mentre leggo mi immagino un utente davvero eccelso e con l'autorevolezza per scrivere cosi . Aimè non vedo invece alcuna tua foto postata quindi fatico ad attribuire la necessaria autorevolezza alle tue parole (il confine tra polemica e spunto di riflesssione è molto sottile) |
| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 12:00
Quest'estate sono stato, fatto raro, a vedere un museo, quello dove è esposto l'Urlo ad Oslo. Sono rimasto sconvolto dal fatto che la maggior parte dei visitatori, sopratutto quelli orientali scaricati a centinaia per volta dai bus, piuttosto che guardarsi le opere con calma, le fotografavano con lo smartphone. Ecco, l'idea che la memoria dello smartphone possa sostituire la mia esperienza personale mi lascia davvero perplesso, l'uso della fotografia come sostitutivo dell'archivio delle esperienze personali è a mio avviso discutibile. Cosa diversa è raccontarle, nulla di male se fotografo mio figlio che osserva l'urlo. Questo è davvero un rumore, migliaia di foto compulsive che poi verosimilmente verranno lasciate li, senza un uso successivo, personale o pubblico che sia. Dopodiché l'esperienza mi porta a pensare che spesso si vede quello che si ha gli occhi per vedere. Un panorama scialbo a me geologo racconta moltissime cose che non so, ad un architetto non dice. |
| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 12:01
@Matteo Di Giulio Grazie mille per la segnalazione di questa autrice che non conoscevo. I suoi lavori mi hanno emozionato e commosso. |
| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 12:07
Perdonatemi se commento a singhiozzo , ma come vedete mi piacciono questi aspetti . Comunque sempre dal primo poste dell'autore : “ la foto di tuo figlio che spenge le candeline sulla torta di compleanno ha valore per te e merita di restare nel tuo album privato, ma ne ha zero al di fuori di questo , idem per la scampagnata fuori porta o per le vacanze in Val Brembana o in Kenia. „ Il tuo non è niente più che un punto di vista . Il mio , ad esempio , è opposto . Se guardi nell'istante immediato potrebbe anche essere come dici . Ma in realtà ognuna di queste foto che tu ritieni insignificanti , sta scrivendo una parte di storia . Un minuscolo quasi invisibile mattoncino . Poiettati nel lungo termine tempistico e , magari , tra 1 o due secoli ci saranno storici che guarderanno queste fotografie e vedranno quanti postano foto del bimbo che spegne candeline , vedranno quanto è sentito il piacere di passeggiate in montagna rispetto ad altre epoche e via dicendo . Quelle foto poco attraenti per te , stanno invece raccontanto la nostra storia contemporanea esattamente come graffiti di età preistoriche , monili o vasi o attrezzi di guerra delle epoche passate , cosi come quadri ottocenteschi , cosi come mille altre opere d'arte . L'arte , secondo me , nelle sue innumerevoli forme ha il compito di fissare il ricordo di ogni epoca che attravera l'essere umano . |
| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 12:29
“ Un panorama scialbo a me geologo racconta moltissime cose che non so, ad un architetto non dice. „ Non è detto che un architetto non debba saper niente ma proprio niente di niente di geologia. Io, una quarantina d'anni or sono, all'IUAV (Istituto Universitario di Architettura di Venezia) seguii un corso di geologia tenuto dal Prof. Gianangelo Cargnel; presi 28 o forse 29. Comunque era un corso obbligatorio. Mi pare che all'IUAV ci sia ancora un corso di geologia, però è facoltativo. Fossi il rettore lo rimetterei d'obbligo. Un architetto o un urbanista deve avere perlomeno qualche nozioncina di tale disciplina, per conoscere i terreni su cui va a costruire e la natura dei materiali che utilizza; e anche per saper interpretare il Genius Loci del sito in cui opera. Poi, ovviamente, non è che un architetto possa pensare di conoscere la materia allo stesso livello di un geologo laureato e abilitato. |
| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 12:31
“ L'arte , secondo me , nelle sue innumerevoli forme ha il compito di fissare il ricordo di ogni epoca che attravera l'essere umano „ Questo secondo me non è corretto. Altrimenti un romanzo storico come Ivanhoe di William Scott o I promessi sposi di Alessandro Manzoni, così come dipinti che riproducono scene del passato o allegoriche, come le natività rinascimentali, non sarebbero arte. L'arte deve farsi portatrice di un intento, da parte dell'autore, piccolo o grande che sia, metafisico o realistico. L'arte non è mai casuale. Molto del rumore di fondo di cui parla questo post invece sì. È casuale una foto quotidiana che non ha alla sua base un motivo, non lo è la stessa foto se per es. inserita in un contesto documentale o sociale, come fa la fotografa citata pochi post fa da Matteo Groppi. I pezzi del mosaico non sono delle mattonelle da ricomporre a casaccio a posteriori, altrimenti non è un mosaico ma un pastrocchio. E bisogna anche stare attenti a non confondere l'arte con la storiografia. I frammenti del passato che troviamo nei musei quello sono: documenti storici. L'arte, e la fotografia dovrebbe esserne espressione, continua a essere un'altra cosa. |
| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 12:34
“ La fotografia può essere , secondo me , sia arte che semplice annotazione „ Il punto è in questa frase. La fotografia intesa come arte deve (o forse è meglio dire può) provare a cercare una propria strada pubblicamente, la fotografia come annotazione può tranquillamente rimanere nella sfera privata. |
| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 12:53
“ La fotografia intesa come arte deve (o forse è meglio dire può) provare a cercare una propria strada pubblicamente, la fotografia come annotazione può tranquillamente rimanere nella sfera privata. „ Credo si possa anche chiudere il 3d
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| inviato il 16 Ottobre 2019 ore 13:15
Provo a prenderla da un altro lato..... Per me l'unica cosa che conta in una foto e' l'emozione, i pensieri, le fantasie e i sentimenti suscitati dall'immagine nell'osservatore. Tale sentire e' dato dall'interazione tra il vissuto del soggetto e cio' che egli guarda. OGNI foto scattata sul pianeta terra veicola qualcosa: il modo di coglierlo e' del tutto personale. Da cio' deriva che non puo' esistere foto bella o brutta, ne' esistono grandi fotografi o pessimi dilettanti, ne' esistono regole da seguire, ma solo ed esclusivamente IMMAGINI che possono potenzialmente essere processate da 7.000.000.000 di entita' umane diverse, ognuna con un suo gusto estetico. Ora: questo e' uno spazio aggregatore di immagini, e per quel che mi riguarda il mezzo e la metodologia con cui sono state registrate non ha alcuna importanza: reflex, cellulare, banco ottico, compatta..... sono SOLO immagini, documentazioni della realta', e valgono per cio' che dicono al singolo. Al massimo conta il piacere personale del fotografo nell'adoperare questo o quello. La collettivita' ha un sentire comune, e su tale gusto condiviso dalla maggioranza si sono costruite nei secoli regole empiriche che soddisfano il trend, e sono quelle su cui ci si scanna quotidianamente su queste pagine. Ma a livello della singola individualita' il loro significato ne viene enormemente affievolito fino a perdere qualsivoglia valore. I miei pensieri scaturiscono dalla recente decisione di dare un'occhiata fuori da questo limbo e aprire un account su Instagram. Li' la gente mette davvero di tutto, e non c'e' foto che non raccolga qualche like. Cio' vuol dire che immagini da me reputate orrende ( come, per puro esempio, tutta la paccottiglia contenuta in forma di foto nel catalogo del museo Guggenheim ) trovano estimatori, e quindi non e' possibile affermare "la foto del bambino che soffia le candeline e' una vaccata pazzesca", proprio perche' sono IO che lo dico: un altro potrebbe affermare il contrario ed entrambi valiamo uguale, e non vale neanche il discorso che ci sono delle regole, o consigli estetici, da seguire per ottenere uno scatto migliore, perche' tutto dipende dal gusto personale. Basta un singolo individuo dal gusto diverso dal codificato per vanificare il supposto effetto positivo di qualsiasi indicazione formale. Due incisi personali: 1) Come il sottoscritto, altra gente su Instagram indica a chiare lettere di lasciare completa liberta' sull'uso delle sue foto: la creativita' deve essere lasciate libera di crescere e venire trasformata, altrimenti diventa all'istante roba da museo 2) Posso giudicare benissimo il messaggio, l'emozione e la piacevolezza di una foto dalla miniatura e/o a 1080x1080 ( risoluzione max di Instagram ) o su un monitor qualsiasi o sullo schermo del cellulare o su una foto stampata su carta fotografica AmazonBasic con la inkjet dell'ufficio: se ho bisogno di tecnologia sofisticata per affermare il valore emozionale di un'immagine, probabilmente sto commettendo lo stesso errore dei nazi-audiofili che ascoltano il loro impianto ( macchina fotografica ) invece che lasciarsi trasportare dalla musica ( immagini ). A voi. |
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