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I paesaggi intimi di Don Worth


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avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2019 ore 10:48

Verissimo

avatarjunior
inviato il 03 Ottobre 2019 ore 16:31

Visto il titolo della discussione questa riflessione del filosofo François Jullien mi sembra possa servire.

"E poco importa che il paesaggio sia fatto di strade o di valli, di città o di foreste - non usciremo più dalle megalopoli, come un tempo andavamo ancora in campagna. Quel che conta, invece, è che nel paesaggio si tessano delle polarità multiple che mettono il mondo in tensione e lo salvano dall'uniformazione che lo minaccia, condannandolo alla noia per atonia; e che quindi lo consegna all'indifferenza. Perché la virtù del paesaggio è che esso fa scoprire, incontrare, fintanto che questo Esteriore non si trasforma in quel che c'è di «più interiore» (della nostra interiorità ben delimitata) e non diventa intimo ; e che, ormai, quella «regione in cui vivere», come è stata invocata da Platone, ma anche da Mallarmé, esso la fa rientrare nel qui ."

François Jullien, Vivere di paesaggio o L'impensato della ragione , 2014

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2019 ore 16:35

Mamma mia che citazione ;-)

user55404
avatar
inviato il 03 Ottobre 2019 ore 16:56

Che citazione... non si capisce niente!

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2019 ore 17:07

Mah!
Più che l'impensato della ragione mi sembra l'impensato della Sragione ;-)

avatarjunior
inviato il 03 Ottobre 2019 ore 17:38

Non c'è niente di complesso: Jullien dice che nel momento in cui si intesse una relazione tra il nostro essere soggetto e il circostante, il mondo esterno diventa parte di noi, intimità, presenza e luogo nel quale si può abitare. Questo preserva il mondo dall'indifferenza e dal consumo massivo e banalizzante rendendo ogni suo aspetto fonte di stupore, di meraviglia, di piacere.

I romani parlavano di genius loci e la percezione del mondo come anima e spazio sacrale è ciò che ha unito le comunità ai luoghi e costruito forme di antropizzazione in cui usi, costumi, architetture erano legate in maniera inscindibile al contesto naturale; l'Italia con i suoi campi, i boschi, le strade, i borghi e i paesi ne è un esempio perfetto e irripetibile. Saluti

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2019 ore 19:42

François Jullien,
non ho capito un c****
però la spiegazione di Degas aiuta Cool

avatarsupporter
inviato il 03 Ottobre 2019 ore 19:50

I romani parlavano di genius loci e la percezione del mondo come anima e spazio sacrale è ciò che ha unito le comunità ai luoghi e costruito forme di antropizzazione in cui usi, costumi, architetture erano legate in maniera inscindibile al contesto naturale; l'Italia con i suoi campi, i boschi, le strade, i borghi e i paesi ne è un esempio perfetto e irripetibile.


Questo mi sento di consigliarlo incondizionatamente e non solo a chi si occupa di architettura:

https://www.amazon.it/Genius-Paesaggio-ambiente-architettura-illustrat

it.wikipedia.org/wiki/Genius_loci_(saggio)

avatarsenior
inviato il 05 Ottobre 2019 ore 23:37

ll topic è interessantissimo, a parte le disquisizioni che state facendo su felix da cinque pagina, ma non potreste semplicemente ignorarlo? Parlarne in continuazione è più fastidioso dei suoi stessi interventi.

Comunque devo fare una domanda che volevo fare all'inizio... che ai più sembrerà stupida: perché si chiama "Paesaggio Intimo"?
Ho cercato sul web ma non ho trovato riferimenti...

avatarsenior
inviato il 06 Ottobre 2019 ore 1:13

perché si chiama "Paesaggio Intimo"?


Credo che l'origine della definizione sia quella raccontata qui:

In 1979 the work of Eliot Porter was exhibited in Intimate Landscapes, the first one-person show of color photography at The Metropolitan Museum of Art, New York. This exhibition earned Porter praise as the individual who brought credibility to color photography as a medium of fine art. The image selection defined what is now meant by the term “intimate landscape”: the close-range, quiet compositions of natural elements with muted colors and dense textures, meditative and dense with layered meanings, which were the hallmark of Porter's work at the exclusion of more expansive and spectacular landscapes.


en.wikipedia.org/wiki/Eliot_Porter

avatarjunior
inviato il 06 Ottobre 2019 ore 7:46


Antonio grazie della segnalazione, non lo conoscevo, grazie ancora, ottimo lavoro.... Questo aiuta l'amatore

avatarsenior
inviato il 06 Ottobre 2019 ore 9:22

Comunque devo fare una domanda che volevo fare all'inizio... che ai più sembrerà stupida: perché si chiama "Paesaggio Intimo"?



In buona sostanza per distinguerlo dal Paesaggio Monumentale!

Il primo è un paesaggio che si impone all'attenzione per la sua manifesta maestosità ... una maestosità insomma talmente evidente da risultare a volte prepotente, al punto di quasi intimorire l'osservatore: il classico paesaggio di Ansel Adams per intenderci.
Il Paesaggio Intimo invece si concentra più sull'osservazione di un piccolo particolare, di una sfumatura cromatica, di un tenue passaggio Luce/Ombra ... insomma delle piccole cose che per essere apprezzate richiedono una certa ... come dire ... fine osservazione ecco, una sorta di capacità di vedere, prima da parte dell'autore e poi anche dell'osservatore, che invece non è richiesta nel Paesaggio Monumentale il quale, come detto prima, si impone da sé all'altrui attenzione!

avatarsenior
inviato il 06 Ottobre 2019 ore 9:31

Perfetta descrizione di Paolo.

avatarsenior
inviato il 06 Ottobre 2019 ore 10:09

Arrivo tardi ma voglio comunque ringraziare te per l'ennesima piacevole scoperta e tutti i partecipanti per il loro prezioso contributo.
È un piacere immergersi in questi topic.

avatarsenior
inviato il 06 Ottobre 2019 ore 14:59

In buona sostanza per distinguerlo dal Paesaggio Monumentale!

Il primo è un paesaggio che si impone all'attenzione per la sua manifesta maestosità ... una maestosità insomma talmente evidente da risultare a volte prepotente, al punto di quasi intimorire l'osservatore: il classico paesaggio di Ansel Adams per intenderci.
Il Paesaggio Intimo invece si concentra più sull'osservazione di un piccolo particolare, di una sfumatura cromatica, di un tenue passaggio Luce/Ombra ... insomma delle piccole cose che per essere apprezzate richiedono una certa ... come dire ... fine osservazione ecco, una sorta di capacità di vedere, prima da parte dell'autore e poi anche dell'osservatore, che invece non è richiesta nel Paesaggio Monumentale il quale, come detto prima, si impone da sé all'altrui attenzione!


Tutto chiaro, grazie mille! ;-)

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