| inviato il 24 Agosto 2019 ore 15:17
@Ale Z gli esempi erano per mostrare i limiti Merklinger, poi le varie compressioni tolgono un po' di incisione. Non ritengo i tralci a fuoco decente se sono loro il clou delle foto. E per forza a f/32 la diffrazione si fa sentire |
| inviato il 24 Agosto 2019 ore 15:18
Anche se molto elevato, il potere risolvente del sistema fotografico è comunque limitato, non infinito. Se con un 20mm a f11 20/11~2mm, se questi 2mm fossero riferiti all'oggetto reale, indipendentemente poi dalla distanza, vorrebbe dire che fotografando una montagna a km di distanza potremmo vedere a fuoco le stringhe delle scarpe di uno scalatore che la sta salendo |
| inviato il 24 Agosto 2019 ore 15:23
@Simone “ vorrebbe dire che fotografando una montagna a km di distanza potremmo vedere a fuoco le stringhe delle scarpe di uno scalatore che la sta salendo „ Al netto del velo atmosferico, se hai un sensore con abbastanza pixel DOVRESTI distinguere le stringhe. Mi sembrerebbe roba da CIA: si favoleggiava che gli U2 americani potessero leggere la Pravda sul suolo sovietico e questo prima del digitale |
| inviato il 24 Agosto 2019 ore 16:17
“ se questi 2mm fossero riferiti all'oggetto reale „ Se leggi il buon Merk (ormai lo si tratta come un amicone... ) vedi che lui si riferisce alla dimensione reale dell'oggetto, non alla sua proiezione sul fotogramma. |
| inviato il 24 Agosto 2019 ore 16:45
"(al netto della diffrazione)" È qui che la messa a fuoco ad infinito (che ricordo rende accettabilmente nitido DA infinito all' IPERFOCALE, che PER DEFINIZIONE È PROPRIO QUELLA DISTANZA LÌ). Si sta parlando come se si trattasse di due cose diverse, che invece sono la stessa cosa. Cambia il piano di fuoco e conseguentemente il VERSO della progressione dello "sfocato", quell' accettabilmente nitido che è e rimane SFOCATO. Si è tirata in ballo la poca diffrazione di alcune lenti a diaframmi più chiusi. Ora, o siamo persone intelligenti o l' evoluzione sta tornando verso le scimmie. Il tutto complicandosi con tecnologie diverse, diverse dimensioni di sensore e lenti diverse... Da perderci la testa... non ce la posso fare. Due semplici foto, con la stessa focale, con il diaframma chiuso UGUALE, con un elemento lontano, uno a distanza iperfocale e uno alla metà della distanza iperfocale non basta a capire le differenze? STESSO DIAFRAMMA e stessa scena. Se lo spippolamento delle visualizzazioni sfonda il criterio della stampa 20x30 (basta ridimensionare a 8 mpx) influenzerà sia un approccio che l' altro, motivo per cui occorre chiudere ulteriormente il diaframma per la risoluzione di cui si vuole fruire. Con entrambi i metodi, con le stesse diffrazioni. |
| inviato il 24 Agosto 2019 ore 17:12
"Se leggi il buon Merk (ormai lo si tratta come un amicone... MrGreen) vedi che lui si riferisce alla dimensione reale dell'oggetto, non alla sua proiezione sul fotogramma" anche a me lascia un po' perplesso. parliamo solo degli oggetti in primo piano? di ciò che a occhio nudo vedi "di due millimetri"? |
| inviato il 24 Agosto 2019 ore 18:21
Parliamo di cose concrete, che le chiacchiere stanno a zero. Questo è un test, con la stessa fotocamera, stessa lente, stesso diaframma e stessa terna. Due foto identiche. Una con la distanza di fuoco che coincide con l' iperfocale e l' altra con messa a fuoco ad infinito. Gli elementi sono posizionati strategicamente e sono buoni elementi per verificare dettaglio e nitidezza. I tre elementi sono: 1) il peluche del cane alla distanza iperfocale 2) il peluche della scimmia alla metà di quella distanza 3) le chiome degli alberi a 120 metri (mi sembra una distanza prova per la nitidezza per il tipo di soggetto. Ribadiamo che il calcolo dell' iperfocale è riferito a stampe 20x30. Il modo migliore per valutare al massimo della risoluzione per tale dimensione di stampa è 8 mpx. Tra l' altro è una risoluzione effettiva abbordabile per l' attrezzatura usata. Per cui bado alle ciance e passiamo alle immagini. |
| inviato il 24 Agosto 2019 ore 18:26
 Questa è scattata con messa a fuoco sul cane (posizionato a distanza iperfocale) e ridimensionata a 8mpx, per evitare il classico spippolamento anche visualizzandola al 100%. E questo il suo crop, per visualizzarla al 100% senza ulteriori ingrandimenti su diapositivi dal lato lungo pari a 1920 pxl.
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| inviato il 24 Agosto 2019 ore 18:29
@Gma un dettaglio di 2 mm all'infinito al netto del velo atmosferico e delle aberrazioni dell'ottica è a fuoco, altrimenti crolla tutta l'ottica geometrica. Dettagli da 1 mm no. Ecco un esempio. Tavolino del diametro di ~ 70cm. Fuoco all'infinito automatico (all'accensione la dp2m va ad infinito da sola). f/16, canale blu (B) per il BN. Questa foto non la fa neanche la Leica Monochrom che mischia RGB secondo la sua idea della scala dei grigi. Il canale B della Merrill è meno soggetto a diffrazione. In questo senso è una foto possibile solo con un Foveon. 100 ISO, +0.7 EV. Va pressappoco così fino a 1600-2000 ISO. Purtroppo ero convinto di avere settato anche ISO 1600, ma evidentemente no. Il Carl Zeiss T* Planar 45/2.0 è stato per tanti anni il secondo migliore MTF (non so chi fosse il primo). È il nonno e papà dei Cosina Zeiss che sarebbero arrivati due decenni dopo. Caffè crema Illy eccellente. Nello sfondo il municipio di Monza, a sx si intravede il Liceo Classico "Zucchi" dove ha insegnato fra gli altri il prof. Umberto Galimberti (a suo tempo assistente di Emanuele Severino prima alla Cattolica poi, dopo la scomunica, a Ca' Foscari) che si legge il sabato su Repubblica D, ultima pagina
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| inviato il 24 Agosto 2019 ore 18:32
La teoria dice che se metto a fuoco alla distanza iperfocale (il cane) la pdc si estende fino a risultare "accettabile fino ad infinito" (in questo caso chiome di due alberi, tra cui un pino a 120 metri di distanza) e fino alla metà della distanza iperfocale (in questo caso la scimmietta). E INFATTI. Fermo restando che il piano di fuoco è alla distanza del cane. |
| inviato il 24 Agosto 2019 ore 18:39
 Questa è con messa a fuoco ad infinito. Il piano di fuoco è ad infinito (e non ci sono elementi). L' elemento più lontano sono gli alberi, che non hanno alcun riscontro apprezzabile. La teoria dice che il piano di fuoco è ad infinito e lo sfocato ha una progressione da infinito verso l' iperfocale, che PER DEFINIZIONE è il limite massimo di nitidezza accettabile mettendo a fuoco ad infinito. Ricordando che l' elemento a distanza ioerfocale è il cane, questo è quanto. Il cane è il limite anteriore della pdc e la scimmia è oltre quel limite. La teoria dice questo. E INFATTI:
 IL cane è al limite dell' accettabile e la scimmia è INaccettabile. |
| inviato il 24 Agosto 2019 ore 19:00
Ma le sai fare due foto cambiando solo la distanza di fuoco? La figura del mona? Ma gli occhi li hai? Del cervello si era capito, le cataratte mi sfuggivano... |
| inviato il 24 Agosto 2019 ore 19:02
Ma cosa fai? Confronti DUE metodi, che portano a DUE risultati agli antipodi e... lo vuoi fare con una foto per volta? Bello scienziato... |
| inviato il 24 Agosto 2019 ore 19:15
" un dettaglio di 2 mm all'infinito al netto del velo atmosferico e delle aberrazioni dell'ottica è a fuoco, altrimenti crolla tutta l'ottica geometrica. " Ok..non è stato detto che questo dettaglio sia visibile, ma semplicemente che è a fuoco. È visibile potenzialmente, se: -la luce si propaga nel vuoto -l'ottica è priva di aberrazioni -diffrazione non allargasse il punto immagine -potere risolvente enorme -.. (altro) Il dettaglio lontano non è cmq un problema (nessuno si aspetta di vederlo). I particolari critici, mettendo a fuoco infinito, sono quelli vicini, per i quali il modello ideale si avvicina di piu' alle stumentazioni e propagazione della luce del mondo reale. PS: ora mi astengo da altri interventi prima di aver letto il buon Mercklinger |
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