| inviato il 04 Aprile 2019 ore 14:11
si si ...tutto ok....facciamo la differenziata ,stiamo attenti alla plastica ,compriamo merce con incarti ecologici.....poi un cacchio di cinese ,di bangladino o indonesiano butta di tutto dentro ad un fiume .....bisognerebbe aducare tutta quella parte di mondo , perché da quello che si evince una buona fetta dei rifiuti scaricati in mare viene da quella parte di mondo ..... |
| inviato il 04 Aprile 2019 ore 14:14
Quella parte di mondo però siamo stati noi occidentali a diseducarla pretendendo di "globalizzarla" solamente per quanto riguarda i consumi. Il "terzo mondo" non è aver meno ricchezza economica di altri, ma perdere la propria cultura originaria senza riuscire a costruirsene una nuova e altrettanto strutturata; la conseguenza è inevitabilmente il degrado a tutti i livelli. |
| inviato il 04 Aprile 2019 ore 17:23
È una battaglia persa! |
user170878 | inviato il 04 Aprile 2019 ore 18:46
"si si ...tutto ok....facciamo la differenziata ,stiamo attenti alla plastica ,compriamo merce con incarti ecologici.....poi un cacchio di cinese ,di bangladino o indonesiano butta di tutto dentro ad un fiume .....bisognerebbe aducare tutta quella parte di mondo , perché da quello che si evince una buona fetta dei rifiuti scaricati in mare viene da quella parte di mondo ....." E' proprio così. Anche se spesso si da la colpa al progresso, il problema è culturale! Se io arrivo a stabilizzare la fissione nucleare e poi uno ci costruisce una bomba atomica e magari la da in mano ad un terrorista...be non me la devo mica prendere con chi ha ideato la fissione! Solo che spesso capita di leggere grandi calderoni in cui ci finisce di tutto. E poi qualcuno che dice che dovremmo tornare indietro di 2000 anni o bloccare il progresso umano perché capita nelle mani sbagliate e viene utilizzato male. Distorsioni della realtà, un classico! |
| inviato il 04 Aprile 2019 ore 19:09
Non è solo questione di prendersela con Tizio o con Caio; il fatto è che anche la cultura occidentale è ormai distorta, ma siccome è tuttora la più forte economicamente, militarmente e politicamente, sta insegnando al resto del mondo a "consumare" più del reale fabbisogno, o addirittura a consumare il superfluo quando si sta morendo di fame, vedi i citati “ bangladino o indonesiano „ , o i migranti africani che la prima cosa che chiedono quando sbarcano è un cellulare, non di avere un futuro, ovviamente a tutto vantaggio di un certo tipo di economia che ormai conosce solo lo spreco come fonte di guadagno. Non è il progresso che va bloccato, ma uno snaturato concetto di sviluppo che non vede limiti, nemmeno quando ormai ce li ha spiaccicati sul naso; vivo in un paese grande poco più di due chilometri: ha senso che l'80 per cento dei suoi abitanti usi costantemente l'automobile anche solo per andare al bar, o dal barbiere, o negli uffici comunali? L'unico posto dove ancora si recano a piedi è in chiesa: misteri della fede!!! |
user170878 | inviato il 04 Aprile 2019 ore 19:16
Daniele, dipende. Se io ho lavorato e di corsa devo andare a prendere un areo in aeroporto mi serve, è indispensabile. E' una società in cui i tempi per molte persone sono vincolatissimi. Per cui aspettare un bus che magari non mi lascia esattamente dove mi serve e poi andarci a piedi è qualcosa che non è possibile permettersi anche se lo si volesse, almeno per alcune persone. Il ritmo è frenetico e chi si ferma è perduto! Certo se questo lo fa anche un pensionato che non ha un cacchio da fare, o uno sfaccendato e nulla facente che potrebbe permettersi tutto il tempo del mondo ma invece lo usa per fare cazzate e spreca usando l'auto...bheee si hai ragione! Il mondo è cambiato e questa storia della macchina etc come vedi rientra in un problema di corretto uso delle cose! Quello è consumo insensato! Ma se consumo per un buon fine...be allora viva il consumo! E sei poi ogni tanto consumo anche per fare un viaggio e per un po di meritato svago...bheee, ancora viva il consumo! |
| inviato il 04 Aprile 2019 ore 19:27
“ i migranti africani che la prima cosa che chiedono quando sbarcano è un cellulare, non di avere un futuro, ovviamente a tutto vantaggio di un certo tipo di economia che ormai conosce solo lo spreco come fonte di guadagno. „ Niente, mi ero ripromesso di non intervenire più in questa discussione perché tanto è tempo perso ma poi leggo cose del genere e non posso trattenermi. Io capisco che adesso va di moda il leghista razzista e le sue idee ma su certe cose bisognerebbe almeno pensarci un attimo prima di dire cavolate. Il migrante arriva in Italia e la prima cosa che vuole è un cellulare ed una rete wifi, che essere orribile, invece di pensare a mangiare... E invece nessuno pensa che quel migrante è lontano da casa da mesi, ha abbandonato il posto dove è cresciuto, familiari, amici, fratelli, sorelle, per cercare un posto migliore. A me sembra normale che dopo mesi e mesi in cui ha attraversato il deserto, è passato da un trafficante di esseri umani all'altro (che notoriamente trattano bene le persone), aver sofferto fame, sete, freddo, caldo, aver attarversato su una barchetta che a mala pena galleggia il Mediterraneo, se donna magari pure con il rischio di essere stuprata, questi vogliano in qualche modo riprendere i contatti con casa, almeno per dire che sono vivi, parlare ancora con gli amici, raccontare le pessime condizioni del viaggio, raccontare com'è il posto dove sono arrivati dopo tanta fatica. Poter fare una telefonata e dire: "Mamma sono ancora vivo, non sono affogato". E poi si trovano in un posto che non conoscono, lontano da casa, dove tutti parlano una lingua diversa. A me sembra naturale provare a chiamare casa a tutti i costi, ma d'altra parte io sono solo un buonista del piffero che è abituato a riflettere sulle cose invece di andare alle conclusioni. Io al posto loro farei la stessa cosa. Niente, potevi scegliere un esempio diverso, tutto quà. |
user170878 | inviato il 04 Aprile 2019 ore 19:30
Si neppure a me era piaciuto quell'esempio, ma non volevo enfatizzarlo |
| inviato il 05 Aprile 2019 ore 9:36
“ Il migrante arriva in Italia e la prima cosa che vuole è un cellulare ed una rete wifi, che essere orribile, invece di pensare a mangiare... „ Guarda che il mio discorso non era per nulla in questi termini, ma riguardava il fatto che vengono invogliati a venire in Europa attirati più dal superfluo che a casa loro non hanno che per vivere realmente meglio (cosa che in Italia gli sarebbe comunque impossibile); e questo perché è la cultura occidentale a inculcarglielo, non per una loro presunta inferiorità mentale. A proposito, ma se a casa loro il telefonino non ce l'hanno, con chi parlano una volta giunti in Italia? E se invece anche a casa loro possono permettersi tecnologie che sicuramente gli costano proporzionalmente più che in Italia, perché vengono presentati come "poveri affamati"? Insomma, molti discorsi buonisti sono colpiti dal medesimo difetto di quelli leghisti: hanno qualcosa che non quadra e somigliano più a propaganda elettorale che a riflessioni sulla reale natura degli eventi. Per capire realmente come stanno le cose bisognerebbe indagare a fondo la loro situazione "prima" che intraprendano il viaggio verso l'Europa, non soffermarsi solo sul trattamento, sicuramente disumano, che ricevono durante il tragitto. Anche perché non tutti provengono da Paesi cronicamente in guerra o colpiti dalla siccità (ne vedo proporzionalmente pochi provenire dal Corno d'Africa, eppure lì la fame c'è davvero); inoltre mi chiedo perché non tentino di raggiungere Paesi africani con un tenore di vita sicuramente accettabile e più facilmente raggiungibili, come la Namibia. Non sarà perché tra di loro sono più razzisti addirittura dei leghisti? |
| inviato il 05 Aprile 2019 ore 10:08
Discorso culturale sullo spreco e l'inquinamento da plastica... Oramai 3 anni fa andai in viaggio di nozze alle Maldive, ovviamente in un Resort di "lusso" (visto che sono quelle cose che dici faccio una sola volta nella vita), e l'occidentalizzato Resort con tutti confort non lasciava niente al caso riguardante gestione rifiuti, sprechi, utilizzo risorse, un giorno ci hanno portato con le loro imbarcazioni (a motore, perché a vela ci fai giusto il giro dell'isolotto, da queste parti) a visitare la vicina isola tipica, coi pescatori e gli abitanti locali... Non vi dico lo sconcerto arrivando e vedendo plastica, lattine e tutto il resto del "rifiuto" gettato in mare, sulla spiaggia, sulla terra, senza alcun criterio. La guida ci ha detto che molti anni fa quello che loro avevano lo prendevano dalla terra o dal mare, e lo scarto lo rigettavano in terra o in mare, solo che ora utilizzano per comodità loro tutte le cose occidentali e continuano a fare così, senza cambiare mentalità o cultura... Hanno le lattine di coca cola, il vuoto finisce per strada o in mare, idem con tutti i prodotti che utilizzano in plastica... E vi giuro che vedere un isolotto tra gli atolli con la spiaggia coperta di plastica o riufiuti, e i bambini giocarci in mezzo, neanche nel peggiore campo nomadi o discarica italiana... La guida ci raccontava che più volte le strutture dei resort si erano offerte di "smaltire" per loro, se gli avessero raccolto i rifiuti, ma "per cultura" i locali non lo volevano fare... Quindi effettivamente chi ha consapevolezza può muoversi verso una riduzione dell'inquinamento, ma tanti - forse troppi - sono senza cultura e senza controllo, potendo fare più danni di tanti. Non so se è a conoscenza di tanti, ma il contenimento delle emissioni di molti paesi industrializzati veniva fatto comprando "quote di emissione" da paesi che non essendo industrializzati, le avevano ma non le usavano... Poi i soloni "verdi" ci venivano a raccontare che - in percentuale - avevano inquinato di meno. Troppo consumo.. oramai ci siamo dentro, e sarà durissima fare piccoli passi indietro. |
| inviato il 05 Aprile 2019 ore 10:25
Il problema è cha la cultura di attenzione all'ambiente te la fai a tue spese e, spessissimo, con imposizioni di Legge come raccolta differenziata, multe ecc. Noi ci siamo passati prima solo perché il consumismo ci ha raggiunti prima e, di conseguenza, perché alcuni dei nostri governanti hanno emanato Leggi e sanzioni prima che in quei Paesi. Probabilmente se anche adesso quei Paesi iniziassero quello stesso cammino legislativo sarebbe comunque troppo tardi, ma la colpa rimarrebbe in ogni caso a carico dellla globalizzazione del consumismo voluta dall'Occidente |
| inviato il 05 Aprile 2019 ore 10:26
Visto che si sta divagando verso altre tematiche porto una testimonianza che ho letto di recente: in Sud Africa [paese ex apartheid e dove oggi il potere è invece saldamente in mano al partito politico della maggioranza della popolazione, che è di colore] ci sono stati scontri e aggressioni ai danni degli immigrati. Questo era il titolo di un articolo che mi ha incuriosito e sono andato a leggere. In pratica riportava che, in varie zone del paese, la popolazione locale [nera] , aveva aggredito in maniera molto violenta dei migranti di altri paesi limitrofi [neri pure loro, provenienti da angola, sudan, zambia] e la motivazione sarebbe: "ci rubano il lavoro, accettano condizioni pessime cosi facendo deprimono il mercato, lavorano non in regola, tornassero ai loro paesi". La cosa era molto curiosa perchè evidenziava la matrice non razziale di questa intolleranza, che è più o meno quello che accade da noi. Ci sono picchi di estremismo razzista, purtroppo cavalcati da certa politica e mai sopiti nei cuori di una parte degli italiani, ma in generale c'è una sofferenza di natura economica che porta ad essere più egoisti, per difendere quel "poco" che si crede di avere [o che in alcune fasce deboli è effettivamente ciò che si ha] . Ritornando in argomento: sostanzialmente il problema è il progresso. Per usare una metafora sarebbe come dare ad un ragazzino di 5 anni una pistola vera per giocare a guardie e ladri assieme ai compagni dell'asilo. L'incidente è scontato che accada, prima o poi. Nei secoli passati, a cominciare dalla prima rivoluzione industriale, abbiamo avuto accesso a macchinari e ritrovati tecnologici sempre più avanzati ma senza avere l'intelligenza e la lungimiranza di capire cosa avrebbe comportato il loro uso. Le scienze ambientali sono relativamente giovani perchè nascono dal momento che qualcuno ha notato dei cambiamenti nei processi naturali che andavano avanti sul pianeta da millenni. Ergo qualcosa che determinasse una rottura degli equilibri era già accaduto. Chiaramente parliamo di processi lunghi decenni, se non secoli [che comunque sono un istante rapportati alle ere del pianeta] ma i cui influssi si ripercuoteranno per i secoli a venire. Bruciavamo il petrolio, senza immaginare, nè dunque preoccuparsi, l'effetto dei suoi fumi. Scoprimmo la radioattività -i Curie ne sono morti entrambi- senza conoscere i lunghi effetti letali delle sue scorie. Creammo la chimica, e oggi subiamo alterazioni impreviste del DNA, dell'ambiente, del ciclo vitale delle cose. Insomma non ci siamo mai curati delle conseguenze perchè non ne avevamo idea, nè ci siamo preoccupati di provare ad immaginarle. E' tipico della natura umana, prima fare e poi chiedere scusa. Stavolta però le scuse non basteranno ho paura... Il punto è semplice: considerando l'uomo come "gregge" e considerando la portata globale ENORME di questi fenomeni inquinatori non c'è modo che l'azione dal basso possa essere sufficiente ad invertire i processi. Sarebbe necessaria una azione forte e determinata dei governi centrali dei paesi leader che emanasse leggi alle quali il popolo gregge si dovrebbe adeguare, obtorto collo. Perchè sono solo i governi che possono avere il potere sufficiente di caricarsi sulle spalle l'onere di decisioni cosi impopolari, come è dimostrato nella storia recente... Purtroppo i governi non sono più fatti da grandi statisti, con le palle di prendere certe decisioni. Sono fatti di persone che subiscono gli effetti oscurantisti di un certo stile di vita al quale loro stesse sono abituate, oppure la pressione lobbistica di azienda e multinazionali che hanno l'interesse -miope- acchè tutto rimanga immutato a loro vantaggio. Quando i danni si manifesteranno per mezzo di eventi naturali di vasta portata, di fronte alle possibili tragedie e allo sdegno del popolo gregge/elettore, allora ci si sveglierà improvvisamente, e versando lacrime di coccodrillo tutti i governi dei paesi forti andranno a rispolverare quei protocolli [tipo tokyo] disattesi in passato cercando di applicarli con urgenza. Non è detto però che saremo ancora in tempo. Io non credo. Cosi come non è detto che i paesi emergenti si adeguino supinamente... Vedremo. Anzi no, io probabilmente non lo vedrò, ma sono molto in pensiero per i miei nipoti. |
| inviato il 05 Aprile 2019 ore 10:27
Di base il ragionamento da fare dovrebbe essere di cominciare a guardare il proprio quotidiano e come migliorare le proprie abitudini. Magari già questo porta qualche piccolo risultato e si fa da esempio ad altri. Sui macro problemi si comincia con il non acquistare certi prodotti ed il non sostenere certe proposte politiche, magari dopo essersi informati un attimo meglio che solo con la lettura di due news sui social. Riguardo quello che fanno gli altri paesi è ovviamente più difficile intervenire, ma si possono anche imporre alcune abitudini. Ad esempio, se uno si rifiuta di andare a visitare il villaggio di pescatori finché non tolgono la plastica magari qualcuno dei locali accetta la proposta del resort per lo smaltimento e le cose cominciano a migliorare anche li. Come cominciare a rifiutare le cannucce di plastica nei bar e nei ristoranti o pretendere il bicchiere di vetro dove è possibile. |
| inviato il 05 Aprile 2019 ore 10:30
ArinZ ha probabilmente centrato il problema, sotto diversi aspetti |
| inviato il 05 Aprile 2019 ore 10:31
Premetto: IO SONO UN CATTIVO! Quindi i "buoni" se infastiditi non leggano! A parte il semi scherzo, vado anch'io fuori tema e mi riaggancio a questi ultimi discorsi. Non c'entra nulla essere, del PD della Lega, di LeU e di altri pseudopartiti del nulla. La Verità è universale e al di sopra di questi tele-fantocci che tutti seguono. Lavoro nella gdo. Questa gente paga con le tessere prepagate la spesa che fanno e, credetemi, non hanno un minimo di raziocinio nel comprare. Es.: tra borse per la spesa da 1euro (resistente) ed una in iuta da 2,5 comprano questa se gli piace di più; lo scorso anno a Natale, uno,sempre con le carte prepagate (chissà da chi) compra un cellulare e non uno base. Cercano abbigliamento firmato (quello che possono trovare,ovviamente). Fanno tutto con soldi caduti dal cielo e non sudati. Nella mia città hanno "ribaltato" un'associazione che li cura per il semplice fatto che "volevano" a tutti i costi delle biciclette (e sono arrivate), stessa cosa perchè volevano i frigoriferi (e sono arrivati). Adesso pongo due domande che chiunque, con un minimo di raziocinio, dovrebbe porsi: 1) quando e se si chiuderanno i "rubinetti" che dissetano questa gente che al momento OZIA, abbiamo idea di quello che combineranno? 2) uno stato con un debito pubblico ENORME è irresponsabile nel prodigarsi ad aiutare terzi! E' come se una famiglia piena di debiti accolga e sfami altre persone illimitatamente senza che queste contribuiscano a far risollevare finanziariamente la famiglia che li ospita. C'è da dire, comunque, che in molti casi il buonismo dell'accoglienza ha prodotto sfruttamento. Con buona pace dei cattocomunisti, associazioni di buonisti con i soldi degli italiani,della ex lega nord che va al sud e delle costellazioni che non brillano. | |

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