user33434 | inviato il 28 Gennaio 2019 ore 18:56
Boustrophedon sei una miniera inesauribile di fonti, grazie. |
user158139 | inviato il 28 Gennaio 2019 ore 18:57
Ah, volevo ringraziare e fare i complimenti a MatteoGroppi per la sua capacità di proporre sempre immagini stimolanti e coerenti con il tema, attingendo ad un serbatoio di conoscenze ampio e articolato, che in tutta onestà gli invidio. “ Boustrophedon sei una miniera inesauribile di fonti, grazie. „ Sono contento se qualcuno apprezza, grazie a te. |
| inviato il 28 Gennaio 2019 ore 19:12
Sto seguendo in silenzio la discussione, ma vorrei anch'io ringraziare Boustrophedon per i consigli di cui sopra (e per quelli librari nell'altra discussione). |
| inviato il 28 Gennaio 2019 ore 19:16
“ " Si tratta di qualcosa in più che un naturale scetticismo nei confronti degli esperti. Temo che stiamo assistendo alla fine dell'idea stessa di competenza , un crollo – alimentato da Google, basato su Wikipedia e impregnato di blog – di qualsiasi divisione tra professionisti e profani, studenti e insegnanti, conoscitori informati e fantasiosi speculatori; in altre parole, tra coloro che hanno ottenuto un qualche risultato in un'area e coloro che non ne hanno raggiunto nessuno." „ “ «I social media danno diritto di parola a legioni di imbécilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l'invasione degli imbécilli». „ Con meno stile ma maggior efficacia, anche Umberto Eco affronta la questione e, senza mezzi termini, la liquida. Il rischio che si corre oggi è quello di confondere la libertà di parola con il diritto di imporre le proprie strampalate opinioni anche su argomenti che richiedono rigore scientifico. Berengo Gardin qui o Rubbia altrove, troveranno certamente l'imbécille di turno pronto a zittirli e tacciarli di saccenza. Oggi mi gira così, chiedo venia. |
| inviato il 28 Gennaio 2019 ore 19:18
“ Frankie, potevi almeno citare chi ti ha fatto conoscere Tom Nichols... MrGreen „ In effetti avrei dovuto, ora però devo imparare il tuo nick senza doverlo copiare, oppure mi dai una forma abbreviata perchè il mio cervello fa fatica a ricordare Boustrophedon... Comunque ti ringrazio anche io per le fonti che hai citato, così come le foto che sono state indicate nel post da Matteo. Mi fa piacere che questo tipo di topic sia in grado di arricchire la conoscenza (di chi vuole ovviamente). E questo secondo me è lo spirito che dovrebbe avere un forum di fotografia, al di là delle bagarre e degli aspetti puramente tecnologici (che mi piacciono molto però eh...) |
| inviato il 28 Gennaio 2019 ore 19:58
Il problema è che l'Arte già da secoli a perso ogni funzione sociale che la rendeva pertinente....oggi si puo discutere solo di arte "primitiva" nelle culture in cui essa ha ancora un ruolo...per tutto il resto è pura speculazione e ognuno puo dire quello che vuole, ma certo che abbiamo delegato la speculazione sul fatto artistico agli addetti ai lavori sopratutto per comodità del mercato...in questo senso se vuoi fare un buon investimento tutte le opinioni non si equivalgono I dubbi su cio che è Arte risalgono già all'epoca di Petronio |
user90373 | inviato il 28 Gennaio 2019 ore 23:08
Potrebbe essere che opinioni valide per la fotografia non lo siano altrettanto se riguardanti l'arte, e viceversa? |
user158139 | inviato il 29 Gennaio 2019 ore 0:48
Quello che non capisco è perché si passi sempre da una questione ontologica ("cos'è Arte oggi", o meglio "cosa distingue un oggetto artistico dal resto degli oggetti") ed epistemologica ("in quale modo riconosco l'Arte oggi" o "in quale modo distinguo l'oggetto artistico dagli altri") ad una questione etica ("è giusto che ciò che oggi è Arte sia tale?" o "è giusto che questo oggetto sia artistico e quest'altro no?"). Questo prima ancora di aver chiuso, o quanto meno esaminato a fondo, i primi due aspetti. I dubbi su ciò che è Arte sono nati quando la capacità dell'oggetto artistico di generare un'esperienza con una forte caratterizzazione estetica (rubo le parole di Monroe Beardsley, uno degli autori più rilevanti in materia, giusto per non sbagliare) non è più risultata essere né necessaria né sufficiente. La letteratura statunitense fa spesso riferimento ai readymades di Duchamp come punto di rottura (come forse sapete, di uno di essi esiste solo la fotografia, fatta da Alfred Stieglitz, giusto per rimanere in tema). |
| inviato il 29 Gennaio 2019 ore 8:14
In effetti oggi è ben più difficile che in passato definire cosa distingua un oggetto artistico da uno che non lo è, perché sono caduti almeno tre dei parametri che distinguevano l'opera d'arte almeno fino ai tempi di G. C. Argan: 1- (il più apparentemente banale) la particolare capacità tecnica dell'artista; per fare un quadro astratto non occorre una "mano" particolare, così come per una foto tecnicamente ineccepibile 2- la trasmissione di un "messaggio", cosa rifiutata già almeno da Kandinskji fin dal 1910 3- (ma è una conseguenza del punto 2) la "riconoscibilità" da parte dell'osservatore, ovvero: “ quando la capacità dell'oggetto artistico di generare un'esperienza con una forte caratterizzazione estetica non è più risultata essere né necessaria né sufficiente „ come citato da Boustrophedon, dove (aggiungo io) quel "né sufficiente" era già sentito e denunciato da quel Duchamp che pure risultava ostico da comprendere. Il fatto è che ad oggi non sembra ancora riformulata una serie convincente e condivisa di parametri in base ai quali poter ridefinire cosa debba distinguere un oggetto d'arte da uno comune, e questo lascia moltissimo spazio alla convinzione che ogni opinione abbia il medesimo valore anche al di là di quello che è il semplice gusto personale |
| inviato il 29 Gennaio 2019 ore 9:42
Simgen, il fatto che tu voglia far passare per oro colato il discorso che faceva Platone (che io amo molto) e liquidi tutto il discorso che si è fatto sull'arte negli ultimi 60-70 anni, è una scelta tua arbitraria. Che oggettivamente vale molto poco rispetto al panorama artistico globale. Quando esisteva Platone, non esisteva Duchamp, non esisteva neanche la fotografia. E' difficile quindi far aderire quei concetti al contemporaneo. “ banalmente l'opera d'arte è opera d'arte perché è opera d'arte... è... si percepisce oggettivamente come forma fisica del concetto (idea) e il discorso si sposta sul metafisico „ Questo discorso è molto basilare. Comprensibile in maniera quasi istintiva. Ma per niente esaustivo, e terribilmente limitante. Ma non lo dico io che valgo più o meno come un calzino sporco rigirato in termini d'Arte e quant'altro, ma tante personalità di spicco che hanno dedicato la loro vita a questi argomenti. Ne abbiamo citati tanti in questa e altre discussioni. Per te, forse, il fatto che Kandinskij, Duchamp, Mondrian siano artisti, e le loro opere, opere d'arte, è un fatto opinabile. E va bene. Ma va bene mentre te lo dici allo specchio da solo. In termini di realtà oggettiva, e di comunità artistica contemporanea non va bene per niente In questo senso, la tua opinione, non ha lo stesso peso e valenza (come non lo avrebbe la mia eh, sia chiaro) di un'opinione frutto di approfondimento, confronto all'interno di una comunità autorevole, espereinza, che può esprimere un Arthur Danto, uno Stefano Velotti, ecc. ecc. ecc. A ogni modo l'arte è concettuale da sempre. Anche dai primi graffiti dei primitivi sui muri, o le rappresentazioni degli Egizi. E' solo il rapporto tra concetto/oggetto che è differente nelle varie epoche. Ma il coefficente tra le due parti non può, e non deve, favorire un giudizio di valore. |
| inviato il 29 Gennaio 2019 ore 10:24
Ripeto non si contestualizzare mai, certe affermazioni non sono errate, ma riferite a un tempo e a un contesto, certe sperimentazioni fotografiche fatte anche da fotografi come man Ray ora ci lasciano più freddi ma bisogna sempre contestualizzare. È come chi cita a caso la frase di Adams che se una foto la devi spiegare non è venuta bene, si cita così buttamdola li senza inserirla nel discorso e nel contesto fotografico di quel momento. Fino a che non si prova ad aprire un minimo la mente il ragionamento non può andare da nessuna parte e si ripetono sempre stessi concetti La fotografia come la musica e la pittura sono fluide e bisogna capire perché si è andati in una certa direzione invece che in un'altra |
| inviato il 29 Gennaio 2019 ore 10:29
Matteo, un'altra frase che non sopporto più è: se la foto non è buona è perché non eri abbastanza vicino. |
| inviato il 29 Gennaio 2019 ore 10:30
@Miki.1: “ un'altra frase che non sopporto più è: se la foto non è buona è perché non eri abbastanza vicino. „ Povero Robert, ai suoi tempi non c'erano gli zoom, e lui non aveva di certo il tempo di cambiare in continuazione le ottiche. Poi il suo scopo non era certo quello di produrre arte. Era un eroe della fotografia e merita il massimo rispetto di tutti noi. |
| inviato il 29 Gennaio 2019 ore 10:37
Skilab. So benissimo chi ho citato, solo che è stata scritta per giustificare l'uso di un teleobiettivo per fare street. |
user158139 | inviato il 29 Gennaio 2019 ore 10:41
“ la trasmissione di un "messaggio", cosa rifiutata già almeno da Kandinskji fin dal 1910 „ Come però osserva Danto, "works of art are about something" e quindi hanno un significato. “ Il fatto è che ad oggi non sembra ancora riformulata una serie convincente e condivisa di parametri in base ai quali poter ridefinire cosa debba distinguere un oggetto d'arte da uno comune „ La questione è che potrebbe non esistere una serie univoca di parametri (si tratta del cosiddetto "istituzionalismo debole": le ragioni per le quali una determinata opera è riconosciuta come Arte possono essere specifiche di quell'opera o di un sotto-insieme delle opere d'arte). |
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