| inviato il 11 Settembre 2018 ore 21:26
Alvar Mayor potresti argomentare meglio il tuo punto di vista? Cioè non ci sono più autori? |
| inviato il 11 Settembre 2018 ore 21:33
Hai già scritto tutto tu nel primo post: “ Internet dando la "parola" a tutti a creato sono una marea di fotografie banali dove la qualità è affogata dal rumore di fondo? „ Per la maggior parte SI. Qualcosa di buono c'è anche, ma la maggior parte è pattume e soffoca, ricopre, asfisia questo poco. E non solo per la fotografia, per tutto. Il media "internet" ha immense potenzialità. Purtroppo è utilizzato da TUTTI, e si sa che la massa è tutto fuorché intelligente, quindi produce perlopiù pattume. Un tempo lo produceva per pochi amici. (e cazzi loro) Adesso lo produce e lo spande per il mondo intero. Un esempio: quante mail di pattume ti arrivano ogni giorno? Quando cerchi una informazione, quanto pattume trovi prima di trovare l'informazione che volevi? NON si stava meglio quando non c'era, no, ma l'accesso andrebbe vietato al di sotto di un certo QI. Ho argomentato a sufficienza? |
user90373 | inviato il 11 Settembre 2018 ore 23:16
@ MatteoGroppi “ Io credo che invece la foto è cambiata moltissimo, cioè un Bresson ora non avrebbe la stessa valenza „ Proviamo a ribaltare il discorso: e se ai tempi di Bresson e compagnia bella fosse esistito l'Internet? Così come si potrebbe supporre che lo stesso Bresson, nato solo qualche decennio dopo, sarebbe in grado di sfruttare le nuove opportunità sfornando buone foto per diventar ugualmente HBC. |
| inviato il 11 Settembre 2018 ore 23:23
Discorso insensato quello che c'è adesso è somma del passato e della situazione odierna. Quello che fece Bresson è un gran lavoro perfetto per quel tempo, lo stesso man Ray gli suggerì di distaccarsi dal surrealismo a cui inizialmente era associato. Dire e se non fosse esistito il nazismo è la grande guerra i movimenti artistici e anche fotografici influenzati da tutto ciò come sarebbero? Non ha senso porsi la domanda. Ripeto si parla di come internet ha modificato la fotografia e la percezione dell'immagine non andate off topic e possibilmente usate esempi concreti a supporto |
user90373 | inviato il 12 Settembre 2018 ore 0:06
Internet ha reso la fotografia una fredda superficie senza calore, che porta ad una percezione di tipo meccanico. Alla fine manca la debolezza propria delle passioni vissute. |
| inviato il 12 Settembre 2018 ore 7:04
Possiamo parlare seriamente invece che per pre oncetti e banalità? E comunque con esempi concreti. Detto questo Ettore mi sono stufato di leggere le stesse cose scritte come disco rotto in più topic senza una minima capacità di esempi e argomentazioni concrete quindi siccome voglio un topic costruttivo dove tutti possono esprimere la loro opinione purché argomentata con te la chiudo qui |
user158139 | inviato il 12 Settembre 2018 ore 7:30
Ok, facciamo un esempio. Mi sto preparando ad un giro a Venezia nella seconda metà di novembre; una delle foto più abusate è la vista dal ponte dell'Accademia verso Santa Maria della Salute. Basta cercare, su Google o Flickr, "vista ponte accademia" per essere sommersi da centinaia di foto, tutte identiche. Poi c'è anche questa: static1.squarespace.com/static/55fc0981e4b04c74c505ee1c/5af0d0878a922d Che a me sembra un prodotto culturale diverso da tutte le altre, e che è l'unica che forse mi potrei appendere in casa. Questa diversità è reale o è solo la mia percezione individuale, distorta da un interesse specifico per la fotografia? E se è reale, quanto la disponibilità di immagini simili per oggetto (ma non per contenuto) la rende non più percepibile dalla massa? |
| inviato il 12 Settembre 2018 ore 7:37
Qualcosa cambia. Eco ha ragione. Il risultato è che bisogna essere più bravi, le belle foto sono diverse dalla nuova massa di immagini circolanti. Ma non tutti sapranno distinguerle. Risultato: una nuova elite ma emarginata e "quelli che diceva Eco" che dilagano. Non succede solo in fotografia. P.s.: il ragionamento avrebbe richiesto un fiume di argomentazioni, ho preferito piccoli pensieri seguiti da un punto. Una specie di indice. |
| inviato il 12 Settembre 2018 ore 8:18
cito un'articolo pubblicato circa 3 anni fa su Wired: “ Instagram ha anche contribuito a definire una vera e propria estetica, connotata da tonalità falsate, filtri dal sapore amatoriale (soprattutto i primi ricreavano esplicitamente le vecchie istantanee analogiche e la lomography), ma soprattutto immagini spontanee, non eccessivamente studiate, che al rigore compositivo preferiscono la sbavatura. .... L'estetica di Instagram ha plasmato anche la modalità con cui raccontiamo le nostre giornate, fondendo soluzioni formali a occasioni di vita specifiche. Hashtag come #selfie, #tbt, #thingsorganizedneatly, #followmeto non sono solo parole utili a classificare le foto; sono il modo in cui costruiamo la nostra immagine, condividiamo i nostri ricordi, mostriamo gli oggetti che ci caratterizzano, raccontiamo i momenti di coppia. Stile e messaggio, contenuto e forma sono diventati una cosa sola, che codifica (in modo sempre più standardizzato) il nostro modo di guardare e narrare il mondo. „ Quello che scrive è vero, ora qui spesso ho letto che la foto deve comunicare. La mia domanda è a chi? se la risposta è alla gente, allora il linguaggio è cambiato e probabilmente sta ancora cambiando e in effetti molti si stanno adattando a questo nuovo modo di usare l'immagine Il primo progetto che mi viene in mente è quello di Murad Osmann che con Follow Me ha avuto una grande idea e ha saputo usare bene la fotografia per creare qualcosa di interessante e allo stesso tempo che sfruttasse Instagram in maniera intelligente ( www.instagram.com/muradosmann/ ). ma su instagram troviamo anche Paul Nicklen,Mario Testino,Chris Burkard,Steve McCurry,Pete Souza ecc... alcuni lo usano per pubblicità, altri come il nominato Shore lo usano perchè è il mezzo che si adatta meglio. Quindi se il linguaggio cambia credo sia ovvio che questo ha un'impatto forte sui fotografi, che magari non recepiscono subito il cambiamento, ma che è indubbio che allo stato attuale non può essere ignorato |
| inviato il 12 Settembre 2018 ore 8:29
In effetti il cambiamento non riguarda solo la fotografia, e forse non riguarda nemmeno solo Internet; non è che la marea di volantini, pieghevoli e veri e propri opuscoli pubblicitari che mi intasano giornalmente la vecchia cassetta delle lettere siano di livello differente: tolte le immagini "da catalogo", quelle che dovrebbero servire ad invogliare la gente a sfogliarlo, quel catalogo, non sono certo "foto d'autore", anche se magari sono realizzate da quegli stessi personaggi che diventano "autori" in ben altre sedi. Le immagini di puro marketing, dove il messaggio è stereotipato, al punto che venivano e vengono realizzate per "categorie" precostituite, esistono già da ben prima di Internet e mi chiedo quanto peso abbiano avuto nel creare questo cambiamento nel modo di fruire la fotografia; sicuramente un peso notevole, perché costituiscono l'archetipo dell'osservazione "mordi e fuggi", quindi, se aggiungiamo il fatto che il libero accesso a Internet anche come propositori di contenuti, e non solo come destinatari, lo ha configurato come luogo di approcci "discorsivi" prima ancora che come luogo della "memoria", ne scaturisce che anche la fruizione della fotografia sarà maggiormente improntata a questo tipo di approccio: "mi serve per dirti quello che ho in mente ora, poi cestinala pure perché fra cinque minuti dovrò parlarti di qualcos'altro". Quello che mi chiedo è se esistano ancora veri luoghi della memoria o se tutto, non solo Internet, si stia orientando ad operare solo ed esclusivamente "in tempo reale" |
| inviato il 12 Settembre 2018 ore 8:32
Non a chi? Che cosa? I grandi fotografi hanno sempre avuto da dire qualcosa. Cito Giacomelli e la sua paura per la morte. Il disagio di vivere della woodman. Il sesso e la vita ai margini di d'Agata. Per chi è solo un esercizio di stile. |
| inviato il 12 Settembre 2018 ore 8:35
Boustrophedon, in termini di "punto di vista" naturalmente non è un'immagine nuova. In termini di interpretazione, di "stile", nemmeno. Sta dentro una ricerca sulla raffigurazione del paesaggio che in Italia è iniziata più di trent'anni fa con "Viaggio in Italia" di Luigi Ghirri e tanti altri. Fai una rapida ricerca. Il problema è: perché a te sembra una foto "diversa dalle altre"? Perché il web non seleziona in modo intelligente o per qualità. Ma ti travolge con una massa di risultati secondo criteri finalizzati allo scopo di Google (vendere pubblicità). Se vuoi conoscere ad esempio la storia di quei fotografi italiani che a partire dal libro citato ha sviluppato un filone espressivo di eccellenza a livello internazionale, magari inizi a cercare sul web, ma poi vai in libreria/biblioteca. Allora la domanda è: è tutta colpa di Google o siamo noi ad essere patologicamente pigri? La possibilità di approfondire esiste sempre ma non sta nella prima pagina dei risultati di Google o in Wikipedia. Se poi pensiamo di incontrare la migliore fotografia contemporanea sui forum, su Flickr e simili.... la delusione è certa. O meglio rischiamo di scambiare bigiotteria per gioielli... |
| inviato il 12 Settembre 2018 ore 8:49
“ Proviamo a ribaltare il discorso: e se ai tempi di Bresson e compagnia bella fosse esistito l'Internet? Così come si potrebbe supporre che lo stesso Bresson, nato solo qualche decennio dopo, sarebbe in grado di sfruttare le nuove opportunità sfornando buone foto per diventar ugualmente HBC. „ La domanda, anche per restare on-topic, è un'altra: Se in questo momento ci fosse un fotografo rivoluzionario come Bresson e capace di sfruttare e padroneggiare le nuove tecnologie... potrebbe avere la stessa portata iconica e universale? Avrebbe più deguito di una foto postata dalla Ratajkowski? Riuscirebbe a fornirci una decina di foto che rimarrebbero fissate per sempre nell'immaginario collettivo? Il fatto è che appunto su internet/social la fruizione è diversa e secondo me si presta meno alla creazione di pietre miliari. Questo indipendentemente dalla qualità del lavoro del fotografo. Le ultime foto veramente iconiche che mi vengono in mente sono quelle fotogiornalistiche legate però a determinati avvenimenti più che al lavoro autoriale del fotografo. Tipo quella di Burhan Ozbilici o quella di Richard Drew dell'uomo che cade. Alcune addirittura sono prodotte da fotografi amatoriali... Oppure quelle di Gursky famose più che altro per le cifre record a cui sono state battute. E forse più legate al mondo dell'arte e poco rappresentative di come l'uomo comune fruisce la fotografia ai giorni nostri... Voi che dite? |
| inviato il 12 Settembre 2018 ore 8:53
“ Se poi pensiamo di incontrare la migliore fotografia contemporanea sui forum, su Flickr e simili.... la delusione è certa. O meglio rischiamo di scambiare bigiotteria per gioielli... „ Invece è proprio così, ci pubblicano molti dei fotografi già famosi e indubbiamente lo staranno facendo anche quelli che lo saranno, non c'è qualcosa di organico e c'è di tutto questo è il problema, ma come dicevo è indubbio che le istituzioni classiche vivano un periodo di crisi |
user158139 | inviato il 12 Settembre 2018 ore 8:57
Ale, non sostengo che quella immagine sia innovativa o migliore, solo diversa. |
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