| inviato il 08 Aprile 2017 ore 11:26
“ A teatro, esclusi gli spettacoli chiaramente dilettantistici, credo che al pubblico sia proibito fotografare e credo anche che tale divieto andrebbe rispettato sia per non infastidire sia per godersi davvero lo spettacolo „ È così, anche coi cellulari, viene tollerato giusto quello scatto o due, ma se si comincia con riprese video di continuo, o foto frequenti, le maschere richiamano e, all'occorrenza, allontanano la persona dalla sala. Ovviamente, l'uso del flash fa saltare ogni tolleranza, la persona viene SUBITO accompagnata fuori dalla sala. |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 12:03
Corretto. Maledetto pc che corregge ad caxxum. Poi mettiamoci il sonno e il gioco è fatto |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 12:03
Io tra il bighiera e il Tamron 70-200 2.8 liscio (non stabilizzato), opterei per quest'ultimo: è superiore otticamente (in particolar modo a TA) e il suo autofocus, pur essendo un poco rumoroso e lentino (ma non più lento del Nikon), è piuttosto preciso. Da pagare usato non più di 350 euro, poiché si trova nuovo a meno di 600 euro (prezzo che viene richiesto per il bighiera usato). |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 12:07
A teatro si espone in spot sui visi e poi si blocca. Spesso non serve lo stabilizzatore ne la massima apertura. In genere la pdc per tenere a fuoco il soggetto, in movimento, non deve essere quella della massima apertura |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 12:11
“ A teatro si espone in spot sui visi e poi si blocca. Spesso non serve lo stabilizzatore ne la massima apertura. In genere la pdc per tenere a fuoco il soggetto, in movimento, non deve essere quella della massima apertura „ Si espone in spot sui visi, è vero, e lo stabilizzatore non serve nemmeno. Ma la massima apertura serve eccome, e stando lontani la pdc è sufficiente e anzi, sfocando leggermente lo sfondo si ha quell'effetto cinematografico che piace tanto |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 13:31
“ Autofocus parte 2, l'elettronica. La luce che entra attraverso l'obiettivo colpisce lo specchio, in parte viene deviata verso l'alto e entra nel pentaprisma e arriva all'oculare del mirino; in parte invece attraversa lo specchio stesso che al centro é semi riflettente e tramite uno specchio secondario viene deviata verso il basso dove sono posizionati i sensori della messa a fuoco. Questi sensori sono in grado di capire se l'immagine é a fuoco oppure no e in questo caso informano il microprocessore della fotocamera di fare muovere il motore dell'autofocus in modo da ottenere una messa a fuoco ottimale. Ovviamente più il microprocessore é veloce e inferiore sara' il tempo impiegato per eseguire i calcoli che servono per stabilire di quanto si deve muovere il motore per ottenere la messa a fuoco ottimale. Da quanto detto spero che sia chiaro che l'autofocus è un sistema che integra le funzionalità del corpo con quelle dell'obiettivo ed è per questo che un obiettivo manuale rimane tale anche se montato su un corpo dotato di autofocus interno: all'ottica mancano quelle parti che sono necessarie a muovere l'anello della messa a fuoco. Quello che ho esposto è comunque una semplificazione dell'autofocus. „ Ok Sergio. Grazie per la tua spiegazione. Io però cercavo di dire un'altra cosa. Il corpo macchina calcola l'esposizione e più é veloce, come dicevi, nel fare questo calcolo, più è immediato l'ordine impartito al motore di messa a fuoco. Quando però vi sono due motori che muovono le lenti, sia quello della fotocamera, sia quello dell'obiettivo, si può scegliere quello che compie più velocemente lo spostamento delle lenti? Oppure il lavoro lo fa l'obiettivo se questo è motorizzato e la fotocamera se non è motorizzato? La mia domanda insomma era: posso far muovere le lenti con il motore della fotocamera se il motore dell'obiettivo é meno performante? |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 13:36
No non puoi le ottiche col motore interno non hanno il collegamento al motore della fotocamera. Esisteva una gotocamera, Contax ma non ricordo il modello, che metteva a fuoco con tutte le ottiche in pratica la fotocamera spostava il box pellicola/specchio per mettere a fuoco |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 14:04
“ No non puoi le ottiche col motore interno non hanno il collegamento al motore della fotocamera. Esisteva una gotocamera, Contax ma non ricordo il modello, che metteva a fuoco con tutte le ottiche in pratica la fotocamera spostava il box pellicola/specchio per mettere a fuoco „ Grazie Mario. Però cosa succede escludendo l'autofocus sull'obiettivo? Chi muove le lenti se escludo il motore autofocus sull'obiettivo e lascio l'autofocus solo sul corpo? Io immaginavo che a muovere le lenti, così facendo, fosse il motore della macchina, e quindi si potesse velocizzare l'operazione di attuazione dello scatto. |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 14:54
“ Opinione: Questo è un signor tele, dalle qualità ottiche eccellenti. Sempre nitido, offre anche una distorsione contenuta ed aberrazioni cromatiche gestibili. Manca lo stabilizzatore ma non è un difetto quanto se mai una scelta, al prezzo che viene proposto non si può davvero chiedere di più. L'AF è preciso ma non velocissimo, ci si convive comunque più che bene. Costruzione solida ma manca la tropicalizzazione. Per quello che vale... esteticamente lo trovo bellissimo. Grande lente, da avere assolutamente. „ Questa che ho inserito é una recensione scritta da un utente a proposito del Tamron 70-200 f/2.8 liscio. Qui si dice: "L'AF è preciso ma non velocissimo" Che significa? Anche l'obiettivo effettua calcoli sulla messa a fuoco? (Uso del termine preciso). Non si era detto che è il sensore della fotocamera e il processore a calcolare la messa a fuoco? Perdonate l'insistenza ma ho l'impressione di avere una gran confusione... |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 15:15
Anche nikon aveva fatto un "aggeggio" che si interponeva tra l'ottica manuale e il corpo per poterla utilizzare in autofocus. Tornando al discorso autofocus nell'ottica o nel corpo, se si esclude l'af dell'ottica questa diventa manuale, in quanto, come già detto dal Signor Mario, le ottiche dotate di motore autofocus interno non hanno accoppiamenti meccanici con il corpo. Tieni conto però che le ottiche motorizzate sono solitamente più veloci e più "precise" nella regolazione perché il motore (di tipo senza contatti o ultrasonico) agisce direttamente sul barilotto mentre il motore interno della macchina é più tradizionale ed è collegato all'ottica tramite una serie di ingranaggi che comportano attriti, rumore e minore precisione. Comunque anche nelle ottiche con motore interno i comandi (elettronici) di movimento vengono generati dal microprocessore della macchina e quindi, di nuovo, tanto più è potente il processore, tanto sarà più rapida la messa a fuoco a parità di ottica. |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 15:29
Diciamo che l'ottica lavora in sinergia con il corpo macchina per ottenere la messa a fuoco. In effetti anche le ottiche sono dotate di piccoli microprocessori che informano il microprocessore principale dello stato in cui si trova la meccanica dell'ottica. la comunicazione avviene tramite i contatti (le punte metalliche) che sporgono radialmente dietro al bocchettone posteriore. La velocità dell'autofocus dipende quindi da alcuni fattori: la velocità e la precisione dei sensori dell'autofocus, la velocità di elaborazione dei dati del microprocessore del corpo, la velocità e la precisione del motore e la precisione dei dati di "feedback" inviati dall'ottica. Quando hai a che fare con un autofocus "preciso ma non velocissimo" significa il sistema non funziona al 100% e che quindi la messa a fuoco corretta la ottieni ma magari non immediatamente a colpo sicuro ma con alcuni aggiustamenti sucessivi (sempre ad opera del sistema) |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 16:21
“ Anche nikon aveva fatto un "aggeggio" che si interponeva tra l'ottica manuale e il corpo per poterla utilizzare in autofocus. Tornando al discorso autofocus nell'ottica o nel corpo, se si esclude l'af dell'ottica questa diventa manuale, in quanto, come già detto dal Signor Mario, le ottiche dotate di motore autofocus interno non hanno accoppiamenti meccanici con il corpo. Tieni conto però che le ottiche motorizzate sono solitamente più veloci e più "precise" nella regolazione perché il motore (di tipo senza contatti o ultrasonico) agisce direttamente sul barilotto mentre il motore interno della macchina é più tradizionale ed è collegato all'ottica tramite una serie di ingranaggi che comportano attriti, rumore e minore precisione. Comunque anche nelle ottiche con motore interno i comandi (elettronici) di movimento vengono generati dal microprocessore della macchina e quindi, di nuovo, tanto più è potente il processore, tanto sarà più rapida la messa a fuoco a parità di ottica. „ “ Diciamo che l'ottica lavora in sinergia con il corpo macchina per ottenere la messa a fuoco. In effetti anche le ottiche sono dotate di piccoli microprocessori che informano il microprocessore principale dello stato in cui si trova la meccanica dell'ottica. la comunicazione avviene tramite i contatti (le punte metalliche) che sporgono radialmente dietro al bocchettone posteriore. La velocità dell'autofocus dipende quindi da alcuni fattori: la velocità e la precisione dei sensori dell'autofocus, la velocità di elaborazione dei dati del microprocessore del corpo, la velocità e la precisione del motore e la precisione dei dati di "feedback" inviati dall'ottica. Quando hai a che fare con un autofocus "preciso ma non velocissimo" significa il sistema non funziona al 100% e che quindi la messa a fuoco corretta la ottieni ma magari non immediatamente a colpo sicuro ma con alcuni aggiustamenti sucessivi (sempre ad opera del sistema) „ Grazie Sergio, sei stato molto chiaro. Finalmente ho capito. |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 16:28
Anche se, Sergio, non capisco ugualmente certe affermazioni del tipo: "In condizioni di buona luce l'AF è reattivo e precisissimo, in scarsa luce tentenna un pochino, ma nulla che mi abbia fatto gridare allo scandalo."Il fatto di agganciare o meno la messa a fuoco dovrebbe dipendere dal sensore autofocus della fotocamera, non certo dall'obiettivo. Sbaglio? |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 17:08
Anche da come l'obiettivo interagisce con la macchina. Lo scambio di dati tra le apparecchiature elettroniche dipende da convenzioni dette in gergo protocolli. La Nikon ha sviluppato il suo protocollo di comunicazione che determina il tipo di dati e l'ordine in cui vengono trasmessi nei due sensi. Sono le base del linguaggio senza la quale le due parti non potrebbero comunicare. Ovviamente Nikon ha pensato bene di tenere per se le informazioni relative al proprio protocollo. Gli altri costruttori di ottiche che hanno fatto la scelta di adottare l'autofocus compatibile Nikon, hanno dovuto capire da soli come fosse scritto il protocollo. Puo essere che nel riscriverlo non si siano avvicinati al 100% all'originale e in certe cicostanze si verifico dei piccoli errori di dialogo. Proprio per poter migliorare l'interattivita' tra ottica e corpo Sigma e Tamron hanno inserito a catalogo le docking station che consentono di aggiornare il firmware, che è il programma che contiene il protocollo e che così può essere aggiornato e migliorato man mano che i produttori si accorgono dei malfunzionamenti e vi pongono rimedio. Purtroppo lo si può fare solo sulle ottiche di ultima generazione |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 17:18
“ Anche da come l'obiettivo interagisce con la macchina. Lo scambio di dati tra le apparecchiature elettroniche dipende da convenzioni dette in gergo protocolli. La Nikon ha sviluppato il suo protocollo di comunicazione che determina il tipo di dati e l'ordine in cui vengono trasmessi nei due sensi. Sono le base del linguaggio senza la quale le due parti non potrebbero comunicare. Ovviamente Nikon ha pensato bene di tenere per se le informazioni relative al proprio protocollo. Gli altri costruttori di ottiche che hanno fatto la scelta di adottare l'autofocus compatibile Nikon, hanno dovuto capire da soli come fosse scritto il protocollo. Puo essere che nel riscriverlo non si siano avvicinati al 100% all'originale e in certe cicostanze si verifico dei piccoli errori di dialogo. Proprio per poter migliorare l'interattivita' tra ottica e corpo Sigma e Tamron hanno inserito a catalogo le docking station che consentono di aggiornare il firmware, che è il programma che contiene il protocollo e che così può essere aggiornato e migliorato man mano che i produttori si accorgono dei malfunzionamenti e vi pongono rimedio. Purtroppo lo si può fare solo sulle ottiche di ultima generazione „ In effetti conoscevo questo discorso sui protocolli e sulle USB Dock di Sigma poichè ho acquistato da poco il 24-105 f/4 serie Art di Sigma, senza però acquistare la docking station. Ho provato soltanto ad effettuare una serie di scatti alle varie focali con diaframma f/4 a tre pile stilo posizionate a distanza diversa dall'obiettivo e mettendo a fuoco alternativamente su ognuna delle tre le pile. E' sufficiente per stabilire il front/back focus oppure dovrei acquistare ugualmente la dock? Ho ritenuto che i risultati fossero soddisfacenti, anche se la mia valutazione è avvenuta soltanto guardando le varie immagini con un crop al 100%. |
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