| inviato il 08 Febbraio 2017 ore 22:39
Io non lo trovo e da me c'è stato 1 problema con il fornitore,tutte le edicole ne hanno avuto 1 copia sola ed al momento non si può ordinare |
user105183 | inviato il 09 Febbraio 2017 ore 11:17
L'avevo perso, l'edicolante di fiducia me l'ha ordinato ed è arrivato in due giorni. Un libro interessante, si possono probabilmente saltare le prime pagine su ISO, diaframma, attrezzatura, ecc., ma è utile anche per rinfrescare le nozioni base. Avanzando si dimostra molto pratico, con i concetti ben suddivisi e spiegati in maniera chiara, e con le foto con tutti i dati exif per mostrare concretamente alcune delle situazioni illustrate. Per chi come me si sta avvicinando al ritratto, dopo aver fatto un po' di esperienza in altri generi, è un'ottima guida. Lo consiglio e seguirò anche le altre uscite, se sono su questo livello per il prezzo valgono l'acquisto. |
| inviato il 09 Febbraio 2017 ore 16:15
Premetto che non pratico la fotografia di ritratto (al massimo fotografo statue) e mi considero piuttosto ignorante sulle tecniche. Sfogliando il libro, su centinaia di foto ne ho contate 3 scattate a f/2 e qualcuna in più a f/2.8. Per il resto tutti diaframmi più chiusi. Leggendo qui sul forum invece pare che se non si scatta a f/1.4 o addirittura f/1.2... |
user105183 | inviato il 09 Febbraio 2017 ore 17:13
“ Sfogliando il libro, su centinaia di foto ne ho contate 3 scattate a f/2 e qualcuna in più a f/2.8. Per il resto tutti diaframmi più chiusi. Leggendo qui sul forum invece pare che se non si scatta a f/1.4 o addirittura f/1.2... „ Qualcuno proprio qui su Juza (credo Dario Rattieri, ma non ricordo con certezza) aveva giustamente fatto notare come ultimamente fotografare a TA per cercare il bokeh sia diventato una moda; quasi che lo sfumato artistico della sfondo conti di più della qualità del ritratto stesso. Quelle foto del libro National Geographic fanno riflettere, quanto meno ci mettono addosso dei dubbi: e secondo me non è una cattiva cosa. |
| inviato il 09 Febbraio 2017 ore 19:51
Infatti è moda! Pare proprio che se non hai un f1.2 non sei nessuno e non puoi fare ritratti... |
user44306 | inviato il 09 Febbraio 2017 ore 20:11
Comunque anche lì c'è la parte sul bokeh e almeno spiega di tenere l'occhio più vicino a fuoco per evitare una impressione strana nella foto risultante |
| inviato il 09 Febbraio 2017 ore 20:25
Pure con f1.2 non sei nessuno. f0.95 e' l'ultima frontiera |
user44306 | inviato il 09 Febbraio 2017 ore 20:26
Ma se scatto senza obiettivo è come se scattassi ad f0? Vincerei su tutti e sarebbe tutto bokeh! |
| inviato il 10 Febbraio 2017 ore 8:08
Ma solo io non sono riuscito a trovarlo da nessuna parte? |
| inviato il 10 Febbraio 2017 ore 15:03
Lo devi far ordinare dall'edicola |
| inviato il 13 Febbraio 2017 ore 15:30
Se ho capito bene, con il mio 2,8 posso rimanere a casa Comprato, e penso che non mi farò scappare il resto della serie |
| inviato il 13 Febbraio 2017 ore 17:49
A parte le mode del momento nei ritratti si è sempre cercato di utilizzare un diaframma molto aperto, ovviamente cercando di non sacrificare la pdc. Nel libro i diaframmi più chiusi vengono utilizzati soprattutto con ottiche >100mm (la pdc ovviamente sarà enormemente ridotta) e quando sono utilizzate con ottiche <100mm e diaframmi più chiusi sono spesso foto con sfondi omogenei e luci controllate (in studio). Dire che la moda delle ottiche molto luminose è recente è fuori luogo. E' solo più semplice e più fruibile utilizzare e trovare ottiche con queste caratteristiche. Nel libro, inoltre, si evidenzia indirettamente e direttamente che assolutamente sarebbe da evitare un qualsivoglia elemento di disturbo ritraendo un soggetto con un determinato sfondo. Tale effetto è più facilmente ottenibile con un'ottica molto "luminosa". Insomma non è altro che la base di un ritratto ambientato. Nulla di nuovo. Un bokeh di un 160mm a f5 è più o meno quello un 85 f1.6, con soggetto a stessa distanza... Ovviamente un bel circolo di confusione posteriormente al soggetto è gratificante e molte ottiche si distinguono rispetto ad altre per queste caratteristiche. Abbiamo molte più scelte oggi. Ed è una fortuna, non una moda... |
| inviato il 13 Febbraio 2017 ore 17:53
“ Se ho capito bene, con il mio 2,8 posso rimanere a casa MrGreen „ Secondo me il fatto il libro non tratti la casistica "PdC infinitesimale" ne testimonia il livello: prima è necessario imparare ad inquadrare, mettere in posa, scegliere le luci, poi ci può cimentare nell'uso creativo dello sfocato estremo. L'altro giorno ho provato a ritrarre mia figlia con il 135mm f/2.8, i risultati migliori li ho ottenuti con l'f4. Con questa focale, se stai sotto è facile che qualche parte del viso venga sfocata senza che ciò sia voluto, basta una leggere inclinazione della testa ed il danno è fatto. Finito il libro, qui ci sono degli ottimi ritrattisti, basta chiedere a loro |
| inviato il 13 Febbraio 2017 ore 17:57
Appunto.... La pdc è influenzata dai mm, distanza ed f. Ma credo che lo sappiate... Fa parte della base della fotografia. No? E' evidente che con un 135mm ad f2.8 ed una figlia a 3mt, su ff hai una pdc di ben 8cm....!!!, che diventa di 11cm a f4... Ci credo che ti sei trovato meglio ad f4!! A f2.8 hai 4cm davanti e dietro rispetto al punto di messa a fuoco.... In una foto con il volto lievemente spostato, l'cchio più lontano è fuori fuoco. |
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