| inviato il 05 Maggio 2017 ore 18:59
"Il diaframma NON è invariante. Quel numero rappresenta il rapporto tra la lunghezza focale e l'apertura fisica del foro attraverso cui passa la luce" A parità di scena inquadrata la fotocamera FF con montato un 50 diaframmato a f 1,8 riceve più luce della fotocamera apsc con montato il 35 (52 mm.) diaframmato a f 1,8 in quanto il diaframma fisicamente è più aperto e perciò la pdc è minore. |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 5:44
ç@zzata megagalattica.... |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 7:55
Dimostralo |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 8:28
“ Questa con D700 e 105 f2.5 ai-s „ Ciao Pino! Ti piace vincere facile però, con delle modelline così si resta a bocca aperta, bellissime!  Scherzi a parte belle immagini davvero. Ottima resa anche del 105mm e bei colori "moderni", che software usi per la PP? |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 8:31
“ "Il diaframma NON è invariante. Quel numero rappresenta il rapporto tra la lunghezza focale e l'apertura fisica del foro attraverso cui passa la luce" A parità di scena inquadrata la fotocamera FF con montato un 50 diaframmato a f 1,8 riceve più luce della fotocamera apsc con montato il 35 (52 mm.) diaframmato a f 1,8 in quanto il diaframma fisicamente è più aperto e perciò la pdc è minore. „ attenzione, se la focale è sempre la stessa il diametro del diaframma è egualmente lo stesso, in DX avrai minor pdc perché ingrandisci maggiormente, a parità di dimensioni dell'immagine finale, i circoli di confusione. Se invece parliamo di focali equivalenti (termine che odio) allora il discorso cambia, in quel caso ovviamente un 35mm/1,8 avrà un diametro più piccolo di un 50mm/1,8 |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 8:55
@Gian Carlo F Nella descrizione della prova del link che ho postato c'è infatti scritto "a parità di scena inquadrata". |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 9:03
“ A parità di scena inquadrata la fotocamera FF con montato un 50 diaframmato a f 1,8 riceve più luce della fotocamera apsc con montato il 35 (52 mm.) diaframmato a f 1,8 in quanto il diaframma fisicamente è più aperto e perciò la pdc è minore. „ Questa me la scrivo. Ad evitare che qualcuno ci creda veramente spieghiamo come stanno le cose: il valore del diaframma è sempre in relazione al rapporto tra il diametro della lente e la lunghezza focale dell'obiettivo. Quindi un 50mm f/2 vuol dire che il diametro è esattamente di 25mm. Viceversa un 35mm f/2 avrà il diametro uguale a 17.5mm. Riguardo alla quantità di luce che arriva sul sensore per capire il concetto dobbiamo pensare ad una finestra e al muro dietro alla finestra. Se il muro si trova a 2 metri avremmo una certa quantità di luce che diminuirà se il muro si trovasse a 3 metri. Con le ottiche è la stessa cosa. La finestra di luce di un 50mm a parità di diaframma sarà più distante dal sensore rispetto ad un 35mm proprio perché fisicamente il 50mm è più lungo, di conseguenza è normale che a parità di diaframma quello del 50mm sia fisicamente più grande, proprio perché se non lo fosse arriverebbe meno luce sul sensore. |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 9:28
“ Ad evitare che qualcuno ci creda veramente spieghiamo come stanno le cose: il valore del diaframma è sempre in relazione al rapporto tra il diametro della lente e la lunghezza focale dell'obiettivo. Quindi un 50mm f/2 vuol dire che il diametro è esattamente di 25mm. Viceversa un 35mm f/2 avrà il diametro uguale a 17.5mm. Riguardo alla quantità di luce che arriva sul sensore per capire il concetto dobbiamo pensare ad una finestra e al muro dietro alla finestra. Se il muro si trova a 2 metri avremmo una certa quantità di luce che diminuirà se il muro si trovasse a 3 metri. Con le ottiche è la stessa cosa. La finestra di luce di un 50mm a parità di diaframma sarà più distante dal sensore rispetto ad un 35mm proprio perché fisicamente il 50mm è più lungo, di conseguenza è normale che a parità di diaframma quello del 50mm sia fisicamente più grande, proprio perché se non lo fosse arriverebbe meno luce sul sensore „ esatto “ @Gian Carlo F Nella descrizione della prova del link che ho postato c'è infatti scritto "a parità di scena inquadrata". „ sì, ma non mi sembrava chiaro, Phsystem direi che ha chiarito bene il tutto |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 9:30
“ Se il muro si trova a 2 metri avremmo una certa quantità di luce che diminuirà se il muro si trovasse a 3 metri. „ @Phsystem se così fosse anche la pdc a parità di campo inquadrato sarebbe uguale, allora spiegami perchè nelle fotocamere compatte non riesci ad ottenere la pdc che puoi ottenere con una fotocamera apsc o FF? |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 9:37
Lore-71 la pdc è sostanzialmente collegata alla distanza, al diaframma ma anche a quanto vengono ingranditi i così detti circoli di confusione. - più la focale è corta e più alta la pdc (a parità di distanza e diaframma), ma - più ingrandisco e più si riduce la pdc (comincio a vedere i circoli di confusione...) l'insieme delle due cose fa sì che a parità di distanza, di diaframma e di scena inquadrata, con il sensore più piccolo ho più pdc |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 13:44
“ allora spiegami perchè nelle fotocamere compatte non riesci ad ottenere la pdc che puoi ottenere con una fotocamera apsc o FF? „ Se sulla compatta c'è un 6-18mm, come nella maggior parte delle compatte, l'ottica anche se ritagliamo il fotogramma al centro dandoci l'illusione di avere un teleobiettivo resta pur sempre un grandangolo talmente corto che è impossibile avere l'effetto sfocato perché come noto con il grandangolo si mette a fuoco tutto. Detto questo poi ci sarebbe anche da dire che il grandangolo allarga e allunga tutto quello che viene inquadrato mentre un vero teleobiettivo avvicina e comprime l'inquadratura. In sintesi il grandangolo resta tale per sempre. |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 13:55
“ Detto questo poi ci sarebbe anche da dire che il grandangolo allarga e allunga tutto quello che viene inquadrato mentre un vero teleobiettivo avvicina e comprime l'inquadratura. In sintesi il grandangolo resta tale per sempre. „
 Ci risiamo |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 14:18
“ Lore-71 la pdc è sostanzialmente collegata alla distanza, al diaframma ma anche a quanto vengono ingranditi i così detti circoli di confusione. „ Gian Carlo F, ma i circoli di confusione sono diversi x ogni persona perciò sono soggettivi! “ Il circolo di confusione serve proprio per indicare qual è il limite oltre il quale l'occhio umano considera l'immagine sfocata. In particolare, un occhio umano sano può percepire come distinte linee distanti non meno di 0,2 mm tra loro ad una distanza di 25 cm. „ |
| inviato il 06 Maggio 2017 ore 15:43
“ Gian Carlo F, ma i circoli di confusione sono diversi x ogni persona perciò sono soggettivi! „ beh... insomma, si ipotizza di guardare l'immagine ad una certa distanza e di avere una vista accettabile.... Comunque è un discorso molto empirico..... |
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