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un viaggio fotografico in solitaria nell'Australia più lontana dai grandi centri urbani


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avatarsupporter
inviato il 09 Agosto 2016 ore 14:12

POST 30

Giorno 37
9 Agosto - 2016

Ormai che lo scrivo a fare? Sveglia alle prime luci. Faccio una abbondante colazione davanti ad una bella alba. Oggi ho perfino un buon pandispagna alla vaniglia. Un lusso. La mattina, fortunatamente, c'è un bel fresco. Poco prima di Broome cerco più volte la strada per il Broome Bird Observatory. Un luogo che volevo raggiungere perché ha delle camere singole a prezzi bassi e perché è un punto dei più importanti sulla rotta delle migrazioni da Siberia, Alaska via Cina, Giappone, ecc. L'Australia e la Nuova Zelanda sono i punti d'arrivo dello spostamento estivo verso sud. Estivo ovviamente per qui e quindi non è il momento adatto. Ma qualcosa c'è sempre. Seguendo la mappa vedo che ci arrivo da una strada che però all'inizio ha un piccolo cartello che avvisa del bisogno di un permesso. Da buon latino, vado lo stesso. Arrivo alla struttura senza incontrare nessuno e soprattutto su una buona strada molto sabbiosa. Avevo letto che la strada d'accesso, che poi scoprirò partire proprio da Broome, era molto sconnessa e con corrugazioni forti. Io l'ho evitata. Il centro è molto wild, gestito da volontari che si alternano e alcuni sono probabilmente ragazzi in viaggio che si fermano delle settimane se non dei mesi. E' una cosa abbastanza comune qui come negli Stati Uniti e lo fanno anche ragazzi del Nord Europa. Intendo sia i lunghissimi viaggi che le soste per guadagnarsi qualcosa o avere vitto ed alloggio gratuito per un po' di tempo. Gli Italiani non vengono nemmeno sfiorati dall'idea. Hanno un problema con l'acqua, al momento stanno utilizzando delle riserve e mi dicono che non è possibile utilizzare le docce. I bagni invece sono ok. No problem. La stanza singola 45AUD. Mi avevano chiesto ad un Caravan Park di Kununurra la stessa cifra per dormire in auto. Non ha nemmeno finito di dire il prezzo che già ho infilato la carta di credito nella macchinetta per pagare. Un letto. Non ne vedo da un po'. Il resto non conta. Stanza basic, ma ho anche un tavolino ed una sedia. Pure l'aria condizionata ed un ventilatore che stanotte servirà di sicuro. Temperature come ieri, forse un po' meno, ma è l'umidità del mare che peggiora la situazione. Sto davanti ad una splendida costa, ma non c'è da stare tranquilli. Le mangrovie sono zone da salt crocodiles e qualche medusa potrebbe anche esserci. Mi dicono che a Broome ci sono spiagge controllate dove è possibile fare il bagno. Comunque non mi interessa, sono solo curiosità e temperatura che mi ci fanno pensare. In bagno, tanto per controllare se c'è acqua nello sciacquone, alzo il coperchio e disturbo una comunità di belle rane verdi che sembrano molto sorprese. Richiudo per lasciarle in pace. Mi diranno poi che ogni tanto una viene giù quando si tira l'acqua e poi se ne torna indietro. Una specie di acquafan per ranocchie in cerca di divertimenti. Magari lo fanno apposta. Immagino la faccia di chi non se lo aspetta. Per il resto il bagno è assolutamente normale e fruibile. Mi sistemo in camera. Non so che prendere e ci metto un po', sono ormai abituato all'organizzazione per dormire in auto. La cucina è una grande sala comune che funge anche da osservatorio, perché hanno piazzato dei grandi piatti con acqua e quindi ti puoi sedere comodamente e vederti gli uccelli che vengono a bere e lavarsi. Il posto è frequentato anche dai wallabies che in zona sono parecchi. Ne ho visti arrivando ed uno infatti sta ad una decina di metri. Quando il sole va giù un po' inizio le esplorazioni. Vado in auto perché ci si deve spostare sulla strada che corre parallela al mare e fermarsi di tanto in tanto nei punti predisposti. Si può anche accedere alla spiaggia. Molti uccelli, soprattutto gabbiani, ma c'è anche altro. Alla fine catturo tre specie finora non viste. Il posto ha tutto quello che mi piace di più. Wild, poca umanità, animali ed in particolare uccelli. Poi ho anche un letto, non dimenticatelo. Avevo pensato, a casa mentre preparavo il viaggio, di starci anche tre notti, ma non con questa temperatura. Resto in giro fino al tramonto sempre sulla costa. Ad un certo punto ed anche molto velocemente ecco che la marea fa indietreggiare l'acqua di un centinaio di metri lasciando uno splendida zona umida terreno di caccia per gli uccelli. Provo ad entrarci, ma si affonda già al primo metro. Il colpo d'occhio, con la luce del tramonto, è magnifico. Torno in stanza che è quasi buio. Uno dei ragazzi mi dice che posso fare una veloce doccia di due minuti. Che voglio di più?

avatarsenior
inviato il 10 Agosto 2016 ore 17:35

meraviglioso, meglio di un romanzoMrGreen

avatarsupporter
inviato il 11 Agosto 2016 ore 2:40

POST 31

Giorno 38
10 Agosto - 2016

Ho messo la sveglia perché essendo in stanza pensavo di rischiare di dormire fino a ben oltre l'alba. Non è così. Mi sveglio che sta appena iniziando ad arrivare un po' di luce. Perfetto. Giretto di un paio d'ore nelle ore migliori. Gli altri invece dormono ancora tutti anche quando ritorno. Non certo orari da birdwatcher. Faccio un percorso a piedi tra decine di wallabies che scappano e molti uccelli al risveglio e poi mi dirigo verso la zona di marea. Infilo gli stivali e ci entro. Devo stare comunque attento perché si affonda parecchio. Quasi sempre il piede scompare sotto il fango. Lo spettacolo però merita la fatica. Non tanto per gli uccelli, che si mantengono tutti a forte distanza mentre fanno colazione, quanto per i colori dell'alba all'interno di questa zona lucida, osservando la costa da un punto di vista diverso. Ricarico l'auto e vado. Broome. Ancora più perfetta e curata delle altre cittadine. Sembra di passare all'interno del disegno tridimensionale di un architetto. Non c'è un filo d'erba nei prati che sia fuori posto. Il centro è veramente un centro in cui puoi passeggiare e guardare vetrine e negozi. Nelle altre cittadine invece, quelli che potrei definire negozi erano sempre pochi e sparsi. Non aveva senso andare a piedi ed infatti non c'era mai nessuno, ma solo spostarti da uno all'altro a secondo delle esigenze. E' invece molto evidente come Broome sia il centro di riferimento turistico di tutto il nord ovest. Gli aerei, dal vicino aeroporto, partono ed arrivano in continuazione. Ho avuto modo di parlare con una coppia di Melbourne arrivata in aereo e che si accingeva a prendere dei servizi e passare un periodo di ferie. Penso sia ciò che fa la stragrande maggioranza delle persone del sud-est in questo periodo invernale. Senza stress, tutto perfettamente organizzato. Tutti gli altri invece viaggiano con attrezzati e grossi fuoristrada che trainano ogni sorta di contenitore per umani. Ne ho visti di tanti e tali forme, tipi, usi, metodi di chiusura ed apertura, che ci potrei scrivere un libro appositamente dedicato. Io, insieme a pochi altri, sono fuori da queste categorie. Ho visto un paio di viaggiatori in bicicletta sulla Gibb. Altro che il mio wild. Certamente sono però più tranquilli riguardo ai pneumatici.
Vado al centro visitatori. Colpisce immediatamente, nonostante mi trovi in uno dei paesi migliori al mondo per questo aspetto, l'organizzazione che regola il tutto. Ci sono almeno sei persone che gestiscono la costante coda di turisti. Quando tocca a te hai tutto il tempo che ti serve a disposizione ed una persona completamente dedicata. Qualunque attività, a qualunque livello, si svolga nel nord-est e quindi tutto il Kimberley ed il Pilbara, fa capo a questo centro. Hai chi non solo ti informa, ma verifica, controlla, confronta a secondo di ciò che vuoi, consiglia ed infine prenota e riceve il pagamento. Una macchina assolutamente perfetta. Basta farsi guidare e pagare ed al 100% avrai ciò che cerchi, del livello che cerchi e soprattutto senza sorprese. C'è gente in viaggio oltre gli ottanta anni e con anche problemi di deambulazione e sono certo che se vogliono possono fare esperienze più wild delle mie, ovviamente un wild molto tutelato. Una nota a margine. Al lavoro ci sono signore mature e qualcuna ha certamente più di 70 anni. E' una cosa che ho già notato molte altre volte nel mondo anglosassone, quella del lavorare fino a tarda età. Stanno cercando di far arrivare anche noi allo stesso punto. A parte altri discorsi che non faccio qui, la qualità del lavoro è però di un altro pianeta e non penso ci sia affatto lo stesso tipo di logoramento. Stop. Comunque sia, vedo e sapevo delle attività di Whale Watching. Davanti a Broome arrivano fino a quasi 40000 megattere per accoppiarsi e riprodursi. Queste fortunatamente non sono a rischio estinzione. Ho già visto altri tipi di balene in varie parti, ma questa è una delle zone migliori che esistano e non solo per l'Australia. Non ci sarebbe posto e dovrei aspettare un paio di giorni. Dico che non posso e in un accenno di latinità, visto che sono da solo, dall'altro capo del telefono arriva l'ok. Broome Whale Whatching per la Whale watching & sunset cruise (140AUD). Pickup direttamente davanti all'ufficio informazioni, dato che non so dove dormirò stanotte. Ho un'ora e mezza, non molto. Non riesco a vedere Broome e fare acquisti di viveri. Tornerò con il buio ed avrò il problema di dove dormire. Qui c'è troppa gente per dormire dove capita. Per un caravan park spenderei almeno 25AUD. E' abbastanza ovvio che mi conviene riprenotare la stanza economicissima al Bird Observatory. Lo faccio tramite l'ufficio e pago anche. Mi lasceranno stanza aperta e chiavi dentro. La stanza sarà la stessa. La signora dell'ufficio informazioni, nella ricevuta che mi da, dato che non sa il nome della stanza e io non lo ricordo esattamente (sono nomi di uccelli in inglese, ovviamente), scrive testualmente quello che le hanno detto al telefono e cioè “la stessa della notte precedente”. Penso che se non dovesse essere la stessa mi darebbero un rimborso. Qui la perfezione e la precisione sono prassi consolidate. Puntuali mi prelevano. Si va a Cable Beach per l'imbarco. Lunghissima spiaggia accessibile alle auto. C'è chi fa il bagno, ma solo nei primi bassi metri. Saliamo su un tipo di tender mai visto prima che è praticamente un mezzo anfibio con motore e ruote. Non ti bagni nemmeno per sbaglio. Bel catamarano. Numero limitato di persone che è il motivo principale della mia scelta. Si parte e quasi subito inizia lo spettacolo a cui francamente non ero preparato. E' la prima volta che vedo le balene in un luogo di accoppiamento e procreazione. Le evoluzioni di corteggiamento sono frequentissime. Alla fine del pomeriggio ne avrò viste una cinquantina. Altro che jumping crocodiles, questo è jumping whales. Quando sono più vicine a noi, il tonfo di ricaduta in acqua è impressionante. L'emozione che regalano questi giganti con il loro morbido scivolare nell'acqua è assolutamente unica, sempre. Qui è ancora più forte. Spesso si posizionano a pancia in su e sbattono le pinne in una specie di continuo saluto che sembra rivolto a noi. Provo a descrivere, ma francamente non è semplice. Devi viverlo. Verso la fine del giro viene posizionato un microfono in acqua e possiamo sentire i loro canti, ancora non del tutto noti nelle motivazioni. Mentre il solo lentamente tramonta. La costa si tinge di arancione. Tutti guardano e fotografano il sole che scompare nel mare. A me è sempre piaciuto di più, dove possibile, guardare il lato opposto e l'effetto della calda luce sul panorama. Sulla spiaggia ci sono almeno tre lunghe cordate di cammelli. Una delle infinite attività proposte. Penso che fortunatamente c'è molta gente a cui piace fare ciò che non mi attira. In questo modo ne restano meno dove vado io. In tutto ciò, durante tutto il pomeriggio e con regolarità, vieni servito con degli stuzzichini molto appetitosi ed hai a disposizione, senza altri costi, tutti i soft-drink che vuoi. Se devo fare un raffronto con altri prezzi, questo tour è veramente molto economico ed era il più caro di quelli di whale watching. Vengo riportato all'auto rimasta al parcheggio dell'ufficio informazioni. E' rimasto acceso in bella vista il tablet che uso come navigatore attaccato al parabrezza. Più che visibile è un faro nel buio. Ma non c'è alcun problema, proprio nessuno. Torno alla mia stanza. Doccia e crollo. In bagno ho delle difficoltà inattese che mi impegnano per parecchio tempo. Dalle 4 tazze dei wc per uomini devo tirare fuori con lo scopettone almeno 5-6 belle ranocchie. Con alcune non riesco perché resistono saldamente attaccate con le ventose delle zampe alla ceramica. Quando alzi la tavoletta, dall'acqua ti guardano come per dirti: non vedi che è occupato? Alcune poi sono posizionate, quasi invisibili, sotto il bordo. Dopo questo lungo safari inatteso, finalmente convinco quelle di una tazza a lasciarmela per qualche minuto. Mi metto a ridere. Ho condiviso varie volte i bagni con svariati animali, ma mai proprio la tazza. Argomento inusuale per un racconto di viaggio, scusate. Scrivo adesso che è mattina. Oggi dovrei avere ritmi più lenti. Vedremo. Intanto non parto all'alba e questa è una novità.

avatarsupporter
inviato il 11 Agosto 2016 ore 16:09

POST 32

Giorno 39
11 Agosto - 2016

Con molta calma eccomi a Broome. Rifornimenti vari. Grande Woolworth che dovrebbe essere la catena principale in Australia. Bidoncino da 10lt. di acqua a 4-5AUD, mentre se lo compri in centri piccoli può arrivare a 20AUD, ma è quasi ovvio. Dampier Peninsula. Cape Leveque road: 14km. asfaltati, 86 per 4WD e ultimi 115 di nuovo asfaltati. Sulla Lonely non c'è l'informazione così precisa. Secondo me non asfaltano in mezzo per il business dei tour. Cosa c'è? A parte i tour culturali aborigeni delle comunità della penisola, onnipresenti, il richiamo turistico è marino. Dalla Leveque road che si sviluppa all'interno abbastanza distante dal mare, si dipartono strade minori che portano ad ogni sorta di spiaggia. Da quella selvaggia ed isolata fino ai resort superlusso. Mi interessa poco, ma vorrei sapere questa strada sterrata come è realmente combinata. Dopo i primi 14km. asfaltati inizia anche la Manari Road, strada senza sbocco ed anch'essa sterrata e per 4WD, ma almeno corre accanto alla costa. Vediamo questa. Ai primi chilometri di sterrato piuttosto agevoli, anche la sospensione anteriore destra fa sentire di non farcela più. I botti sono molto meno forti di quelli che provengono da sinistra, ma sono ben distinti. Continuo. Anche qui non si viaggia proprio sulla costa, ma ogni tanto ci sono strade di una decina di chilometri che ci arrivano, in corrispondenza di qualche struttura. Ne salto un paio, poi ne prendo una piccola che va verso la Willie Creek Pearls Farm. La zona di Broome è famosa per la coltivazione di perle. Una volta una delle attività era proprio la raccolta di perle selvatiche ed ho letto che venivano molti pescatori asiatici e polinesiani specializzati in questa rischiosa attività. Nelle immersioni in apnea ne sono morti parecchi. Adesso si producono in coltivazioni ed hanno vari livelli di qualità a seconda ovviamente di perfezione e grandezza. I prezzi sono quasi tutti inavvicinabili. Lo dico per cronaca. A me interessa poco. Gli 8 chilometri che faccio per arrivare sono prevalentemente sabbiosi e per la prima volta sono veramente a rischio insabbiamento. Il fondo è comunque abbastanza duro e la strada è praticamente pianeggiante. Ad una leggera salita devo tornare giù per farla a velocità maggiore perché altrimenti non la supero. Un paio di volte mi impianto, ma tornando indietro ne esco. L'essere solo e quindi meno pesante è un grosso vantaggio. Alla fine mi ci sto divertendo. Una seconda deviazione che mi porterebbe proprio sulla costa invece, non riesco a finirla perché si deve superare una grossa duna e non ce la faccio. Peccato. Alla fine arrivo alla Pearls Farm. Un po' di info al negozio. Potrei anche restare perché c'è uno spazio adibito a sosta, ma devi essere autosufficiente anche per il bagno. E' una situazione abbastanza comune in tutta la penisola e spesso ti affittano dei piccoli e portatili wc chimici. Vedo la costa sabbiosa che, come a Broome, si presenta splendidamente dal punto di vista colori e giochi di lingue di sabbia, ma l'acqua, a parte il solito rischio coccodrilli, attira poco per via della sabbia sospesa che la rende non trasparente. In molti arrivano qui con le barche. Probabilmente uscendo un po' o spostandosi sulla costa ci sono i posti con l'acqua cristallina vista nelle pubblicità di Broome. In ogni caso non mi interessa stare qui per una vacanza di mare che farei da altre parti. Ho visto e verificato. Può bastare. Torno indietro. Vado un po' più veloce. La sospensione che si lamenta da poco, continua a lamentarsi. L'altra urla, ma sono ormai abituato. Ogni tanto controllo anche le gomme. Qui il fondo sabbioso non dovrebbe creare problemi, ma non si sa mai. Ad un certo punto mi si accende la spia triangolare di pericolo con il punto esclamativo all'interno e la scritta “Guasto al sistema di controllo chassis”. Porca ×. E mo' che × succede? Attimi di gelo. I pensieri tragici mi assalgono. E adesso? L'auto va lo stesso, quanto meno non si è attivato un qualche × di circuito elettronico che blocca l'auto in attesa di soccorso. Si è acceso pure il simbolo di cosa è guasto. Il sistema antislittamento, sempre quel × di sistema di cui avrei fatto volentieri a meno. Comunque avevo già deciso di tornare. C'è Broome. Non spengo l'auto e non mi fermo nemmeno per un secondo. Al momento il rischio è che non mi faccia ripartire. Devo portarmi immediatamente su strada asfaltata dove poter chiedere eventualmente un intervento. Ci arrivo. L'auto sembra la stessa di prima e quindi continuo fino a Broome. Verifico andando anche parecchio oltre i cento, ma è tutto come prima. Con questo × di segnale acceso però non posso fare finta di niente. Passerei dalla parte del torto per aver continuato senza avvisare nessuno. Internet. C'è la Hertz all'aeroporto, come immaginavo. Devo andarci, non ho alternative. Succeda quel che succeda, ma non ho scelta. L'ufficio è chiuso e mi dicono aprirà alle 6pm. Gli orari sono strani perché relativi ai voli in arrivo. Mancano due ore. Mi sposto. Avevo spento già l'auto un paio di volte, questa volta è stata spenta per una quindicina di minuti mentre giravo per l'aeroporto. Riparto e solo dopo qualche minuto faccio caso al fatto che non c'è più alcun segnale di guasto di nessun genere. Ma ×. Sei guasta o no? Mi metto su strada veloce e faccio vari chilometri anche a forte velocità. Nulla. Tutto regolare. Prendo una sterrata. Vado anche veloce. Nulla di nulla. Tutto regolare. Ari×. Meno male che l'ufficio era chiuso. Il sistema si è in qualche modo resettato ed il problema non viene più fuori. Basta, vado via. Prendo la strada per il sud come già avevo deciso. Great Northern Highway, la stessa che parte da Kununurra e di cui ho fatto buona parte, prima e dopo la Gibb. Mi aspettano 600km. di nulla fino Port Hedland ed il Pilbara. Solo 2 Roadhouse e pochi turisti. Mi sono ripreso dallo stress molto velocemente, ormai sono nell'ottica del vada come deve andare. Certo è che l'auto la sto veramente testando duramente. Rettilinei verso il nulla. Poche auto. Mi risento particolarmente bene. Musica. Acceleratore bloccato sui 110km/h. Tolgo le scarpe ed apro i finestrini per 2 minuti. Le due cose devono essere assolutamente collegate, ve lo garantisco. Un'altra migrazione. Quando è oramai quasi buio, fatti circa 150km da Broome, posso scegliere fra una vicina area di sosta con bagni ed un caravan park sulla spiaggia che è su una deviazione ad una decina di chilometri di sterrato dalla strada principale. Tutta questa lunga zona è famosa solo per la costa selvaggia. Un po' come la Dampier Peninsula di questa mattina. Lo spirito esplorativo mi fa scegliere la spiaggia. Vediamo. La sterrata è comoda. L'auto non mi da alcun segno di avere qualcosa di diverso nè alcun avviso. Apro e richiudo tre cancelli prima di arrivare. Barn Hill Caravan Park (25AUD). Gestori una gentilissima anziana coppia. L'ufficio-reception è il camper dove stanno. Lei mi mostra personalmente la strada che devo fare, nonostante la solita mappa prestampata. Chiedono del mio viaggio ed esaltano il posto invitandomi a fare domattina una passeggiata sulla spiaggia dalla quale si possono vedere le balene. A 5km andata e ritorno c'è poi un'altra spiaggia che dicono splendida. Ora, intanto non conosco il loro metro di valutazione, in più mi interessa poco e non penso di trovare la Polinesia o la Sardegna. Domattina farò certamente un giro (sono arrivato qui apposta) che però, a meno di grosse sorprese, sarà limitato. Faccio una doccia senza avere alcun tetto sulla testa. Proprio su di me una bellissima metà di luna. Penso che fra un po' di ore la vedrete anche in Italia, quando questa grossa palla che facciamo di tutto per non meritarci, avrà ruotato un po'. Il mio pensiero va anche a quei giganti che a non molta distanza si corteggiano e si accoppiano. Loro non sono in grado di distruggere tutto ciò, ma solo di viverlo. Esseri intelligenti. Scrivo e fra un po' dormirò con il frangersi delle onde dell'Oceano Indiano.

user33208
avatar
inviato il 12 Agosto 2016 ore 9:48

bellissimo.......

avatarsupporter
inviato il 15 Agosto 2016 ore 4:55

POST 33

Giorno 40
12 Agosto - 2016

Verso le 3am, tornando dal bagno, assisto casualmente ad uno degli spettacoli della natura che più colpisce l'immaginazione. Un bolide. Cioè un meteorite un po' più grosso del solito, che traccia una lunghissima striscia in cielo che cambia velocemente colore per via delle temperature crescenti a cui arriva dopo il contatto con l'atmosfera. Ho linea. Per inciso, uno dei migliori acquisti è stato lo smartphone della telstra. Consiglio assolutamente a chiunque di fare la stesa cosa qualunque cellulare si abbia. In zone dove non c'è assolutamente segnale, magari solo per 100 metri particolarmente liberi ed un po' rialzati, a distanze di svariate decine di chilometri da un qualunque centro abitato, ecco che ricevete qualcosa ed avete linea. Veramente incredibile. Riprendendo, vado a dare un'occhiata veloce su internet. Ma certo! Le annuali Perseidi. Proprio questa notte c'è il culmine e quest'anno passiamo dentro una zona più ricca di detriti e quindi sono più intense e numerose. Resto un po' ad osservare il cielo e di volgarmente dette stelle cadenti ne conto altre tre più piccole in 5 minuti. Poi ricrollo. Ho letto che proprio l'ovest dell'Australia, dove sono, è in generale uno dei punti migliori al mondo per l'osservazione del cielo. L'inquinamento luminoso è praticamente assente ed infatti le stelle sono nettamente distinguibili anche sull'orizzonte. Da noi è praticamente impossibile ovunque. Altri luoghi ideali sono Canada e Cile che è stata meta del primo “Viaggio in solitaria”. Posso confermare ed aggiungere che in Cile era ancora più incredibile. Qui si vede una luminosissima via lattea che fa un arco completo da un lato all'altro dell'orizzonte. In Cile, invece, era spessissimo tanto nitida da poter distinguere, ben definite, anche molte dei miliardi di stelle che la compongono. Mi rimetto a dormire con l'amaro in bocca per non poter più fare foto notturne. Il fu 24-70 f2.8 era l'unico obiettivo adatto che avevo. Faccio un giro alle prime luci sulla spiaggia e non sono il solo. In parecchi si incamminano sulla sabbia, probabilmente verso l'altra spiaggia che ieri sera mi hanno invitato a visitare. Per arrivare sulla riva si scende un basso costone roccioso. Il posto è nettamente più bello delle spiagge viste a Broome, ma vale sempre la considerazione fatta ieri sulla vacanza di mare qui. Faccio delle foto. Anche qualche sparuto interessante pennuto. Vado via. Dopo 450 splendidi chilometri di nulla, che non descrivo per non ripetermi, arrivo a Port Hedland. Sono nel Pilbara. Una regione di miniere. E' evidentissimo che tutto ruota quasi esclusivamente su queste. Le jeep con sigle delle miniere ed i road train si incontrano a centinaia. C'è però anche molto turismo perché c'è parecchio da vedere. Al centro informazioni, come sempre efficientissimo, mi dicono che al Karijini National Park nelle pozze e nelle gole c'è acqua ed avvisano che è gelida. Dato che ho già visto tante pozze e gole, mi guardo anche delle foto per decidere se andare. Le foto mi convincono e poi mi va di vedere l'interno. Prima di andar via, passando accanto ad una grande salina molto visibile per via di una enorme montagna scintillante di sale, vedo una sterrata che la mappa mi indica condurre al mare. Scopro così, casualmente, una splendida zona umida di mangrovie ottima per la caccia fotografica. C'è anche una solitaria cicogna Jabiru, l'unica australiana, che è molto comune al Kakadu ma di cui, per vari motivi, non sono riuscito ad avere foto decenti. Anche qui la distanza e la luce mi impediscono grandi foto, ma almeno ne ho qualcuna presentabile. Venendo a sud avevo perso le speranze di avere altre occasioni e questo felice e casuale incontro mi mette decisamente di buon umore. Altri 350 chilometri, non proprio splendidi, di guida verso est, verso l'interno. Non splendidi perché lungo tutto il percorso c'è un rosario di road train che occorre sgranare uno ad uno. I sorpassi sono ostacolati, oltre che dagli oltre 50m. di lunghezza dei mezzi, anche dall'analoga situazione sulla corsia opposta. Vorrei fermarmi un paio di volte, ma alla fine decido che è meglio arrivare al parco in modo da poter iniziare la visita domani all'alba. Arrivo che è buio da un po'. Punto fees in cui non c'è nessuno nemmeno di giorno. Compilo il modulo. Stacco il talloncino da mettere in auto. Inserisco e sigillo nella piccola sacca dello stesso modulo i 12AUD dell'ingresso. Infilo il tutto in un piccolo contenitore metallico. Prendo da un altro contenitore lo stampato con tutte le informazioni sul parco. Mi dirigo verso il campsite interno. 10km prima, al bivio per arrivarci, un cartello avvisa che è pieno e che si può utilizzare un'area a 300mt. che è provvista di toilette. Mi sistemo. E dopo i circa 800km. di oggi, che faccio? Crollo. Solo una piccola nota. Mi rendo conto di aver parlato di bagni, ma non ho mai spiegato esattamente. Inserirò una foto esplicativa di quello di questa sera che è il tipo più basic, quello nei posti più preservati ecologicamente e/o sperduti. Tazza in acciaio, niente acqua, un secchio con un liquido ecologicamente disinfettante, uno spazzolone immerso nel secchio da usare per pulire l'interno della tazza se necessario, carta igienica. Buonanotte.

Giorno 41
13 Agosto - 2016

Karijini National Park
Accanto a dove ho dormito c'è la Dales Gorge, ma decido di andare subito nella parte dove sono concentrate molte gole. 17km con cartello “only 4WD” piuttosto seri solo in un paio di chilometri. Altri 6km senza limitazioni di veicolo sono invece più difficili con molti punti con rocce sporgenti sulla strada. Kalamina Gorge. Una ripida discesa, con scalinata naturale, porta ad una bella piscina che riceve acqua da una cascatella incassata tra le rocce. Scenograficamente splendida. Purtroppo su questo tipo di foto, il defunto 24-70 era fondamentale. Sto facendo l'impossibile ed ottenendo probabilmente foto pessime, ma con solo un 16mm non nitidissimo che doveva essere usato in pochissime occasioni e l'ottimo 70-200 f4 che però ha bisogno di molta distanza, è veramente un'impresa. Parte un sentiero per l'interno della gola, ma la parte migliore dovrebbe essere proprio questa in cui mi trovo. Ritorno su soddisfatto. Il parco sembra essere interessante. Altri 17km sterrati, di cui solo i 6 di prima sono per tutti i veicoli e sono i peggiori. Bivio per Joffre e Knox Gorge. Arrivo prima alla più lontana, la Knox. 6km per tutti ed anche questi sono pessimi. Mi sono dato la seguente spiegazione. Le sterrate che vanno alle gole, comunque non le segnalano per 4WD perché vogliono che la gente possa accedere comunque. Quella che invece è data per sole 4WD è invece superflua, nel senso che si può evitare di percorrerla se si utilizzano entrambi gli ingressi al parco. Io l'ho fatta proprio per non dover uscire e poi rientrare 40km più avanti. Ancora una volta si conferma che comunque è sempre meglio verificare direttamente. Le gomme non fanno una piega e mostrano di essere molto resistenti e robuste. Non vorrei che fossero le ultime parole famose, ma quelli comprati da me non hanno mai subito forature e tre si sono fatti quasi tutto il viaggio, massacrante Gibb compresa. Penso di essere stato sfortunato e di aver ricevuto l'auto con dei pessimi e già molto sfruttati pneumatici.
Dal lookout la Knox Gorge è bellissima. Una spaccatura nel terreno che fa un'ansa proprio sotto il belvedere. L'acqua forma una sequenza di piccole pozze. C'è un sentiero che scende all'interno e poi si sviluppa lungo il fiume. Tutti i trekking sono classificati class 4 o 5 in una scala dove 5 è il massimo. Per ora mi astengo. Vanno verso il fondo anche due amici con grossa camera d'aria al seguito. Torno indietro alle Joffre. Altro lookout. La gola sotto di me è una delle più spettacolari che abbia mai visto. In un anfiteatro con le pareti alte un centinaio di metri dall'alto precipita una cascata d'acqua che, per via della conformazione a strati delle rocce, forma delle inaccessibili piscinette a diverse altezze. Arrivando in fondo, alimenta una piscina naturale e poi continua a scorrere all'interno della gola. Dall'alto l'acqua appare cristallina ed allettante. Anche qui c'è un percorso che scende. Class 5. Ci sono persone sul percorso e si vede benissimo cosa stanno facendo per scendere o risalire. Alcuni punti sono di arrampicata. Devi usare entrambe le mani per aiutarti. Con l'attrezzatura sarebbe anche pericoloso. Sono comunque impegnate nell'impresa anche famigliole con bimbi di 6-7 anni e non c'è alcuna esitazione o paura. Questi sono gli australiani. L'altra nazionalità fortemente presente anche qui e che dovunque, in giro per il mondo, mostra sempre sprezzo di qualunque fatica o pericolo è la francese. Resto parecchio ad ammirare uno dei più bei luoghi di questo viaggio, quando, nelle rocce a strapiombo accanto a me, fa la sua comparsa un grosso lucertolone, un goanna. Sarà lungo all'incirca un metro di cui una buona metà è la coda. Splendido soggetto fotografico. Altri 15km, aperti a tutti, di sterrato abbastanza serio. Bah! Weano Gorge. Altra ripida discesa a gradoni verso un'altra splendida piscina. Acqua trasparente e che scorre. Accessibile facilmente. Sono all'interno della gola e l'acqua arriva dalla parte più ampia e, dopo dei piccoli splendidi salti tra le piatte rocce, forma la piscina e continua poi a scorrere verso la parte più stretta della gola. Via tutto. E' ora di rinfrescarsi. Ci sono avvisi dovunque del rischio ipotermia per via dell'acqua gelida, ma in questa piscina non lo è. Riesco a star dentro a nuotare per vari minuti. Sublime. Così rinfrescato e pulito decido che è il momento di fare un percorso. Livello 4 con tratti a 5, solo 300mt, partendo da dove sono dirigendosi verso la parte più stretta della gola, seguendo la direzione di scorrimento dell'acqua. Grande scelta. La bellezza del percorso è difficilmente descrivibile. Ci si incunea insieme all'acqua in delle vere e proprie crepe che sfociano in piccole pozze fino all'ultimo tratto accessibile che termina con una cascatella che devi discendere aiutandoti con un corrimano fissato nella roccia. La cascatella si tuffa nella Handrail pool.
Il percorso non è facile anche se breve. Ci sono passaggi in cui stare molto attenti perché è facile scivolare e gli appoggi a volte sono piccoli, ma con un buon paio di scarpe da trekking, che ho fatto benissimo a portare dall'Italia, si fa in discreta sicurezza. Alla piscina finale, altro bagno. Impossibile resistere, anche però al freddo dell'acqua che consente di stare solo una trentina di secondi a mollo. Sei praticamente all'interno di un foro circolare nel terreno del diametro all'incirca di una ventina di metri. L'acqua entra dalla cascatella ed esce continuando a scorrere da un'altra spaccatura di un paio di metri. Il Karijini NP è velocemente salito nella classifica dei luoghi più belli di questo viaggio. E pensare che ho avuto dei dubbi a venire per via delle tante gole già viste. Torno indietro. Doppiamente rinfrescato e pulito. La risalita è faticosa. Classe 4. Mi rimetto in moto. Da dove sono, altri 15km di sterrato all'indietro e poi ho altri 27km asfaltati per l'uscita ovest dal parco. Ieri sera ero entrato alla est. Non ho visto solo una gola, la Dales Gorge, vicino a dove ho dormito. Sono più che soddisfatto di quello che ho visto e penso anche di andar via. L'orario e la tanta strada per ritornare sulla costa mi fanno però considerare il restare anche stanotte e partire domani. Fortunatamente scelgo proprio di fare così. A questo punto devo tornare all'ingresso est ed ho ancora il tempo per l'ultima gola. 50km per arrivare dove dormirò ancora una notte ed altri 10 per la Dales. Per essere un giorno in cui praticamente non mi sono spostato i chilometri sono stati comunque parecchi e gli ultimi 10 devo poi rifarli ancora all'indietro. Non mi metto nemmeno le scarpe da trekking perché l'intenzione è quella di dare solo un'occhiata dall'alto. Appena mi affaccio al lookout, immediato dietrofront e metto le calzature adatte. Un'altra cascata e piscina naturale ancora più bella delle precedenti. La discesa è facile, ma la salita sarà più faticosa delle altre anche se è tutta su una scala di ferro con comodi bassi gradini. Sono però i gradini ad essere varie centinaia. La Dales Gorge è la più profonda di quelle che ho visitato. Forse solo la Knox, in cui non sono sceso, è più profonda. Altro ampio anfiteatro con piscina alimentata da una larga cascata d'acqua che scorre veloce su rocce a gradoni e quindi fa una serie continue cascatelle. Più o meno la descrizione sembra sempre la stessa, ma ognuna è diversa dalle altre. Le parole o le foto possono poco. Altro bagno e doccia proprio sotto le cascatelle con l'acqua che massaggia la schiena. Dalla sommità una serie di bianchi tronchi di eucalipto contrasta coreograficamente con il blu del cielo ed il rosso della roccia. Ci sono delle nuvole che aggiungono profondità alla scena. Dagli alberi più vicini arrivano gli strilli di una piccola colonia di Flying Fox che tra un po' inizierà la consueta caccia notturna. Il Karijini si è guadagnato il primo posto nella lista dei luoghi più belli di questo viaggio ed uno nella lista di quelli più belli mai visti. Da questa piscina, inoltrandomi nella gola per altri 3-400m, arrivo alla Fern Pool. Il luogo è importante spiritualmente per la comunità aborigena della zona ed anche questo regala un bel colpo d'occhio. Se fosse l'unica solitaria piscina naturale userei altri aggettivi, ma qui non regge il confronto. Inoltre c'è un gruppo di giovincelle in costume che schiamazza parecchio. Vado via quasi subito. Si conclude una delle giornate più intense. Mi risistemo per la notte. Nuovamente niente linea come ieri. Girando per il parco ho avuto linea in un brevissimo tratto stamattina, ma non ho aggiornato. Vedremo domani.

Giorno 42
14 Agosto - 2016

Prima di dirigermi nuovamente sulla costa, c'è ancora una gola del parco da visitare. E' isolata rispetto alle altre e l'ingresso si trova su una strada sterrata a 100km circa. Più della metà è sterrato che in questo caso è migliore della provinciale sotto casa. Arrivo presto e non c'è nessuno. Hamersley Gorge. Ho deciso di vedere anche questa gola con relativa piscina perchè ieri ho costatato di quale bellezza sono i siti del Karijini. Vale la pena vederli tutti. Ed ho avuto ragione. Altra situazione sempre di cascata su rocce a formare fantastiche pozze e piscina finale splendida. Geologicamente invece le rocce sono diverse da quelle di tutte le altre gole. Qui ci sono dei magnifici corrugamenti accentuati visivamente dalle stratificazioni di diverso colore e composizione. Altro bagno veloce imperdibile anche se l'acqua è molto fredda. Appena in tempo prima dell'arrivo di altra gente. Quando risalgo la ripida e sconnessa salita che riporta al parcheggio, trovo almeno una quindicina di auto con la gente che si prepara a scendere alla piscina. Alcuni hanno grosse camere d'aria ed un padre sta gonfiando un canottino per i suoi vispi pargoletti. Scappo e considero quale enorme vantaggio ci sia nel muoversi appena fa luce. Vado a riprendere l'arteria principale che adesso, più a sud, cambia nome in North West Coastal. Per arrivarci, a parte la deviazione per Tom Price per fare rifornimento, faccio la Nanutarra Wittenum road, in parte ottimamente sterrata. Lungo il percorso delle rade ma frequenti macchie gialle e viola di fiori. Qui, ma soprattutto più a sud, a settembre ha inizio una spettacolare fioritura che attira molto turismo. Inizia la primavera. Questi fiori che vedo mi fanno sperare di poter riuscire a vedere qualcosa prima della partenza. Mi dirigo a sud e prendo la Burkett road per la prossima meta che non posso però raggiungere. Sosta alla Giralia Station (15AUD) dopo 450 chilometri da Tom Price. Per quanto piacevolmente isolata e poco affollata, non ha niente di interessante da citare. Anche qui non ho linea e non riesco ancora ad aggiornare. Il potente telefono telstra ha comunque intercettato un filo di linea alle docce, permettendomi almeno di comunicare la posizione. Domani, appena potrò collegarmi, invierò gli aggiornamenti.

avatarsupporter
inviato il 15 Agosto 2016 ore 5:19

www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1955896

avatarjunior
inviato il 16 Agosto 2016 ore 12:39

Sto seguendo...Vai Gianluca!

avatarsupporter
inviato il 18 Agosto 2016 ore 2:45

POST 34

Giorno 43
15 Agosto - 2016

Cerco di andarmene velocemente, il posto è il primo che fa veramente schifo. L'impressione di ieri all'arrivo era esatta. Scomodo. Molta terra rossa e niente verde così che ti sporchi comunque appena ti muovi. Bagni lasciati senza dare una pulita e sono sporchi e per qui è veramente una cosa stranissima. Solo due wc e tre docce per tutto il caravan park e tutte le stanze. In pratica le stanze sono ricavate da container, come anche il blocco bagni-docce, disposti a quadrato in modo da formare una specie di piccola piazzetta all'interno. Un lato del quadrato è proprio il blocco docce-bagni. Fortunatamente non ho preso la stanza (60AUD) perché la situazione è indecente. Organizzato da chi non ha idea di cosa sia l'esigenza dell'utente ed anche questo è unico più che inusuale. Per andare al bagno, da dove mi hanno sistemato, rischio sempre di mettere un piede su qualche cacca di cavallo che non pensano proprio a togliere. Per completare il quadro, mentre sto in bagno, tre su tre che lo utilizzano se ne vanno senza lavarsi le mani. Vuol dire che non stringerò la mano a nessuno. Verso le 4 di notte poi, parte un generatore posizionato vicino alle stanze che non mi avrebbe fatto dormire. Fortunatamente sono lontano. Molti occupanti delle stanze scopro la mattina che sono operari probabilmente delle vicine miniere, ma questo non giustifica affatto l'incompetenza del proprietario. Scappo via. Mi immetto nella strada che mi fa risalire la penisola della Coral Coast per arrivare ad Exmouth, porta d'ingresso del Ningaloo Marine Park. Perché sono qui? Lo squalo balena. Questo è uno dei pochissimi posti al mondo dove questi pacifici giganti arrivano puntualissimi a marzo per cibarsi subito dopo che gli ermafroditi coralli iniziano la loro riproduzione emettendo simultaneamente uova e sperma. Da Marzo a Luglio l'avvistamento e lo snorkeling accanto a questi pesci, di anche 18 metri, sono garantiti. E questo è un primo problema. Siamo a metà Agosto. Ce ne sarà ancora qualcuno? Al centro visitatori di Exmouth mi dicono che è possibile, ma non garantito. Uno dei tour, ormai per domani, è pieno. Un altro, più caro, è available. Ok. Ningaloo Discovery Whale Shark Tours a 280AUD con però 90 extra se si vuole fare snorkeling accanto agli squali, ovviamente se si trovano. Coral Coast, quindi reef. La famosa barriera corallina Australiana della costa est, nel Queensland, con la sua fama di unico essere vivente visibile dallo spazio, oscura totalmente la presenza di quest'altra barriera corallina ad ovest. Più piccola, ma non meno interessante. Rispetto alla sorella maggiore è enormemente più vicina alla costa. Anche solo 100 metri. Tutta la costa ovest della penisola in cui mi trovo e parte di quella a sud, ospita continui reef in cui fare snorkeling, immersioni o semplicemente nuotare. Parto in esplorazione. Mentre sto per lasciare la zona di copertura telefonica, mi arriva una mail da quelli del Tours che mi invita ad andare al loro ufficio perché ci sono dei cambiamenti. Mi dicono che domani non è possibile andare perché hanno solo 4-5 prenotazioni che non coprono il costo dell'elicottero che avvista e comunica dove andare. Se ne parla dopodomani. Potrei avere un rimborso completo, ma sono qui proprio per questo. Accetto il cambio. Vuol dire che farò un giorno di mare, forse tranquillo. Reef. Sulla costa ovest, all'ingresso del parco, c'è il solito punto fees, stavolta con addetto. Ningaloo Marine Park 12AUD al giorno. Al momento non ho proprio idea di dove dormirò. Pensavo all'interno del parco, perché ci sono varie aree camping (10AUD), ma un grosso cartello, esposto ovunque, informa che è tutto esaurito. I tre caravan park privati esterni al parco mi hanno chiesto da 39AUD in su. Francamente non voglio spenderli. Vedremo. Turquoise Bay è la più citata e di semplice accesso in qualunque ora del giorno. Ci sono due problemi di cui tener conto. La marea, che in molti siti lascia troppa poca acqua e rende impossibile e vietato l'accesso, e le forti correnti. Appena inizio la mia piccola fetta di mare di quest'anno, tutti gli avvisi sono confermati. La baia Turquoise non ha problemi, ma ci sono serie correnti appena entri in acqua. I colori e l'acqua sono assolutamente fantastici, al livello della migliore Sardegna. Sabbia bianchissima. Ad un centinaio di metri l'oceano si infrange rumorosamente sulla barriera, ma all'interno l'acqua è calmissima. Indossata la maschera, appena guardi sotto inizia lo spettacolo. C'è tutto il cast al completo dei pesci di barriera. Il fondale, abbastanza limpido, è sabbioso con sparse formazioni coralline in cui si raggruppano i coloratissimi pesci. Occorre farsi 2-300 metri a piedi sulla riva, verso sinistra guardando l'acqua, entrare e fare snorkeling mentre la corrente ti trascina fino al punto di partenza. E così via. Lo faccio per due volte. Molto comodo. A volte, per restare fermo un po', devo nuotare controcorrente. In ogni caso, per almeno trenta metri da riva, puoi sempre appoggiare i piedi sulla sabbia e riposarti. L'altezza sarà di un metro e mezzo. Sullo spettacolo il commento può essere vario a secondo di quanti reef si sono visti. Io ne ho visti parecchi un po' ovunque ed affermo sempre che a livello di corallo, colori, barriera e pesci di media grandezza, il sud del Mar Rosso è imbattibile. Qui il livello è decisamente alto, ma non sarei venuto solo per fare mare corallino. Non essendo un tipo da spiaggia, nel senso che non mi piace stare disteso a prendere il sole, ma solo stare dentro l'acqua, appena finisco l'esplorazione vado via. Continuo a discendere la costa fino al Yardie Creek. Oltre è impossibile andare, a volte anche per i 4WD, perché c'è da attraversare il Yardie ed è un guado di sabbia e acqua per me impossibile. C'è una gola ed il Yardie Creek ha sempre acqua tutto l'anno. Facciamoci pure questa gola con trekking class 4. Sono ricompensato per la fatica dall'incontro, ben documentato fotograficamente, con un segnalato splendido rapace che predilige questo luogo. La gola è bella e si vede dall'alto, ma se avete fatto quelle al Karijini potete anche lasciar perdere. Ritorno e manca ancora un po' al tramonto. Vorrei provare a stare all'interno del parco, ovunque, magari con un bagno vicino. Accanto ai campsite è impossibile perché in ognuno c'è un volontario, che poi è uno che si sta facendo una vacanza dato che tutti hanno jeep e roulotte, che controlla ed è responsabile. Dall'organizzazione che vedo mi sa che controllano meticolosamente che nessuno resti a dormire al di fuori dei campsite. Devo comunque aspettare che faccia buio per provare. Prendo sedia e computer e mi piazzo solitario su una alta duna davanti alla spiaggia a scrivere davanti al tramonto. Bellissimo. C'è vento. Non c'è nessuno. Con il sole ormai molto basso, ma coperto da nuvole, devo tornare all'auto perché inizia a far freddo. Le temperature adesso la notte scendono abbastanza e c'è freddino. Mi andrebbe anche di rimanere dove sono, al parcheggio dello Yardie Creek, perché ci sono bagni ottimi, ma dal campsite accanto il volontario addetto viene a dirmi di sloggiare e si segna addirittura il numero di targa. Niente da fare, devo uscire dal Parco, ma non voglio proprio dare 40AUD per stare in auto. Torno indietro che è già buio. Ed inizia il secondo spettacolo di oggi. Sulla strada devo procedere a non più di 50km/h. Incontro un echidna che mi è impossibile fotografare essendo già buio e vari conigli o simili, ma la cosa più stupefacente sono i wallabies. Ne vedrò almeno un paio di centinaia tanto che ho il tempo di sistemare la gopro e riprenderne qualcuno quando sta proprio a un metro dall'auto. Ai lati della strada si incontrano ogni 50 metri gruppi anche di dieci esemplari che tranquillamente mangiano ed a volte attraversano. Uno spettacolo unico che non so quanti di coloro che vengono qui possono raccontare, dato che per strada non c'è anima viva per tutti gli oltre 50km che percorro. Varie volte penso di fermarmi per la notte in un angolo, e chi se ne frega del bagno e del fatto che ho addosso il sale della nuotata e il sudore del trekking, ma il fatto che il tizio abbia preso la mia targa mi fa desistere. Non vorrei dover pagare una salata multa. Esco dal parco. Arrivo alla vicina Tantabiddi Boat Ramp che è il punto da cui partono i tour e che avevo visto di pomeriggio. C'è un enorme parcheggio. Bagni addirittura con scarico ad acqua. Un paio di altre auto che mi sembra si accingano a passare la notte e soprattutto non mi sembra ci siano controlli. Mi piazzo come se l'auto fosse lasciata al parcheggio e, senza accendere luci all'interno per non attirare attenzione, mi sistemo per la notte. Sono fuori dal parco. Se mi vengono a dire qualcosa sono sempre in un parcheggio pubblico ed ho solo l'auto senza tenda e senza camper o roulotte. Dopo un po' vanno via anche le altre auto. Sono solo. Esco dall'auto. La luna mi consente di muovermi senza torcia. Ho bagni assolutamente migliori rispetto a quelli dei campsite. Pagherei per stare così, piuttosto che pagare per i campsite. Se nessuno rompe, domani tornerò qui e forse dopodomani dopo il tour. Si alza il vento e contemporaneamente il rumore dell'oceano contro la barriera. Devo tirar fuori la roba più pesante che è un mesetto che non uso. Un anonimo, per qui, ferragosto si conclude così.

Giorno 44
16 Agosto - 2016

Notte indenne. Nessuno è venuto a controllare. Al mattino, quando ancora deve accendersi la prima lieve luce dell'aurora, iniziano ad arrivare privati con imbarcazioni al traino per calarle in acqua. Anche qualche diving per preparare l'uscita. Non penso di fare immersioni, ma comunque deciderò dopo il tour in base anche a quello che vedrò. Faccio un giretto ma c'è poco da fotografare ed inoltre la marea più alta ha dato all'acqua delle sembianze di normale costa non corallina. Mi attende una noiosa giornata di mare. Ed in effetti c'è poco da raccontare. C'è un centro per tartarughe, dato che sulle sabbie del parco vengono a deporre le uova ed i volontari le controllano e proteggono, ma non è periodo e ci sono solo dei pannelli esplicativi. Apprendo della presenza anche di Caretta Caretta con cui ho più volte nuotato in Grecia, presenti nel Mediterraneo ed anche da noi in Italia. Informano che è in atto anche un attivo controllo della proliferazioni di volpi, con l'utilizzo di trappole, che si sono moltiplicate a dismisura e predano le uova di tartaruga. Mare. La Turquoise Bay è chiusa alla balneazione perché un piccolo di balena si trova all'interno e non vogliono che sia disturbato. Qui pare che sia normale amministrazione. Di baie ce ne sono molte altre. Accanto all'altro centro visitatori, Milyering all'interno del parco, c'è la Lakeside anch'essa una sanctuary zone dove è vietato tutto tranne balneazione e snorkeling. E' fiorente anche l'attività turistica della pesca, anche d'altura. Ho visto foto di pesca ai Marlin che avrebbero emozionato anche Hemingway. Tornando al mio pacifico snorkeling, al Lakeside trovo la stessa tipologia di situazione di ieri con corrente e zona corallina. La Turquoise aveva una spiaggia decisamente più bella e sabbia immacolata. Ci sto solo un paio d'ore e vado via. Mi metto a lavorare un po' su qualche video fatto ieri. Faccio una irrinunciabile doccia ad uno dei caravan park (5AUD). Tramonto. Aspetto che faccia buio per rifare in parte la strada di ieri sera ed i wallabies sono sempre numerosissimi. Veramente incredibile, non mi stancherei mai. Mi risistemo per la notte all'incirca nello stesso punto di ieri. La luna tra pochi giorni sarà piena e già domina il cielo, oscurando la volta stellata. Pare proprio che a Tantabiddi non ci siano controlli per non far restare a dormire la notte.

Giorno 45
17 Agosto - 2016

Solito arrivo all'aurora di chi vuole calare la barca in acqua. Ci sono molte nuvole, ma non il vento di ieri. Sarà un problema? No, quello che sembra proprio un fronte nuvoloso si sposta a nord ed il cielo si libera completamente. Rimessomi in sesto e rifocillato, aspetto alla pensilina informativa. Sono l'ultimo gruppo ad arrivare. Mi sembrano un po' meno professionali, ma sono veramente differenze quasi impercettibili. Probabilmente è colpa dei miei pessimi presentimenti sull'aver buttato via soldi e tempo. Comunque si parte. Spiegano tutto nel dettaglio. Il catamarano è ottimo e praticamente identico a quello del giro di Broome. Ci fermiamo a non più di 200 metri dall'imbarco per un primo snorkeling in un punto con un bel fondale corallino. Acqua abbastanza limpida. Saranno 4-5 metri di profondità. Ho preferito mettere una muta, ma non ci sarebbe bisogno. Corrente, ma stavolta ho le pinne che mi hanno dato e non ho problemi. Sulla barriera vale tutto ciò che ho già scritto. Dopo una quarantina di minuti che passano in fretta, risaliamo. Il mio umore non è al massimo. Ho chiesto degli ultimi avvistamenti di squali balena e mi dicono che la settimana scorsa ne hanno visti due entrambi nello stesso giorno. Probabilità settimanale del 15%. Non ho di che stare allegro. Usciamo in mare aperto alla ricerca delle balene. Vari avvistamenti, ma più che altro da qui transitano e quindi non mi aspetto affatto lo spettacolo di Broome. Tutti gli altri sono eccitatissimi al più piccolo spruzzo d'aria e d'acqua o all'apparire delle groppe. Io non faccio nemmeno una foto. Mi rianimo un po' quando qualcuna inizia a fare evoluzioni e salti anche molto vicino alla barca. Inizio a scattare. Almeno questo spettacolo c'è. Intanto raccolgono le firme di chi vuole scendere in acqua, se possibile, con balene e fantomatici squali balena. Firmo, ovviamente. Inizia una dettagliata descrizione delle condizioni di sicurezza da rispettare per poter scendere in acqua accanto alla balene. Già dei whale shark non parlano più. Devono trovarne, e ci pensa l'aereo, una o più che non fanno evoluzioni e che per qualche minuto rallentano o sostano nello stesso punto. Inizia una lunga navigazione, almeno un'ora e mezza senza sosta. Guardare il mare è affascinante. Ci sono delle lunghe e larghe onde di 3-4 metri di altezza che non danno l'impressione di mare mosso perché, proprio per via della larghezza, portano su e giù senza alcun salto repentino. Quando procediamo nella stessa direzione, anche se la nostra velocità è alta, ci superano e passandoci sotto ci permettono uno sguardo dall'alto sull'orizzonte. In direzione opposta invece, quando si avvicinano, incutono timore e rispetto perché dalla cavità tra l'una e l'altra la visuale è completamente azzerata. Non puoi fare a meno di fissare tutto ciò, è vivo ed ipnotizzante. Solo l'osservazione delle fiamme, altra cosa viva e cangiante, ha lo stesso grado di attrazione. Acqua e fuoco, strano. Ci hanno divisi in gruppi rigorosamente di 5. Al massimo contemporaneamente in acqua con le balene si può stare in sei e c'è sempre una guida. Dettano delle ferree regole di comportamento in acqua, come è giusto che sia. Finalmente, dopo parecchi approcci negativi, sembra che ci siamo. Il primo gruppo, io sono nel secondo, è già velocemente pronto quando una delle due balene a cui ci avviciniamo inizia a saltare. Niente da fare. I sei risalgono dalle piccole piattaforme di entrata in acqua. Ricomincia la caccia. Ancora mezzora ed ecco un'altra opportunità. Stavolta non succede nulla ed il primo gruppo va. Immediatamente mi devo preparare, i tempi sono strettissimi. I primi tornano, solo 3 minuti in acqua, risalgono ed i due giganti sono ancora vicini. Parto. Il blu. Ovviamente siamo in mare aperto e sotto c'è solo il blu. Se non sei abituato può spaventare. Si sono appena immerse. Guardo giù in varie direzioni per cercare di cogliere qualcosa. La luce del sole che filtra si riflette in basso su qualcosa. Pian piano, come un miraggio, delle sagome indistinte iniziano a prendere forma. Sono loro. Già una decina di metri sotto si iniziano a distinguere bene. Stanno risalendo. Ho i brividi alla schiena e non è l'acqua fredda. Mentre risalgono sembra che giochino tra loro. All'improvviso penso che una stia per fare un salto perché la vedo venire su un po' troppo velocemente. Fortunatamente non è così, siamo vicinissimi. Arrivano in superficie. Respirano e si reimmergono. Non so quanto tempo è passato, ma ci urlano di tornare alla barca, tocca al gruppo 3. Risalgo come imbambolato. Quasi non mi accorgo che il gruppo 3 non ce la fa a scendere perché i due hanno ripreso a muoversi e si allontanano velocemente. Tra quelli dei due gruppi fortunati è un continuo guardarsi assolutamente increduli esternando in vario modo le sensazioni che si continuano a provare. Non so se il tutto è durato uno o due minuti, ma sono due minuti che non dimenticherò mai. Sono al limite della commozione. Credo di aver anche sentito dei deboli canti, ma potrebbe essere l'immaginazione. La sera, poco fa, ho la conferma dalla registrazione della gopro che qualcosa si è sentito davvero. Anche senza vedere la principale ragione del mio essere su questa barca, quei due minuti, da soli, varrebbero un biglietto aereo per venire qui. Due minuti e riparti per tornare a casa. Non so quanti posti al mondo consentono di stare in acqua con le balene, ma sono pochissimi. A me non è mai capitato in tutti i miei viaggi. Dimenticavo di dire che non è possibile l'immersione, nemmeno con lo squalo balena. Fosse per me, potrebbero riaccompagnarmi a riva e sarei soddisfatto. Quelli, molti, che non sono riusciti ad entrare in acqua, sono visibilmente delusi. Fortunatamente mi sono iscritto tra i primi. Sono così preso dai miei pensieri che non mi accorgo, per almeno un minuto, che sul retro dell'imbarcazione si sono radunate un po' di persone. C'è un altro briefing. Penso per gli altri gruppi. Capto però Shark Whale. Possibile? Chiedo immediatamente. L'aereo ne ha avvistato uno vicino alla parete esterna del reef e stiamo già velocemente spostandoci sul posto. Non ci posso credere. Questo è culo, non so come altro dirlo. Le indicazioni per l'approccio in acqua sono completamente diverse ed adesso si va in una decina per volta e si può restare molto più a lungo. Due gruppi. Nel primo hanno messo quelli che non sono riusciti con le balene. I lucky che sento si sprecano. Ma questo è proprio culo, cari inglesi. A big big ass, ma non lo dico, chissà che capirebbero. Il primo gruppo parte e starà in acqua parecchio. Una decina di minuti. Tocca a me. Dal go, go, go allo stare in acqua passa un microsecondo. Nuotare, letteralmente, con lo squalo balena è abbastanza semplice. Ci si dispone su una fila parallela al procedere di quest'altro gigante. Lui avanza a bocca leggermente aperta ed in questo lento avanzare mangia. Si mantiene, se non disturbato, appena sotto il pelo dell'acqua. C'è uno dell'equipaggio che gli sta davanti a distanza ed indica a tutti in che direzione sta andando. Praticamente ti passa accanto e poi inizi a seguirlo nuotandogli di fianco. Quando appare l'inconfondibile sagoma maculata è un altro intenso brivido che ti scorre attraverso. Il più grande pesce di questo pianeta. Pinneggiando gli sto affiancato per molto tempo e posso godermelo nei dettagli. Francamente penso che anche il miglior scrittore non potrebbe rendere a parole qualcosa che devi provare. Un po' come aver solo letto di un amplesso. Risalgo. Sono sempre più intontito e fatico a capire che mi dicono di non togliere le pinne e la maschera perché sono riandati quelli del primo gruppo e fra due minuti ritocca a noi. Di nuovo. Questa volta lo vedo dal lato illuminato dal sole. Il corpo brilla e l'occhio, l'occhio aperto mi guarda. Un occhio di una mansuetudine indicibile. Vorresti accarezzarlo. Penso che dovrebbe essere possibile a qualunque abitante di questo pianeta, vedere i due spettacoli a cui ho miracolosamente assistito oggi. Per legge. Azzererebbe qualunque atto criminale contro questa meravigliosa quasi sfera, sospesa come miliardi di altre simili, ma casualmente meravigliosa. Nessun singolo individuo ne avrebbe più il coraggio. Già, nessun singolo, ma noi ormai ci facciamo gestire da multinazionali. Entità inumane formate da singoli che non hanno più la visione completa ed il controllo della propria creatura. Ma non posso avere tristi pensieri, non oggi, nemmeno dopo il rocambolesco concludersi di questa infinita giornata. Veniamo riportati al molo. Saluti e ringraziamenti. Ho pagato, con il sorriso sulle labbra, i 90AUD addizionali per lo snorkeling con balene e squalo. Vado all'auto. E' ancora presto e mi muovo, domani riprendo la via del sud. Faccio il pieno. Una doccia. Giornata finita? Tutt'altro. Mentre torno, finalmente due emù, ma immediatamente lasciano il bordo strada. C'è una piccolissima stradina sterrata e mi ci fiondo. Finalmente, con un po' di pazienza, ho delle foto presentabili. Ormai è quasi buio. Penso che a questo punto la giornata non avrà altro da raccontare. Mi sbaglio ed anche di grosso. Arrivo alla Tantabiddi che ancora c'è un po' di luce all'orizzonte. Stasera non c'è proprio nessuna macchina. E' la terza notte che dormo qui. Solo a Perth, i primi tre giorni, avevo dormito tre notti nello stesso luogo. Vista la completa solitudine non bado a dare nell'occhio ed esco dall'auto per sistemarmi per la notte. Ormai faccio le cose in automatico, come mettere le chiavi in un piccolo contenitore del bracciolo della portiera posteriore. Comodo per averle a portata di mano. Lo faccio e chiudo la portiera immediatamente per andare dall'altro lato. C'è pure un gran vento. La portiera dal lato opposto non si apre. Come è possibile? Provo l'altra, torno dall'altra parte, il portabagagli, niente. Tutto chiuso. E' il panico più totale. Nel poggiarle nel contenitore devo aver schiacciato il comando di chiusura e l'elettronica non gestisce il fatto che una portiera era aperta, oppure nel chiuderla si è schiacciato in qualche modo il tasto. Non so come ma è successo. Non ho nulla. Tutto è nell'auto. Solo pantaloni e camicia e non c'è nessuno e nessuno ci sarà per altre 10 ore circa. Mi aggiro senza sapere che fare. E' una vera tragedia. Morirò pure di freddo. Mi metto a tirare e sbattere la maniglia di una portiera. Quando entri in panico fai delle cose completamente illogiche. Posso anche romperla, ma non entrerei comunque in auto. C'è luna praticamente piena e riesco a muovermi. Vado al molo. In giro ogni tanto ci sono dei telefoni di emergenza, ma non ne trovo o non lo vedo. In ogni caso sul molo ed al punto informativo non c'è. Recito il calendario. Vado ai bagni, ma non so nemmeno io cosa cerco. Non ho detto, perché fino a questo momento non importante, che nel bel mezzo del parcheggio c'è un'auto abbandonata. Vado anche a quella, è aperta e dentro c'è l'occorrente per un viaggiatore solitario. Cuscini, coperte, cibo, piatti, posate. Già vedo la mia auto abbandonata così. Il problem solving stavolta mi sembra senza soluzione. Comincio ad essere un po' più lucido, ma ci metto 10 minuti a cominciare a ragionare. Mi è già successo nel primo viaggio in solitaria, ma lì era giorno e soprattutto era il Cile ed alcuni doganieri mi hanno aiutato e sono riusciti ad infilare un fil di ferro dalla guarnizione della flessibile portiera ed a tirare su il piroletto della chiusura della super basic city car che avevo. Qui non ho il fil di ferro, non ho una city car di sottile lamiera e non credo proprio che sia possibile infilare qualcosa all'interno della guarnizione del solidissimo sportello, non c'è alcun pomellino dell'apertura perché è tutto elettronico, ×, e se chiedo aiuto, e non vedo che altro fare, mi fanno arrivare la guardia nazionale ed un esperto di serrature senza fare tentativi in proprio. Penso che probabilmente chi dovesse venire in aiuto avrebbe da scegliere solo tra forzare una serratura e rompere un vetro. E sul trovare chi possa saper forzare la serratura ci spero poco in Australia. Resta il vetro. Vedo che, oltre ai quattro finestrini, dietro, in corrispondenza del pianale del bagagliaio, c'è un obloncino all'incirca 20x20. Misuro con il braccio se, infilando la mano da lì, arriverei alle chiavi. A pelo. Prendo un grosso sasso. Non c'è altro da fare e sarebbe pure un piccolo danno. Rompo. Nella foga metto troppa forza e mi taglio al palmo della mano. Non sembra un gran taglio, ma sanguina abbondantemente. Per adesso posso solo succhiare via il sangue. Pulisco l'apertura per non rifarmi male ancora. Inserisco il braccio e sforzandomi tocco il portachiavi. ×, non ci arrivo. La maniglia è troppo lontana. Oltretutto devo stare attentissimo perché se dopo afferrato mi cadesse sarebbe il disastro più totale. Mi serve qualcosa da usare per provare ad avvicinare le chiavi. Ma non ho nulla di nulla. L'auto abbandonata. Trovo una pinza da insalata, pensa tu. La rompo e ne uso un braccio. Con infinita attenzione, alla cieca, riesco ad avvicinare di un paio di centimetri. E' sufficiente. Arrivo al portachiavi con due dita, lo stringo forte e lentissimamente tiro fuori le chiavi. Ce l'ho fatta. Apro. Mi appoggio. Riesco solo a pensare ossessivamente: non avevo nulla, ho tutto, non avevo nulla, ho tutto. Ma non posso fermarmi. Il taglio innanzitutto. Ho di tutto dietro, dato il viaggio. Prendo la tintura di iodio, il cotone, del nastro medico telato ed apro un pacchetto di garze asettiche. Non vedo bene il taglio perché immediatamente è tutto nero per la tintura. Continua a sanguinare copiosamente. Tengo tamponato per un bel po' e rallenta. Non dovrebbe essere un grosso problema, me lo dico anche scaramanticamente. Riesco a pulire. Ci metto parecchio, ma il sangue si ferma. Tampono con una garza con un po' di tintura, altra garza sopra e blocco con il cerotto. Posso usare la mano. Ho altri graffi insignificanti. Adesso tocca al vetro che è sparso ovunque. Ci metto un vita perché è in mille pezzettini, ma ripulisco l'abitacolo. Devo dormirci e non vorrei tagliarmi di nuovo. Adesso il buco. Con un pezzo di cartone, che è un pacco preso dall'altra auto, ed il santo nastro da imballaggio, riesco a chiudere perfettamente e rendere anche impermeabile per eventuale e probabile futura pioggia. Adesso posso fermarmi due secondi. Pazzesco. La giornata più incredibile e quella più drammatica. I due ricordi saranno indivisibili. Il tutto nella più completa solitudine. Sistemo per dormire, ma chi ha sonno? Ho incamerato oggi una tale quantità di adrenalina che basterebbe a salvarmi da un'overdose. Mi metto a lavorare sui filmati. Pian piano mi scarico, ma niente sonno. Ricontrollo dopo ore la ferita che effettivamente è solo superficiale, anche se larga, e già è chiusa. Il vento è fortissimo. Se non avessi risolto starei veramente soffrendo, anche se avrei potuto mettermi nell'altra auto dove ci sono cuscini e coperta pesante. Scrivo. Sono le tre e mezza. Il 17 Agosto è finito senza che sappia dire se peccato o meno male. Per il vetro non ho intenzione di fare nulla. Si vedrà alla restituzione. Si va avanti. Into the wild. Con epilogo diverso, spero.

avatarsupporter
inviato il 18 Agosto 2016 ore 2:49


avatarsupporter
inviato il 18 Agosto 2016 ore 2:50


avatarsupporter
inviato il 18 Agosto 2016 ore 2:51


avatarsupporter
inviato il 18 Agosto 2016 ore 2:52


avatarsenior
inviato il 18 Agosto 2016 ore 9:57

Racconto bellissimo e coinvolgente, sono le avventure che tutti sognamo ma siamo troppi pigri e impauriti per provare.
Complimenti anche alla tua santa moglie, la mia avrebbe cambiato la serratura di casaMrGreen

avatarsupporter
inviato il 19 Agosto 2016 ore 1:35

Grazie Roberto. Ti ringrazia del pensiero anche mia moglie che comunque non ha ancora abbandonato l'idea di cambiare le serrature.Confuso Oltretutto sta dovendo far fronte, anche lei in solitaria, ad alcuni problemi ed accadimenti poco divertenti. Un saluto.

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