| inviato il 20 Maggio 2016 ore 12:27
C'e' chi ha venduto il Nikon 85 f1.4G per poi sostituirlo con uno Zeiss di pari focale, solo per poter maneggiare metalli piuttosto che polimeri. |
| inviato il 20 Maggio 2016 ore 12:31
Quoto Filiberto per il punto XX. Per esempio rimango sempre affascinato dagli scatti che fatte con un occhio a fuoco e l'altro no oppure con la faccia a fuoco e il resto del corpo no, senza parlare del bokeh strepitoso... Ebbene, questa cosa, con la mia attrezzatura (Olympus E-3 con un 12-60 (eq. 24-120) che apre a massimu 2.8 a 12 quindi per i portrait saremmo intorno a non meno di 3.5) me le posso sognare… Quel obiettivo fa delle foto di una qualità incredibile ma quello che fa un bel 50 1.8 te lo puoi semplicemente sognare. |
| inviato il 20 Maggio 2016 ore 12:37
RaphaelPhoto, rispondo a te ma anche a Filiberto. se hai capito che per esprimere il tuo modo, hai bisogno di mettere un occhio a fuoco e l'altro no, vendi la tua attrezzatura e compra una 5D old con un 50ino stm. se invece è solo un dirsi "io con la mia non posso farlo", si va solo sul pensiero negativo e consumistico. occorre dirsi "ma io voglio farlo?" se la risposta è si le soluzioni ci sono, e se questo è quello che vogliamo dal nostro linguaggio probabilmente hai anche un ritorno di soldi, vendendo la tua attrazzatura e prendendo quella che ho detto. “ C'e' chi ha venduto il Nikon 85 f1.4G per poi sostituirlo con uno Zeiss di pari focale, solo per poter maneggiare metalli piuttosto che polimeri. „ il metallo affascina da prima dell'età del bronzo. alcuni hanno la katana ma fortunatamente pochi la usano per affettarci esseri umani. |
user39791 | inviato il 20 Maggio 2016 ore 12:54
Non esistono solo il magico sfocato, la street, il paesaggio e il ritratto. Ci sono anche settori tecnici, come la foto naturalistica e sportiva, dove l'attrezzatura conta moltissimo. Il limite è sempre quello: tipo ho il 600 4 posso vivere serenamente, e fare buone foto, senza il 600 4II??? Che poi trovi sempre quello che ti manda a spendere perchè, giustamente dal suo punto di vista, ti risponde che lui dei suoi soldi ci fa quel c...o che gli pare. |
| inviato il 20 Maggio 2016 ore 12:58
@Graziano.... Grazie per un intervento bello. Che è poi l'espressione pratica e vissuta di quello che, più o meno, è alla base di questo post @Filiberto.... cominciamo a sintonizzarci Si può cambiare macchina ogni due settimane o tenere la stessa per mezzo secolo. Si può vivere nel reale o nel virtuale. E, in tutti i casi, si può essere vittime o meno dei conformismi vari, perchè il punto è quanto siamo consapevoli. Io non ho mai amato le diatribe Canon/Nikon, analogico/digitale, post/nopost. Tutto è legittimo. E' solo un peccato quando avviene perchè qualche guru, qualche rivista, qualche "comitato" lo ha decretato e noi ce lo beviamo, consciamente e inconsiamente. Per questo penso che ognuno di noi, nel suo piccolo, ha responsabilità. Perchè parliamo e scriviamo, e dovremmo essere sempre attenti al fatto che chi legge, specie se neofita, capisca bene se esprimiamo fatti od opinioni. Perchè c'è una bella differenza @Ooo.... diciamo allora che... anche i punti te li fai tu Ma con qualche attenzione, sennò poi torniamo a quell'autoreferenzialità per cui ognuo "sente" di essere Cartier-Bresson.... C'è poco da fare: più ti sviluppi come essere umano, più potrai, poi, muoverti nelle cose con senso critico e libertà di giudizio. In tutte le cose, anche in fotografia. Ah... per il punto 8 queta dose di libertà mentale è purtroppo obbligatoria e non opzionale temo |
| inviato il 20 Maggio 2016 ore 13:01
Grazie a occhio e Francesco per aver iniziato l'argomento che trovo molto più interessante dei vari topic su quale attrezzatura sia meglio o tecniche varie... Vi dirò, e spero vi faccia piacere, mi ha fatto ripensare a tante cose, percorsi tappe e ancora sono in riflessione! Seguo! |
| inviato il 20 Maggio 2016 ore 13:05
le tappe ovviamente sono scherzose, come ho messo in premessa. il punto 8 vuole essere il tentativo di uscire dal proprio linguaggio personale codificato e trovando il veicolo perchè questo possa essere ampiamente comprensibile. Questo passo è un passo molto particolare, che prevede in una certa misura anche dei compromessi, ma il desiderio di comunicare con gli altri attraverso il proprio modo di fotografare può essere tale da armonizzare il proprio linguaggio su termini di ampia comprensione. come dicevo non riguarda gli intimisti. Filiberto, mi stai dicendo che se vuoi fare avifauna è meglio un supertele da 10000 euro? come non darti ragione. Ma ciascuno si ponga obiettivi alla propria portata. Io vorrei piantare una bandierina su Marte, ma fatti due calcoli su quanto mi costa in danaro e in risorse umane rinuncio. |
| inviato il 20 Maggio 2016 ore 13:07
Ooo, ho provato a caricare proiettili di plastica nel caricatore della mia pistola, ma si squagliano sempre prima di arrivare al bersaglio |
user39791 | inviato il 20 Maggio 2016 ore 13:08
“ Perchè parliamo e scriviamo, e dovremmo essere sempre attenti al fatto che chi legge, specie se neofita, capisca bene se esprimiamo fatti od opinioni. Perchè c'è una bella differenza Cool „ Qua sfondi una porta aperta con me, però è molto più semplice fare ciò nella vita reale che nel virtuale. Ho fatto parte per tanti anni di un foto club e ho visto nidiate di ragazzini arrivare come se fossero un libro bianco tutto da scrivere. Era anche responsabilità di quelli un po più scafati far si che lo scrivessero in modo decente. Sul virtuale non sai mai chi hai difronte, sul reale lo vedi in faccia e lo capisci subito. Qua posso dire di essere un super esperto e di avere fatto e provato di tutto, poi manco le ho viste da vicino certe cose. Il virtuale va affrontato corazzati sennò le cantonate non te le evita nessuno. |
| inviato il 20 Maggio 2016 ore 13:08
@ Caneca: e quello avrà sempre la mia stima! (sempre che non l'abbia fatto perchè al circolo gli hanno detto che è meglio ma mi par di capire che non è così) @Ooo... sempre sul pezzo. Tra l'altro suggerisco (se mi permetti Ooo) di guardare qualche sua immagine che, se ho ben letto, è stata realizzata con attrezzature molto essenziali e datate, ma.... @Filiberto... per non incartarci, su questa cosa mettiamoci pure un punto fermo, sennò ne parliamo per giorni E' ovvio che se devo fare cose che richiedono un'attrezzatura specifica dovrò avercela. Credo che nessuno ne dubiti. E altrettanto ovviamente acquisterò anche in funzione delle risorse economiche che ho disponibili, in relazione a quanta passione ho, in relazione ai miei rapporti coniugali ecc. Ma sappiamo tutti che non c'è solo questo. Ho conosciuto molti principianti che si sono comprati il 50 fisso perchè "dovevano", e poi non l'hanno usato mai. In un mondo normale, ad alcuni serve il macro e ad altri no, ad alcuni piace il 50 e ad altri no, ad alcuni serve il supertele ad altri no. E ancora, alcuni scattano per progetti, altri al volo. Alcuni amano l'aspetto "rituale" e altri mirano solo al risultato finale. Quando qualcosa comincia a sembrare doveroso e imprescindibile per tutti, ecco, è lì che io, alle scelte personali e soggettive non ci credo più |
user39791 | inviato il 20 Maggio 2016 ore 13:20
“ Quando qualcosa comincia a sembrare doveroso e imprescindibile per tutti, ecco, è lì che io, alle scelte personali e soggettive non ci credo più ;-) „ E' difficile non essere d'accordo con te, però qua andiamo su argomenti filosofici e non fotografici. Nemmeno l'iphone è necessario ma vallo a spiegare a un "tredicenne medio"........... |
| inviato il 20 Maggio 2016 ore 13:53
@ Francesco.merenda “ Centauro.... dimmi però se dici sul serio o se mi prendi in giro... „ Sono serio. Non mi sono soffermato sulla sintassi, perché il messaggio è arrivato forte e chiaro. Il resto è contorno. Allo stesso modo non ci si dovrebbe soffermare troppo sulla tecnica e l'attrezzatura, se non come lezione da apprendere per la prossima volta o come facilitazione che permette di raggiungere meglio lo scopo. “ La foto perfetta non esiste. Esistono invece tantissimi attimi e occasioni perfette che bisogna essere preparati a cogliere al meglio (ecco perché esperienza e capacità aiutano) perché non si ripeteranno uguali mai più. Ho compreso questo quando ho imparato ad amare alcuni scatti imperfetti che col senno di poi avrei potuto fare meglio ma che non farò mai più. Prima lo si capisce, meglio è; questo per stare in pace con se stessi e per evitare acquisti di attrezzatura spesso inutile perché non disponibile al momento dello scatto. „ Le occasioni perfette sono quelle che ti colgono al cuore. Se poi colpiscono anche quello degli altri (e chi vive con te, ti conosce, i tuoi amici, sarà in sintonia con lo scatto) meglio, vuol dire che c'è empatia. Altrimenti pace. Ognuno segua la sua strada. Lascerà comunque la sua impronta. |
| inviato il 20 Maggio 2016 ore 13:58
“ ..quello che distrattamente butti lì, il discorso sul "neofita" è probabilmente il vero nocciolo della questione. Ovviamente qui, in molti, mastichiamo fotografia da anni se non decenni, ed è presumibile che la concessione a qualche vanità, a qualcosa di inutile ma piacevole, non cambierà il nostro modo di concepire la vita (e di conseguenza il nostro approccio alla fotografia). Ma è anche legittimo chiedersi che mondo creiamo, su quali valori costruire e quali mettere in secondo piano. „ Belle considerazioni. Il tutto sta nel valore che diamo a ciò che facciamo, a al motivo che ci spinge a farlo. Chi pratica fotografia per goderne, chi la pratica per lavoro, chi la usa come passatempo tecnologico, chi per collezionare oggetti etc.. Ora ognuno ha la propria idea, ci sono i puristi, e ci sono quelli invece per cui tutto è lecito per cui fotografia è sapere fare una foto correttamente esposta e stupirsi per i colori e la nitidezza. Ci fu tempo fa la discussione con Benedusi qui sul forum e non è che ne usci molto, ognuno suonava la propria campana. Io nel mi piccolo penso che ognuno di noi debba essere appagato da come spende il proprio tempo e cje dalla fotografia a ragion veduta si possa e si debba trarre emozioni. C'è un percorso che porta alla fine a un risultato la "foto", e li finisce e comincia tutto, quello è il riassunto di ciò che c'è dietro la nostra passione. Quella foto parla di noi e può raccontare il nostro approccio, quindi parla di lavoro passione noia etc... Francesco Merenda ne è un ottimo esempio, se si legge quello che scrive e si guarda le sue foto, si vede chiaramente che sono la stessa cosa, nel suo caso sicuramente la fotografia esprime le sue potenzialità. In altri casi non è così o lo è meno. |
| inviato il 20 Maggio 2016 ore 14:08
Caro Nicolas, e non finirò mai di esprimere apprezzamento per il rimando del tuo nick.... Che ci siano diverse campane è il bello della vita: sai che orrore, il pensiero unico! Ma quel "dovere" di cui parlavo, ci impone di far comprendere a chi ha meno strumenti che, appunto, si tratta di opinioni. E che la cosa importante non è abbracciarne una come atto di fede acritico, ma provare a formarsi un proprio punto di osservazione del mondo da cui poi derivare quell'estetica che muoverà scelte e comportamenti. Quello che dici alla fine non so se è vero (sarebbe bello), ma di certo è il mio tentativo. Ho prestato attenzione, nella vita, a curare me stesso non tanto come fotografante oppure come qualcos'altro di specifico. E mi piacerebbe che questo entrasse nelle varie cose della vita: nei rapporti, negli scritti e, quindi, anche nell'espressione attraverso il mezzo fotografico. E questo insegnerei a mio figlio: non a essere e fare come me, ad abbracciare le mie scelte. Ma pittosto a lavorare su di se, per trovare la sua, di dimensione estetica. E il suo approccio, di conseguenza, anche alla fotografia |
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