| inviato il 01 Aprile 2016 ore 10:40
@cigno Non c'è dubbio che gian abbia fatto bene a puntualizzare l'uso impreciso di un termine tecnico. A mia parziale discolpa posso dire che, anche su testi divulgativi non strettamente scientifici e rivolti ad un pubblico generalista, i termini in parola sono spesso confusi. Ho abbandonato il discorso solo perché era ot e basta documentarsi su internet per avere risposte chiare ed esaustive (es. www.fotografareindigitale.com/2012/07/la-diffrazione/ ) |
user46920 | inviato il 01 Aprile 2016 ore 11:00
diffrazione vuol dire che la luce viene "sparpagliata" un po' in tutte le direzioni quando questa attraversa una fenditura più piccola della sua lunghezza d'onda
 ma il termine viene usato anche nel momento che parte della luce viene deviata da un ostacolo come il bordo del diaframma, in cui poi la sommatoria delle luci si cancellano per conseguante differenza di fase delle onde
 creando la figura di Airy (o diffrazione di Fraunhofer)
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user46920 | inviato il 01 Aprile 2016 ore 11:04
“ Non c'è dubbio che gian abbia fatto bene a puntualizzare... „ la diffrazione, la rifrazione e la riflessione sono tutte sempre presenti all'interno di una lente e si sommano un po' nel percorso in/out ... facile confonderle e difficile stabilirle con assolutezza |
| inviato il 01 Aprile 2016 ore 11:31
Ottimo Occhiodelcigno, hai ben chiarito tutto. Vero anche il discorso che i 12 o 14 bit nulla hanno a che vedere con gli EV. Alla fine di tutto questo vorrei fare una molto personale supposizione: secondo me un'ottica fa passare attraverso di essa qualsiasi gamma dinamica, magari una lo fa trasmettendo contrasti minori e l'altra maggiori (e lì entrano in ballo gli aspetti ottici di cui si parlava). Questa trasmissione poi va ad impattare con i limiti del sensore che taglia la gamma degli EV per cui non registra le luci oltre un certo limite, come pure le ombre, ma quelle informazioni l'ottica le trasmette comunque. Insomma ciò che conta soprattutto è il sensore, sono aspetti che ho sperimentato direttamente con il passaggio da D700 a D800. I dettagli nelle ombre ora li riesco a tirare fuori molto più facilmente e le ottiche sono sempre quelle.... |
| inviato il 01 Aprile 2016 ore 12:10
“ Puo' un obiettivo limitare la gamma dinamica di una fotocamera? E quanto? „ Io penso che sia più appropriato dire che la gamma dinamica è una proprietà della scena che si vuole inquadrare. La differenza tra le luci più intense e le ombre più scure è la GD della scena. Tutte queste luci passano attraverso l'obiettivo, tra l'elemento frontale e quello posteriore, non certo inalterate: subiscono tagli e spostamenti di frequenza dovuti a molti elementi (vetri, diaframmi, polvere, aria) contenuti all'interno, e variabili a seconda della disposizione degli elementi. Quindi secondo me è possibilissimo che un obiettivo possa modificare la GD che trasmette al sensore. D'altronde i filtri non si usano apposta per "comprimere" la GD entro i valori leggibili dal sensore?? Oppure non ho capito qualcosa? Discorso complementare è la capacità di un sensore di registrare tutto quello che gli arriva o, al contrario, di perderne una parte. |
| inviato il 01 Aprile 2016 ore 13:48
Quindi è il 'collo di bottiglia' cui accennava Blackdiamond, ovvero la luce viene in un certo senso trafilata dal diaframma della lente... Su un obiettivo che posseggo, il Nikon 180 f2.8ais, questo fenomeno è marcato da f16 a salire. Fortunatamente non chiudo mai il diaframma così tanto, almeno, mai su quella lente. Però io mi chiedo: le informazioni contenute nella luce (tutta quella disponibile nell'aria) dovrebbero essere le stesse, o almeno avere la stesse caratteristiche fisiche ovunque la si prelevi (es: scattando in piedi, in ginocchio, supini a terra), quindi l'obiettivo dovrebbe soltanto essere il condotto per mezzo del quale convogliare questa luce che, una volta raggiunto il sensore, viene convertita in segnale elettronico e digitalizzata sotto forma di file archiviato. Quindi i limiti, i difetti, o i vizi di fedeltà del file archiviato rispetto alla realtà che è stata catturata, sono imputabili alla qualita delle lenti dell'obiettivo + la qualità del sensore (non inteso come semplice frazionamento in più o meno pixels)? Mi pongo questa domanda, perchè a questo punto una soluzione a 'buon mercato' potrebbe essere pareggiare il più possibile il dislivello, ovvero allargando il collo dell'imbuto, dove al diaframma più chiuso possa entrare la sezione di luce minima necessaria per evitare o limitare il più possibile il fenomeno della diffrazione: il varco di passaggio della luce a diaframma tutto chiuso di un obiettivo gigantesco (estremizzando) ha lo stesso diametro del diaframma tutto aperto di un obiettivo di dimensioni standard. (cerco di vaneggiare) Ho visto, mesi fa, delle fotografie scattate con filtro IR (installato cdirettamente sulla fotocamera, non sull'obiettivo) ed erano iper-nitide e iper-dettagliate. Parliamo di foto scattate con Nikon D80! L'autore ci spiegava che aveva ottenuto quel risultato semplicemente eliminando l'umidità dell'aria e riducendone la densità. E' un personaggio noto, un precursore italiano del genere, sto cercando il suo biglietto da visita.... |
| inviato il 01 Aprile 2016 ore 14:04
“ Io penso che sia più appropriato dire che la gamma dinamica è una proprietà della scena che si vuole inquadrare. „ giustamente quella è la partenza, se fotografo un paesaggio nebbioso avrò una GD bassissima, se invece fotografo un quasi-tramonto con il sole inquadrato magari con mare o neve le condizioni sono ben diverse. |
| inviato il 01 Aprile 2016 ore 14:10
junior inviato il 01 Aprile 2016 ore 13:48[x] [!] “ Quindi è il 'collo di bottiglia' cui accennava Blackdiamond, ovvero la luce viene in un certo senso trafilata dal diaframma della lente... Su un obiettivo che posseggo, il Nikon 180 f2.8ais, questo fenomeno è marcato da f16 a salire. Fortunatamente non chiudo mai il diaframma così tanto, almeno, mai su quella lente. Però io mi chiedo: le informazioni contenute nella luce (tutta quella disponibile nell'aria) dovrebbero essere le stesse, o almeno avere la stesse caratteristiche fisiche ovunque la si prelevi (es: scattando in piedi, in ginocchio, supini a terra), quindi l'obiettivo dovrebbe soltanto essere il condotto per mezzo del quale convogliare questa luce che, una volta raggiunto il sensore, viene convertita in segnale elettronico e digitalizzata sotto forma di file archiviato. Quindi i limiti, i difetti, o i vizi di fedeltà del file archiviato rispetto alla realtà che è stata catturata, sono imputabili alla qualita delle lenti dell'obiettivo + la qualità del sensore (non inteso come semplice frazionamento in più o meno pixels)? Mi pongo questa domanda, perchè a questo punto una soluzione a 'buon mercato' potrebbe essere pareggiare il più possibile il dislivello, ovvero allargando il collo dell'imbuto, dove al diaframma più chiuso possa entrare la sezione di luce minima necessaria per evitare o limitare il più possibile il fenomeno della diffrazione: il varco di passaggio della luce a diaframma tutto chiuso di un obiettivo gigantesco (estremizzando) ha lo stesso diametro del diaframma tutto aperto di un obiettivo di dimensioni standard. (cerco di vaneggiare) Ho visto, mesi fa, delle fotografie scattate con filtro IR (installato cdirettamente sulla fotocamera, non sull'obiettivo) ed erano iper-nitide e iper-dettagliate. Parliamo di foto scattate con Nikon D80! L'autore ci spiegava che aveva ottenuto quel risultato semplicemente eliminando l'umidità dell'aria e riducendone la densità. E' un personaggio noto, un precursore italiano del genere, sto cercando il suo biglietto da visita.... „ Non ho ben capito cosa intendi dire...... parti però da un principio, a parità di sensibilità ISO tu, per qualsiasi scatto che vuoi fare, dalla foto notturna a quella sulla neve in pieno sole, devi far arrivare al tuo sensore o pellicola sempre la stessa quantità di luce. E' come riempire un bicchier d'acqua, se hai un rubinetto tutto aperto basterà pochissimo tempo, se parzializzi il tempo necessario aumenta. Il diaframma è il tuo rubinetto, l'otturatore regola il tempo necessario. Non so se ho chiarito i tuoi dubbi |
| inviato il 01 Aprile 2016 ore 14:12
ma questo è ovvio. se scatti con un angolo stretto hai molte più possibilità statistiche di riprendere una scena con poche escursioni di g. dinamica. con uno wide in cui dentro il fotogramma metti sia la stella Sole sia l'ombra proiettata dagli alberi l'escursione aumenta. Poi si parla di diffrazione e di tante altre belle cosucce. Di fatto, mi pare che la questione più rilevante su Puo' un obiettivo limitare la gamma dinamica di una fotocamera? E quanto? resti quella inerente la vignettatura, sia corretta in camera sia non. vignettatura = possibilità di interferenza superiore a 3 stop. non so quali altre proprietà fisiche di un obiettivo possano arrivare a tali limitazioni della gamma dinamica. penso che per altre questioni in confronto alla vingnettature, si tratti di aromi, mentre la vignettatura è la vera pietanza della questione. |
| inviato il 01 Aprile 2016 ore 14:16
Io vedrei piuttosto la vignettatura come la spia di un problema: la foto è vignettata, quindi il cuore della foto è contaminato da qualcosa. Poi magari, alla fine si scopre che era il paraluce agganciato male |
| inviato il 01 Aprile 2016 ore 14:19
GianCarlo: parti però da un principio, a parità di sensibilità ISO tu, per qualsiasi scatto che vuoi fare, dalla foto notturna a quella sulla neve in pieno sole, devi far arrivare al tuo sensore o pellicola sempre la stessa quantità di luce. E' come riempire un bicchier d'acqua, se hai un rubinetto tutto aperto basterà pochissimo tempo, se parzializzi il tempo necessario aumenta. Il diaframma è il tuo rubinetto, l'otturatore regola il tempo necessario. Non so se ho chiarito i tuoi dubbi Si certo, l'esempio è piuttosto 'classico', lo conosco bene. In particolare, stavo pensando allo Zeiss Otus 28mm f1.4, che ha delle dimensioni mostruose per essere un 28, e magari, forse forse, c'entra anche questa questione... |
| inviato il 01 Aprile 2016 ore 14:30
“ Io vedrei piuttosto la vignettatura come la spia di un problema: la foto è vignettata, quindi il cuore della foto è contaminato da qualcosa. Poi magari, alla fine si scopre che era il paraluce agganciato male „ allora temo che non si sappia bene cosa sia la vignettatura. Partiamo da un'immagine ipoteticamente fatta con un obiettivo privo di vignettatura e il problema è il recupero delle ombre in basso a destra
 adesso la stessa immagine la si fa con un obiettivo che ha una vignettatura che supera i 3 stop ai bordi
 Ecco che qui un obiettivo "limita" la gamma dinamica (o meglio la amplia oltre la misura sopportabile) della fotocamera di ben 3 stop. Un conto è cercare di recuperare le ombre in basso a destra nell'obiettivo che non vignetta, altro paio di maniche è cercare di recuperare nell'ottica che vignetta. (Se la correzione avviene in camera il discorso non cambia). Di fatto, se supponiamo che nella prima immagine c'è un'escursione (arbitrariamente la invento) di 13EV, nella seconda immagine, l'obiettivo amplia la gamma dinamica a 16EV . (e vai a recuperarle le ombre...) forse adesso il concetto che ho espresso a pag. 1 è più chiaro? |
| inviato il 01 Aprile 2016 ore 14:55
qui trovate un articolo in cui si citano i filtri digradanti, (non degradanti ma prorpio digradanti ). www.nadir.it/ob-fot_grande/schneider65e75/index.htm con questo tipo di filtro un obiettivo con vignettatura nota ad un certo diaframma può essere riportato con una certa approssimazione d'errore ad una vignettatura pari a zero, ovviamente occorre compensare l'esposizione. In questo caso quindi, l'eventuale aumento della escursione luce/buio, causata dalla vignettatura, viene ridimensionata alla misura reale utilizzando un apposito filtro (che ha sia la funzione di correggere la vignettatura, sia la funzione indiretta di riportare a correzione l'aumento dell'escursione EV causata dal difetto ottico vignettatura).
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| inviato il 01 Aprile 2016 ore 15:12
Se nel rinascimento avessero disegnato edifici con degradazione prospettica anzichè digradazione prospettica, oggi quegli edifici sarebbero crollati già tutti Ooo, questi filtri poterbbero farmi gola! Ahimè, credo che l'82mm costi un po'... |
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