| inviato il 05 Dicembre 2015 ore 12:10
Io solitamente sono una pippa a cogliere l'attimo, quando accade quel qualcosa di "sensazionale" sono sempre li con la reflex puntata nel punto giusto ma...sono li a rollarmi su una sigaretta...Decisamente un gran problema oltre che un brutto vizio. |
| inviato il 05 Dicembre 2015 ore 12:45
Discussione interessante. Io do per scontato che il cosiddetto "cogli l'attimo" sia per sua natura spontaneo e irripetibile nelle stesse condizioni. Lì in quel momento e posto o ci sei o non ci sei. Vi lascio ad uno degli attimi dell'ultimo matrimonio che ho fatto, curioso della vostra interpretazione: www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1588125&l=it |
| inviato il 05 Dicembre 2015 ore 12:56
“ Vi lascio ad uno degli attimi dell'ultimo matrimonio che ho fatto, curioso della vostra interpretazione „ Direi che... hai colto l'attimo!   |
user46920 | inviato il 05 Dicembre 2015 ore 13:21
“ Io solitamente sono una pippa a cogliere l'attimo, quando accade quel qualcosa di "sensazionale" sono sempre li con la reflex puntata nel punto giusto ma...sono li a rollarmi su una sigaretta...Decisamente un gran problema oltre che un brutto vizio. „ ... gran brutto vizio, soprattutto in servizio e poi che spesa !!! quando si lavora, non si fuma ... perché quando si fuma, non si lavora. quindi se smetti potrai cogliere una sacco di attimi in più ma ti sei arruolato ?? |
user46920 | inviato il 05 Dicembre 2015 ore 13:34
“ Vi lascio ad uno degli attimi dell'ultimo matrimonio che ho fatto, curioso della vostra interpretazione: „ il momento è proprio bello però la "pulirei" in questo modo s30.postimg.org/djje9zjg1/1588125c2.jpg |
| inviato il 05 Dicembre 2015 ore 13:35
Beh come spesa siamo sicuramente sotto un pacchetto di sigarette e dura molto di più. Hai ragione sul connubio lavoro/fumo Ma va che arruolato! è una foto con la faccia da × che mi ritrovo dai, volevo cambiare quella col ghiacciolo ma non ne ho trovate altre di più decenti. Qua ero a Madrid e stavo andando a prendere un Iberico de Bellota (prosciutto intero) da portarmi a casa |
user46920 | inviato il 05 Dicembre 2015 ore 16:12
Sei passato da Parigi, per il caffè ??? |
| inviato il 05 Dicembre 2015 ore 21:22
Ikhnusa78, bellissima quell'immagine è quello che anche io definisco cogliere l'attimo, e ha i 3 requisiti indispensabili: 1. avere la camera in mano o comunque ad istantanea portata. 2. l'attimo deve avere una durata molto limitata, definibile attimo, (max pochi secondi). 3. l'attimo non può essere sequenziale altrimenti non è che lo cogli, lo attendi (es. tuffatori). L'occhiodelcigno, di quelle che hai linkato, quella del piccione non è necessariamente appartenente alla categoria, potrebbe tranquillamente essere vanificato il punto 3 poichè è noto che i piccioni si posano sui monumenti, quindi basterebbe un po' di posta. La prima è non solo appartenente ma è anche un grande scatto. |
user12181 | inviato il 06 Dicembre 2015 ore 9:44
Qualsiasi fotografia coglie un attimo. Poi se l'attimo è degno di un eterno ritorno o meno, dipende dalla sua (indeterminabile) ricchezza di senso, dalla volontà di potenza di chi la scatta. Le foto di Atget colgono attimi assai più ricchi di senso (vi sono condensati secoli di umanità) delle istantanee (carinissime, non dico, ma insomma...) di Bresson. Quelle di Adams (Ansel ma anche Robert) colgono attimi molto meno sciocchini di quelli di Galen Rowell, etc. |
user46920 | inviato il 06 Dicembre 2015 ore 14:18
Diciamo che la differenza la fa lo stato di equilibrio del soggetto ripreso: fermare un oggetto in movimento in un preciso momento è diverso che fermare lo stesso oggetto in stato di equilibrio. Come è intuibile, non rappresenterebbe più nessun particolare momento carico di energia, ma solo l'avvenuto ri-equilibrio delle forze in gioco. Un po' come fermare l'attimo in cui un soldato venga colpito mortalmente, oppure fermare lo stesso soldato tre minuti più tardi, quando ormai anche la sua anima se ne fosse già andata oltre. |
| inviato il 09 Dicembre 2015 ore 14:52
Buongiorno, ho cercato di leggere tutte le risposte, ma sono notevolmente lunghe, quindi mi limito a riportare una mia esperienza, magari slegata dal discorso che si é sviluppato, risposta in risposta. Domenica scorsa son stato al concerto di Jovanotti, ho scattato tantissime foto, di cui una minima parte si é salvata come "accettabile". "Cogliere l'attimo"... cosa voleva dire? In quel momento significava aspettare l'attimo giusto per scattare, il frammento di secondo in cui il cantante si trovava al centro delle simmetrie create con effetti luminosi, sdraiato sul palco, o proteso verso la folla illuminata. Quindi, questo "Cogliere l'attimo" credo sia nato da un'idea, da una pianificazione mentale (seppur rapida!) e da innumerevoli errori, meno male che avevo fra le mani una digitale. Moltissimi scatti, pensati, improvvisati: Moltissimi errori, foto mosse, non messe a fuoco decentemente, e sovraesposte a causa delle luci. Peró scatto dopo scatto sempre una piccola correzione, fino ad avere degli scatti decenti. Uao! Ho ottocento foto, di cui 100/200 salvabili. "Attimi colti"? Beh credo di sì, infondo, che cos'é fare fotografia, se non cogliere degli attimi? Ogni foto é un attimo colto, peccato che sia il modo in cui lo si é colto a far la differenza, e il mio, il nostro, gusto personale. Discorso troppo grande? Forse, ma alla fine credo sia più bello scattare, sbagliando 600 volte, che chiedere a Jovanotti "Ehi, mettiti così per 10 min finché non faccio uno scatto decente!". Quasi come se ogni errore fosse reso insipido di fronte alla riuscita di una fotografia, di fronte all'ottenimento dello scatto che tanto ho cercato, sbagliandolo, e forse perdendolo, per 50 volte. Detto questo, foto programmate? Fino a un certo punto, é come l'arredamento di una casa, "l'arte" sta nello scegliere come disporre le cose. |
user46920 | inviato il 09 Dicembre 2015 ore 20:41
Ottimo!!! |
| inviato il 10 Dicembre 2015 ore 3:19
anche io come un altro utente consiglio la visione del film "lo sciacallo".. |
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