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La vera rivoluzione fotografica la devono fare i fotografi, non il consumismo tecnologico spinto dal marketing canikon


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avatarsenior
inviato il 14 Novembre 2015 ore 23:01

oh, stavolta io non centro nulla eh..
è proprio che non vuole decollare sto topic. MrGreen

avatarsupporter
inviato il 15 Novembre 2015 ore 19:55

Beh... ognuno avrà una propria idea sull'idolatria, che è sempre lì a omologare le persone, a farci tutti superattenti all'ultima novità tecnica...MrGreen

Ma ci sono fotografi e fotografe in questo sito che producono scatti originali e ben riusciti con attrezzature consumer, che la maggioranza credie utilizzabili solo da chi inizia: non è fico fotografare con una 400D come sulla scia di Juza qualche anno fa?

E' facile illudersi e comprare... e comprare... e rivendere... e ancora comprare!

Io non credo più nella politica, ma nella cultura sì. ;-) Possiamo migliorare la consapevolezza, cercando di conoscere intimamente la realtà. Cercando semplicemente anche in questo dibattito la verità.

avatarsenior
inviato il 15 Novembre 2015 ore 20:40

Già avere la consapevolezza di voler provare a fare qualcosa di diverso e di evitare di copiare/emulare gli altri, è un passo avanti non indifferente. Poi, sta ad ognuno di noi trovare la propria strada.
I mezzi tecnici, NON DEVONO essere un problema e/o diventare una fissazione per il fotografo.
Recentemente ho acquistato un 2° corpo APSC, da affiancare al 1° corpo FF.
A distanza di 1 mese, posso dirvi che l'APSC è diventato il 1° corpo, in netta controtendenza rispetto a quanto si legge e si scrive sul forum. Attenzione, non sto dicendo che le nuove APSC siano migliori delle FF, ma lo sono per le mie attuali esigenze.
Ritornando alla scarsa partecipazione di questa discussione...come avete detto voi, ognuno vive la fotografia a suo modo.
Per molti è un hobby del fine settimana;
Per altri è la continua ricerca di nuovi soggetti, che li porta anche ad affrontare viaggi impegnativi in giro per il mondo;
Per altri ancora è una conseguenza del loro vivere la natura;
Probabilmente non tutti sentono l'esigenza di cambiare.
E non è detto che cambiando, studiando e sperimentando si arrivi a vedere la luce in fondo al tunnel...per me, che non mi piace vivere di rimpianti, è importante anche solo provarci ;-)
Alla fine è giusto così...è il naturale ordine delle cose, altrimenti saremmo tutti Stefano Unterthiner ;-)

avatarjunior
inviato il 06 Giugno 2016 ore 10:35

In fisica si sa che la semplice osservazione di un fenomeno lo perturba e che quindi l'osservazione non rispecchia la "realtà", soprattutto se l'indagine è su scala microscopica. Lo stesso vale per la fotografia (o altra tecnica di ripresa).
Un esempio è la fotografia di reportage. Mi sembra che la presenza di un numero elevato di fotografi porta a modificare i comportamenti dei soggetti consapevoli. I soldati al fronte sono attivi e sparano lunghe raffiche perchè osservati ed immortalati. Il manifestante aspetta a rompere la vetrina finché non è circondato da foto-reporter. Questo deve essere valutato quando si osservano, si interpretano, si giudicano gli eventi e le foto relative. La diffusione dei mezzi di ripresa ha turbato la realtà, presentando una realtà diversa. La fotografia naturalistica ha il vantaggio di trattare soggetti poco o per nulla consapevoli, il cui comportamento non dipende o dipende assai poco dalla presenza del fotografo. Va bene i capanni, i posatoi, le esche, ma il martino si tuffa sempre nella stessa maniera. Questo è un pregio della foto-natura. Quindi personalmente mi piace questa attività (scarso esecutore ma attento fruitore) in quanto non "ragionata",non "intellettuale", ma libera e diretta. Una bella foto naturalistica mi arriva passando negli occhi dritta nel cervello e mi dà soddisfazione e sensazioni. E' realtà? La pp ha modificato il vero? Se mi coinvolge, vuol dire che il fotografo ha raggiunto il suo obiettivo. Ovviamente questo vale solo per me. Se alla foto naturalistica si vogliono dare altre missioni (etica, denuncia, educazione, didattica) c'è spazio. Libertà per altre interpretazioni.

avatarjunior
inviato il 07 Giugno 2016 ore 21:06

Scusate tutti ma qualcosa non mi torna... forse sono troppo giovane (mica tanto ho 42 anni!) o troppo ignorante per capire. Ho letto l'articolo cui fa riferimento il thread ma non mi è chiaro il concetto fondamentale. In questa frase:
È necessario "imparare" di nuovo a fotografare; e non mi riferisco a tecnica e materiale fotografico, ma al ruolo stesso della fotografia. Alla sua essenza.

si allude all'essenza della fotografia come qualcosa che, "ormai" si è persa.
Cos'è questo qualcosa???
Se stiamo parlando di fotografia naturlistica (ma penso che questo sia riduttivo) cosa oggi non si fa più (o si dovrebbe fare), secondo l'autore dell'articolo, affinchè la fotografia diventi "rivoluzionaria"?... e poi perché si parla di rivoluzione ma si allude al passato???
Una rivoluzione è qualcosa che stravolge le regole e per questo innovativa rispetto al passato!
Per come la vedo io, la rivoluzione è giò in atto da un bel po'. Il fatto che 7 miliardi di individui nel mondo vanno a spasso con una fotocamera in mano non è cosa da poco!
Se il succo del discorso è quello secondo il quale la fotografia ha l'obbligo di "rivelare" la verità, di mostrare ciò che succede nel mondo (che ci si trovi dentro una foresta o dentro una città poco importa) allora la rivoluzione è già in atto... da tempo!
Se invece il problema è quello di far assurgere la fotografia (naturalistica e non, poco importa) ad una qualche forma d'arte che spezzi con il passato ma che ne sia una diretta discendendente, be' anche qui la rivoluzione è in pieno essere: ricordiamoci che ci sono sette miliardi di individui con una fototocamera in mano e che sono costantemenre in giro!
Secondo me la rivoluzione è già in atto ma forse con lo stillicidio causato dalla massa di ingformazioni che internet ci offre non riusciamo a rendercene conto!

avatarsupporter
inviato il 07 Giugno 2016 ore 21:34

Se il succo del discorso è quello secondo il quale la fotografia ha l'obbligo di "rivelare" la verità

Hai completamente equivocato, per forza non ti torna, la rivelazione richiesta dall'arte non ha niente a che vedere con la verità nella cronaca, ti rimando alla lettura di "Sulla fotografia" di Susan Sontag e soprattutto di "Fotografia e pittura del Novecento e oltre" di Claudio Marra, personalmente per mio limite non sono in grado di chiarire questi concetti via post;-)
Per il resto la rivoluzione c'è sicuramente e sta cambiando la maggior parte della produzione fotografica nello stesso modo in cui soap e reality hanno cambiato la televisione.

user58635
avatar
inviato il 07 Giugno 2016 ore 21:44

Juza sta diventando sempre più un sito di filosofia piuttosto che di fotografia. :)

avatarsenior
inviato il 07 Giugno 2016 ore 21:59

sono parecchi anni che fotografo, qualche scatto riuscito meglio di altri ecc ecc ma come disse qualcuno un pochino più famoso di me :"nel bel mezzo del cammin di nostra vita..." ho cominciato ad accendere delle lampadine nuove.Prima ho dovuto creare il buio, cioè mettermi in discussione e mettere in discussione tutto quello che facevo.Ho capito una cosa, non cambierai mai le tue foto se dentro di te non cambierai nulla.Si deve essere esploratori di se stessi per poter esplorare il mondo esterno e se non viaggi dentro di te, dai tuoi "viaggi" tornerai sempre con le stesse foto perchè vedrai sempre e solo in quella maniera.
buona luce

Cordialmente
Rob

avatarsupporter
inviato il 08 Giugno 2016 ore 14:02

Ringrazio tutti i partecipanti alla discussione.
Vi confesso che ho iniziato questo topic con l'intento di motivare i fotografi di natura ad avere comportamenti rispettosi con i soggetti fotografati. Penso alle fotografie al nido o di insetti "bagnati" ripresi non proprio all'alba. Ma la discussione ha preso altre strade che trovo comunque interessanti.
Per tornare all'intento originario, basta pensare alla foto di rapaci in estate: o si fotografano nei pressi del nido (cosa molto rischiosa per i pulli) oppure come fanno altri fotografi si riprendono i falchi intenti a cacciare o a spostarsi aspettandoli sulle loro rotte abituali.
Le foto al nido sono vicine, facili da realizzare, ma molto pericolose per l'involo dei piccoli perche' si puo' segnalare con la propria presenza "fotografica" la presenza del nido a malintenzionati che rivenderanno i pulli a qualche ricco falconiere.Triste
Oppure si puo' spaventare la coppia che disertera' il nido e abbandonera' piccoli o uova. Confuso
Mi chiedo: delle "belle" foto possono essere fatte a questo prezzo?Eeeek!!!
Non si dovrebbe dare un "mi piace" con meno disinvoltura a questo genere di immagini?Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 09 Giugno 2016 ore 14:48

se da una parte, il tuo approccio alla foto naturalistica è pervaso da un forte rispetto per la natura, dall'altra, hai trovato la chiave per valorizzare le immagini della natura oltre il semplice scatto documentaristico.
Rispettare la natura fotografando fa la differenza non solo per i vantaggi alla natura stessa ma anche per quelli alla fotografia naturalistica.
Così, l'immagine, da documentativa, prende altre strade che pur conservando la rilevanza di documento introducono l'aspetto vitale (e non in vitro) della natura stessa.
La fotografia della natura ha a mio parere un rilievo nettamente inferiore e del tutto poco fotografico, se interpretata come la collezione dell'album della panini, con tutti i calciatori a mezzo busto e ben chiari e percepibili/identificabili.
La tua fotografia esce chiaramente da questo schema e il documento non è più solamente dato della rappresentazione della specie, ma atto a comunicare la dinamica della specie, su sensibilità del singolo fotografo.

avatarsupporter
inviato il 10 Giugno 2016 ore 19:49

Grazie per le tue parole. Quando si ricercano fotografie di specie selvatiche, la possibilita' di spaventare i soggetti si traduce in foto inguardabili di animali che scappano visibilmente dal fotografo. Oppure in soggetti che sembrano impagliati su posatoi artificiali e intenti ad affermare con il canto il possesso del territorio: questo vuol dire che il fotografo ha attirato il soggetto con una registrazione del canto di un cospecifico. Per quanto questo non sia necessariamente da biasimare, le foto che si ottengono sono ravvicinate ma artificiali. Anche l'occhio del soggetto che fissa il fotografo segnala la ricerca del cospecifico che sta cantando e accentua l'artificiosita' di queste immagini.Sorriso

avatarsenior
inviato il 10 Giugno 2016 ore 20:25

... e se la rivoluzione fosse comunque "consumistica", ma al ribasso?

Ad esempio: sfogo il mio consumismo, comprando una trinità d'eccellenza (35-85-135, o 24-50-100 o quello che mi pare) e mi libero di tutti gli zoom e dei fissi mediocri.

La medaglia ha tanti lati: consumismo, minimalismo, perdita di versatilità, semplificazione, alleggerimento...
Una scelta apparentemente consumistica può essere analizzata più in profondità.

avatarsupporter
inviato il 10 Giugno 2016 ore 20:30

Quando ho scoperto questo sito, mi ha colpito l'intento dell'editore "possa la bellezza essere ovunque intorno a me".
Trovo che questo sintetizzi bene la nostra sete di belle fotografie. E che sia una cosa buona cercare di migliorarle facendo tutto cio' che e' possibile.
Ma qual e' la cosa giusta da fare per crescere e migluorare le immagini di natura o meno? Eeeek!!!
Comprare la prossima 5Dmk4 con 24-105 stabilizzato? Oppure possiamo fare meglio e molto piu' di questo?

user12181
avatar
inviato il 12 Giugno 2016 ore 8:06

In fisica si sa che la semplice osservazione di un fenomeno lo perturba e che quindi l'osservazione non rispecchia la "realtà", soprattutto se l'indagine è su scala microscopica. Lo stesso vale per la fotografia (o altra tecnica di ripresa).
Un esempio è la fotografia di reportage. Mi sembra che la presenza di un numero elevato di fotografi porta a modificare i comportamenti dei soggetti consapevoli. I soldati al fronte sono attivi e sparano lunghe raffiche perchè osservati ed immortalati. Il manifestante aspetta a rompere la vetrina finché non è circondato da foto-reporter. Questo deve essere valutato quando si osservano, si interpretano, si giudicano gli eventi e le foto relative. La diffusione dei mezzi di ripresa ha turbato la realtà, presentando una realtà diversa. La fotografia naturalistica ha il vantaggio di trattare soggetti poco o per nulla consapevoli, il cui comportamento non dipende o dipende assai poco dalla presenza del fotografo. Va bene i capanni, i posatoi, le esche, ma il martino si tuffa sempre nella stessa maniera. Questo è un pregio della foto-natura. Quindi personalmente mi piace questa attività (scarso esecutore ma attento fruitore) in quanto non "ragionata",non "intellettuale", ma libera e diretta. Una bella foto naturalistica mi arriva passando negli occhi dritta nel cervello e mi dà soddisfazione e sensazioni. E' realtà? La pp ha modificato il vero? Se mi coinvolge, vuol dire che il fotografo ha raggiunto il suo obiettivo. Ovviamente questo vale solo per me. Se alla foto naturalistica si vogliono dare altre missioni (etica, denuncia, educazione, didattica) c'è spazio. Libertà per altre interpretazioni.


Tutto molto chiaro e sensato, e non mi sembri uno scarso esecutore (ma io non ho competenze in merito).

avatarjunior
inviato il 12 Giugno 2016 ore 9:16

anche perchè più semplicemente una volta fare foto "costava" ed era un tantino più difficile, ora è gratis e facilissimo.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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