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L'occhio del fotografo (libro)


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avatarsenior
inviato il 23 Giugno 2015 ore 5:54

Tanti spunti in questa discussione. Ottimo.

Il libro (l'edizione del 2009, l'altro non l'ho mai visto e non so) è fatto molto bene secondo me. Semmai l'ho trovato quasi banale all'inizio, perchè alcuni concetti base erano triti e ritriti, ma dopo i primissimi capitoli diventa originale e unico.

Credo che una volta chiuso il libro nessuno poi vada a scattare con il bilancino, ripensando a tutte le tecniche ed i principi compositivi del libro e valutando in modo programmatico quale applicare. Quello che succede secondo me è che avviene una registrazione inconscia di alcune nozioni che ti hanno colpito di più perchè inaspettate, o perchè tuttosommato logiche, o perchè ti sono sembrate assurde, o perchè leggendo hai capito perchè ti piace la foto di esempio che dimostra la tal tecnica, etc. Qualcosa ri avrà colpito e avrà cominciato a sedimentare. Le userai quando riconoscerai consciamente o inconsciamente l'occasione di usarle.

Ecco, secondo me il libro non va usato come un "manuale di bello scatto". Non è un prontuario didascalico che ti porterebbe solo ad eseguire passo-passo istruzioni altrui, ma un "catalogo" di nozioni che va ad arricchire la cultura fotografica e direi la cultura visiva del lettore.

Una volta letto poi secondo me succede qualcosa di simile a quando si impara una lingua: mettiamo che ieri abbiate sentito per la prima volta la parola "car" e vi abbiano detto che significa "macchina" in inglese. Domani qualcuno vi chiede "come si dice macchina in inglese?" e voi magari non ve lo ricordate, perchè non l'avete ben fissata nella memoria, e dite "ah.. ce l'ho sulla punta della lingua... ricordo che era una parola corta... c'era una r...". Il giorno dopo ancora qualcuno dice "car" e voi dopo un attimo di riflessione pensate "macchina! ecco come si diceva". Insomma la parola non la "conoscete" (perchè non sapete esprimerla quando vi serve) ma la "riconoscete" (perchè l'avete già sentita). Con un po' di esercizio con la lingua sarete in grado di tradurre, tra le altre cose, "macchina" con "car", pensandoci un attimo. Esercitando e praticando molto la lingua poi si riuscirà ad associare direttamente l'immagine mentale della macchina alla parola "car" , senza dover tradurre dall'italiano.

Ecco, secondo me è quello che accade con questo libro ed è la ragione per cui è un ottimo libro: lo leggi una volta e ti rimane una vaga idea (era una parola corta... c'era una r...). Poi vai a fare delle foto, e improvvisamente nel rivedere uno scatto poco riuscito ti ricordi di una delle nozioni, riconosci l'ooportunità di usarla (macchina, ecco come si diceva!), e con un po' di sforzo rifai la foto provando ad applicarla (macchina = car). Con altro esercizio non avrai bisogno di pensarci, e la composizione sarà istintiva. Ovviamente non in modo così lineare e semplice, ma rende l'idea credo.

E da qui passo ad un altro punto della discussione: delle tre foto di HCB postate in precedenza con analisi, io personalmente credo di riconoscere una chiara volontà compositiva in linea con l'analisi fatta solo nella terza, mentre ho qualche dubbio sulle altre che vedo come interpretazioni un po' forzose fatte a posteriori (solo una mia convinzione ovviamente). Sempre riguardo la terza, non condivido neanche la "filosofia spiccia" che viene fatta con il commento su vita e morte che vanno in direzioni opposte. Io semplicemente, da osservatore della foto, ho subito rilevato la contrapposizione tra i bimbi protagonisti e il carro funebre coprotagonista, esaltato dalle direzioni opposte.. ma mi sono limitato a coglierne il senso estetico e se vuoi la velata ironia della cosa, senza ricamarci sopra concetti troppo elaborati che rischiano di essere solo elucubrazioni personali forzatamente attribuite all'autore. Secondo me io questo messaggio prettamente visivo l'ho colto istintivamente nella foto (ed era facile), ed HCB l'ha colto istintivamente nella realtà (ed era molto meno facile) senza sovra-analizzare la scena... vorrei dire "senza parole", la scena parla da sé. Non credo che HCB andasse in giro a cercare simbolismi con il lanternino.. semplicemente aveva un ottimo occhio osservatore e istintivamente riconosceva scene del genere.

Anche su questo dovremmo riflettere un attimo: per quanto in analogico non si scattasse a manetta come facciamo noi e per quanto "manico" avesse HCB, non credo che neanche per i maestri di questo calibro fosse sempre "buona la prima".. e mi riferisco sia all'esperienza necessaria per raggiungere un buon livello (c'è una citazione se non erro proprio di HCB che diceva qualcosa tipo "le tue prime 1.000 foto sono le peggiori") che agli scatti sfumati, persi, sbagliati, etc. Per ogni foto magnifica di HCB ce ne saranno decidne e decine di "sbagliate"... e anche qui mi ricollego al fattore "Qlo" da qualcuno accennato:quante volte una scena che ci sembrava fanttsica in fase di scatto si è poi rivelata pessima, e quante volte in uno scatto già buono notiamo qualche particolare che in fase di scatto non avevamo notato e che lo rende ancora migliore? Credo proprio che capitasse anche ad HCB... e magari le prime due foto rientrano in quella categoria.
Lungi da me sminuire la bravura di HCB o voler smentire tutte le interpretazioni, quello che voglio dire (anche all'autore della discussione) è che secondo me c'è molto più istinto che ragionamento (aiutato qualche volta da un pizzico di fortuna) anche nella maggior parte degli scatti di un maestro del genere.

Ultima cosa, riguardo la sezione aurea: è un concetto noto sin dall'antichità classica e come ben saprete è un tentativo di creare una "formula magica" che regoli le proporzioni in modo simile a quanto spontaneamente avviene a volte in natura. Ciò detto, una cosa è farci un disegno, una scultura, una foto di still life in studio.. ben altra cosa sarebbe applicarla "a braccio" e sopratutto su qualsiasi soggetto. E' per questo che i fotografi spesso usano la famosa regola dei terzi, che a ben vedere è una vaga approssimazione della sezione aurea. Insomma, per chi inizia: è bene capire il concetto, ma non scoraggiatevi pensando "e quando mai riuscirò a fare uno scatto rispettando in pieno la sezione aurea" (poi anche qui, cercando in rete si vedono esempi di scatti composti perfettamente con la sezione aurea... ma vorrei sapere poi quanti di questi sono ottenuti consapevolmente in fase di scatto e quanti ci hanno semplicemente preso andando un po' ad istinto o con la regola dei terzi, per non parlare di quanti scatti sono poi leggermente croppati per allineare meglio il tutto... cosa secondo me lecita e sana, a proposito )

user46920
avatar
inviato il 23 Giugno 2015 ore 8:28

la sezione aurea: è un concetto noto sin dall'antichità classica e come ben saprete è un tentativo di creare una "formula magica"

Mi dispiace, ma non c'è nessuna magia ;-)
... è presente anche nella Grande Piramide (insieme al Teorema di Pitagora, al P-greco, alla Radice quadrata, al Pollice e al suo sistema Binario, più altri rapporti Geometrici-Naturali che utilizziamo anche oggi ;-)), quindi molti millenni prima della nostra cultura; e Fibonacci (anni dopo) ha escogitato solo un sistema "impreciso" per trovarlo Sorriso
La sezione Aurea è solo un rapporto naturale !
(1 + radice di 5) / 2 = 1.618033...

E' per questo che i fotografi spesso usano la famosa regola dei terzi, che a ben vedere è una vaga approssimazione della sezione aurea.

beh, direi che 1.618 sia un pò diverso da 1.333 Confuso

... però concordo con il resto che hai scritto ;-)

avatarjunior
inviato il 23 Giugno 2015 ore 9:13

o.t. degli studi hanno dimostrato che oggetti, volti, forme e figure che al loro interno seguono fra le loro parti proporzioni "auree" piacciono di più all'uomo. Hanno preso un campione di 20 uomini e 20 donne a cui hanno chiesto di assegnarsi reciprocamente un voto a proposito della "bellezza del volto" da 1 a 10. Specie per quanto concerne le donne, il voto assegnato mostrava una corrispondenza diretta IN TUTTI I CASI con l'avvicinarsi o meno del rapporto fra distanza degli occhi/larghezza delle labbra/
distanza occhi-labbra al valore della sezione aurea.

avatarjunior
inviato il 23 Giugno 2015 ore 9:14

Comunque a questo punto leggerò questo libro appena finita la maturità....

avatarsenior
inviato il 23 Giugno 2015 ore 9:41

@Matteo Fiorelli sei d'accordo?


No, è che ero rimasto un po così...

avatarjunior
inviato il 23 Giugno 2015 ore 9:47

Fibonacci (anni dopo) ha escogitato solo un sistema "impreciso" per trovarlo


Giusto una precisazione, l'intento di Fibonacci non era assolutamente quello di approssimare il valore della sezione aurea ma quello di creare una successione che descrivesse il processo riproduttivo dei conigli. Solo in seguito Keplero scoprì il legame tra le due cose (è stato dimostrato che il limite per n che tende all'infinito del rapporto tra due numeri consecutivi della successione di Fibonacci è esattamente uguale alla sezione aurea).

avatarsenior
inviato il 23 Giugno 2015 ore 9:57

Sono d'accordissimo che bisogna conoscere le regole e tecniche e sapere quando si possono "derogare". Perchè ho usato le virgolette? Perchè anche quando realizziamo una foto talgiata, mossa, sfocata, ecc. si infrangono delle regole ma allo stesso tempo le manteniamo, perchè la composizione ha sempre un peso incredibile. E sopratutto, c'è un motivo dietro il gesto dell'infrazione.

Per quanto riguarda gli errori, la risposta è si, ci sono molti errori in fotografia. Sia tecnici, progettuali e "culturali". Pensare che in una foto non esistano mai errori ma è frutto del sentimento è sbagliato. Tante foto tecnicamente errate, palesi, e tante foto belle ma che sono vuote. Invece sono d'accordo a dire che se all'apparenza una foto è "particolare/sbagliata/strana", può esserci una spiegazione.
Può. E li è compito dell'autore mettere in condizione di essere fruito il messaggio, e onere del pubblico impegnarsi a capirlo e studiarlo.
Di sicuro quando ad una lettura portfolio ci si presenta con un ritratto, un paesaggio, foto di animali, still life, tutto insieme dicendo "sono le più belle che ho" è un problema.

Per ultimo, ho letto sopra qualcuno che ha scritto "Non pensare, scatta", "pensare troppo ad una foto, la penalizza".
Non c'è cosa più sbagliata da dire. Non puoi fare foto se prima non hai bene in mente che vuoi ottenere e perchè stai scattando. O meglio, farai uno scatto, ma non una foto. Se credete che Bresson dicendo " cogli l'attimo" "il momento decisivo", sia una foto perchè è passato da lì e POF, ha scattato di getto, siete in errore, e i post di Shambola ve lo dimostrano.

avatarsenior
inviato il 23 Giugno 2015 ore 10:41

Mi dispiace, ma non c'è nessuna magia ;-)


forse le virgolette e quanto seguiva la frase non erano chiari a sufficienza...

beh, direi che 1.618 sia un pò diverso da 1.333


è per quello che si chiama "approssimazione"...

Se guardi le guide per il crop di Lightroom, c'è la versione dei terzi "secca" e la versione "aurea" che prevede le linee posizionate con altre proporzioni (1,68 appunto)...

avatarsenior
inviato il 23 Giugno 2015 ore 11:18

la sezione aurea: è un concetto noto sin dall'antichità classica e come ben saprete è un tentativo di creare una "formula magica""
Mi dispiace, ma non c'è nessuna magia


Forse il termine "magia" può essere discutibile - ma neanche tanto, a pensarci bene - ma la concezione religiosa della grecità, molto diversa dalla nostra, non era trascendente, ma riteneva che il "divino" fosso qui tra noi, nel mondo terreno, e andasse ricercato nella misura, nella proporzione, nel concetto di armonia. Quindi l'aspetto "magico" e quello razionalistico erano perfettamente connaturati tra loro. La metafisica in origine non era distinta dalla fisica.

Tutta l'arte greca è basata su canoni che hanno un fondamento religioso. La tetractis, il triangolo magico, riassumeva il senso legato alla successione dei primi 4 numeri. La stessa scala musicale detta di Pitagora - il capostipite dell'attuale sistema temperato oggi dominante - è basata su un artificio il cui scopo era quello di dividere l'intervallo di ottava (che è un intervallo quadro antropologicamente riconosciuto in quanto percepito come identità notale in tutte le più varie culture del mondo) in due parti... armoniche (non uguali), con lo stesso criterio con il quale la sezione aurea divide uno spazio. Si cercava la divinità nella perfezione delle proporzioni. E non per niente si cercava di far valere nei migliori oggetti creati dal'uomo le stesse leggi che regolano il movimento dei pianeti, il cosmos (ordine).

Qualcosa di questa concezione... religiosa è certamente rimasto nella nostra maniera di fruire dell'arte e della fotografia.

user46920
avatar
inviato il 23 Giugno 2015 ore 12:47

Giusto una precisazione, l'intento di Fibonacci non era...

giusta precisazione Cap, la frase come l'ho scritta ha purtroppo preso una forma scorretta e non era il mio intento, ma solo quello di legare il nome di Fibonacci alla sezione Aurea, in quanto sarebbe prima o poi saltato fuori ;-)

Questi sono una rappresentazione di vari "terzi"





PS:
Se guardi le guide per il crop di Lightroom, c'è...
non ho LR, però ti credo ;-) ... ho solo precisato perché sono due rapporti molto diversi tra loro, nonostante ad occhio possano forse assomigliarsi :-P
(non è mia intenzione attaccare nessuno, tanto meno te ;-) ... si fà due chiacchiere Sorriso)

avatarsenior
inviato il 23 Giugno 2015 ore 13:43

ragazzi... potevo dire "ricetta" "metodologia" "prassi"... non attacchiamoci alla semantica fine a se stessa MrGreen


ho solo precisato perché sono due rapporti molto diversi tra loro, nonostante ad occhio possano forse assomigliarsi :-P

converrai però che è un'approssimazione... MrGreen

(non è mia intenzione attaccare nessuno, tanto meno te ;-) ... si fà due chiacchiere Sorriso)

ma figurati.. solo che nei forum certe volte sembra che si faccia a gara a chi è più figo.. :D

user46920
avatar
inviato il 23 Giugno 2015 ore 14:26

La stessa scala musicale detta di Pitagora - il capostipite dell'attuale sistema temperato oggi dominante -

bellissimo argomento Paolo, molto in "sintonia" con questo ;-)

ma figurati.. solo che nei forum certe volte sembra che si faccia a gara a chi è più figo.. :D

si, è vero, capita, ma comunque sempre di meno, qui su Juza (... o almeno è una mia impressione).

converrai però che è un'approssimazione...

se avessi un PC e una linea più veloce, ti porterei un esempio Audio di quanta differenza potresti sentire tra due note con un intervallo di 1.618 e 1.333 ;-) (potrebbe confermarlo anche Pdeninis, che è il suo "pane") ...

... però, il "bello" è che c'è un'infinità di "terzi" tra 1/2 e 1/1 ... ma nessuna fotocamera che conosco ha la possibilità di scegliere arbitrariamente una divisione con un valore diverso dai soliti 9 rettangoli uguali ... e questo mi dispiace molto Triste

avatarsenior
inviato il 23 Giugno 2015 ore 14:32

Qualcuno ha letto capturing light sempre di Michael Freeman? L'ho sfogliato lo scorso anno e mi sembrava interessante e ben fatto

avatarjunior
inviato il 23 Giugno 2015 ore 15:12

OT: bello questo thread, siamo già a 5 pagine di ottimi post, alcuni anche documentati da formule e immagini, un paio magari un pochino "saputelli" ma mai fuori luogo (e comunque, ben vengano!) , gente che dissente senza offendere gli altri... ottimo! Bravi ragazzi, continuate così: vi leggo con sommo piacere Sorriso

avatarsenior
inviato il 23 Giugno 2015 ore 15:53

A mio parere Freeman non sono soldi buttati in generale.
Come non sono quasi mai soldi buttati i soldi per i libri.

E non ci sono solo asini o genii a leggere i libri.

E' l'accoppiata tra le due cose a far funzionare il tutto!!! Feininger, Ugo Mulas, Adams (ecc) hanno scritto libri che nonpossonomancarenellabibliotecadiunfotografo . A qualcuno Feininger fa sanguinare il naso, per altri è stata l'illuminazione sulla via di Damasco.

A me Freeman non ha colpito, ma non perchè io sia particolarmente intelligente o preparato nè tantomeno "fotografo". Semplicemente avevo già appreso quel che c'è nell'occhio del fotografo leggendo quei concetti altrove. Forum, altri libri ecc. Tempistiche sbagliate, ma se l'avessi letto prima l'havrei trovato illuminante.




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