| inviato il 15 Agosto 2015 ore 3:04
 Joel Meyerowitz |
| inviato il 15 Agosto 2015 ore 10:45
 André Kestész |
user67843 | inviato il 15 Agosto 2015 ore 14:19
 Joseph Nicéphore Niépce |
| inviato il 15 Agosto 2015 ore 15:57
Sarebbe interessante condivifeste anche il motivo per cui quelle foto vi hanno colpito |
| inviato il 16 Agosto 2015 ore 0:51
“ Sarebbe interessante condivifeste anche il motivo per cui quelle foto vi hanno colpito „ ho visto una specie di intervista a Meyerowitz e ho cercato un po' di sue foto... alcune le avevo già viste, altre no. Quella che ho postato sopra mi ha colpito per l'azione del soggetto che lancia via le stampelle, cosa che ha un forte impatto emotivo e un forte carattere simbolico, ma allo stesso tempo incuriosice perchè non è un'azione comune. Ci si chiede chi sia quella ragazza, che problema abbia per cui deve usare le stampelle, e per quale motivo le getti via in quel momento.. si sarà buttata a peso morto in acqua subito dopo? Poi mi sono chiesto se la stessa foto fatta da più vicino, riempendo il frame solo con la ragazza che lancia le stampelle, avrebbe avuto lo stesso impatto. non sono sicuro della risposta... infatti l'immagine è piena di coprotagonisti che osservano la scena esattamente come noi, e questo rafforza il senso di curiosità, in un certo senso lo legittima perchè ci rendiamo conto che anche loro sono incuriositi dal gesto. Allo stesso tempo ci da contesto: non è una ragazza da sola chissà dove che lancia via delle stampelle, ma è una ragazza che lancia via le stampelle per godersi un bagno rinfrescante al lago... come tutti gli altri. Mi sono chiesto questa cosa anche perchè io quando scatto spesso ricerco scene pulite, minimali, senza troppi elementi.. insomma, tranne qualche eccezione non scatto molte scene affollate, e forse uno scatto del genere se l'avessi fatto io l'avrei cestinato dicendo "peccato che non ero più vicino". A questo proposito c'è da dire che se è "difficile" (ci vuole un po' di allenamento e istinto) togliere elementi di disturbo da una scena e tenerla "pulita", è molto molto più difficile avere una scena affollata in cui tutto, o quasi, abbia senso... in cui i vari elementi "di contorno" al soggetto non distraggano da esso ma vi interagiscano e lo rafforzino. Proprio dell'interazione tra vari elementi do una scena parlava Meyerowitz in questa intervista (e diceva di amare la leica perchè con un occhio poteva comporre e con un altro guardarsi attorno e "predire" la scena). In realtà non sempre sono in grado di dire perchè un'immagine mi colpisce. La spiegazione qui sopra è un tentativo di giustificare e razionalizzare un istinto. |
| inviato il 16 Agosto 2015 ore 2:08
Hai ragione probabilmente il gesto.prende valore per ambientazione. Forse con inquadratura più stretta perderebbe parte della sua forza. Concordo quando dici che è più facile aver foto.pulita piuttosto che tanti elementi collegati da una logica |
| inviato il 16 Agosto 2015 ore 6:16
S |
| inviato il 16 Agosto 2015 ore 8:38
Mi sembra che una caratteristica comune a buona parte delle foto viste è che non sono tecnicamente perfette, anzi molte sembrano addirittura sbagliate. Evidentemente l'emozione che trasmettono non è legata alla qualità pura dell'immagine |
| inviato il 16 Agosto 2015 ore 22:01
 Discussione interessante.. Per me questa!! Quando avrò 5 min. posterò anche il motivo del perché mi ha così colpito. Ciao! Pietro |
| inviato il 18 Agosto 2015 ore 0:01
 Rodney Smith. In assoluto il mio fotografo preferito, quando l'estetica predomina passando in secondo piano, una dicotomia inarrivabile di costruzione e della sua decostruzione davanti al significato. |
| inviato il 18 Agosto 2015 ore 15:42
 Alexey Titarenko fotografo russo. Faccio lo scarica barile, dite voi (se volete) perché vi colpisce, se vi colpisce. |
| inviato il 18 Agosto 2015 ore 16:37
Strepitosa la marea umana che ribadisce l'indeterminatezza e la vacuità dell'esistenza umana. Complimenti Andrea GI Ne posto una di Robby Muller, più che la fotografia mi ha sempre colpito l'abilità del fotografo di giocare con la luce naturale e con la telecamera, come se fosse una macchian fotografica. Quasi tutte le sue inquadrature, non a caso, sono caratterizzate da una marcata staticità (direi alla Mailck per intenderci).
 Parliamo di un direttore della fotografia, ma il concetto è il medesimo. |
| inviato il 18 Agosto 2015 ore 16:54
Ho molto apprezzato questa discussione, assieme alla prima parte. In tutte le foto riesco bene o male, gusti o non gusti, a cogliere qualcosa. Invece in quella di Luigi Ghirri, chiedo scusa, proprio non riesco a leggere nessuna forza comunicativa nello scatto. Qualcuno potrebbe darmi un suo punto di vista sul messaggio dello scatto? Neanche io riesco ad apprezzarlo appieno. Mi riferisco alla foto della bambina nella strada deserta. |
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