user53566 | inviato il 19 Febbraio 2015 ore 20:19
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| inviato il 19 Febbraio 2015 ore 20:58
Sono finalmente riuscito a leggervi tutti! Sono d'accordo con Falena. Non si tratta di stabilire cosa sia più "alto" tra il B&N ed il colore. Per me ci sono pari, magari diverse (ma non ne sono tanto sicuro), possibilità espressive. Potrei citare autori contemporanei che usano il colore e non mi sembra che non "parlino all'anima", giusto per usare una frase uscita qui. Per capirci andate a vedervi (basta Google per ora!) i lavori di Gregory Crewdson o Jeff Wall o Andreas Gursky. Dato per acquisito di avere due possibilità espressive (colore e B&N), a mio giudizio, di pari dignità, la domanda che ponevo era: perchè avete scelto il B&N? Solo per tutte quelle caratteristiche, che bene avete descritto, e che tutti riconosciamo a questa tecnica? Non potrebbe esistere una sensibilità nella nostra percezione che viene prima di pensare a tutte queste cose? L'impalcatura, le basi della nostra espressività, sono costruite con travi bianche, nere e in sfumature di grigio (non 50 per carità )? Queste domande non hanno risposta se non quella che ciascuno di noi può forse riuscire ad afferrare indagando la propria sensibilità. Ma non è il caso di addentrarci nella teoria della percezione. Il mio intendimento, quando ho scritto l'introduzione a questa discussione, non era di ricevere o dare delle risposte esaustive. Mi premeva invece invitarvi ad una continua riflessione su ciò che andate a fare. Non accontentatevi mai delle prime risposte: "perchè mi piace di più, perchè è più drammatica etc". Cercate sempre cosa c'è "oltre" i vostri stessi pensieri. Ho letto diversi passaggi sulla previsualizzazione. Ne scriverò qualcosa appena trovo il tempo. |
| inviato il 19 Febbraio 2015 ore 21:47
Secondo me il punto chiave sta nella sensibilità che nutriamo, come esseri umani, nei confronti del contrasto e dell'assenza. Il B&N esprime al meglio il contrasto, cosa che con i colori da un punto di vista espressivo è molto più complessa, che nel B&N sono assenti. Nel B&N quello che vediamo è solo la luce, come questa si adagia sui soggetti, li sfiora, li brucia. Come fotografi, cosa ci può essere di più intrigante? Lampi di luce che irrompono in una scena tracciandone i tratti salienti, lasciando la nostra mente libera di costruire e immaginare quello che non si vede, come un quadro di Caravaggio. Alla nostra mente piace avere qualcosa da immaginare: il mondo svelato diventa banale. |
| inviato il 19 Febbraio 2015 ore 23:05
Mi autocito “ i maestri riescono a fare quello che vogliono a prescindere... „ quindi probabilmente hanno ragione sia Falena che Jeronim: da un lato non possiamo affermare con sicurezza la superiorità di un metodo rispetto all'altro, tuttavia ciascuno di noi ha elaborato nella propria "forma mentis" dei meccanismi che indirizzano la sua particolare sensibilità. Chi riesce a superare questi meccanismi e ad affrontare colore e B&W con altrettanta forza è più avanti degli altri; personalmente, nonostante negli ultimi anni mi sia dedicato principalmente al colore, non riesco ancora a slegarmi da una preferenza per l'immagine monocromatica, non tanto nell'osservazione delle foto di altri, ma nella soddisfazione o nella delusione che provo di fronte alle mie |
| inviato il 20 Febbraio 2015 ore 10:17
Personalmente, sono concorde sul fatto che colori e b/n abbiano pari dignità. Nel mio intimo però il b/n appesantisce l'immagine, mi angoscia un po', non è una regola di lettura ma un fattore irrazionale. Amo cmq guardare le foto in b/n ma automaticamente inizio a percepire un po' di angoscia, di pesantezza..... |
| inviato il 20 Febbraio 2015 ore 10:47
Ho iniziato a scoprire il B&N quando ancora ragazzino aiutavo un fotografo (parente e amico) nei lavori che faceva per gli architetti, ho imparato ad amare gli odori degli acidi e il veder apparire pian piano l'immagine che andava ben oltre lo scatto. Purtroppo non ho avuto il cervello (a 16 anni non è inconcepibile) per continuare quella strada e forse, col senno di poi, è andata bene cosi... Ultimamente ho iniziato a riscoprire il B&N esclusivamente per un fattore di piacere personale, ammetto che faccio ancora molta fatica a pensare in B&N in fase di scatto, e sto cercando di affinare la tecnica in camera chiara. Al contrario di Paco il B&N mi stimola sensazioni positive, mi piace molto cercare la matericità delle strutture e delle cose, il vissuto delle persone (occhi, rughe, gesti) lasciando da parte l'impronta del colore che potrebbe involontariamente contrastare con quanto l'immagine racconta. Ora non mi resta che capire cosa voglio raccontare con le mie immagini...per il momento guardandole faccio purtroppo molta fatica a capirlo |
| inviato il 20 Febbraio 2015 ore 11:03
Ma non ci stiamo dimenticando una cosa, e cioè il "gusto" ? Non è un po' come scegliere il colore di un'auto nuova ?: perché l'hai presa gialla ? perché mi piaceva gialla e me ne frego di tutto il resto, oppure l'ho presa grigia, mi fa ca@@re, ma mi hanno detto che è più facile da rivendere ... nel primo caso seguo il gusto, nel secondo mi tappo il naso (anzi gli occhi) e accetto un compromesso basato su un'opportunità commerciale. E' il gusto personale che determina la scelta, dice bene Paco “ Nel mio intimo però il b/n appesantisce l'immagine, mi angoscia un po', non è una regola di lettura ma un fattore irrazionale „ , quello che descrive è il gusto che è, per definizione, irrazionale. La scelta di cui parliamo non può prescindere dal gusto personale perché è anche attraverso questo che ci esprimiamo nei confronti degli altri, dal modo di vestire al modo di fotografare. Scegliere in deroga al proprio gusto significa in qualche modo piegarsi a logiche esterne e di opportunità. Non che sia sbagliato, intendiamoci, ma questa è la differenza tra chi scatta per lavoro e chi può permettersi di scattare solo perché gli piace farlo. |
| inviato il 20 Febbraio 2015 ore 11:59
@L'occhiodelcigno “ ... se intendi come concerti dal vivo, dipende dallo spettacolo !!! ... l'opera lirica è uno degli spettacoli artificiali più affascinanti che si possano vedere oltre che ascoltare: se la riprendo con una telecamera in Bianco e Nero e la trasmetto ad una TV in BN e con "l'audio della TV" ... beh, se non è un sacrilegio questo ... Eeeek!!! „ Lo stesso si potrebbe dire per un concerto di James Brown, tanto per fare un nome @Locchiodelcigno “ Peppe, cosa c'entra James Brown ??? (che adoro) sto parlando della scena, delle luci, delle quinte, della scenografia, della profondità, della sensazione teatrale, dello spettacolo, dei colori !!!! ... dei colori delle luci !!!! ... non del colore della pelle dei cantanti MrGreen „ Tralasciando l'ultima tua frase sul colore della pelle delle persone.... Mi sembrava di essere stato chiaro, ma... secondo te un qualsiasi altro concerto dal vivo ripreso in BN, trasmesso in tv in BN, con l'audio del tv non ne esce mortificato????, o dobbiamo anche fare le classifiche della mortificazione??? Se poi vuoi per forza polemizzare... io non ne ho proprio voglia. Dai, ritorniamo a parlare di fotografia!! |
| inviato il 20 Febbraio 2015 ore 12:00
“ Se quel critico volesse perdere tempo con le mie foto e mi chiedesse perché prediligo il bianco e nero al quel critico risponderei perché mi emoziona di più. A questo punto se fossi in quel critico domanderei: perché ti emoziona di più! Caspita, bella domanda!! Provo a rispondere.......accetto la sfida!! Il bianco e nero sottrae, rimuove il colore. Il colore distrae l'attenzione di chi osserva dagli altri elementi della foto. Sottratto l'elemento colore la foto diventa immediatamente più tridimensionale. Le forme, la trama, i contorni assumo un valore nuovo. Amplificato. Tutti i particolari assumono importanza. Il contrasto ora diventa il padrone assoluto dell'immagine e bianchi diventano vapore e i neri pece. Ora invece è una luce una luce leggera che domina creando mille sfumature di grigio. La realtà si trasforma in una interpretazione della realtà. Ne prende le distanze e allo stesso tempo la rende più reale che mai. E' la realtà di chi ha fatto la foto. L'unica possibile in una foto. Tutto questo mi emoziona. „ Pari pari a quello che penso io. In più aggiungo.. L'essenzialità. Cioè, la mancanza del colore fa si che rimanga l'essenziale (stile ZEN). |
| inviato il 20 Febbraio 2015 ore 12:02
Purtroppo non ho molto tempo, non riesco a leggere tutti i post, perciò mi spiace se ripeto un concetto già espresso in precedenza. Ritengo che il BN sia più universale, nel senso che abbatte non solo le barriere del gusto personale sui colori, ma i limiti fisici di ognuno di noi; un daltonico, per prendere l'esempio più banale, avrà una percezione diversa di certi colori e quindi il significato di un'immagine, con magari un colore dominante, gli giungerà in maniera differente dall'intento dell'autore. Sarebbe un discorso molto più lungo, ma davvero purtroppo non posso approfondire di più. Ciao Luca |
| inviato il 20 Febbraio 2015 ore 12:54
Per quanto mi riguarda faccio davvero fatica a previsualizzare un'immagine in bianco e nero? sarà che provengo da 30 anni di diapo, o sarà semplicemente perché la foto a colori la sento più immediata, più facile? Scatto anche perché attratto da una particolare combinazione di colori.. Togliere il colore da ciò che vedo mi fa davvero fatica. Per contro, non chiedetemi perché, ma le foto che mi hanno maggiormente emozionato/commosso erano in bianco nero, e non parlo di ritratti di bambini poveri o simili ma di paesaggi. Ciao |
| inviato il 20 Febbraio 2015 ore 16:59
Ho riletto quanto richiesto da Jeronim e mi sono reso conto di non aver risposto. Io cerco sempre di valutare qual è lo scopo della comunicazione, il colore aggiunge forza al messaggio? Distoglie dal soggetto? Serve a rendere un'atmosfera particolare? Gioca un ruolo fondamentale nella composizione? Rafforza il gioco grafico o lo rende più confuso? Si potrebbe andare all'infinito, molte sembrano osservazioni banali, i casi sono infiniti e le domande poste variano da genere a genere; nell'avifauna, per motivi documentaristici, difficilmente vedremo del BN, fatta eccezione per le immagini con una valenza artistica o presunta tale; nella foto di architettura viene usato più spesso, per spingere maggiormente l'attenzione sulle strutture e i loro volumi. Il continuo allenamento a previsualizzare e a verificare il risultato finale ci può portare a comprendere l'aspetto tecnico, ma cosa vogliamo dalla nostra immagine deve essere il risultato di una serie di domande a noi stessi: cosa? Perché? Ha senso? Insomma torniamo alla foto ragionata, che non vuol dire aspettare mezz'ora prima di scattare, ma abituare la mente a far divenire automatico un processo che inizialmente può sembrare ostico o, peggio, una perdita di tempo. Questo è quello che faccio da molti anni, spesso mi capita di sbagliare, di convertire in BN in un secondo tempo, senza convinzione, ma questo è il bello della fotografia, poche certezze e sperimentazione continua. Ciao Luca |
| inviato il 23 Febbraio 2015 ore 22:55
Bianco e nero: perchè? Da sempre mi pongo questo interrogativo. Ancora di più mi chiedo perché scatto fotografie. Non riesco a trovare la risposta perfetta che valga per sempre. Ne trovo magari una per ogni sessione o persino per ogni fotografia, ma "la risposta" mai. A volte non me lo chiedo affatto, ogni volta rispondermi è uno sforzo enorme e non sempre raccolgo le energie necessarie. Tornando al quesito di Jeronim: non scatto molto in bianco e nero e non è nelle mie corde. Quando raramente lo faccio, o quando lo vedo fatto da qualcun altro, mi piace farmi venire in mente questo pensiero: Le foto in bianco e nero le penso e le scatto quando ho qualcosa da esprimere, ma con il dono della sintesi. L'idea é quella di dare possibilità, a chi guarda, con un colpo d'occhio, di comprendere subito un messaggio. Nell'espressione del bianco e nero, valutandone la bontà, applico spesso una verifica che ho rilevato con riferimento ai versi delle poesie: se colui che legge si accorge che l'elaborazione di un breve verso è durata giorni, tutto è stato inutile (citerei ma non ricordo la fonte..). Credo quindi che la poesia "Soldati" di Giuseppe Ungaretti, se fosse una fotografia, sarebbe senz'altro un bianco e nero; questo per intenderci. A colori, il genere a me più congeniale, è la prosa; quella dei racconti con le descrizioni ampie e particolareggiate, dense a volte anche di quel bel parlare che usa la retorica quanto basta affinché ci si perda più nel viaggio che nella meta. Credo questo al punto che, nelle foto a colori, del messaggio a volte si possa fare a meno, basta il viaggio appunto. Forse può essere così, i versi in bianco e nero; a colori i racconti. Naturalmente secondo la mia idea. Sulla pre-visualizzazione non sono convinto ci sia una regola aurea per cui si deve vedere prima dello scatto: a mio parere dipende. Sempre parafrasando lo scritto e lo scrivere: a volte, a seconda della necessità, un concetto che in un primo tempo pareva utile esser espresso in breve, poi preferiamo approfondirlo e lo frazioniamo e lo svisceriamo. Capita anche il contrario, di racchiudere cioè in poche frasi, a volte solo una, breve, persino una totalità di sentimenti. Son perciò convinto che "rivedere" uno scatto inizialmente a colori, o dapprima in bianco e nero, possa capitare e qualche volta produrre anche migliori esiti rispetto all'intenzione iniziale. Meno che mai imprigionerei la creatività al solo momento dello scatto. “ spesso mi capita di sbagliare, di convertire in BN in un secondo tempo, senza convinzione, ma questo è il bello della fotografia, poche certezze e sperimentazione continua „ Cit. Landerjack (prima di me) Dipende da cosa si ha da dire, come lo si vuol dire e quando. Seguo la discussione. Un saluto. |
| inviato il 24 Febbraio 2015 ore 0:18
A grandi linee io credo che la differenza sostanziale tra la fotografia a colori e quella in b/n sia, che la prima e' nella quasi totalita' una mera riproduzione della "realta'" mentre la foto in b/n anche la piu' banale e' una interpretazione della "realta'" . Fatte salve le dovute eccezioni di quelle foto a colori dove l'elemento colore svolge una funzione significante e non meramente connotativa. Questa lettura e' solo un piccolo contributo che si aggiunge agli altri. |
user19058 | inviato il 24 Febbraio 2015 ore 14:41
il B/N? non so cos'è, non so perché. E non lo so da quando nel lontano 19.. (meglio non dirlo) ho infilato il primo foglio di carta Ilford nel rivelatore e - non sapendo bene che fare - ho acceso la luce del bagno per dare una controllata, che con la gialloverde non ci capivo nulla. Figuriamoci se lo so adesso, che dopo aver passato anni a scattare Kodachrome, Velvia, Provia sottoesposte alla ricerca di colori saturi e brillanti, aver cambiato ottiche di praticamente ogni marca esclusa Pentax (non uccidetemi, per carità!!!). Pensavo poi di cominciare a capire quando studiavo AA e il Sistema Zonale, applicandomi ad applicarlo agli scatti fatti con un banco ottico trasportato a spalla sui sentieri delle Orobie (solo una volta, per non farlo mai più!). Non è vero. Non l'ho ancora capito. Franco, non credo che gli occhi vedano prima in BN e poi aggiungano colore, ma l'idea è affascinante anche se la fisica ci dice che il colore è la banda riflessa da un oggetto, quindi se l'occhio non conosce il rosso come può il cervello ricostruirlo? Quando guardo le foto in BN, ad esempio della Battaglia, è come se quel morto sparato steso per terra fossi io, e sento il dolore dei proiettili che mi hanno trapassato; viceversa una foto similare ma a colori (che è esteriormente ben più violenta) mi distraggo a guardare il colore del sangue, o la scarpa persa nella inutile fuga, o che altro, ma NON CI SONO IO LI' DENTRO, contrariamente al BN. Al circolo fotografico stiamo appunto preparando una mostra in BN, e sto sperimentando la sofferenza di dare ad ogni fotografia la giusta quantità di neri con dettaglio, di luci con trama, di toni - HK o LK che siano. Ecco, il BN richiede perfezione (al netto dei contenuti- ovvio) perché non lo aiuta il colore, non ti puoi allontanare dalla verità, dalla tua coscienza che dice: "non è buona". Mi spiace di non poter essere più costruttivo: sto ancora imparando e non sono preparato, anche a scuola mi hanno buttato fuori con un punteggio vergognoso. Ma una cosa mi sento di suggerire: non fate MAI una foto in BN per salvarne un'altra a colori che non vi soddisfa, non offendete la Fotografia. |
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