| inviato il 19 Novembre 2014 ore 8:26
Bello il link sui viaggi lunari, ciao |
| inviato il 21 Novembre 2014 ore 11:21
Buondì, scusate se sono sparito dalla circolazione, per qualche giorno sono stato impegnato. Grazie a tutti degli interventi, mi sembra che stia venendo una discussione interessante! |
| inviato il 21 Novembre 2014 ore 11:28
Volevo però precisare alcune cose... intanto, la questione che volevo porre non era se la fotografia possa non essere soggettiva, l'interpretazione del fotografo è qualcosa che davo per scontato... poi che scrivendo "realtà" non intendevo "verità", spesso le due cose vengono confuse, ma con realtà intendevo solo l'essere materiale del soggetto... Come mi è venuto in mente di fare questa domanda? Guardando delle foto insieme ad altra gente (su questo sito tra l'altro). Nello specifico di paesaggio, spesso qualcuno commentava "bella sì ma c'è photoshop" con mia conseguente irritazione... il loro puntiglio però non era per dire che fosse facile fare belle foto con ps, ma che si ottenessero risultati "non reali", magari in qualche misura plausibili, ma non rispondenti a quello che si può osservare ad occhio nudo da quel luogo. E questo in effetti è vero. Ovviamente io non ho mai pensato che sia "sbagliato" usare strumenti di post produzione, o avere un approccio pittorico alla fotografia. Però ho provato ad entrare nel loro punto di vista, ed effettivamente era difficile apprezzare un tramonto marino che, nel posto fotografato, non potesse mai essere esistito. Spesso sul forum ho letto risposte piccate a chi faceva notare questo all'autore, che tendenzialmente rispondeva "ma è la mia visione". Vero, giustamente c'è una componente di "visione personale", ma l'oggetto della fotografia è esistente indipendentemente dall'immagine. Quindi? quindi la fotografia non è la pittura, non è una visione del fotografo, ma uno strumento che raccoglie la luce, che è bella tangibile, e la riporta, filtrata dai due media (macchina e azionatore compulsivo di otturatori), ma semplicemente la riporta, non la "inventa". Dunque l'idea che, ad esempio in un paesaggio, si possa ricercare la verosimiglianza non è affatto strana (al pari dell'opposto). [ALT: so già che qualcuno sta pensando che comunque non si può ottenere il colore reale, la reale esposizione percepita dall'occhio, ecc... ecc... ma io sto parlando di approccio filosofico, non di micro sfumatura. Non solo, ma è severamente vietato il sofisma che "anche l'occhio raccoglie la luce e la trasferisce al cervello che trasmette l'idea alla mano del pittore", pena la lettura di tutto Nietzsche in lingua originale e successivo riassunto al sottoscritto ] Visto che a me personalmente spesso piace un tipo di fotografia che ha poco a che vedere con l'oggetto reale, mi sono chiesto se la differenza, che è sostanzialmente solo filosofica (per come la vedo io non è una questione tecnica), non avesse un'influenza anche sul modo di giudicare la foto (per esempio). Per questo volevo fare la domanda, per capire se qualcuno ha una visione più critica dell'approccio "tutto soggettività", che non ha nulla di sbagliato, ma mi pare troppo semplicistico... |
| inviato il 21 Novembre 2014 ore 12:09
Riguardo alla sola obiezione: “ Guardando delle foto insieme ad altra gente (su questo sito tra l'altro). Nello specifico di paesaggio, spesso qualcuno commentava "bella sì ma c'è photoshop" con mia conseguente irritazione... il loro puntiglio però non era per dire che fosse facile fare belle foto con ps, ma che si ottenessero risultati "non reali", magari in qualche misura plausibili, ma non rispondenti a quello che si può osservare ad occhio nudo da quel luogo. E questo in effetti è vero. „ Puoi prendere lo stesso gruppo di persone e guardare un qualunque caposaldo della fotografia a scelta, che sia Capa, HCB, W.Eugene Smith, Lange, ecc ecc ecc e, appurato che nessuno solleverà obiezioni alla foto proposta in quanto caposaldo intoccabile, chiedere se per caso il mondo che vedono è in bianco e nero. Banale come punto di vista il mio, lo so, ma smonta in origine il ragionamento sulla corrispondenza foto/occhio nudo. (attenzione, poi il discorso prenderà una deriva incontrollabile sul fotoritocco e la sua liceità e quindi metti su il caffè e preparati perchè sarà una lunga notte) |
| inviato il 21 Novembre 2014 ore 12:13
"Patatine, pop corn, bibite, birra..." Almeno tiro su un po' di soldi! |
| inviato il 21 Novembre 2014 ore 12:20
Paesaggio. Uno dei capisaldi del genere e universalmente riconosciuto come tale, è Ansel Adams. Faceva pesante postproduzione (ovviamente pari a quanto permesso dalla camera oscura, ai suoi tempi). Scattava in bianco e nero. Quindi, nelle sue foto c'è corrispondenza con quello che vedeva il suo occhio nudo? |
| inviato il 21 Novembre 2014 ore 12:26
In un regolamento di una mostra compare questo “ ""La mostra sarà dedicata alla vera fotografia, per illustrare degnamente i progressi ottenuti a livello tecnico e il ruolo che al momento quest'arte svolge". A questo fine, non sono ammesse fotografie ritoccate, ma solo quelle ottenute senza artifici o altri "trucchi"." „ Chi indovina di che anno è questo regolamento?? Non sono uscito di testa, c'è un perché alla base di questa citazione:D |
| inviato il 21 Novembre 2014 ore 12:40
Sarà dei primi decenni del 1900, probabilmente |
user42060 | inviato il 21 Novembre 2014 ore 12:52
Discussione molto bella e sicuramente dai molti spunti ed opinioni. Personalmente considero la vera fotografia un modo personale di rappresentare la realtà e se questo deve avvenire, secondo l'autore, avvalendosi anche di un post produzione spinto sono più che daccordo. Il risultato finale o per meglio dire: la visione finale dell'artista, può essere apprezzata o meno. L'occhio del fotograto è qualcosa di complesso e non tutti vedono la bellezza allo stesso modo. Mi ritrovo con quanto detto sopra: “ "Ceci n'est pas une pipe" (questa non è una pipa), ovvero ciò che vediamo in un'immagine non è l'oggetto/soggetto/realtà ma solo la rappresentazione di un oggetto/soggetto/realtà. „ |
user46920 | inviato il 21 Novembre 2014 ore 13:03
Dei nostri giorni, Nicola ... il termine "ritoccare" mi riporta qui nei dintorni ... se ha ragine Bzanna, la traduzione è troppo soggettiva |
| inviato il 21 Novembre 2014 ore 13:23
“ la traduzione è troppo soggettiva MrGreen „ Può essere, ma rappresenta però la realtà del libro in cui è presente , per la precisione: Marco Scataglini. "Il fotografo non si annoia mai: Idee, riflessioni e aneddoti sulla fotografia" Per la data è il 1864 il che significa che erano passati solo 25 anni della nascita ufficiale della fotografia(non dalla prima fotografia)... E precisamente è il regolamento rilasciato dal Council of Photographic Society di Londra per la sua Esibizione Annuale Tutto questo discorso per dire: se già dal 1864, ma credo già dai lavori Rejlander intorno al 1857, i fotografi si fanno "se..e mentali" su sta cosa e in 150 anni non hanno trovato una risposta... Non vale la pena di preoccuparsi solo di di cercare di esprimere qualcosa con le proprie foto?? Tanto non piaceranno mai a tutti dato che gli invidiosi, i tecnici, i puristi,i moralisti, i perbenisti, gli ipocriti e i provocatori ci saranno sempre e qualcosa da dire lo troveranno |
user46920 | inviato il 21 Novembre 2014 ore 13:58
"La mostra sarà dedicata alla vera fotografia, per illustrare degnamente i progressi ottenuti a livello tecnico" ... lo stesso della National Geo , improntato sulla realtà fotografata !!! Spesso si confondono i termini e/o si mescolano gli "elementi" in maniera spropositata: l'Arte è un argomento molto vasto, che può raccogliere anche la vera fotografia, oltre la pittura, la scultura, la musica, ecc. “ ... quindi la fotografia non è la pittura, non è una visione del fotografo, ma uno strumento che raccoglie la luce, che è bella tangibile, e la riporta, filtrata dai due media (macchina e azionatore compulsivo di otturatori), ma semplicemente la riporta, non la "inventa". „ ... io aggiungo che l'immagine sulla Retina vista dall'occhio, è reale: riflette la realtà proprio come l'immagine sul sensore. Il discorso comincia dopo (post registrazione) ed è qui che c'è il Bivio per cui una strada continua sulla "Fotografia" e l'altra porta alla "Pittura". Secondo me, quello di cui parla Averroè, non è tanto la differenza tecnica, ma più filosofica o mentale, della scelta sulla strada intrapresa (è pura interpretazione mia-personale : magari sto sbagliando ) |
| inviato il 21 Novembre 2014 ore 14:22
“ non è tanto la differenza tecnica, ma più filosofica o mentale, della scelta sulla strada intrapresa „ Che però si riduce ad una scelta personale non ci sarà mai una strada "generale"... Per cui credo che ognuno dovrebbe fare quello che ritiene meglio per lo scopo della foto e della trasmissione del suo messaggio:) |
| inviato il 21 Novembre 2014 ore 14:23
Amen |
user46920 | inviato il 21 Novembre 2014 ore 16:40
E chi ha vietato qualcosa ??? ... sarebbe sufficiente chiamare le cose "tecnicamente" con il proprio nome ... "filosoficamente" non so come interpretare le cose !!! Filosofia è un termine che ha come significato etimologico "l'affinità con la logica" ... "interpretazione" al tempo di Platone, ma oggi siamo andati sulla Luna e tante cose le sappiamo usando la Logica della Realtà, non certo coi "forse" e con i "secondo me" !!! ma anche questo è un mio pensiero e quindi è soggettivo ... |
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