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Sony A7, Fuji X-Pro, Canon, Cartier Bresson e...blasfemie


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avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 18:22

Mha... quando ci sono i dogmi di mezzo non c'è scampo.

Capa probabilmente perse le foto più memorabili della storia per colpa di una tecnologia inferiore alla nostra, è una verità ovvia. Se avesse avuto una fotocamera odierna le avrebbe salvate tutte e avrebbe scelto le migliori.
Non c'entra un fico di quanti mp sarebbero state e se fuoco o meno, ma ci sarebbero state; non migliori o meno, o meno significative o sensazionali. Le avrebbe avute; e non è che se perdi un evento del genere ci torni il mese dopo che fanno la replica eh.

user24904
avatar
inviato il 06 Marzo 2014 ore 18:23

@Ponzio, ma almeno del terzo... di Henri , ti frega qualcosa o neanche di lui poraccio?

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 20:18

Ragazzi ma questo discorso è applicabile a qualunque hobby !
Quanti di noi non hanno mai incontrato qualcuno sulle piste da sci con un'attrezzatura costosissima che va giù a spazzaneve ? Quanti tennisti usano la stessa racchetta di Nadal e prendono delle suonate tremende dal vecchietto con la Spalding di 25 anni fa che però sa giocare ? Quanti motociclisti hanno 150 CV sotto il cxxo e le curve le fanno a 20 all'ora perché hanno paura a piegare ? L'elenco può essere infinito ...
Il feticismo legato ai propri hobby è qualcosa di scontato proprio perché parliamo di passatempi. Chi invece usa un'attrezzatura qualunque per portare a casa la pagnotta sta bene attento a cosa compra e perché e state certi che non cambia la reflex solo perché ne è uscita una più migliore, la cambia se può portargli più clienti e/o chiedere parcelle più salate ;-)

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 21:42

Io credo che il mezzo sia un mezzo, e basta.
Capa probabilmente sarebbe stato contento di avere una macchina tropicalizzata durante lo sbarco, ma tutto ciò non gli ha impedito di essere là.
La vera differenza fra Capa e il resto del mondo è questa: che Capa era là, con una macchina che a questo punto chisenefrega se era tropicalizzata. Capa era là. E' questo che ha fatto la differenza fra lui e gli altri.

Bresson ritraeva manichini spogli guardando alle varie correnti surrealiste chisenefrega con che macchina lo faceva.

Domani, quando prenderà una qualunque macchina fotografica in mano, un fotografo si chiederà: cosa voglio dire, come lo voglio dire e perché.

Insomma, la vedo così.


avatarjunior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 22:14

Forse perchè in qualche modo inizio a pormi la domanda: cosa vorrei esprimere con una fotografia ? mi trovo in parte in accordo con Pierfranco. La fotocamera è un mezzo che mi permette di cogliere un attimo. Un'immagine. E, almeno personalmente, sogno di poter un giorno riuscire a scattare una foto che permetta a chi la osserva di "sintonizzarsi" su un mio pensiero, una mia sensazione, un mio modo di vedere un paesaggio, una persona, la mia scelta di cogliere una situazione piuttosto che un'altra...

Ciodetto, ritengo altresì che la tecnologia aiuti. Perlomeno io ho sempre lavorato in digitale, non conosco dunque l'epoca della pellicola o periodi in cui una data macchina fotografica rimaneva attuale per tanti anni. Se penso alla mia prima D70 e guardo i file che produceva comparandoli con quelli della mia attuale 6D non posso che notare il grande progresso. E, ovviamente senza esagerazioni e in linea con quanto posso permettermi di dedicare a questo mio hobby/passione, cerco di prendere il meglio che la tecnologia può offrire. Cercando al contempo di non "esagerare" dietro a un fotogramma in più al secondo o a quache centinaio di ISO in più liberi da rumore. Quando però il salto tecnologico è evidente se posso....ne approfitto.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 22:23

Quoto Meghisti, un professionista che lavora con la sua attrezzatura sa ciò che gli serve veramente e ci pensa molto bene prima di spendere soldi per aggiornare la fotocamera, per chi invece la fotografia è un passatempo, è chiaro che si entusiasma di più per le migliorie di un nuovo modello.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2014 ore 23:20

Capa era un grande fotografo e ha avuto il fegato di andare in posti incredibili in situazioni incredibili (e ci è anche morto).
E mi sembra un vero peccato che per i limiti della tecnologia uno dei suoi lavori più memorabili sia stato azzoppato in modo osceno. Il mezzo conta perché a parità di bravura spesso e volentieri ti permette, o ti porta a casa in qualche modo, lo scatto che altrimenti avresti perso.

Poi si può tirare il discorso come la trippa e dire che "chissenefrega" ma vorrei vedere voi dopo lo sbarco in Normandia venire a sapere che ops... i rullini sono andati a putt... Io penso che in quel momento ve ne fregerebbe molto, ma proprio tanto.
E qui non si parla di bravura, di filosofia, di visione; si parla di limiti tecnici, banali. Ma che esistono e ti fottono anche se ti chiami Capa o HCB. Se nel momento fuggente hai finito il rullino che fai? scatti con il pensiero? se la macchina non è tropicalizzata e dentro ci trovi i rospi che fai? se ti casca il rullino nelle cascate del Niagara che fai? ti tuffi?
Perché hai voglia a dire di filosofie, ma se poi nel momento fatidico la macchina mi molla sono come un pilota di formula uno con la benzina finita; fermo, zitto e incazzato.

avatarsenior
inviato il 07 Marzo 2014 ore 0:33

L'altro giorno leggevo della vita di Henry Cartier Bresson, e pensavo.

Io sto leggendo Get the Picture: a Personal History of Photojournalism di John Godfrey Morris, photoeditor di Life, direttore della Magnum, ecc.... Lo consiglio a tutti. Ci sono storie di fotografie che non sarebbero state mai scattate senza l'avvento di quelle piccole fotocamere tedesche... Eh sì, la tecnica ha condizionato eccome la storia della fotografia!
Non smetterò mai di stupirmi del fatto che c'è chi si entusiasma perché una macchina fotografica mette a fuoco in qualche decimo di millisecondo in meno di un'altra.
E che pensi subito dopo che quello sia uno strumento da possedere ad ogni costo.
Così come non smetterò mai di stupirmi per coloro che continuano a saltare da un corpo macchina ad un altro, solo perché il secondo è di progettazione più recente.
Mi immagino sempre che si aspettino di ricevere una certa linfa vitale e creativa dal nuovo corpo macchina, che rinvigorisca in loro un entusiasmo assente oppure una voglia affievolita.

Cosa c'è di così riprovevole nella passione per la tecnologia? Con molta serenità ti posso dire che, se me lo potessi permettere, vorrei averle tutte le macchine fotografiche: mi piacciono e mi piace l'idea di sceglierne una diversa ogni giorno, di avere le mie preferite, di soddisfare anche la più banale delle curiosità. Questo non mi fa sentire meno "impegnato" di chi usa da anni una vecchia fotocamera tirando fuori dei capolavori. Non ci devo per forza mettere la razionalità nella passione. Infatti la chiamiamo passione.
Come se anni fa non si facessero belle foto. Come se oggi qualcuno riuscisse a produrre capolavori che in passato non erano producibili.

In certi ambiti è così. Per esempio, non esistono fotografie di certi sport indoor dei tempi della pellicola paragonabili alla bellezza di quelle che si realizzano da quattro o cinque anni a questa parte. Parlo di qualcosa che conosco, ovviamente, di ginnastica ritmica. Ma non avremmo neppure la nitida testimonianza di imprese come quella di Felix Baumgartner senza le GoPro Hero 3 HD...
Henry Cartier Bresson pensava ai surrealisti, all'inizio degli anni trenta. Pensava a cosa mettere dentro ad una foto, fosse anche solo la vetrina di un negozio, un manichino svestito, oppure lo sguardo fra due passanti o un ciclista in movimento. Pensava al perché mettercela, a cosa avrebbe voluto dire, attraverso quello scatto, e perché e come avrebbe voluto dirlo.
Poi si è dato al reportage, anche lì perché aveva cose precise da dire e sapeva come voleva farlo. Ha prodotto capolavori e scritto la storia della fotografia con mezzi che oggi nessuno di noi immaginerebbe neppure di dover prendere in considerazione.

E allora? Potrei citare un altro maestro della fotografia, uno di quelli che hanno scritto la storia della Fotografia, che ha sfruttato il massimo della tecnica e della tecnologia a sua disposizione per enfatizzare la sua arte. Ansel Adams. Henri (con la i normale) faceva reportage: ovvero il genere dove la qualità tecnica è meno che mai decisiva. Allora come oggi: hai visto le foto dei morti ammazzati di Kiev? Ti sei per caso chiesto con che macchina sono state scattate? No. Diversamente, un ritratto di Martin Schoeller non avrebbe lo stesso impatto se fosse scattata con una macchina di piccolo formato... Ma stiamo parlando di grandi fotografi, che hanno scelto lo strumento in funzione di quello che volevano ottenere. Io mi accontento dell'illusione e la alimento così, acquistando la fotocamera che in quel momento mi emoziona di più. Così come ho una Porsche pur non chiamandomi Jacky Ickx (e ovviamente senza saper guidare come lui) o indosso uno Speedmaster senza convincermi che mi servirà sulla luna. Uso la tal fotocamera e mi piace farlo. Mi dà piacere. Dici che non serve? E invece io ti dico che serve allo spirito. Non sono HCB, ma non sono neanche San Francesco...
Messa a fuoco a mano, pellicole chimiche da 100 ASA, assenza di display, esposizione manuale, niente esposimetro.
Che bestemmie sono mai queste? Come facevano quelli come lui a scattare e stampare roba buona senza la Sony A7, o la Fuji tal dei tali, la Canon "seguotuttoenonlomollo" o anche solo una raffichina sifilitica da 5 fot/sec.
Ho evitato di citare Live View e Focus Peaking per pietà verso il grande maestro, che ho nominato già troppo ed in un modo che rasenta la blasfemia.

Come facevano lo testimoniano i capolavori che ci hanno lasciato. Come avrebbero fatto con quello che è disponibile oggi non lo sapremo mai. Così come non sappiamo quante sono le fotografie che non hanno scattato...
Ironia gratuita a parte, mi scopro a fare questi pensieri.
A chiedermi cosa muova chi oggi fa fotografia.
A chiedermi se è sempre stato così come oggi ed anche in passato c'era chi si affidava al mezzo e basta, oppure a domandarmi quando la fotografia di consumo abbia creato questa tipologia di fotografo, così particolarmente attaccato alla tecnologia, da arrivare ad aspettarsi da essa addirittura un'ispirazione creativa o ad affidare ad essa al sua capacità di scattare.

La passione, l'amore, il sentimento, la curiosità, la sensibilità... ecco cosa muove oggi la fotografia. E poi il talento, quando c'è. Ma vogliamo davvero ammantare di fredda razionalità tutto questo. No, grazie. Sono un uomo e me ne vanto ;-)

P.S.: pare che Capa non abbia fatto un plissé quando seppe che l'emulsione dei suoi negativi s'era sciolta...

avatarsenior
inviato il 07 Marzo 2014 ore 3:52

Alla fine la cosa più importante è inquadrare bene ciò che realmente ci serve.

avatarjunior
inviato il 07 Marzo 2014 ore 4:12

Bella discussione... concordo in sostanza un po' con tutti... Di base tuttavia ho smesso di seguire il forum proprio per l'eccessivo tecnicismo sul lato "hardware" e la conseguente banalizzazione della fotografia che si respira in parecchie sezioni del forum.
Però è una conseguenza della modernità e delle sue prestazioni strabilianti. L'avvento del digitale ha portato con sé una notevole espansione del numero di appassionati rendendo il mercato fotografico davvero un piatto prelibato per il costruttori e rendendo le performance del supporto fondamentali per il successo.
E' un po' come vedere Alonso durante i test con quel rottame efficientissimo dell'ultima Ferrari F14T ottimizzata in ogni sua componente da accurate simulazioni e confrontarlo col grande Ayrton sulla Lotus 97T Turbo da un migliaio di cv mentre danzava tra le pozzanghere dell'Estoril, cambiando manualmente e gestendo la coppia mostruosa del V6 accarezzando l'acceleratore...

avatarsenior
inviato il 07 Marzo 2014 ore 8:09

L'avvento del digitale

L'avvento del digitale - in tutti i settori - ha moltiplicato all'infinito la condivisione : oggi non è tanto l'atteggiamento a essere diverso (e basta leggere una qualsiasi rivista di fotografia degli anni Settanta per capirlo), quanto il fatto che condividiamo molto più facilmente le informazioni. Insomma, il caro, vecchio circoletto fotografico di provincia, frequentato da sei o sette appassionati, oggi è la rete. E tutti i fenomeni ci sembrano ingigantiti...

avatarjunior
inviato il 07 Marzo 2014 ore 8:18

Insomma, è aumentato il numero di persone con la reflex, ma il numero di fotografi è rimasto costante!!! MrGreenMrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 07 Marzo 2014 ore 9:53

Poi si può tirare il discorso come la trippa e dire che "chissenefrega" ma vorrei vedere voi dopo lo sbarco in Normandia venire a sapere che ops... i rullini sono andati a putt...


A me è successa la stessa cosa con una CF, tornato a casa, inserita nel computer ed ops.....

Se nel momento fuggente hai finito il rullino che fai?


E se nel momento fuggente ti appare un bel "memory card full" (cosa che mi succede spesso purtroppo) che fai????

se ti casca il rullino nelle cascate del Niagara che fai?


E se ti casca la CF nelle cascate del Niagara che fai????

Mi sembra che si sia un po' troppo affascinati dal progresso, io non lo rinnego e sicuramente sono più contento di vivere nel 2014 che nel 1914, ma proviamo ad avere uno sguardo obbiettivo sulle cose.

Nemmeno con il digitale hai la garanzia di portare a casa il lavoro, se a Capa fosse caduta la 1dx nell'acqua durante lo sbarco siamo proprio sicuri che non sarebbe successo nulla???

Nel 1990 andai a fotografare in montagna sulla vallata del gr. san Bernardo con la mia yashica fx3 totalmente manuale, insieme ad alcuni miei amici con la Nikon F-801, una delle macchine più avanzate tecnologicamente allora, eravamo a -20° e l'unico che ha portato a casa gli scatti sono stato io, i miei amici con il loro miracolo tecnologico sono rimasti in braghe di tela.

Quindi, vediamo di collocare il progresso nella casella giusta e non ergerlo alla panacea di tutti i mali....

;-)

avatarsenior
inviato il 07 Marzo 2014 ore 10:07

Quoto con triplo carpiato Paco;-)
Oggettivamente se parliamo di risultati, praticità, flessibilità, etc. il digitale vince a mani basse, se però parliamo di affidabilità mi spiace ma l'analogico era su un altro livello, essendo completamente meccanico.

Una analogica meccanica non visualizzerà mai "error 99" sul display!

è un po come confrontare computer-macchina da scrivere o motosega-ascia... con la motosega lavoro molto meglio e più velocemente, se però si rompe mi servono meccanico e ricambi; con l'accetta mi basta una pietra per affilare ed al limite un coltello per rifare il manico se si rompe e ci potranno abbattere gli alberi anche i miei nipoti... con la tecnologia abbiamo guadagnato nei risultati, ma raramente nell'affidabilità, affidata a troppe variabili.

Quello che è successo a Capa poteva molto più semplicemente accadere in digitale, dato che come si può sbagliare uno sviluppo si può allo stesso modo per errore formattare una cf, anzi in generale è più difficile perdere completamente le foto di un rullino (non esiste il tasto cancella;-)) che quelle di una scheda.

Parlando dell'affidabilità delle macchine, sicuramente la 1dx è tropicalizzata mentre una vecchia canon ftb non lo era, se però penetra acqua in una 1dx (tutta elettronica) la macchina si pianta, la ftb funziona anche senza pile ed è tutta meccanica... anche la pellicola se si bagna non muore, a differenza di un sensore.
Una macchina tutta meccanica caduta in acqua e sommersa, al 99,9% una volta asciugata scatterà come prima, la 1dx la butti.
Allo stesso modo con il freddo una macchina elettronica può piantarsi, una meccanica no.

Tutto questo per dire che IO se dovessi scattare qualcosa tipo sbarco in Normandia mi porterei la 1Dx, ma lo farei per la resa e la praticità, non per l'affidabilità.

Parlando di fotografia e non di tecnologia, come dice Pierfranco, quello che conta è cosa si vuole dire, non tanto il mezzo per farlo, tranne che per quei generi in cui la perfezione formale ha un valore fondamentale... certamente se Ansel Adams avesse scattato in 35mm non sarebbe stato Ansel Adams, ma in generale se una foto funziona conta fino ad un certo punto come è stata scattata.
Purtroppo troppo spesso ci perdiamo sugli aspetti tecnici, cambiamo mille macchine fotografiche, ma scattiamo poco.. sembra quasi che la passione sia comprare macchine e lenti e non scattare fotoTriste
Lo dimostrano le macchine vendute usate: macchine professionali (tipo ad es la 1d3) vendute perfette, senza un graffio e con appena 6 o 7.000 scatti in 6 anni di vita.

avatarsenior
inviato il 07 Marzo 2014 ore 10:54

Eh lo sapevo che tanto con i dogmi non c'è nulla da fare.

Se parti per fare un lavoro così delicato non lo fai con una macchinetta da due soldi, ci vai con una ammiraglia; doppia CF che fa backup in modo continuo. Una ti cade e la perdi? hai l'altra. Una si fulmina? hai l'altra. Esaurisci lo spazio? puoi cancellare alcune foto.
In più... non devi cambiare rullino per cambiare gli iso, non devi cambiare il rullino per cambiare da b/n a colore, se ti metti a fare uno scatto complesso puoi vederne il risultato subito e correggere l'errore e la foto appena fatta la cancelli e non si porta via preziosa pellicola.
Sei in una fase concitata e magari pericolosa? l'esposimetro fa il suo lavoro anche se ti fischiano i proiettili sulla testa.
Si potrebbe andare avanti all'infinito, ma è inutile convincere chi crede nei dogmi; ovviamente poi nello zaino hanno macchine digitali.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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