| inviato il 13 Maggio 2025 ore 15:32
Ma occorrerebbe anche dire che… le stampa andrebbero valutate sotto una fonte di luce certificata per K e luminosità. Mi è capitato di stampare in un laboratorio che alla consegna mostrava al cliente le stampe su un piano inclinato correttamente illuminato. Un lusso… |
| inviato il 14 Maggio 2025 ore 8:03
Scusate, una sola precisazione, prima che Roberto diventi scemo. Su monitor con calibrazione software NON cambiare MAI il punto di bianco nativo, pena la posterizzazione. Tieniti il tuo punto di bianco nativo, che il tuo occhio compenserà perfettamente e accetta che la stampa sia più calda o fredda. Dopo due stampe saprai già come ti viene, il cervello è bravissimo a gestire queste cose. [PIPPOLOTTO MODE ON] Ti spiego il perché, se non ti interessa salta, ma segui il consiglio. Quando fai la calibrazione lo strumento campiona una serie di colori (RGB) che manda sullo schermo. Per ognuno di questi misura la distanza tra il colore richiesto e quello che mostra il monitor. Prende tutti queste distanze e interpola 3 curve (R, G e B) e le mette in un profilo. Manda questo profilo sulla scheda video che, con precisione 8 bit. Più le curve si discostano dalla linearità, più il variare, anche piccolo, di colore genererà tinte differenti. A 8 bit quindi perderà di precisione e genererà posterizzazione (bande di colore) tipo quando si salva un tramonto in jpeg molto compresso. Spostare il punto di bianco sposta tutto lo spettro in basso o in alto, per cui anche se non ci fosse la calibrazione successiva le curve del profilo sono già molto scostate dalla linearità. Su queste vai ad aggiungere la calibrazione che le scosta ulteriormente, peggiorando la situazione. Non è il monitor che è “scrauso”, è che la scheda video ha la LUT a 8 bit e non c'è nulla da fare. Non ne esistono con LUT più precise. [PIPPOLOTTO MODE OFF] |
| inviato il 14 Maggio 2025 ore 8:11
Nel dubbio cercherei qualche video sul tubo e farei degli esperimenti seguendoli passo passo. Io ho MacBook Pro e ho trovato questo tutorial che spiega come misurare di fino il punto di bianco del monitor, sicuramente c'è qualcosa del genere anche per il tuo sistema calibratore-monitor. www.francescogola.net/in-italiano/come-calibrare-e-profilare-il-macboo |
| inviato il 14 Maggio 2025 ore 9:44
Grazie a tutti..Leo Pizzo in effetti mi sto incartando...specialmente con i profili icc..farò una prova di nuovo inserendo " nativo" e non " neutro " ...stasera quando torno...poi ti dirò...grazie per la pazienza... |
| inviato il 14 Maggio 2025 ore 11:46
“ Buongiorno, avrei bisogno di un consiglio. Ho stampato un fotolibro , ma le stampe risultano scurette. Bene per i colori , ma con una leggera dominante in verde. Ho capito che , non avendo il monitor calibrato per la luminosità, ho post prodotto sempre con troppa luce. Seguendo i suggerimenti di Saal , ho bisogno di calibrare e scaricare i suoi profili icc. Ok. Ora ; il mio monitor è economico , ma si difende bene come visione , è un HP24 MF , Fhd ips , ma non ha la possibilità di settare fisicamente i 90/120 cd 5000k /D50 gamma 2,2 che servono. Quindi sto pensando di acquistare il Datacolor Spyder 2024 a 150€ . (Non posso permettermi altro) . Se faccio questa spesa , n1 : il software riesce a mettere lo stesso questi parametri ? n2: l'usb del calibratore si collega al Pc o al monitor? N3: Questa versione 2024, va bene per una esigenza domestica e non professionale? Grazie. „ Per le tue esigenze non devi comprare niente, ti basta leggere i dati dell'immagine. - Problema dominante generale ("leggera dominante in verde"): il programma che usi per fotoritoccare ha certamente uno strumento per campionare il colore, usalo sulle parti di immagine che dovrebbero essere neutre, se i valori RGB non sono uguali tra loro correggili. Addio dominante verde. - Problema luminosità generale ("immagini scurette"): apri l'istogramma e guardi come è distribuita la luminosità dei pixel, se vedi che la parte di istogramma che dovrebbe essere più luminosa, è vuota di pixel, correggi spostandoli aprendo un livello curva di regolazione. Non ti serve altro per stampare in modo soddisfacente il tuo fotolibro. Gli schermi professionali per fotoritocco servono per compiti critici su colore e luminosità, quando devi prevedere esattamente per esempio un certo rosso, o il ritocco infinitesimale della luminosità per cui devi avere uno schermo in grado di rappresentare alla perfezione, uniformemente il contrasto anche nelle parti in ombra con schermo impostato su 80 cd/m². |
| inviato il 14 Maggio 2025 ore 12:40
Ciao Canti del caos , grazie del tuo prezioso commento, ma , il colorimetro l'ho comprato, e poi capisco dopo il tuo pensiero , che avrei bisogno di un corso di foto-digitale improntato sulla parte digirale-pc . Non lo faro' . I motivi sono tanti e lungo da spiegare. Se riesco in questi gg a venirne a capo , bene , senno'....grazie comunque. |
| inviato il 14 Maggio 2025 ore 12:54
Canti del caos, ma sa dit?! Calibrare il monitor è fondamentale, se non lo fai non sai cosa stai guardando a monitor, figurarsi che bel risultato a lavorarci sopra… i parametri RGB sono un riferimento ma le foto vanno viste per intero e non col contagocce. La fotografia ha un suo workflow che richiede una strumentazione adeguata, saltare un passaggio non mi sembra una buona idea. |
| inviato il 14 Maggio 2025 ore 13:18
“ Calibrare il monitor è fondamentale, se non lo fai non sai cosa stai guardando a monitor, figurarsi che bel risultato a lavorarci sopra… i parametri RGB sono un riferimento ma le foto vanno viste per intero e non col contagocce. „ Decisamente no. E' Dan Margulis a fare esercitare sul fotoritocco a colori usando monitor che riproducono in bianco e nero, esercizio confermato anche da Marianna Santoni e da chiunque insegni il fotoritocco ad alto livello. Prima di tutto l'immagine va letta attraverso la misurazione, anche perché tu puoi avere il monitor migliore della terra tarato divinamente, ma quel monitor è visto attraverso i tuoi occhi comandati da un cervello che aggiusta continuamente l'immagine, una dominante calda o fredda, come il contrasto dopo un po' non la vedi più perché l'occhio si abitua - dovresti spesso staccarti dal monitor e fissare una superficie grigio neutro per riaverti. Quindi primo comandamento: non ti fidare mai di ciò che stai vedendo Sono solo i fotoamatori incalliti che pensano di salvarsi col monitor megaprofessionale arcitarato. Detto questo l'esigenza di Roberto Diaferio è soltanto quella di bilanciare il neutro in una situzione poco problematica e stampare con la luminosità corretta, non deve riaccordare millimetricamente i toni di un'immagine per stampare Elliott Erwitt. Se si capisce cosa è essenziale per ottenere un'immagine soddisfacente, può bastare un "monitor economico che si difende bene". “ il colorimetro l'ho comprato, e poi capisco dopo il tuo pensiero, che avrei bisogno di un corso di foto-digitale improntato sulla parte digirale-pc . Non lo faro' . I motivi sono tanti e lungo da spiegare. Se riesco in questi gg a venirne a capo , bene , senno'....grazie comunque. „ Ti serve il miglior corso del mondo che costa esattamente 35,66 euro (ma il prezzo dovrebbe calare, io lo pagai 18 euro): https://www.amazon.it/Professional-Photoshop-Classic-Correction-Englis Comunque bravissimo perché stampi. |
| inviato il 14 Maggio 2025 ore 13:22
Si, ma la qualità del monitor c'entra anche poco in questo caso. Se il monitor - buono che sia o meno - ha dominanti visibili (ed è proprio il caso descritto dall'OP), al di là di tutte le legittime differenze che ci possono essere fra l'occhio mio, il tuo e quello dell'OP stesso, è chiaro che questo non è desiderabile ai fini della stampa finale: perché se te pensi che la dominante sia nell'immagine che modifichi e non nel monitor, la correggi in post, mandi in stampa, e alla fine la stampa verrà male. Per cui ok non fissarsi, ma nel caso dell'OP, se lui mi dice che ha dominante sul monitor, per me vuol dire che va ricalibrato per bene, qualcosa non ha funzionato nel giochino, e se non ottiene un risultato visivamente neutro per lui significa che questo potrebbe riflettersi in modo negativo sulla stampa... |
| inviato il 14 Maggio 2025 ore 13:39
“ perché se te pensi che la dominante sia nell'immagine che modifichi e non nel monitor, la correggi in post, mandi in stampa, e alla fine la stampa verrà male. „ Esatto, non devi mai pensare che a guidare il fotoritocco sia ciò che vedi, deve essere ciò che leggi. Poi è chiaro che il supermonitor facilita le cose, soprattutto per determinare il contrasto, quindi fa guadagnare tempo, ma può anche farti sbagliare proprio perché ti spinge a affidarti a ciò che vedi. Io uso un Eizo CG247X, quindi un apparecchio che si calibra da sé e la luce nella stanza è smorzatissima, ma non mi verrebbe mai in mente di lanciare una stampa senza controllare i valori di ciò che vedo, cannerei troppo spesso |
| inviato il 14 Maggio 2025 ore 16:15
Vi leggo molto volentieri, grazie...ora mi sta venendo un dubbio all'atto dell'istallazione del software...non mi ricordo se chiedeva di impostare valori di xxx k...magari ho impostato 5000k pensando a Saal e la stampa. Ho deciso : DISinstallo il programma , e rifaccio l'installazione daccapo e calibro nuovamente e poi vedo cosa succede inserendo i famosi 5000k per la stampa...stasera ci combatto un po.. |
| inviato il 15 Maggio 2025 ore 7:49
Boh! Io ho sempre regolato l'esposizione leggendo l'istogramma e non ho mai avuto stampe sbagliate. Poi se devi stampare non si usa l'sRGB. |
| inviato il 15 Maggio 2025 ore 9:37
Infatti, finita una sessione di editing, mi stacco una mezz'oretta e torno a guardare cos'ho combinato. Ma il monitor va tarato, se no non sai cosa stai guardando. E infatti tu hai un Eizo che si calibra da sé |
| inviato il 15 Maggio 2025 ore 12:36
“ 2° mito da sfatare sui monitor per fotografi “Un buon monitor è fondamentale per eseguire una buona correzione del colore nelle fotografie” FALSO. O meglio, per eseguire una corretta correzione del colore in un'immagine, è molto più importante saper leggere e usare i valori numerici dei colori piuttosto che usare “l'occhiometro”. Quando tengo corsi di correzione del colore in giro per il mondo faccio da anni questo gioco: prima di iniziare la lezione chiedo a tutta la classe di correggere “a occhio” i colori di una fotografia utilizzando un monitor calibrato, secondo il proprio gusto e esperienza. Non correggo subito l'esercizio e inizio la lezione spiegando come funziona la teoria del colore e come si correggono i colori usando i numeri. Dopo poche ore di spiegazione chiedo di nuovo ai partecipanti (per lo più fotografi e ritoccatori professionisti) di usare lo stesso monitor di prima per correggere i colori di quella stessa foto, ma questa volta chiedo di eseguire la correzione utilizzando lo schermo in bianco e nero. Comparando i risultati dei due esercizi il risultato, da quasi un ventennio, è sempre lo stesso: mentre le foto risultanti dalla prima esercitazione presentano dominanti sbagliate di ogni tipo, i risultati del secondo esercizio sono sempre strabilianti mostrando immagini dal gusto e dall'interpretazione per fortuna diversi ma nessuna con colori sbagliati e problematici. In parole povere: se bastasse un buon monitor calibrato a fare una buona correzione del colore “a occhio” e, più in generale, una buona postproduzione fotografica, probabilmente a molti fotografi non capiterebbe quello che invece succede frequentemente: riguardando la foto il giorno dopo, ne hanno spesso una percezione molto diversa, hanno una sorta di pentimento e finiscono per rimetterci le mani di nuovo. Imparare a leggere e usare i valori numerici di una foto è cruciale per poter eseguire cromie affidabili. Un metodo numerico e scientifico nella correzione del colore fotografica si può usare già a partire dall'ottimizzazione dei file RAW e poi a seguire usando Photoshop® o altri software. Nelle immagini che seguono to mostro dove puoi trovare i valori cromatici delle tue immagini nei software più diffusi per l'elaborazione delle foto digitali. „ Marianna Santoni, "Monitor per la fotografia: 7 miti da sfatare" mariannasantoni.com/en/monitor-per-fotografia-e-fotoritocco |
| inviato il 15 Maggio 2025 ore 13:36
Ciao Canti Del Caos, io sono assolutamente analfabeta relativamente alla colorimetria e, nella mia sconfinata ignoranza, molto spesso mi baso sul sentimento nella lavorazione delle foto. Posto che quello che scrivi e riporti è molto interessante e sicuramente per me sarà spunto di approfondimento, nel mio caso è empiricamente oggettivo che le foto stampante dopo la calibrazione dei monitor siano più vicine a ciò che mi aspetto rispetto a quando l'ho fatto con i monitor non calibrati. Questo è indipendente dalla qualità e dalla correttezza della lavorazione |
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