| inviato il 13 Febbraio 2025 ore 10:35
Probabilmente il lavaggio effettuato alla fine dello sviluppo (come si vede anche nel video dell'Ilfochrome) è breve e uniforme, e la superficie non viene toccata con le dita (che lascerebbero impronte in rilievo). La successiva asciugatura poi rende l'emulsione solida e lucida. Ma comunque delicata, che necessita dell'esposizione sotto vetro, non a diretto contatto. Quelle che ho ancora in casa, incorniciate, hanno tutte un passpartout che le tiene staccate dal vetro. Vedo ora che la striscia immersa nell'acqua, nella parte che non ho toccato o sfregato col dito, è tornata lucida. Quindi, nel caso si voglia "lavare" una stampa in cibachrome, bisogna fare molta attenzione, lasciandola a bagno senza toccare la superficie. |
| inviato il 13 Febbraio 2025 ore 10:42
io ne ho anche in un album di famiglia in 10x15 all'antica con gli angolini per fissarle e sono perfette. “ Quindi, nel caso si voglia "lavare" una stampa in cibachrome, bisogna fare molta attenzione, lasciandola a bagno senza toccare la superficie. „ penso sia questo perché si lavavano chiuse nella tank e poi uscendole bisognava fare molta attenzione finché seccavano ma ho sempre creduto che una volta secche fossero stabili e resistenti. |
| inviato il 13 Febbraio 2025 ore 11:38
“ Forse bisogna rispettare una certa T°, non mi ricordo a che T° si orocessavani, ma all'epoca lavandole (se ricordo bene) alla fine dello sviluppo ancora dentro la tank non si deterioravano, ma era tutto un processo a T° costante...putroppo non ho voglia di provare con le poche che mi restano „ Io ho sempre lavorato quando possibile a 24 gradi. Mi pare che il massimo fosse 28 e il minimo 20 (per lo meno quanto consigliato da Ilford) |
| inviato il 13 Febbraio 2025 ore 12:15
Esatto adesso che lo dici l'ho ricordato 24°...l'estate in Sicilia non era cosa facile ...una cosa che mi ricordo perfettamente era lo sviluppo delle diapositive agfachrome 50, 2 ore di process, preparavo i cubetti di ghiaccio in anticipo per mantenere tutto a température durante 2 ore...era un'altro mondo l'analogico |
| inviato il 13 Febbraio 2025 ore 13:30
@Leo45 si sta dicendo di lavarle dopo anni che sono state stampate, non durante il processo. La stessa cosa accade con alcune pellicole che la gelatina si gonfia, quindi appena strofini con qualcosa si stacca il primo strato. L'errore era di prendere una dia lavarla poi passare qualsiasi cosa anche poco abrasiva e si deteriorano. Non è un caso se tutti indicano di pulite pellicole e stampe con pennelli a pelo morbido e/o con aria (dopo qualche tempo ovvero a stampe/pellicole asciutte). |
| inviato il 13 Febbraio 2025 ore 16:53
in tutti i casi non é mai una buona idea di bagnare le stampe che siano cibachrome o "normali"...i negativi e le diapositive sono più resistenti ho già provato a lavarli con l'acqua distillata per pulirli e scansionarli. |
| inviato il 25 Febbraio 2025 ore 9:02
Ecco, lo dicevo che il cibachrome è super resistente...tranne ai graffi che si vedono subito sulla superficie ultra-brite |
| inviato il 25 Febbraio 2025 ore 9:29
Kookabourra“ Certamente avrete fatto confusione con l'Ilfoflex (RA-4) o peggio ancora con la stampa Fujiflex „ Mai usato questa roba. Ho invece stampato per molti anni su Cibachrome in laboratori certificati Cibachrome, sia a Modena (Diachrome-IPS) che a Bologna (non ricordo il nome, era in un palazzo porticato sui viali, di fianco alla stazione delle corriere) per i formati più grandi. Questo succedeva soprattutto tra il 1985 e il 1990 (quando ho fatto la mostra) e poi ho continuato a far stampare Cibachrome per due /tre anni, quando vendevo copie dei miei lavori. Il test descritto nella pagina precedente l'ho fatto su una stampa Cibachrome Metal, ovviamente non su quelle buone che ho ancora, ma su una sbagliata perché troppo scura. Qui l'adesivo che chiudeva i tubi di cartone in cui mi consegnavano i grandi formati, e una busta per il formato 30x45:

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| inviato il 25 Febbraio 2025 ore 9:37
Che diamine Trystero col tubo di cartone e le buste Cibachrome mi hai fatto fare un balzo INDIETRO nel tempo di molto oltre i trent'anni! |
| inviato il 25 Febbraio 2025 ore 11:14
“ Ho l'impressione che siate tutti in confusione. La stampa Cibachrome non teme alcun agente atmosferico e non viene deteriorata dall'acqua. Certamente avrete fatto confusione con l'Ilfoflex (RA-4) o peggio ancora con la stampa Fujiflex che entrambe invece non resistono al contatto con l'acqua e non hanno una grade durata nel tempo...insomma, una roba scadente. „ Mai usati quei prodotti che citi, le mie sono tutte stampe Cibachrome (le più datate) e Ilfochrome (le più recenti, cioè del periodo 2006 - 2012), fatte fare in laboratori seri (ad esempio Color Print di Torino) dove anche io ho visto le confezioni di carte Ilfochrome in rotoli. |
| inviato il 08 Marzo 2025 ore 0:35
La mia è certamente una stampa Cibachrome, è impossibile confonderla, per di più, come ho scritto nell'intervento di apertura, una piccola porzione della stampa è rimasta inalterata, non mi è stato possibile asportare lo strato giallo, pertanto non posso escludere che una intrinseca idrofobia delle stampe cibachrome possa anche non sempre concretizzarsi, magari in dipendenza di come la stampa è stata processata/stabilizzata o successivamente conservata. |
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