| inviato il 14 Gennaio 2025 ore 23:57
Gianluca, con “stupidità” non intendevo certo timore o paura del cambiamento, quelle sono cose che abbiamo un po' tutti, chi più, chi meno. È che proprio in questi giorni mi sono confrontato con un vicino di casa, sono in 5 in 70 metri quadri, famiglia monoreddito, lui operaio. Fin qui tutto bene, ci mancherebbe, ma non sopporto che chi si trova in quella situazione si lamenti continuamente della fatica che fa per arrivare a fine mese, delle rinunce, della mancanza di “aiuto” (non si riesce mai a capire aiuto da chi…) Se hai lavorato sempre e solo tu, e se il lavoro che fai non ti permetterebbe di sostenere spese extra oltre ad affitto, bollette e cibo, perché fai tre figli? Te ne lamenti con tutti, ma io che posso fare, se non, almeno, evitare di darti apertamente dello stupido? Ecco, quello è un esempio di quello che intendevo dire, cioè di qualcuno che si trova in una situazione complessa e certamente non felice per stupidità, per mancanza di ragionamento… E da lì è complesso uscirne, cosa vuoi spiegare a uno di 50 anni in quelle condizioni? Cosa può imparare? Al contrario, la voglia di cambiare, di dare una svolta alla propria vita, la frustrazione di vivere giornate tutte simili tra loro o la sensazione di non essere “completi, credo che sia sinonimo di intelligenza. A volte sono momenti passeggeri, a volte sono necessità improcrastinabili, e in quest'ultimo caso non ci sarà da porsi domande, perché sarà talmente forte la voglia di ripartire da zero, che non ci saranno alternative… senza voler fare lo psicologo, ma io la penso così! |
| inviato il 14 Gennaio 2025 ore 23:58
“ ma ho già messo in preventivo che un giorno dovrò ricambiare, giustamente, l'aiuto datomi. „ Chapeau. |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 0:03
Bisogna fare attenzione a cosa si desidera... perche' poi si avvera sempre. Solo che non succede mai in modo "normale" per cui tutti restano insoddisfatti, pensando di aver sbagliato desiderio... |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 8:54
Ehhh ho trascorso gran parte della mia vita con certe sensazioni. Ho attraversato mari e monti e il malessere continuava ad accompagnarmi. Per alcuni anni ho inseguito anche il "benessere"economico, materiale e mi sono ammalato. E alle volte non è necessario cambiare chi sa cosa, basta cambiare il nostro approccio alle cose, costruire rapporti veri, apprezzare la vera bellezza. E per poter cambiare le cose biogna prima di tuttio accettarle, ascoltre il proprio corpo, le proprie emozioni, senza paura. Gli acquisti compulsivi sono soltanto una fuga, un analgesico. E quali sarebbero le persone normali? Quando frequentavo terapia di gruppo c'era un tizio che soffriva di insonnia e ogni volta ci teneva a sottolineare quanto fosse bella la sua vita, e che il suo unico problema era l'insonnia. Aveva un buon lavoro, casa pagata, moglie, figli, amici. Al terzo mese il suo castello di sabbia è iniziato a sgretolarsi. È iniziato persino a mettere in discussione il matrimonio. Un'altra invece ha abbandonato un ruolo importante in una multinazionale per andare a lavorare in una panetteria. Non paragonare la tua vita a quella degli altri o pensare che tu sia l'unico a soffrire o sentirti estraneo in questo × sistema. C'è un fottio di gente che reprime certi sentimenti, indossa maschere. Approfitta di questo momento per conoscere te stesso, capire cosa veramente ti fa sentire vivo, magari segui terapia, o fatti un corso a Lutirano per avere una mente piú libera da imposizioni, e pattume. E sulla fotografia. Chi ti obbliga a esprimerti con quella? Magari la tua vera passione è il ballo, la cucina o semplicemente non fare nulla. Perché insistere con una "passione" che non senti piú tua, che non ti gratifica o con cui non riesci ad esprimerti? Ps: se non ricordo male, settimane fa avevi aperto un topic simile. Apprezzo la tua naturalezza nell'esprimere certi stati d'animo. |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 9:55
Lutirano vicino a Modigliana? |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 9:57
Si Rocco |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 9:59
Grazie ciao. |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 10:06
Sei della zona? |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 10:34
“ Ecco, quello è un esempio di quello che intendevo dire, cioè di qualcuno che si trova in una situazione complessa e certamente non felice per stupidità, per mancanza di ragionamento… E da lì è complesso uscirne, cosa vuoi spiegare a uno di 50 anni in quelle condizioni? Cosa può imparare? „ Il punto e' che non sara' il ragionamento a salvarti. Per quanto tu faccia la vita ti sorprendera'. Spiego meglio... Puoi pure passare la vita a pianificare, a soppesare il pro e il contro. Pesando il dare/avere come se fosse una partita doppia contabile. Alla fine,se tutto sara' andato come previsto e non ti saranno capitate tegole in testa, avrai magari il conto in banca sufficiente a campare bene. Ma avrai vissuto una vita da ragioniere. Persino Fantozzi aveva dei sogni Ed in fondo e' il ritratto prototipo di uno che ragiona e non fa mai il passo piu' lungo della gamba: Un lavoro sicuro, una moglie bruttina ma paziente ed affidabile, una figlia "normale" un'auto economica e sostenibile. Una futura pensione sicura... E' il ritratto di una persona "arrivata" , dal futuro sicuro e senza scosse che ragiona e, certamente sotto questo punto di vista, non "stupido". Eppure, pure lui si struggeva per l'inarrivabile "signorina Silvani" Alla fine, uno gioca le carte che che ha e pazienza se le spreca. Nel frattempo si e' scolato qualche bicchiere di rosso. |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 12:12
Sei della zona? Si di Forlì collabora col centro la moglie di un mio amico e' per quello che conosco. |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 12:17
«Fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum donec requiescat in te. Ed il più grande conquistò nazione dopo nazione Quando fu di fronte al mare si sentì un cogli..... Perché più in là non si poteva conquistare niente E tanta strada per vedere un sole disperato È sempre uguale, è sempre come quando era partito |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 14:21
“ Per rimettere in discussione "le cose", bisogna, credo, avere in mente ben chiaro cosa ci provoca fastidio e perché, cosa si vorrebbe fare, cosa si può fare per raggiungere gli obiettivi o le mete che si vorrebbero raggiungerle e come... etc. etc. Lo sfogo (ad esempio con attività che ci piacciono e ci rilassano) può andare bene ed anche il cervello ha bisogno di essere messo in pausa ogni tanto per recuperare dalla fatica e tornare ad essere efficiente. „ Verissimo. Credo inoltre occorra imparare a vedere le cose sotto una giusta ottica, depurate da romanticismi e ideologie troppo eteree. La realtà delle cose è assai prosaica, il più delle volte. “ Bisogna fare attenzione a cosa si desidera... perche' poi si avvera sempre. Solo che non succede mai in modo "normale" MrGreen „ Come dicevo una volta ad un amico, bisogna esser precisissimi quando si chiede alla Vita, al Destino, ad una divinità il cambiamento, precisi, specificando per bene TUTTI gli aspetti, perchè la Vita, il Destino o la Divinità hanno uno smisurato senso dell'umorismo, e andranno a saccagnarti proprio dove non avevi messo paletti! “ Ho attraversato mari e monti e il malessere continuava ad accompagnarmi. Per alcuni anni ho inseguito anche il "benessere"economico, materiale e mi sono ammalato. E alle volte non è necessario cambiare chi sa cosa, basta cambiare il nostro approccio alle cose, costruire rapporti veri, apprezzare la vera bellezza. E per poter cambiare le cose biogna prima di tuttio accettarle, ascoltre il proprio corpo, le proprie emozioni, senza paura. Gli acquisti compulsivi sono soltanto una fuga, un analgesico. „ Mi fai venire in mente una frase tratta da un vecchio film di Ligabue, "Radio Freccia": "Credo che la voglia di scappare da un paese di ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx". Certo, non è Jung o chissà chi, ma in questa frase c'è una certa dose di realtà. A volte è da noi stessi che vorremmo scappare, cercando un cambiamento che non è nelle nostre corde, solo che lo si giudica sempre da fuori, senza esserci dentro. Provare e tentare è giusto, ma occorre rendersi conto quando si oltrepassa il confine di quello che siamo, rischiando di trovarci in un territorio a noi non adatto. “ Apprezzo la tua naturalezza nell'esprimere certi stati d'animo. „ Grazie! “ Alla fine, uno gioca le carte che che ha e pazienza se le spreca. „ Anche perchè sono dell'idea che ognuno di noi, messo davanti ad un bivio, ad una scelta, e libero da costrizioni di sorta, beh, sceglierà sempre la soluzione che più lo convince, ma di cui giustamente non potrà conoscere le conseguenze, figlie del senno del poi. A questo punto diventa sciocco recriminare sul latte versato: è andato, non tornerà, tanto vale voltar pagina e guardare avanti. “ Ed il più grande conquistò nazione dopo nazione Quando fu di fronte al mare si sentì un cogli..... Perché più in là non si poteva conquistare niente E tanta strada per vedere un sole disperato È sempre uguale, è sempre come quando era partito „ Quanto bello è sto pezzo? Ogni tanto me lo riascolto... il Vecchioni d'annata, quello degli album più impegnati. |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 14:36
Vuoi un consiglio? Espatria |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 14:49
“ Espatria „ Non so... Ogni tanto ho l'impressione che anche questa sia una soluzione non dico abusata, ma quanto meno sovradimensionata. Espatriare ti porta a resettare molto di quello che hai costruito, è vero, soprattutto diversi aspetti immobili da tempo. Ma vuoi che sia l'unica scelta possibile? |
| inviato il 15 Gennaio 2025 ore 15:13
Il problema (secondo me) e' che ciascuno di noi indissolubilmente nasce, muore e vive sempre con se' stesso. I problemi sono dentro di noi, al nostro modo di essere, non stanno fuori di noi. Per cui il voler cambiare, il voler espatriare, il voler modificare tutto quanto ci sta attorno, sono tutti palliativi per illudersi di poter cambiare se stessi. Ma non ci si puo' separare da se' stessi. Passata l'euforia iniziale, ci si scontra inevitabilmente con se stessi, con il proprio io, con il proprio modo di essere, i propri condizionamenti ecc. E alla fine si torna inevitabilmente scontenti e con il desiderio di cambiare nuovamente. Bisogna imparare ad accettarsi per come si e' e sforzarsi di cercare sempre nuovi stimoli, ma senza voler radicalmente cercare di essere cio' che non si e'. Se uno tendenzialmente e' scontento, lo sarà anche cambiando lavoro, cambiando location, cambiando nazione, cambiando casa, auto, tutto quanto sia modificabile. |
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