| inviato il 21 Febbraio 2025 ore 23:36
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| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 6:41
Non prenderla male ma vedo solo una grande ingenuità nella domanda! E da un laureato in economia aziendale ! Chi mi ha preceduto ti ha già detto tutto ma provo anch'io ad aggiungere qualcosa. Non hai mai pensato di provare a fare quello che desideri come attività accessoria per esempio durante i WE concentrandoti su eventi sportivi locali ? Poi da cosa nasce cosa ( magari !). A me in un altro ambito è andata così. Mi sono fatto conoscere anche grazie ai social e adagio adagio sono riuscito ad entrare in un contesto un po' meno locale e minore. |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 8:40
È ovvio che un percorso del genere sia difficile, nessuno lo mette in dubbio. Ma credo che il ruolo di chi ha più esperienza debba essere quello di incoraggiare chi vuole provarci, mostrando sì le difficoltà, ma senza farle sembrare montagne insormontabili. Non esiste un solo modo di fare le cose. E trovo limitante – e a volte anche un po' meschino – continuare a ripetere che ci sia un'unica strada fatta di investimenti enormi o percorsi predefiniti. Come dice giustamente Fcl, si può partire dal basso, crescere gradualmente e capire quali sono le vere priorità, un passo alla volta. Il ragionamento dei "50.000 euro iniziali" non ha fondamento logico come regola generale. Certo, in alcuni casi servono grandi investimenti, ma non è la realtà di tutti. C'è chi parte da eventi locali, chi usa i social per emergere, chi si ritaglia una nicchia diversa. E spesso proprio questi percorsi più lenti e flessibili permettono di acquisire competenze reali sul campo. E poi c'è un punto fondamentale che spesso si ignora: non tutti vogliono per forza arrivare al massimo livello o fare della fotografia il lavoro principale. Alcuni si accorgono che preferiscono mantenere questo percorso come attività parallela, o lavorare in contesti più piccoli perché semplicemente si divertono di più così. E va benissimo anche questo. Alla fine, quello che definisce un fotografo sono le sue immagini, non il capitale investito o la posizione che raggiunge. È il racconto che fa attraverso le sue foto che parla per lui. Ed è giusto che chi inizia possa scoprirlo da sé, anche facendo errori, ma con qualcuno che gli dica 'prova, segui la tua strada e vedi dove ti porta', anziché 'lascia perdere, tanto non ce la farai'. |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 10:33
Intendiamoci. Se vuoi andare a fare le foto a bordo strada basta un cellulare da trecento euro. Magari vendi qualche foto due volte al mese e. Ti paghi le spese di viaggio e una cena fuori con la moglie. Diversamente Se vuoi CAMPARE LA FAMIGLIA ti serve un investimento notevole. Nell' ambito sportivo c'è gente che arriva con postazioni di ripresa e postazioni di stampa in tempo reale. Hanno uffici mobili montati su rimorchi. Combattere con questi è impossibile. Altrimenti qualsiasi amatore potrebbe scavalcarli. E' un po' come per le TV private. Quaranta anni fa era possibile farne una. Oggi la fai se dietro hai un gruppo finanziario che mette sul tavolo qualche decina di milioni di euro. Se uno mi dicesse che vuole aprire una pizzeria ila risposta sarebbe simile... vendere vino o pane. Sempre la stessa risposta. Nello sport stesso. ,se togli il calcio, in tutti gli altri sport sono al massimo un centinaio quelli che campano . gli altri hanno tutti un secondo lavoro vero. Anche quelli che lavorano di contorno. Metti in piedi una marca di biciclette... anche solo la ruote. Fai un catering per gli sportivi... serve un investimento iniziale. Se non te ne rendi conto subito sei fallita |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 10:48
Un investimento notevole è un conto, parlare di 50k è un'altra storia. L'investimento grosso, semmai, è il tempo: in settimana ho il primo lavoro (part time abbondante), nei weekend ho il lavoro di fotografo. L'investimento economico per me è stato molto progressivo: ho fatto i primi lavori con una Em10II e due obiettivi che in tutto avevo pagato 300 euro, poi ho preso una Em1II, piano piano ho preso lenti PRO, poi una EM1III, altre lenti, il drone, accessori, infine OM1II, il pc nuovo per la post. Tutto progressivo rispetto agli incassi, per fortuna, ma in tutto siamo sui 15-20k distribuiti su 4 anni. Quest'anno l'investimento è lato bici (altro mezzo di lavoro), e poi vediamo se gli affari continuano a crescere oppure no. Come ho già detto, la mia fortuna è che è una nicchia, quindi parto avvantaggiato perché 1. conosco l'ambiente e le persone, 2. sono pochi quelli che fanno storytelling in bici; d'altra parte sono penalizzato da altre cose, 1. non so ancora fare video (obiettivo del 2026), 2. non ho molta flessibilità a causa del primo lavoro. Però le cose cambiano, sicuramente vale la pena provare. Immagino, come molti avete detto, che l'ambiente motorsport sia decisamente più complesso. D'altra parte con 3000 euro ho fatto un esempio pratico di attrezzatura con cui si può lavorare egregiamente (e infatti c'è gente che ci lavora). |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 11:10
Ragionandoci bene Salt ha ragione nel contesto specifico: se l'obiettivo è farne un lavoro retribuito fin da subito, il mercato è difficile e competitivo, e serve una strategia chiara. Non è una passeggiata e sottovalutarlo è rischioso. Detto questo, il suggerimento potrebbe essere alternativo: partire senza pressioni e fare esperienza su progetti minori o in parallelo al proprio lavoro può essere un buon modo per capire se davvero vale la pena fare il grande salto. Alla fine, ogni percorso è diverso e possiamo solo augurare un in bocca al lupo a chiunque decida di provarci! |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 11:57
Bisogna che ci intendiamo.... Si parla di CAMPARE LA FAMIGLIA che e' abituata ad uno stipendio regolare... Ossia fare in modo da non essere obbligati, quando ci sono da cambiare le scarpe del bambino, a dire alla moglie NO, devi aspettare perche quei soldi mi servono per andare in Trentino a scattare la Marcialonga. 50 k iniziali ai profani sembrano una cifra ENORME ma NON BASTANO. Per fare sport in modo professionale non basta andare la' e scattare, ti serve una organizzazione che copra dall'inizio alla fine il lavoro. In poche parole devi Trovare il lavoro (possibilmente in esclusiva), devi Vendere il lavoro, Devi effettuare il lavoro. Spesso devi FINANZIARE il lavoro.. ossia avrai clienti che ti pagano a sei mesi il lavoro fatto. Per trovare il lavoro devi fare ricerche accurate sugli eventi, conoscere i responsabili ed entrare in contatto con loro per farti accreditare e comprare l'esclusiva. E gia qui... se compri l'esclusiva per la Rolex Cup di Ginevra i 50 K son gia fumati. Ma se ti accontenti di lavorare per esempio su un campionato minore ovviamente anticipi meno. Un qualsiasi Gazebo messo su una manifestazione di paese costa dai 200 euro al giorno in su. Su gare importanti si va in proporzione. Ovviamente se vendi foto avrai bisogno e ti obbligheranno a comprare qualche spazio pubblicitario . Calcola almeno un paio di migliaia di euro. Poi ti serve nell'ordine.. poter fatturare: almeno 2k iniziali tra commercialista,spese di bolli, tempo perso. Essere assicurato e avere inps e tutto il resto in regola. Poterti muovere con un mezzo adatto. L'auto forse ce l'hai, ma andrebbe contata. Che se fai il fotografo davvero, i 30/40mila km anno li fai come ridere. Inoltre Se devi fornire le foto subito dopo la gara, l'auto non basta e ti serve un furgone con su monitor e computer. (i fotografi che vedo sui concorsi arrivano con rimorchio abitabile e camion davanti) Un telefono ed un ufficio. Nell'ufficio devi poter stampare e lavorare, quindi monitor. computer,software, stampante seria e stampante laser per documenti. Attenzione che non hai ancora cominciato e dei 50 k ne hai gia spesi parecchi.. Parliamo di attrezzatura.. per essere certo di fornire il servizio bisogna essere in due. (persino il piu' scasso matrimonialista ha un appoggio) quindi doppia attrezzatura quattro corpi e obiettivi sparsi. Qualche luce la vorrai comprare? a fine gara non fai una foto ai vincitori? la premiazione come la illumini? Se vendi ai concorrenti hai bisogno di un gazebo a prova di maltempo sotto cui mettere i monitor che rollano le foto e una stampante a sublimazione che le stampi. Una cassa per incassare, un POS ed una persona dedicata a quello. Altrimenti, mentre sei in giro a fotografare la premiazione, ti portano via anche i gommini del tavolo su cui poggiano i monitor... Insomma certamente c'e' livello e livello di fotografo.. ma una cosa e' andare a fare le foto per l'agenzia che ,se va bene ti da la cinquanta ogni tanto. Un'altra e' fare il fotografo a tempo pieno. Fate i conti bene.. PRIMA. Chiedete ad un matrimonialista quanto ha di investimento tra negozio, vetrina, studio, macchine ,luci, mezzi, etc.... vedrete cosa vi dice. Parlo di fotografi veri.. non di quelli che lavorano in cantina Del resto, anche ai tempi, quando vedevi un fotografo con l'hasselblad.. mica l'aveva trovata sotto ad un cavolo.... |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 12:25
Ti ripropongo quello che ti ho scritto a pag.2: “ Il consiglio è di buttarsi sui campionati minori, parlo di Motorsport, e fotografare per i Teams ed i piloti stessi. Se a fine giornata gli puoi proporre degli scatti belli e accattivanti per i social vedrai che compreranno e da lì potrai crescere. Anche in MotoGP i fotografi ormai guadagnano solo (quasi) dai contratti con i Teams ed i piloti. „ E' abbastanza irreale pensare di cominciare con le categorie Top, senza investire in attrezzatura e senza nessun contatto. Anche se avessi un contratto con un piccolo team di moto3, se ti si rompe il corpo macchina che fai? Non gli presenti il lavoro? Quindi devi avere anche macchina e obiettivi di backup. “ non penso che però chi ad esempio lavora come fotografo in F1 si paga le trasferte, alberghi perchè dev'essere veramente un sacco costoso, poi non so quanto guadagna „ PS: ho viaggiato per 7 anni con alcuni dei fotografi di MotoGP... e ti garantisco che si pagano (IN ANTICIPO) tutto loro. I viaggi in aereo, gli hotel, si organizzano tra loro per noleggiare le auto ecc. Qualcuno, senza fare nomi, viaggia nei voli intercontinentali in business class... |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 12:36
Salt, capisco cosa intendi e so che il tuo intento è quello di fare un discorso realistico, non di scoraggiare per il gusto di farlo. Ma non è che la scelta è tra 'buttarsi al 100% o lasciar perdere'. Il punto è che se ogni potenziale fotografo venisse fermato all'inizio solo perché non ha un business plan da 50k in tasca, oggi molti professionisti non esisterebbero. |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 13:06
il punto e' che lo sport non e' industrial o still life dove , se sei bravo, te la cavi con spazi piccoli, una fotocamera, mezzo obiettivo e tante luci. Lo sport significa affrontare maltempo, grandi spazi, organizzazione e scadenze micrometriche. Inoltre gli eventi, quelli sono, quindi non puoi lavorare a meta'. Un po' la differenza che passa tra il voler fotografare flaconi e bottiglie (dove solo in piemonte hai piu di diecimila potenziali clienti) e il voler fotografare l'alta moda di Milano o Parigi. Se nel primo caso, puoi cominciare a spizzichi e bocconi e FORSE arrivare in due tre anni di lavoro ad essere autonomo. Nel secondo, non ci caschi per caso... Hai bisogno del grande nome che ti prenda sotto l'ala. Oppure ci entri a gamba tesa ma con un investimento importante. Tornando allo sport.. Gente come Bert Richner (un nomade della fotografia, che mi ha fotografato parecchie volte)
 nel suo piccolo, pur sembrando un barbone, aveva una attrezzatura di tutto rispetto. Furgone con su laboratorio mobile di sviluppo e stampa, Gommone veloce per uscire in mare, fotocamere , rimorchio , studio, salone, etc... Eppure tutti, ai tempi, compravano le sue fotografie discutendo il prezzo. Non si rendevano conto dell'investimento iniziale che aveva dovuto sostenere. L'idea che ce la puoi fare con pochi mezzi e' una baggianata. E' vera solo per le classiche eccezioni che confermano la regola. I mezzi ci vogliono e, spesso non bastano neppure. Sara' che lavoro in una zona estremamente competitiva, dove la mentalita' e' scimmiottare le squadre dei russe e americane, che arrivano tutti con il massimo dell'organizzazione e dell'efficienza. Ma vedo poche possibilita' per il fotografino che si presenta in cerca di spazio. E' un bel sogno, che funziona solo nel cinema. Dietro ad ogni successo c'e' lavoro e fatica.. ma anche denaro. |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 13:39
Dimenticate che Rossiiii vorrebbe iniziare spesato, pagato e con l'attrezzatura fornita dall'agenzia. |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 13:42
Salt, ti faccio un esempio concreto così magari riesco a capire meglio se sto facendo scelte sensate o se sto sbagliando approccio. Negli ultimi due anni, calcoli spannometrici: Ho seguito circa 20 eventi in giro per il Nord Italia, dall'evento locale alla coppa del mondo (da spettatore of course). Ho investito circa 5.000€ in trasferte (benzina, hotel, pasti). Ho speso circa 8.000€ in attrezzatura fotografica. Gli incassi delle vendite sono talmente irrisori che non li conto neanche. Qualche attrezzo nel frattempo l'ho rivenduto. Questo investimento è stato fatto con la consapevolezza che fosse parte di un percorso di crescita personale e professionale. L'obiettivo non è stato da subito “viverci”, ma crearmi uno spazio e migliorare costantemente, con l'idea di capire nel tempo se ho le capacità per spingermi oltre. La domanda che ti faccio è questa: Secondo te, quindi, questo ragionamento è una follia come approccio graduale, o può avere senso se l'obiettivo non è vivere di fotografia ma costruire un progetto solido che potrebbe eventualmente crescere anche in qualcosa di più? Apprezzo la tua schiettezza e l'esperienza che traspare dai tuoi ragionamenti. Ma vorrei capire se ho buttato due anni della mia vita oppure no. (sono sarcastico, non penso di averli buttati, mi sono divertito nel frattempo e continuo ad avere piacere in quello faccio) |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 13:43
“ Dimenticate che Rossiiii vorrebbe iniziare spesato, pagato e con l'attrezzatura fornita dall'agenzia. „ Vabbè, ma queste sono frasi ingenue che da neofiti pensano tutti. Ricordate che non esistono domande sbagliate, solo risposte sbagliate. |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 14:28
“ Ho seguito circa 20 eventi in giro per il Nord Italia, dall'evento locale alla coppa del mondo (da spettatore of course). Ho investito circa 5.000€ in trasferte (benzina, hotel, pasti). Ho speso circa 8.000€ in attrezzatura fotografica. Gli incassi delle vendite sono talmente irrisori che non li conto neanche. Qualche attrezzo nel frattempo l'ho rivenduto. „ Hai avuto ricavi irrisori, e non mi stupisce. Non perche le tue foto siano scrause. Perche' con questo tipo di approccio nessuno ti comprera' una foto. Bisogna comprendere il fatto sostanziale che NESSUNO HA BISOGNO DELLA TUA FOTO. Cioe' se vai da un qualsiasi giornale e tenti di vendere le tue foto, la risposta sara': "dammele gratis tanto io ho la coda di foto. E, se davvero non avessi neppure una foto, posso sempre pubblicare una delle foto dell'anno scorso, o dell'anno prima." Tu probabilmente hai tralasciato tutta la parte fondamentale del BUSINESS.. Quella che ti fa guadagnare. Hai individuato gli sponsor? Gli sponsor sono serviti da un fotografo? Se non sono serviti da un fotografo, hai fatto una analisi di quanto possono spendere? Gli hai servito una offerta credibile? Nessuno ti da denaro se non crede in te... e non basta una fotocamera in borsa a trasformarti in fotografo. Il fatto di arrivare con un progetto, con in mente le fotografie che farai ai singoli atleti ed il loro costo. Gia dimostra che sai di cosa stai parlando. Gli atleti non posano gratis. Commercialmente ad uno sponsor serve piu' una foto posata che una foto in azione. Serve un articolo corredato da fotografie, dove ci siano tre fotografie sul campo ed una o due posate. Devono avere un taglio adatto all'impaginazione ed un taglio adatto ai social. L'articolo deve essere perlomeno in due lingue e ben tradotto. In modo che possano passarlo ai giornalisti direttamente. Deve essere tutto fatto nei tempi tecnici necessari percio' per IERI. Inoltre devi fatturare (qualcuno birichino ti chiede anche di restituire in contanti parte della cifra fatturata) in questo caso devi sapere come rispondere per non ficcare la testa nel cappio fiorito. Spesso lo sponsor ti da' il lavoro e ti paga a fine lavoro, magari tre mesi dopo. Nel frattempo hai pagato tutto. Voglio dire... questa e' una parvenza di lavoro professionale. Dopo dieci anni di lavoro ben fatto e sotto agli occhi di tutti, allora e' probabile che qualcuno nei piani alti, in caso di necessita' urgente, si ricordi di te e alzi il telefono. In quel caso fortunato, l'indomani devi essere la', davanti alla sua porta, con in mano una offerta credibile ed un contratto che ti salvi da eventuali problemi da far firmare. FInche non capita tu sei in battaglia perenne. Ancora in salita. Per risponderti e concludere, io non credo tu abbia sprecato tempo. Credo che sia pero' il momento di decidere se fai il salto o se resti un hobbista. Perche 20 manifestazioni sono una enormita'. Tra acquisizione del cliente, contratti, preparazione, lavoro, burocrazia e recupero crediti, ti ci va un mese per evento.. Con una organizzazione da piu' persone. Farne venti in un anno significa avere uno studio piuttosto avviato ed importante. Concentrati su una ma falla bene.. falla rendere. |
| inviato il 22 Febbraio 2025 ore 14:29
“ Ricordate che non esistono domande , solo risposte sbagliate. „ Baci perugina? |
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