| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 21:08
“ Non sarebbe piú proficuo esercitarsi un pó nell'accettazione e nel presente invece che regalare soldi ai giapponesi? E pensa che rottura di palle sarebbe se la vita fosse eterna. „ Si, concordo con te, e per la maggior parte ci riesco, a non regalare soldi, intendo. Averne pochi è una buona leva motivazionale. L'unica cosa che mi spiace di una vita non dico eterna, ma quanto meno lunga, è non scoprire quello che l'uomo saprà fare in futuro, sempre che non si annichilisca prima con le sue stesse mani! |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 21:12
Complimenti per la foto, significativa. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 21:35
Comunque Gianluca, potresti anche rileggerti la "Canzona di Bacco". |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 21:37
Chi vuol esser lieto sia, del doman non c'è certezza. Della serie: mica è garantito, che uno c'arrivi ad esser vecchio! |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 22:24
Che non sarebbe un male.:-/ Credo comunque che il tuo topic sia stato dannegiato dalla lista della spesa. Il vuoto a cui tu ti riferisci è quello che Montale definisce il male di vivere. Se al posto dell'attrezzatura tu avessi scritto fotografia, letteratura, avresti ricevuto commenti piú amorevoli e costruttivi. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 22:26
“ Diciamo che ognuno deve gestire il vuoto della "vita senza scopo"...che è una cosa che, a gradi diversi, attanaglia tutte le persone che hanno un minimo di sensibilità. „ Già Rombro, maledetta sensibilità che ti porta sempre a pensare....pensare....pensare.... Comunque credo di condividere tutto ciò che hai scritto Gianluca i 50 li ho superati da quasi 8 anni e da qualche anno mi sto rassegnando alla realtà. Si corre e ci si tiene impegnati con il cervello per non soffermarsi a meditare sul tempo che passa. Rimane comunque il fatto che ciò che conta realmente spesso non è la meta, ma il viaggio. Informarsi, guardare recensioni, leggere forum, desiderare di avere quell'oggetto è un viaggio. Possederlo è la meta, ma la meta ti fa capire che il viaggio è finito, quindi meglio sempre viaggiare.... |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 22:42
“ Se al posto dell'attrezzatura tu avessi scritto fotografia, letteratura, avresti ricevuto commenti piú amorevoli e costruttivi. „ Ma avrei raccontato una bugia. Per assurdo riesco a trovare più soddisfazione in ciò che è immateriale, quella letteratura e altro. Tanto, in quel caso sai per certo che non arriverai mai a comprendere le cose, per cui tanto vale prenderle, godersele, e coccolarsele. A prescindere dalle stagioni e dalle giornate corte. Comprendere in parte il Principio di Indeterminazione è una soddisfazione tanto quanto quella che ti regala un bel giro in bici, come pure leggersi un frammento di testo scritto da uno realmente bravo. A volte, non so per quale motivo, ti viene voglia di "normalità", di basare l'esistenza su benchmark più tranquilli: la casa, la macchina, l'attrezzatura fotografica. Cose che di solito non guardi mai, e che di colpo acquistano una relativa importanza. Prendiamo l'attrezzatura di prima, la lista della spesa, come l'hai chiamata. Ti trovi nel momento dell'anno con le giornate più corte, e la tua passione è uscire, star fuori 10, 14 ore gironzolando tra 2 regioni, minimo. Quello che cerchi è un mare di sensazioni, di idee, di nuovi punti di vista. Pensi a quello che hai visto e vissuto, pensi a come poterlo raccontare meglio, in modo più verosimile, accattivante. La prima cosa che desideri, allora, è quel teleobiettivo che ti mancava quando incontrasti quelle 2 aquile reali che svolazzavano a 200 metri da te. Cominci così a dare importanza a quello strumento che avrebbe, a tuo pensare, eliminato un ostacolo. Alla fine, ci riflettevo oggi mentre pedalavo, giro corto che c'era un vento che ti capottava, più che male di vivere è voglia di vivere, di provare, di esplorare, di viaggiare. Solo che in questi casi viene scaricata sulla parte materiale: siccome non riesco materialmente a fare quello che vorrei, beh, mi preparo per la prossima stagione, comprando un supergrandangolare, quel teleobiettivo di prima, che non si sa mai. Così non avrò scuse. Però mi puzza un po' da giustificazione, siamo bravi a cercare quella più indicata. O forse, dai, siamo sinceri, forse è realmente così. “ nformarsi, guardare recensioni, leggere forum, desiderare di avere quell'oggetto è un viaggio. Possederlo è la meta, ma la meta ti fa capire che il viaggio è finito, quindi meglio sempre viaggiare.... „ Giusto. Fermarsi è la fine, la tristezza. A questo punto, ogni sistema è buono, per dirsi: ci sono ancora! |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 22:43
“ il male di vivere „ Si direbbe che sia sottinteso...il "vuoto" però, in certi casi, ha più un'accezione di incolmabilità e di impotenza...è più legato alla consapevolezza di essere effimeri e miseri di fronte al tutto...quindi si cerca di mantenere una prospettiva più "ravvicinata" per avere del godimento nell'immediato e rimandare l'idea dell'"inevitabile" ad un futuro remoto. Che è poi quello che facciamo anche su un sito come questo, orientandoci sempre sulla consolazione del bello estetico e della forma piacevole che è sempre, in tutti i campi, cosa maggiormente gradita rispetto a ciò che "fa pensare" :) |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 22:46
“ ha più un'accezione di incolmabilità e di impotenza...è più legato alla consapevolezza di essere effimeri e miseri di fronte al tutto „ Infatti. È quasi una rassegnazione, che ti porta a pensare che devi darti da fare, perchè sei a termine, "in prestito", come dicono qui in Veneto. È un memento mori, un modo per ricordarti che non puoi procrastinare sempre, e che devi fare adesso quello che vorresti fare in questo momento: attendere non ha senso. Potresti non poterlo più fare. Per cui, si, più che male di vivere credo sia l'opposto, è la voglia di vivere che scorge un limite fisico, fisso ed invalicabile, e che non sa quando questo limite arriverà. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 22:48
Gianluca, forse mi sono espresso male. Non era un invito a mentire, intendevo dire che alcune risposte sono state "dirette" perché hai tentato di colmare quel vuoto con oggetti. Hai scelto forse la via piú banale, facile. Ma credo che quel vuoto sia con l'una che con l'altra non l'avresti comunque colmato. Quella è soltanto terapia occupazionale. La buttó li, invece di cercare di colmare quel vuoto, potresti invece provare a rappresentalro con la fotografia. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 23:01
"Lo scorgere il limite fisico" peró Gianluca è rifiutare la propria condizione, la vita. È mal di vivere. L'opposto sarebbe accettare dolore e gioia della vita salute e malattia. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 23:01
“ intendevo dire che alcune risposte sono state "dirette" perché hai tentato di colmare quel vuoto con oggetti. „ Si, avevo compreso. Ma forse, in quel momento, è stata davvero la via banale, quella più valida. Forse l'altra sarebbe stata certo preferibile, ma meno quantificabile, e forse meno comprensibile. Potrebbe esser un bel tema, fotograficamente parlando. Molto difficile, certo, ma molto interessante. Ottima idea. “ È mal di vivere. „ Ho sempre pensato che il mal di vivere, la melanconia, si esprimesse in forme più radicali e distruttive, più inclini al termine dell'esperienza che al suo proseguimento. Da come hai posto la cosa, però, può esser rappresentata anche dalla consapevolezza che il vivere avrà un termine, con la ribellione, il rifiuto dell'idea. Non c'avevo pensato. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 23:13
Come si diceva in uno dei thread di Lastprince, tendenzialmente tutte le cose migliori, compresa la buona fotografia, sono pervase da forme disparate di fragilità, inquietudine, malessere e via dicendo. Non che sia una regola...ma nell'arte in generale, difficilmente le cose più potenti non hanno un qualche collegamento colla condizione umana in senso lato. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 23:22
Altrimenti, se bastasse comprarsi beni materiali, non esisterebbero la buona fotografia e tutte le cose migliori. Ricordo un libro, che veniva citato dalla mia prof di Storia dell'Arte: "Nati sotto Saturno", che trattava della vita dei principali artisti. Ed effettivamente il male di vivere ha un che di saturnino. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 23:23
Esatto Rombro, semplicemente non capivo perché alcuni avessero puntato il dito soltanto sul comprare = vuoto. Se si fosse dedicato alla fotografia quel vuoto non l'avrebbe comunque colmato. Forse sarebbe riuscito ad indagare, scavare piú in profondità e sprofondare ancora di piú :-) invece che usare l'attrezzatura come analgesico. Comunque se puó darti conforto Gianluca saxxi che siamo tutti sulla stessa barca. Il dolore, la sofferenza, l'imperfezione ci accomuna tutti. Non si scappa, possiamo forse solo cambiare il nostro approccio. |
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