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scansione TriX, forse troppa grana?


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avatarsenior
inviato il 19 Dicembre 2024 ore 16:37

i fabbricanti raramente rispettano la sensibilità dichiarata


??????? I fabbricanti rispettano le normative ISO Standard ... Sviluppando come da bugiardino allo IE (indice di esposizione) otterrai i risultati del produttore (Contrasto/Densità). Quindi una 100 ISO E' una 100 e ti darà i risultati promessi dal produttore

SE POI questi risultati non soddisfano i criteri per LA STAMPA analogica con ingranditore (Condensatori? Diffusa?) questo è un altro paio di maniche. Infatti se scannerizzi è (generalmente) meglio non sovraesporre ... sfruttando tutta la sensibilità della pellicola senza perdere gran che di dettaglio nelle ombre

avatarsenior
inviato il 19 Dicembre 2024 ore 18:58

el rivelatore ci sono le sostanze organiche che vanno a ridurre lo ione Argento ad Ag metallico...


ok grazie fin lì ci arrivo. vorrei capire perché a memoria le bottiglie di rivelatore dopo un po' dentro diventano grige e sono piene di "roba nera" visto che dalla pellicola non dovrebbero portarsi via l'argento ma il bromo. Quest'ultima bottiglia era lurida di grigio e nero ma non so se era rivelatore o fissaggio.
vorrei capire come distinguere dai residui un fissaggio da uno sviluppo per non rischiare di mettere rivelatore nuovo dentro una bottiglia che conteneva fissaggio.

per la pulizia vedo che il pulisci mani della CFG sta facendo un buon lavoro.

per la tossicità dei bagni per il bianco e nero la realtà è che praticamente non sono tossici: l'idrochinone lo trovi nelle creme per la pelle, il tiosolfato d'argento si usa in botanica fare durare di più le foglie delle piante.
andrei volentieri in discarica a portare anche altre cose ma il comune di Milano per fare altra speculazione edilizia ha chiuso l'unica discarica che avevamo nella zona sud. Quindi prossimamente dovrò andare a casa del siNNiore dall'altra parte della città per smaltire cartucce di toner accumulati e altra paccottiglia elettronica.
La cosa irritante è che quando ho chiesto informazioni mi hanno detto che hanno aperto una isola ecologica provvisoria qui vicino. ci sono andato e non c'è più.

Per quello che riguarda le sostanze chimiche blande come queste la realtà è che probabilmente non ne fanno niente. Semmai mi piacerebbe imparare a recuperare l'argento dal fissaggio usato.

avatarsenior
inviato il 19 Dicembre 2024 ore 19:03

??????? I fabbricanti rispettano le normative ISO Standard ... Sviluppando come da bugiardino allo IE (indice di esposizione) otterrai i risultati del produttore (Contrasto/Densità). Quindi una 100 ISO E' una 100 e ti darà i risultati promessi dal produttore


quello che ha detto torna anche a me: gli iso dichiarati non sono esattamente quelli reali e chi produce i rivelatori poi si adegua e dà tempi per compensare anche quell'imprecisione, magari voluta per ottenere più o meno contrasto.

avatarsenior
inviato il 19 Dicembre 2024 ore 19:51

dopo un po' dentro diventano grige e sono piene di "roba nera" visto che dalla pellicola non dovrebbero portarsi via l'argento
******
Si non e' Argento, ma non solo quello e' nero...

Per la tossicita: non c'e' solo l'idrochinone; piu' in generale consiglierei un principio di precauzione. Le schede di sicurezza si riferiscono al prodotto integro, non a quello reagito che contiene anche i prodotti di ossidazione o in generale di degradazione.
Senza allarmismi ma nemmeno da usare in cucina insomma, no ?

Per gli ISO delle pellicole mi pare super corretto quanto ha spiegato Schyter

avatarsenior
inviato il 19 Dicembre 2024 ore 23:33

Per gli ISO delle pellicole mi pare super corretto quanto ha spiegato Schyter


forse ma non corrisponde a quello che i test delle riviste hanno sempre messo in luce.

Senza allarmismi ma nemmeno da usare in cucina insomma, no ?


assolutamente. io ho scritto "non NE fanno niente intendendo che quelli della gestione dei rifiuti è molto probabile che sostanze come queste non le trattino neanche. te le ritirano poi magari le buttano nel tombino

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2024 ore 0:10

Lo Indice di Esposizione (IE), quello cioè che scrivono i produttori sulla scatola, NON è la sensibilità dichiarata ! E' lo INDICE DI ESPOSIZIOne.

Esponendo una pellicola X e sviluppandola con Y per tot tempo alla tal temperatura (come da datasheet del produttore), otteremo come densita/contrasto, esattamente quello che il datasheet riporta. Se questo non è consono, o comunque non funziona bene con quello che faremo successivamente allo sviluppo (stampa da ingranditore), NON è colpa dello INDICE di Esposizione (IE) riportato sulla confezione della pellicola. Il produttore si è attenuto esattamente (si spera) ai dettami della normativa ISO Standard.

Basta leggere un qualsiasi datasheet di qualsiasi pellicola.

Dovremo applicare quindi alcuni accorgimenti per arrivare al risultato sperato. (sovraesposizione? Sottoesposizione? Sovrasviluppo? Sottosviluppo? Quale rivelatore? etc etc)




avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2024 ore 1:11

dalla definizione degli asa di una pellicola sembra possibile che due pellicole con stessi asa in realtà riprendendo un grigio di media densità con la stessa esposizione lo riproducano in modo diverso. questo è il punto.
perché puoi avere stessi ASA anche se il punto m in cui misuri esposizione e densità è diverso. riporto la definizione :

"Film speed is found from a plot of optical density vs. log of exposure for the film, known as the D–log H curve or Hurter–Driffield curve. There typically are five regions in the curve: the base + fog, the toe, the linear region, the shoulder, and the overexposed region. For black-and-white negative film, the "speed point" m is the point on the curve where density exceeds the base + fog density by 0.1 when the negative is developed so that a point n where the log of exposure is 1.3 units greater than the exposure at point m has a density 0.8 greater than the density at point m. The exposure Hm, in lux-s, is that for point m when the specified contrast condition is satisfied. The ISO arithmetic speed is determined from:

S = 0.8 lx * s / Hm


This value is then rounded to the nearest standard speed in Table 1 of ISO 6:1993."

en.wikipedia.org/wiki/Film_speed#/media/File:ISO6speedMethod.png

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2024 ore 8:43

(CIT)

"" La definizione corretta di sensibilità è la seguente:la sensibilità è quel valore che una volta impostato sull'esposimetro permette di avere negativi con dettagli nelle ombre ben visibili (questa definizione è della Kodak, non è mia). PUNTO ... qualsiasi sia il tecnicismo che ci porta a conseguire QUESTO RISULTATO.


Da questa definizione deriva di conseguenza che il corretto tempo di sviluppo è quello che restituisce dei negativi con i dettagli delle alteluci visibili.
Quindi la sensibilità e, di conseguenza, il tempo di sviluppo, non sono fissati e definiti ma variano a seconda della catena di lavoro e, perché no, dal gusto del fotografo. In poche parole si deve sperimentare per trovare la sensibilità e, sempre correlata a questa perché definisce le luci, il tempo di sviluppo che va bene.

Ogni pellicola esce dalla fabbrica con un valore di sensibilità ISO e con un foglietto che indica dei tempi di sviluppo; questi sono da intendersi (ma sui datasheet è scritto chiaro) come valori di partenza da cui partire per affinarli rispetto a quelle che sono le proprie esigenze.

Nello specifico lo standard ISO per determinare la sensibilità della pellicola, prevede uno sviluppo con un gradiente di contrasto di 0,62. !!!

Facciamo un po' di conti molto a spanne:
Per una riproduzione soddisfacente del soggetto l'immagine deve avere un gradiente di 1.
La carta da stampa (gradazione normale) ha un gradiente di circa 2.
Usando le indicazioni dei fabbricanti, cioè sensibilità ISO e tempi di sviluppo con gradiente 0,62, il gradiente combinato dell'immagine è dato dal gradiente della carta moltiplicato il gradiente della pellicola, quindi 0,62x2=1,24. Siamo un bel po' più su dell'ottimale 1 .

Il gradiente ottimale del negativo è di 0,5 e infatti 2x0,5=1.
Diminuire il tempo di sviluppo per avere un contrasto di 0,5 comporta una diminuzione della visibilità dei dettagli in ombra per cui si aumenta l'esposizione per migliorare la visibilità delle texture delle ombre.
Per un negativo di 0,62, come da standard ISO, ci vuole una carta di gradiente di 1,65, cioè una gradazione 1, oppure fotografare solo soggetti poco contrastati.

Per fotografare soggetti con contrasto normale è meglio sviluppare un po' meno e aumentare un po' l'esposizione.

Se poi si usano rullini con tante pose di tanti soggetti con contrasti diversi, esporre e sviluppare per la situazione "normale" ti pone in ogni caso nella situazione migliore per poter gestire soggetti con contrasto più alto e/o più basso del normale. ""

In questo ultimo caso esporre alla metà dello IE non è che sia poi la cosa migliore . ...(ndr)

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2024 ore 9:46

Lo Indice di Esposizione (IE), quello cioè che scrivono i produttori sulla scatola, NON è la sensibilità dichiarata ! E' lo INDICE DI ESPOSIZIOne.
********
Un attimo questo ammetto che mi ha mandato in confusione...
Se non e' dichiarata sulla scatola, perche' su di essa viene impresso lo IE..dove e' dichiarata ?
Se da nessuna parte vuol dire che non rispettano lo standard ISO (quello che ha linkato Blak sopra)...

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2024 ore 12:00

Sorriso Le "paranoie" sulla sensibilità sono come una delle 7 piaghe d'Egitto ... Questo qui sotto forse spiega un po' di + ... anche se su alcune cose andrebbe chiarito meglio.

(CIT)

"" La sensibilità ISO dei fabbricanti è corretta per definizione, dato che è stabilita dallo standard usato per stabilire la sensibilità.
Il punto è che la sensibilità definita dallo standard ISO non è quella che offre i migliori risultati quando si fotografa per stampare.
Quindi non è che i fabbricanti dicono bugie per vendere più pellicole (ci può essere in parte anche questo, dato che la sensibilità è un parametro importante che indirizza l'acquisto degli utenti), ma loro si limitano ad applicare lo standard.
Il problema della sensibilità è un combinato disposto di diversi fattori.

Lo standard ISO prevede di sviluppare la pellicola per un gradiente medio di 0.62.

Mediamente per avere una buona stampa (con gradazione 2 e soggetto normale N) con un ingranditori a luce diffusa il gradiente del negativo deve andare da 0,50 a 0,55; se si stampa a condensatori si deve scendere a 0,45-0,5.

Lle pellicole non aumentano di sensibilità effettiva se sviluppate per tanto tempo (aumentano solo il gradiente) ma perdono molta sensibilità effettiva se sviluppate per meno tempo (basta vedere una curva sensibilità/sviluppo, ad esempio quelle pubblicate sui datasheet della Foma, per rendersi conto di quantro velocemente scende la sensibilità allo scendere dello sviluppo).

Quindi:
se per avere un buon negativo (che DEVE essere "moscio" alla vista) si consiglia di ridurre lo sviluppo --proprio per scendere dal gradiente 0,62 dello standard ISO al range 0.45-0.55 più adatto agli ingranditori-- allora è MOLTO consigliato diminuire anche la sensibilità effettiva della pellicola --proprio perché le pellicole perdono sensibilità effettiva al diminuire dello svilupo. ""

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2024 ore 12:02

io per stabilire LA MIA sensibilità effettiva dell'accoppiata pellicola/rivelatore, uso il vecchissimo metodo del ring-around.

Facile da farsi.

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2024 ore 12:54

Il punto è che la sensibilità definita dallo standard ISO non è quella che offre i migliori risultati quando si fotografa per stampare.
******
Si, questo il punto fondamentale.
Il mio era il dubbio che l'IE nemmeno corrisponda (in alcuni casi) alla normativa ISO.
Se non e' cosi rispondera' a protocolli interni del produttore..ma questi sono aspetti probabilmente secondari visto quanto sopra quotato.

vecchissimo metodo del "ring-around"
*******
Magari mi puo' essere utile, avendo della carta a grado fisso...dovro' ragionarci un pochino..

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2024 ore 13:07

Il mio era il dubbio che l'IE nemmeno corrisponda (in alcuni casi) alla normativa ISO


non è un obbligo, nessuno vieta ai produttori di usare altri sistemi di riferimento,
c'è da dire però che gli standard ISO sono stati creati con la collaborazione dei principali produttori di pellicola, quindi di solito non ci sono sorprese

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2024 ore 13:41

Nel colore penso proprio di si', anche se piu' difficile da determinare (avendo piu' strati), essendo il processo molto piu' "rigido" rispetto al trattamento del bianco e nero.
Nel b&n probabilmente non si discosteranno di molto.
Come esempio, visto che il 3d partiva dalla Kodak tri-x, questo e' quanto riportato sul data sheet della pellicola:
<<PROCESSING
The following starting-point recommendations are
intended to produce a contrast index of 0.56. Make tests to determine the best development time for your application>>

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2024 ore 14:17

The following starting-point recommendations are
intended to produce a contrast index of 0.56. Make tests to determine the best development time for your application


ed infatti ogni produttore indica sul datasheet, l'indice di contrasto trattando la pellicola con il rivelatore x per tempi y.

Ecco perchè ha poco senso dare come indicazione quella di dimezzare lo Indice di Esposizione alla metà; senza nemmeno indicare il rivelatore... magari con un rivelatore che si mangia quasi uno stop può funzionare... molto meno se dimezzando la sensibilità si utilizza un rivelatore che non si mangia niente di sensibilità:

Sono sempre indicazioni generali da cui partire ed aggiustare il tiro, (magari con un bel ring-around).

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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