| inviato il 02 Agosto 2024 ore 7:45
Anche se sostanzialmente inferiore al più pesante, robusto e di gran lunga meglio armato Kawanishi Shiden che anzi, come "piattaforma di tiro", era anche migliore dei caccia americani coevi, ivi incluso il North American P51. |
| inviato il 02 Agosto 2024 ore 8:58
Bella discussione! Mi nonno era un Asso della Regia Aeronautica it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Monti_(aviatore) ho avuto la fortuna di poter leggere i suoi diari, conoscere alcuni dei suoi compagni di Squadriglia e di parlare con alcuni tra i più autorevoli storici aeronautici. Trovare il miglior caccia credo sia impossibile per i mille motivi già elencati, per una questione puramente sentimentale direi che dei nostri il migliore sia stato il Macchi 205 |
| inviato il 02 Agosto 2024 ore 9:00
“ Che come tutti i caccia nipponici era particolarmente temibile nel dog fighting. „ finchè fu armato di sole mitragliatrici |
| inviato il 02 Agosto 2024 ore 10:00
Non si può rispondere in termini assoluti. La WW2 è durata 5 anni, nei quali si sono succeduti non solo modelli nuovi di aerei, ma anche versioni sempre più prestanti dei modelli originali: tra la versione E e la versione K del Me109 ci sono differenze abissali in termini di prestazioni. Inoltre le differenze tra caccia terrestri e caccia imbarcati sono raramente comparabili; i secondi avevano esigenze (autonomia, robustezza strutturale) maggiori rispetto ai primi, quindi anche lì è difficile rispondere. Stesso discorso per il fronte orientale: un fiat Cr 42 o G50 a cabina aperta, in Ucraina ed in inverno, era di fatto inservibile. Occorre come minimo fare un raffronto anno per anno, e teatro operativo per teatro operativo. Quando in Europa fece la sua comparsa il FW190, per un certo periodo il fighter command inglese diede l'ordine di non impegnarsi in combattimento. Poi recuperarono in parte il gap e le cose cambiarono. Stesso discorso per lo zero giapponese, contro il quale il Wildcat era oggettivamente svantaggiato sotto ogni aspetto salvo la corazzatura: fu senz'altro il miglior caccia imbarcato nei primi 2 anni di guerra: Ma in seguito lo Zero, seppur aggiornato, venne superato dai vari F6 Hellcat e Corsair. È un argomento troppo vasto per rispondere con un solo modello di aereo, al di là delle "simpatie" personali o di giudizi complessivi (vi furono ad esempio caccia giapponesi eccezionali, che però furono prodotti in numero talmente ridotto e pilotati da giovani inesperti, da non dare praticamente nessun contributo sostanziale alla guerra: ma gli aerei presi in sè erano eccellenti e competitivi rispetto agli avversari). |
| inviato il 02 Agosto 2024 ore 10:35
Infatti è sbagliato parlare in termini assoluti di aereo migliore della WW ll, per il semplice motivo che erano asserviti a filosofie di combattimento differenti. I Giapponesi, in ossequio alla filosofia del Samurai, prediligevano lo scontro uno contro uno, e i loro aerei erano quindi adatti al combattimento manovrato, quindi estrema naneggevolezza, forte velocità ascensionale, velocità massima non esagerata, anche perché la fuga non era contemplata, e armamento non troppo pesante perché ogni colpo andava pesato. Gli Americani prediligevano la filosofia del cow-boy, quindi bisognava sparare molto e pesantemente e dovevi essere supportato da un cavallo in grado, eventualmente, di tirarti fuori dai guai, quindi aerei pesanti, estremamente robusti, pesantemente armati ed estremamente veloci perché dovevano consentire di arrivare veloci, travolgere il nemico sotto un uragano di fuoco e disimpegnarsi velocemente... il combattimento ravvicinato, quello dove ci si guarda negli occhi per capirci, non era contemplato, chiaramente... perché non era mestiere per loro. I Tedeschi, come sempre del resto, avevano un approccio più pragmatico: pertanto i loro caccia dovevano essere ottime piattaforme di tiro, come gli Statunitensi ma, nel contempo, anche adatti al combattimento manovrato... quindi necessitavano di un materiale umano assolutamente superiore, forgiato tralaltro da un addestramento superiore e una disciplina elevatissima... e i risultati si sono visti in un numero di Assi semplicemente spropositato! I Russi, come gli Americani, prediligevano armamento e robustezza... anche perché gli aerei, TUTTI, dovevano essere adatti anche all'attacco al suolo e dovevano poter essere pilotati da gente che il giorno prima guidava, forse, un trattore Gli Inglesi... boh... gli Inglesi, come sempre del resto, erano indefinibili... però a casa il risultato lo portavano sempre. E gli Italiani? Beh gli Italiani erano Italiani... nel bene e nel male. I Francesi invece, come sempre del resto, NON PERVENUTI... anche se alla fine, col beneplacito degli ingenui Yankees sempre schierati dalla loro parte per un malinteso debito storico risalente alla Guerra di Indipendenza, fecero meno di nulla, come sempre anche in questo del resto, ma si sedettero comunque al tavolo dei vincitori... pur non avendone merito alcuno! |
| inviato il 02 Agosto 2024 ore 12:09
Vabbè, giudizi "storici" a parte... la filosofia costruttiva degli aeroplani dell'epoca rifletteva anche tre aspetti ben distinti, ma tra loro correlati. Il primo, le conoscenze e le capacità tecnologiche dei costruttori nei singoli paesi, compresa disponibilità di materiali e capacità industriali. Il secondo, le dottrine belliche delle singole aeronautiche. Il terzo, le necessità operative dei vari teatri di impiego. Alcuni esempi. Il Mitsubishi A6M. Nelle varie versioni è raccontato come eccellente manovratore ma fragile e poco o nulla protetto, per quanto riguarda serbatoi e pilota. Queste caratteristiche derivano da ragioni ben precise. I giapponesi avevano la necessità operativa di coprire lunghe distanze nel Pacifico, tra portaerei e basi terrestri, requisito fondamentale l'autonomia. I giapponesi non disponevano di motori aeronautici nella classe oltre 1000 CV (i loro radiali erano copie più o meno ispirate liberamente a progetti americani ed europei anteguerra). Mettendo insieme queste caratteristiche, hanno dovuto sacrificare qualcosa sull'altare della massima leggerezza ed hanno sacrificato la robustezza. Scelta che li penalizzerà in seguito, con il protrarsi della guerra e la penuria di piloti addestrati. Il Macchi 202, ovvero il caccia italiano più prodotto nel corso della guerra (circa 1300 esemplari, tra Macchi ma soprattutto Breda ed altri). Derivato dal 200, tecnologicamente scontava l'arretratezza delle conoscenze italiane in tema di rivestimenti lavoranti (a parte il lavoro di Longhi alle Reggiane, che infatti era andato a "studiare" in America...) ed aveva una complessa struttura che risuitava pesante, costosa e lunga da costruire. Aggiungiamo a questo la arretrata dottrina della Regia, che non aveva ancora capito che l'aumento delle velocità e degli armamenti degli aerei aveva posto fine al combattimento manovrato. Infine, era un apparecchio concepito per ruoli di "difesa di punto" da impiegare in madrepatria, non per operare in offensive nel deserto o su Malta. Risultato, un bellissimo apparecchio, ma decisamente "sotto-armato" per le esigenze del 1941 e di fatto inutile per le esigenze di quella guerra. Il Bf109. I tedeschi avevano la tecnologia per assecondare l'idea di costruire la cellula più piccola possibile intorno al motore Mercedes-Benz, comprese alcune "chicche" come l'iniezione meccanica di carburante ed il cannone coassiale al mozzo elica. Ottennero così una macchina formidabile per gli scopi della "blitzkrieg" ma che già con la Battaglia di Inghilterra mostrava il grosso limite della scarsa autonomia, tanto da rendere difficoltose le missioni di scorta bombardieri oltre la Manica. Paradossalmente le ultime versioni K, seppure sorpassate sotto l'aspetto della cellula, tornarono utili per la difesa territoriale negli ultimi due anni di guerra, quando però uomini e logistica cominciavano a scarseggiare. |
| inviato il 02 Agosto 2024 ore 12:48
Per rispondere alla domanda del "migliore" ... ricordo di avere letto una frase attribuita a non so quale pilota RAF... "il P51 fa le stesse cose che fa uno Spitfire, ma le fa sopra Berlino". In quel momento, in quello scenario, era il "migliore". |
| inviato il 02 Agosto 2024 ore 13:09
Historia Magistra Vitae Enrico... del resto si sa che le cose non avvengono per caso. |
| inviato il 02 Agosto 2024 ore 19:26
La stessa Luftwaffe, dopo prove comparative, nel 1943, lo considerò "il miglior caccia dell'Asse" Da Wikipedia. Comunque, i tedeschi scelsero il G-55 perché era ottimamente industrializzato (economico e facile da costruire) ma soprattutto perché già predisposto per montare il motore DB-603, disponibile in quantità limitata solo verso la fine della guerra (Fiat G-56, costruito in un solo esemplare, distrutto durante i bombardamenti degli stabilimenti Aeritalia di Torino).. Ho conosciuto, ed "intervistato" i Comandanti Valentino Cus e Simeone Marsan, collaudatori della Fiat Aviazione, che queste cose le avevano vissute e le conoscevano bene. Sbaglio, o avete dimenticato il Ta-152? |
| inviato il 02 Agosto 2024 ore 20:16
Oppure l'equivalente (ma opposto) giapponese del Ta-152, ossia il Kawasaki Ki-100, conversione del Ki-61 con motore radiale al posto del problematico V12 originario. |
| inviato il 02 Agosto 2024 ore 21:50
Sbaglio, o avete dimenticato il Ta-152? ********* ********** Sbagli infatti... l'ho citato io. |
| inviato il 02 Agosto 2024 ore 21:56
Oppure l'equivalente (ma opposto) giapponese del Ta-152, ossia il Kawasaki Ki-100, ********** ********** Ma perché il Ki 100 era un caccia d'alta quota? |
| inviato il 02 Agosto 2024 ore 22:39
Giusto, mi era sfuggito. Tornando al topic, direi che si tratta di comparazioni con poco senso, dipendendo molto dalle leggende e troppo dai punti di vista. Mi spiego: un aereo da guerra (come è un aeroplano da caccia) non è detto che debba avere, sulla carta, caratteristiche eccezionali per essere classificato il migliore. Qualsiasi militare vi dirà che un aeroplano affidabile e robusto, possibilmente economico, costruibile in gran quantità, dal pilotaggio "sano" è preferibile ad un produttore di record, costoso e delicato e di difficile pilotaggio. Abbagliati dalle grandi imprese degli "assi", il grande pubblico non immagina che, specialmente in tempo di guerra, la massa dei piloti è "media", i velivoli destinati ad una vita breve o brevissima, con una manutenzione spesso assente o precaria, carburanti di cattiva qualità ecc. ecc. Questo spiega molte cose, apparentemente strane: la lunga carriera di un caccia biplano come il CR-42 (rivelatosi un buon cacciabombardiere, almeno nei cieli del nordafrica), la strepitosa carriera dello Stuka (lento e poco manovrabile, ma estremamente robusto ed un'eccellente piattaforma di tiro), l'eccellenza iniziale del caccia Zero, la supremazia dei caccia CR-32 nella guerra di Spagna (i Repubblicani avevano i caccia sovietici Rata, monoplani, a carrello retrattile, incomparabilmente più moderni), ecc. Se qualcuno volesse la controprova di ciò che affermo, si legga la storia del nostro sfortunato Ba-88, un aereo che stabilì record mondiali ma come fu impiegato bellicamente, fu rottamato dagli stessi utilizzatori dopo le prime missioni. In sostanza: non esiste l'aereo "migliore", ma quello che, considerate tutte le variabili, si è dimostrato valido in certe circostanze e non in altre (perfino il nostro "cassone" Fiat G-50 fu apprezzato dai Finlandesi - ed aveva l'abitacolo aperto!). |
| inviato il 03 Agosto 2024 ore 6:31
Mi spiego: un aereo da guerra (come è un aeroplano da caccia) non è detto che debba avere, sulla carta, caratteristiche eccezionali per essere classificato il migliore. ********** ********** Precisamente. Alla fine, come ho già detto varie volte, la differenza più geande la fa sempre il "materiale umano" di cui disponi. E il "materiale umano", ovviamente, non sono solo i piloti ma anche tutto l'oscuro e misconosciuto "personale di terra" che mette l'Asso in condizione di avere una macchina perfettamente tarata. Per non parlare di tutta la lunga catena logistica che deve fornire TUTTO QUELLO di cui un aereo abbisogna anche solo per accendere il motore! |
| inviato il 03 Agosto 2024 ore 6:36
Per esempio: i LaGG e i Mig russi erano anch'essi eccellenti, soprattutto perché con la loro relativa semplicità, erano macchine tutto sommato spartane, mettevano in condizione tutti, sia i piloti che i meccanici, di metterci mano con una certa agiatezza... ma qualcuno ha mai riflettutto un attimo su chi, e su come, fornisse loro la preziosa benzina Avio che i Sovietici non erano in grado di produrre? |
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