| inviato il 13 Maggio 2024 ore 20:41
“ Insomma a Milano che era in pratica la città del cambiamento negli anni 70 e non solo a livello sociale, cambiava la moda, cambiava il design, tutto era in risposta agli anni del benessere del dopoguerra che aveva generato l'emigrazione interna e la costruzione di quartieri dormitori dove delinquenza e droga abbondava. „ Qui però mi pare sia tu ad utilizzare un po' di luoghi comuni "retrospettivi". Detto senza polemica, ovviamente. Nel senso, tutto vero ma c'era anche un "dietro le quinte" che era quello di Cattaneo. Fermo restando il tema della consapevolezza, per il quale non serve che l'autore ci abbia lasciato cenni, dovrebbero bastare le immagini, magari raccolte bene. |
| inviato il 13 Maggio 2024 ore 20:42
Non capisco che cosa ci sia di male a non fotografare le manifestazioni di piazza degli anni 80. Magari odiava la ressa. Magari non gliene interessava nulla. Una foto per me piace per la sensazione che trasmette, non dicono che quelle di Cattaneo mi piacciono, se non ha fotografato qualcosa che per lui non interessava si tratta di una precisa scelta dell'autore. Cattaneo ha documentato quello che voleva dopo tutto non era un reporter o sbaglio? Dalle informazioni che ho trovato si tratta di un fotoamatore. |
| inviato il 13 Maggio 2024 ore 20:55
credo che ogni autore , debba esprimersi liberamente in ciò che sente e non in ciò che deve. Come ho già detto , nel 1976, aveva già 60 anni e magari preferiva starsene lontano da tumulti o manifestazioni. |
| inviato il 13 Maggio 2024 ore 21:01
Enrico hai ragione se la frase è presa da sola, nel contesto di tutto il discorso il soggetto era la consapevolezza e io le 2490 foto le ho guardate tutte. Poi che sia lecito che non vedere e non sentire il cambiamento che stava arrivando è una scelta del fotografo ok. Come è lecito che chi osserva possa trovare dei punti in cui non è dello stesso parere del fotografo non come fatto negativo ma come dubbio sulle scelte fatte di ignorare una parte in quel preciso contesto storico che poi ha determinato un radicale cambiamento sia nella cultura che nelle arti non come politica ma come documentazione storica. |
| inviato il 14 Maggio 2024 ore 9:22
buongiorno a tutti . Come avevo scritto ieri, quella raccolta di 2500 foto random è veramente confusionaria e fuorviante. Ho trovato quel link di cui parlavo, in cui invece le foto sono raggruppate per lavori e genere. A mio parere, le migliori sono : Balere , Fiera di Sinigaglia ( forse troppo ampia ) , Ritratto Maschile , Luna Park ( davvero bella ) , Milano ( scarna ma per alcuni aspetti precede Basilico ) , Piazza del Duomo , Mondo Beat e la serie di Napoli ( soprattutto Bimbi e Vicoli ) . P.s. : la maggior parte delle foto di Cattaneo vanno dalla metà degli anni 50 fino alla metà degli anni 60 , con poche puntate fino al 1971, quindi il suo lavoro è prevalentemente incentrato tra i 50 e i 60 . Buona visione . www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/autori/42490/?current=1 |
| inviato il 14 Maggio 2024 ore 10:54
@Lorenz71 ok prendiamo gli anni 60 e non gli anni 70. Non sto a ripetermi rimettendo il mio pensiero sul periodo anni 70. Quello che vedo anche se analizzo gli anni 60 è comunque la stessa cosa, cambiano solo le situazioni, ma resta a senso unico e parlo della documentazione storica e che riporta sempre alla stessa domanda sulla consapevolezza. Una situazione che manca degli anni 60 ad esempio è questa: www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-2w010-0000156/?vie In sostanza per me lo si sta sopravvalutando come artista e non intendo come fotografo. Non è obbligatorio che un fotografo sia un'artista, il suo lavoro vale sempre come documento storico, poi che la sua visione sia senso unico o non percepisce altri aspetti del periodo storico che rappresenta è una scelta. Come è una scelta di chi guarda le opere di considerare il periodo storico in generale e non solo quello narrato dal fotografo e porsi delle domande per valutare meglio la sua osservazione. |
| inviato il 14 Maggio 2024 ore 11:12
beh, Ivo , proprio perchè si dubita sulla consapevolezza di ciò che realizzava e lo si "accusa" di non aver affrontato fotograficamente i cambiamenti , ma solo le situazioni quotidiane, è già questa una sua scelta consapevole di ciò che voleva rappresentare. A lui interessava la vita quotidiana e coglierne la bellezza e la poesia . Altri hanno intrapreso un racconto diverso degli anni 50-60 e soprattutto 70. |
| inviato il 14 Maggio 2024 ore 11:18
“ Non è obbligatorio che un fotografo sia un'artista „ E' quello che dice anche Berengo Gardin, riferendosi a sè stesso. |
| inviato il 14 Maggio 2024 ore 11:33
“ beh, Ivo , proprio perchè si dubita sulla consapevolezza di ciò che realizzava e lo si "accusa" di non aver affrontato fotograficamente i cambiamenti , ma solo le situazioni quotidiane, è già questa una sua scelta consapevole di ciò che voleva rappresentare. A lui interessava la vita quotidiana e coglierne la bellezza e la poesia . Altri hanno intrapreso un racconto diverso degli anni 50-60 e soprattutto 70. „ Come già detto sopra in altro post, il condividere una opinione fa crescere il dialogo, il voler far capire non porta da nessuna parte visto che le convinzioni son diverse. Poi sul fatto che dubitare equivalga ad accusare è una tua convinzione. Se dici che l'aver evitato alcune situazioni è una scelta consapevole di ciò che voleva rappresentare, allora se era consapevole come tu affermi secondo te il dubbio quindi non esiste. Se poi tu vedi poesia e bellezza nelle sue immagini è una tua osservazione lecita. Il vedere poesia e bellezza in una foto la posso vedere anche in uno scatto di uno sconosciuto e non per questo lo reputo un artista. Per me sono altri valori che mi portano a considerare artista qualcuno. In tutte le arti ci sono personaggi che rispecchiano la loro arte, ma non tutti poi sono considerati artisti. Quindi non è che accuso nessuno solo nell'osservare una fotografia lo faccio tenendo presente non solo cose soggettive che vedo nella fotografia, ma anche tutto un contesto globale del dove si inserisce quella fotografia ed avere dei dubbi non vuol dire accusare. Io non ho remore su Cattaneo esprimo solo un mio parere che non pretendo di far capire, ma lo condivido. |
| inviato il 14 Maggio 2024 ore 13:49
Ivo, se andiamo avanti tra assiomi e sillogismi sui concetti espressi, non arriviamo da nessuna parte, perchè forse abbiamo due idee ed interpretazioni diverse di questo autore. Per me rimane un grande fotografo ed artista della fotografia del 900 e merita il posto che ha all'interno del più grande museo della fotografia contemporanea ,con il suo vastissimo numero di scatti . Se altri non lo apprezzano e non ci trovano nulla nelle sue fotografie, pazienza . Questi post servono a presentare autori che molti non conoscevano. Poi i pareri e i giudizi saranno sempre personali |
| inviato il 14 Maggio 2024 ore 13:53
riporto ciò che la rivista " il Fotografo" ha scritto come presentazione di Cattaneo , per una sua mostra : La fotografia come “ricerca antropologica”: così la interpreta Mario Cattaneo (Milano, 1916-2004) che, influenzato dal lavoro di Cartier-Bresson, Doisneau, Berengo Gardin, negli anni Cinquanta e Sessanta punta l'obiettivo sull'uomo e sulla sua quotidianità. A Milano, Cattaneo frequenta abitualmente la fiera di Sinigaglia, luogo ideale per immortalare un'umanità varia, colta nella sua spontaneità. Da questa osservazione dell'uomo, dallo studio della figura umana nascono alcuni dei lavori più interessanti: Vicoli di Napoli, 1952; Luna park, 1956-60; Una domenica all'Idroscalo, 1958- 62; Caravaggio, 1964-65; Festival pop, 1973-77. Al reportage sociale e di costume, Cattaneo affianca anche il reportage di viaggio, alla scoperta di culture diverse. Nel 1991 la FIAF lo nomina Autore dell'Anno, dedicandogli una mostra itinerante. Dal 2006, in seguito a una donazione voluta dagli eredi, il fondo di Mario Cattaneo è di proprietà della Fondazione Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. Il fondo fotografico raccoglie oltre 190mila tra negativi su pellicola, diapositive, stampe e provini, che testimoniano il lavoro realizzato da Cattaneo tra il 1950 e il 2004 e la sua capacità di restituire in uno scatto la bellezza racchiusa nell'umanità, anche la più semplice. |
| inviato il 14 Maggio 2024 ore 14:09
“ usare il termine banale è un po' rischioso „ Io credo proprio che sia totalmente fuori luogo. Ci sono perle notevoli, anche solo guardando gli scatti visibili in quel link postato, a prescindere dal periodo in cui le foto sono state scattate. |
| inviato il 14 Maggio 2024 ore 14:18
“ Ivo, se andiamo avanti tra assiomi e sillogismi sui concetti espressi, non arriviamo da nessuna parte, perchè forse abbiamo due idee ed interpretazioni diverse di questo autore. Per me rimane un grande fotografo ed artista della fotografia del 900 e merita il posto che ha all'interno del più grande museo della fotografia contemporanea ,con il suo vastissimo numero di scatti . Se altri non lo apprezzano e non ci trovano nulla nelle sue fotografie, pazienza . Questi post servono a presentare autori che molti non conoscevano. Poi i pareri e i giudizi saranno sempre personali „ è da diverse pagine che te lo dico e l'ho ribadito qui poco sopra, son contento che hai capito che abbiamo un parere diverso su questo fotografo. Per quanto riguarda poi l'articolo del fotografo afferma che è stato influenzato da grandi fotografi e come detto sopra da altri Berengo Gardin affermava parlando di se che non è obbligatorio che un fotografo sia un artista. Quindi e qui mi fermo se no devo ripetermi all'infinito. Non metto in discussione Cattaneo come fotografo, espongo solo un dubbio che per me è sopravvalutato come artista. Tutto qui. Non è la mole di negativi e stampe che lui ha prodotto a poterlo considerare artista. Ad esempio una prerogativa potrebbe essere quanto ha influito il suo lavoro nel periodo in cui ha operato sulla fotografia? Insomma una cosa è scrivere un pezzo su una mostra ed altra cosa è scrivere quanto Cattaneo ha influito nella fotografia con i sui scatti nel periodo della sua vita. Scusa ma io sull'arte sono abituato a osservarla in un modo diverso da qualche aggettivo abbinato ad alcuni scatti. |
| inviato il 14 Maggio 2024 ore 15:25
“ La mia citazione di Aldo, Giovanni e Giacomo era ironica visto l'andazzo che aveva preso la discussione. „ Lo immaginavo. Una piccola ma doverosa precisazione : "banale", per me, non corrisponde necessariamente ad "inutile" (e viceversa). |
| inviato il 14 Maggio 2024 ore 18:11
A proposito di Berengo Gardin... ho avuto modo di vedere una piccolissima "mostra" questa www.comune.casale-monferrato.al.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/ID con foto da lui realizzate. Conosco quel territorio... tanto da essermi incaponito a farlo diventare il soggetto di un mio "lavoro" (virgolette perché faccio altro nella vita) che racconta proprio quel territorio con tutte le sue contraddizioni... il lavoro di Berengo Gardin è imbarazzante per quanto è a senso unico, totalmente "finto". Capisco che non sia il progetto della sua vita ma poco più di una "ospitata"... però mi sarei aspettato una maggiore obiettività. Capisco anche quando afferma che un fotografo non deve essere per forza un artista. E capisco le osservazioni di Ivo circa il tema di questa discussione. | |

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