| inviato il 17 Aprile 2024 ore 15:37
I giovani (molti) sono bravi ed hanno idee e non sono condizionati dal mezzo. Sperimentano e studiano a modo loro e a mio avviso fanno bene |
| inviato il 17 Aprile 2024 ore 15:49
“ Di solito tutti ti chiedono: Che macchina devo comprare ? „ Fiat! |
| inviato il 17 Aprile 2024 ore 18:38
molti anni fa fotografare era arte e maestria, oggi la tecnologia lo ha reso semplicissimo ma in senso tecnico. Chiunque oggi può realizzare una foto tecnicamente ben fatta, quindi la tecnica è un aspetto quasi scontato. Ma la fotografia è un linguaggio. Con il linguaggio puoi scrivere canzoni, versi o prosa destinati a lasciare il segno, dire parole, esprimere concetti che possono cambiare il mondo di contro col linguaggio si possono dire sciatterie e boiate assurde, dipende. |
| inviato il 17 Aprile 2024 ore 19:04
Molto bello il commento @DomenicoMa +1 |
| inviato il 17 Aprile 2024 ore 21:14
Fotografare è difficile sia tecnicamente che artisticamente. Per creare una foto devi conoscere la tecnica che ti porta ad ottenere una fotografia. Se scatti subendo la tecnologia della fotocamera non otterrai una fotografia ma una semplice immagine. |
| inviato il 17 Aprile 2024 ore 22:10
@Riccardo.asselta Oserei dire: toccante. Il tuo commento mi restituisce tutta l'essenza del medium, nella sua originaria integrità, alla faccia di chi vorrebbe ridurre la fotografia a “linguaggio" o peggio ancora a “messaggio”. In un certo senso mi ha ricordato gli esordi (ed i bisticci) in digitale del surrealista Roberto Kusterle, abituato al banco ottico analogico, che per estendere le sue visioni ad un certo punto ha avuto bisogno dei megapixel salvo poi trovare un modo tutto suo per coniugare i due mondi e declinarli verso ciò che si era prefisso di ottenere. |
| inviato il 17 Aprile 2024 ore 22:32
Nocram...ma tu scatti foto a caso per rendere giustizia all'integrità originaria del mezzo? |
| inviato il 17 Aprile 2024 ore 22:36
Fotografare è facilissimo fin dall'epoca della Brownie e del famoso slogan : premete il bottone, kodak fà il resto...io non faccio distinzioni fra i generi e i "livelli" fotografici, una semplice foto di famiglia fatta con un'instamtic da una persona che vuole solo conservare un ricordo mi comunica e mi commuove altrettanto che le foto celebri dei "maestri" della fotografia, quello che trovo alienante sono le possibilità di fotoritocco del digitale che tendono a una specie di standardizzazione asettizzata di foto finalmente tutte simili e artificialmente "ideali" prive di "difetti", dei famosi "elementi di distrurbo" ecc..W i pali, fili telefonici, piedi tagliati, ecc.. |
| inviato il 17 Aprile 2024 ore 22:45
Il medium è il messaggio, e un medium o chi per lui mi rivelò a suo tempo una grande verità sulla fotografia (non medianica), troppo grande per condividerla qui nel mezzo o altrove. |
| inviato il 17 Aprile 2024 ore 23:18
“ molti anni fa fotografare era arte e maestria, oggi la tecnologia lo ha reso semplicissimo ma in senso tecnico. „ Scommetto che qualcuno ha scritto esattamente la stessa cosa 50 anni fa. |
| inviato il 17 Aprile 2024 ore 23:23
Lo dicevano quando apparve la pellicola al posto della lastra in effetti |
| inviato il 17 Aprile 2024 ore 23:58
@Nocram hai ragione dopotutto basta comprarsi la super pixellata cliccare sul pulsante per ottenere una fotografia oppure un iphone 15 per sentirsi un grande fotografo e chi se ne frega di sapere cos'è il diaframma, la profondità di campo, gli iso, i tempi, ecc. tanto la foto non la fai tu la fa la fotocamera o l'iphone. |
| inviato il 18 Aprile 2024 ore 0:10
Sì ma rendiamoci conto che se neghiamo che la fotografia sia un linguaggio, ci basta impostare la macchina con i settaggi del caso e fare foto a qualunque cagata. A quel punto pure Fonte Edmondo è un fotografo rispettabile |
| inviato il 18 Aprile 2024 ore 1:40
Non capisco perché estremizzi Rombro. Non ho scritto che "La fotografia non è un linguaggio" bensì che nel commento di Riccardo.asselta ho scorto (ed è sempre più raro) una visione che mi restituisce il medium (= l'intermediario) nella sua interezza. Va da se che l'intermediario [fotografico] contenga un linguaggio o persino molti ma non si esaurisce in essi. Ed ancor più riduttivo, parziale e financo sbagliato sarebbe ridurlo [l'intermediario] a "messaggio". Queste parzialità issate a porta-bandiera della fotografia, a seconda dell'egocentrismo e dell'autoreferenzialità del proponente quando non si tratta di dietrologia autoriale spiccia, a me raccontano una cosa soltanto e cioè che più si va avanti con la s-materializzazione, più l'antico medium - divenuto oramai un meta-medium (intermediario di altri intermediari) - perda man mano la sua specificità e chiedo: in favore di cosa? Io qualche risposta l'avrei ma riguarda più il fotografo di oggi (tutti-fotografi) che la fotografia per come l'ha tratteggiata Riccardo.asselta, che invece mi evoca un "sentire" antico e che personalmente apprezzo. E non mi disturba, in questo caso almeno, la transizione analogico-digitale quanto l'aver traslato, totalmente, dalla fotografia al fotografo tutto l'onere e tutti gli onori. Quanta immodestia! |
| inviato il 18 Aprile 2024 ore 2:20
Nocram, capisco ed apprezzo che hai alle spalle un solido background storico-filosofico (certe volte mi sembra pure che, estrapolando degli interventi di utenti (che manco intendevano dire quello che pensi), ti prodighi in delle esibizioni dialettiche che però qua dentro risultano...sprecate), ma il punto è semplicemente uno: analogico o digitale, fotografia o immagine smaterializzata, quando scatti lo fai per dire qualcosa. Altrimenti le alternative sono due: trastullarsi col mezzo e fare test da tecnofili incalliti o scrivere fiumi di parole, magari anche stimolanti, ma che, per la pratica fotografica, non servono a nulla. | |

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