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Come nasce un progetto fotografico


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avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2024 ore 2:03

@ ivan: la struttura ospedaliera era solo un esempio, per mettere in evidenza la burocrazia da seguire per ottenere i permessi, liberatorie ecc. Non sei un fotografo di professione ma il lavoro lo conosci bene. Se hai le possibilità di poterti imbattere nel documentare cose più complesse ti suggerisco di pensarci seriamente... Purché non si tratti di guerre. ;-)

avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2024 ore 11:20

(la lettera di accredito non è certo un problema)


@Ivan61 credimi qualche anno fa ero fotografo ufficiale di una squadra di calcio nel campionato di eccellenza. Ero inquadrato nella società calcistica come fotografo ufficiale, non solo per i permessi come accredito, ma anche come assicurazione in caso di infortuni o incidente. Inoltre per entrare in alcune strutture dovevo fornire un documento che attestava che ero li per scopi giornalistici, quindi mi sono anche fatto inquadrare come giornalista in una tv locale per avere tutti i permessi. Non è solo questione di sbattimento ma anche di problemi legali. Immagina se ottieni i permessi per entrare in una USL per fare foto e video, poi mentre scatti senza accorgerti intralci il normale svolgimento di un intervento di urgenza e il paziente ha delle conseguenze. Tu a livello penale come ti difendi se non hai un'assicurazione che ti copre? Non dire non succede perché sto attento, sarebbe una scusa e non una risposta ;-)

Quindi come sempre tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare....

Buona luce...

avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2024 ore 13:07

Tu a livello penale come ti difendi se non hai un'assicurazione che ti copre?

In questo caso dovresti avere una polizza con massimali altissimi, oltre il milione di euro per essere sicuro.

avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2024 ore 16:41

Colgo l'occasione per uscire un attimo fuori tema: quando si parla di street photography è leggo tutti i professori che parlano di leggi, risarcimento ecc. trovo in loro ignoranza totale sull'argomento. La street photography di un fotografo professionista è improntato sul reportage (Gilden, Davidson, HCB ecc.), le immagini che conosciamo sono parte di progetti che documentano argomenti ben precisi, pubblicati su libri o testate giornalistiche per cui se un soggetto fotografato subisce danni d'immagine perché associato a cose non veritiere (documento il danno subito), la legge interviene è non scherza. Il foto amatore scatta foto per altri scopi, non documenta un bel niente, le immagini non sono accompagnate da testi che possono far associare i soggetti a situazioni non veritiere per cui il danno subito non è possibile dimostrarlo, se proprio si vuol alzare un polverone al massimo verrà chiesto all'autore di togliere la foto dal suo profilo social (perché è lì che pubblica). Tornando al progetto quello non amatoriale, conoscere le leggi è fondamentale, le liberatorie dove sia necessario averle le fanno firmare prima e non dopo altrimenti rischiano di dover pagare risarcimenti non da poco.

avatarsupporter
inviato il 22 Marzo 2024 ore 17:12

Lasciando un attimo da parte il concetto di progetto, l'autore del post vuole fare una sessione con una modella.

A me è capitato di dover fare una cosa simile per una amica cantante che voleva un "book" di sue foto da poter presentare in determinate occasioni. Per me, la cosa più importante è stata la conoscenza della persona e dei suoi interessi per poter rappresentare al meglio lo spirito, i messaggi che quella persona vuole o può esternare. Il ritratto "amorfo" può essere gradevole ma non fornisce nessun messaggio. Dopo di che, abbiamo pensato ad un tema, un qualcosa che fornisca uno "storyboard" fra i vari scatti e alla fine è uscito un servizio (non ho la pretesa di chiamarlo progetto) piuttosto gradevole in cui la persona si è riconosciuta che è la cosa più importante. Siamo riusciti a trasmettere oltre a delle immagini un messaggio e questo messaggio era parte della personalità del soggetto. Chiaramente con un'amica che si conosce bene, la cosa risulta più semplice, ma i migliori ritratti sono quelli dove l'espressione, la postura, l'atteggiamento ti danno l'esatta identità della persona. Gli scatti dove li guardi e dici "è proprio lei, fa sempre così", sono un successo, parere personale.

Quindi riassumendo, per me, conoscenza del soggetto ed un filo conduttore, un messaggio da trasmettere, non solamente un ritratto gradevole. Fra l'altro, in questo modo, si instaura un rapporto gradevole con il soggetto e questo aiuta tantissimo, se la persona si sente a suo agio, si atteggia come preferisce, il risultato finale ne beneficia tantissimo.

avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2024 ore 18:30

@Ivo6767 siamo andati a prendere un caso limite in assoluto e quindi non vale la pena di alzare un casus belli su questo, ma in passato ho lavorato con una nota rivista italiana e ho fatto esattamente questo, barcamenandomi fra autorizzazioni, comune, enti vari, ecc … non esistono solo gli ospedali e poi non ho detto che non succede, ma dire che uno è morto solo perché tu stavi in quel punto e la barella ha ritardato di 5 secondi è proprio cercare il pelo nell'uovo … in ogni caso di progettualità di reportage i campi sono infiniti e se vedi bene ho parlato di un progetto ad Istanbul non dentro un ospedale per il mio quarto libro

avatarsenior
inviato il 22 Marzo 2024 ore 21:11

Infatti ho preso come esempio un ospedale proprio perché sono una delle strutture dove per essere autorizzati bisogna seguire una procedura burocratica complessa che riguarda anche le liberatorie. Un professionista ha una serie di interessi è il suo lavoro, conosce le difficoltà che dovrà affrontare. Ad un foto amatore dubito che gli venga dato il consenso, poi dipende da cosa vorrebbe documentare.

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2024 ore 8:33

Probabilmente è qui la differenza, un professionista deve realizzare un servizio wow e venderlo rapidamente e deve essere aderente al momento, un fotomatore sarà probabilmente meno interessato alla cronaca e molto di più agli aspetti umani e comunque ho visto qualche progetto amatoriale e molto ben fatti negli ospedali al tempo del covid … ma come al solito ci stiamo concentrando su qualcosa di molto specifico … per fortuna i progetti non sono solo dentro gli ospedali altrimenti avrei già smesso di fotografare perché non è un genere di mio interesse, se vogliamo parlare di progetto fotografico in senso lato bene altrimenti abbandono (anche se so che non frega niente a nessuno)

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2024 ore 10:31

Il discorso è sceso molto nel dettaglio di un caso...
Più in generale il problema di ottenere premessi, autorizzazioni, ecc. è uno dei tanti aspetti che si affrontano quando si valuta la fattibilità di un progetto.

Di fronte alla necessità di avere autorizzazioni formali per muoversi, senz'altro presentarsi come un "semplice fotoamatore" può essere una condizione di grande svantaggio, ma non necessariamente una causa di esclusione. Non bisogna scoraggiarsi: se chi deve autorizzare vede comunque una possibile utilità nel potere avere una serie fotografica ben fatta, l'essere un non-professionista non rappresenta un ostacolo.

Ma ci sono altri tipi di autorizzazioni... Se voglio fotografare un contesto "difficile" con persone "difficili" (non intendo necessariamente violente o criminose...) "l'autorizzazione" la devo ottenere da loro. Mi devo fare accettare insieme alle mie fotocamere.
Qui non c'entra pro o non-pro... Si gioca tutto sulla mia capacità di entrare in relazione con i soggetti che mi interessano. E' una questione di empatia non di burocrazia.
Ma è la chiave fondamentale in tantissimi lavori di fotografia documentaria e di fotogiornalismo. In quei casi anche con un pacco di carte firmate, non faccio un passo...

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2024 ore 12:24

Il problema dei diritti e dei permessi è stato affrontato anche per quanto riguarda i progetti fotografici a tema paesaggio in Italia.

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2024 ore 13:10

Buongiorno a tutti,

credo che quello che voleva esprimere @Vincenzo Virus al netto del progetto dell'ospedale, è che esiste una differenza sia culturale che pratica tra Professionista ed Amatore. Tutto questo senza la classificazione tra meglio e peggio, ma solo affermando che sono due strade diverse di realizzare un progetto.

Poi i problemi ovviamente anche se della stessa natura verranno affrontati in due modi diversi, senza che un modo sia meglio di un altro, ma solo diversi.


avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2024 ore 13:41

Dietro ogni servizio fotografico c'è un'idea e soprattutto un progetto. Un servizio fotografico può essere commissionato o può essere proposto a terzi anche dopo averlo realizzato.
Tutto questo può essere professionale, appartenere ad una prestazione occasionale o più semplicemente essere fatto per piacere personale. Nulla cambia!

Se il servizio richiede dei permessi, perché svolto in aree private, protette, pericolose, off limits, questi possono essere concessi o negati.

Quanti sevizi fotografici, libri o mostre abbiamo visto, realizzate da fotografi giornalisti in aree segrete e senza alcun permesso.

Ovviamente esiste un'etica comune che non andrebbe superata.

Ci sono foto giornalisti che hanno incontrato mafiosi o ricercati pericolosi e ci sono giovani che hanno realizzato servizi in ambiti sociali degradati. Spesso, questi giovani, iniziano con lo spirito dell'attivista e poi diventano dei professionisti.

Ovviamente il professionista può attivare canali speciali e diretti, in altri casi la caparbietà dell'amatore apre cancelli che sembrava impossibile aprire.

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2024 ore 16:56

Ivan era stato preso d'esempio una struttura ospedaliera solo per evidenziare la complessità di addentrarsi in lavori dove non basta essere bravi nel racconto fotografico. Era per dire che da fotoamatori è possibile realizzare ottimi lavori entro certi limiti, l'importante è non imbattersi in argomenti dove entrano in gioco burocrazie complesse ed altre figure professionali per ottenere contatti fondamentali, permessi ecc. Anch'io ho documentato il periodo del Covid ma mi sono dovuto limitare a raccontare una Milano deserta, triste, una Milano dove le zone della movida erano desolate fino al ritorno della normalità. Questo potevo permettermi da foto amatore, negli ospedali assolutamente non era possibile, non ho i requisiti per addentrarmi in questo tipo di reportage, idem gli altri fotoamatori. Sono i nostri limiti (come giusto che sia ci mancherebbe). Questo è uno dei motivi principali che il travel è molto diffuso nel campo amatoriale. Non richiede permessi o burocrazie complesse per realizzare le foto...ma non raccontano nulla, solo belle immagini con "attori" del posto che si prestano per qualche soldo.

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2024 ore 19:22

Io per un mio progetto, ho iniziato con crearmi una moodboard. In pratica metti insieme immagini che rappresentano la tua idea ovviamente attinenti, in questo caso alla personalità della modella, o della sua bellezza o sul suo colore preferito ecc. Cerca in rete moodboard fotografia e fammi sapere. Buona serata

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2024 ore 19:29

Nel mio caso, ho messo insieme e stampato un collage di foto che fossero rappresentative per i membri dell'ufficio, in modo che ogniuno di loro trovasse una o più foto rappresentative per se stesso. Ovviamente ho centrato in pieno l'obbiettivo. La moodboard è un punto di partenza per creare un progetto

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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