| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 10:09
Bruno il cambiamento che è in atto è evidente ci sono già elementi che incidono fortemente sulla produzione di immagini: 1) ciò che esce dalla "macchinetta che telefona" è al 99% filtrato pertanto le persone hanno una percezione di se stessa al netto di una sottrazione di un 30-40% di difetti, grasso ed elementi che caratterizzano il passare del tempo. Ergo o consegni immagini postprodotte pesantemente (cosa che mi rifiuto di fare) oppure consegni immagini vere con l'onere di dover spiegare che tra 5-10 anni quelle immagini che oggi non li appagano avranno una doppia funzione: ricordargli quanto fossero giovani, magri e ricordare l'emozione di quel momento. Io questa consapevolezza ce l'ho perchè ci sono passato, ma chi ha 20 anni oggi non ne ha contezza e spiegarglielo per me è il mio valore aggiunto. 2) Quando realizzi un servizio ad un evento o riesci a sparare fuori una 30na di immagini immediatamente condivisibili oppure sei fritto... fortunatamente grazie alle mie fuji ho dei files pronti che vanno online praticamente in diretta. 3) La moda e lo stile dell'immagine viene dettata dalla "macchinetta che fotografa" che oggettivamente grazie all'elaborazione on board ti butta fuori un risultato ottimo dal punto di vista della gamma dinamica, della gestione del colore e del bilanciamento del bianco. L'altro giorno mi sono fatto mandare le foto di un Iphone del cliente perchè oggettivamente l'elaborazione che aveva fatto era ottima e l'ho riprodotta nel mio workflow. 4) Quando fai un servizio oggi ti chiedono tutti sia foto che video. 5) I video che ti chiedono e che sono per lo più importanti hanno il formato reel quindi mentre con una "macchinetta che telefona" ci metti meno di un attimo a produrlo con un programma di editing tu ci metti un botto di tempo. E tanto tanto altro... Oggi una fotocamera vince solo a fruizione a grandi dimensioni, vince per la possibilità di gestire luci esterne ed ha, per ora una migliore resistenza agli iso. Ma soprattutto dietro, di solito, c'è qualcuno che ha esperienza e conosce i tempi ed i momenti. Alcune cose le accetto per altre ho già trovato delle nicchie in cui esprimermi fin che potrò poi chi se ne frega... l'importante è che io faccia qualcosa che piaccia a me :D |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 10:12
In realtà ci sono 2 aspetti di cambiamento. La fotografia che cambia di pari passo alla tecnologia che cambia. Ma c'è anche una fotografia che cambia come stile. E a volte sono aspetti influenzati a vicenda. Ad esempio, è indubbio che con l'avvento del piccolo formato (oggi chiamato ff) è stato possibile realizzare una fotografia istantanea e immediata che le macchine di grosso formato non permettevano. E così la fotografia è diventata dinamica e ha consentito il racconto. Racconto che nel tempo è cambiato: dal reportage allo storytelling, da un raccontare un fatto a un descrivere le proprie emozioni. Da un guardare ciò che sta davanti a un guardare se stessi. Se questo cambiamento c'è stato, è evidente che siano cambiati anche i fotografi. Ho provato ad ampliare un po' il discorso |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 10:20
Giusto Gfirmani mi hai fatto venire in mente anche il mio "difetto" che con la maturità sto cercando con grande fatica di mitigare... Il digitale ha portato la possibilità di introdurre lo stile reportage che però ti prende la mano e ti porta a scattare come se non ci fosse un domani! Anche li come nella gestione dei social è fondamentale trovare un equilibrio. |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 10:21
“ 1) ciò che esce dalla "macchinetta che telefona" è al 99% filtrato „ Solo se attivi i filtri..altrimenti è esattamente come qualsiasi altra macchina fotografica |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 10:21
Bruno 77. . . . Il profondo cambiamento l'abbiamo già sperimentato e vissuto: nello stile, nella modalità di scatto, nell'elaborazione digitale più o meno spinta o conservativa, nella fruizione immediata globalizzata e democratica delle immagini, nella tempestività con la quale attraverso gli scatti si promuove un'evento in essere per espanderlo nell'immediato, nella caotica registrazione di immagini da smartphone in ogni piccola o banale situazione pubblica, nell'incertezza e nel nervosismo frenetico dei tempi, nelle distorsioni compulsive e nelle distrazioni che condizionano i momenti dedicati alla creatività. |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 10:28
“ E così la fotografia è diventata dinamica e ha consentito il racconto. Racconto che nel tempo è cambiato: dal reportage allo storytelling, da un raccontare un fatto a un descrivere le proprie emozioni. Da un guardare ciò che sta davanti a un guardare se stessi. „ . . . indubbiamente. “ Se questo cambiamento c'è stato, è evidente che siano cambiati anche i fotografi. „ . . c'è stato ! i fotografi sono cambiati sicuramente . . anche se altri praticano, per fortuna, la fotografia serenamente allo stato "brado". |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 10:33
Il cambiamento della fotografia è principalmente nel fruire la fotografia che oggi è collettivo e non individuale, social in una parola. Ad esempio in questo forum postare sui social è visto estremamente male mentre oggi è questo il metodo di diffusione ma sopratutto di interpretazione della fotografia. Frasi come sui social è tutta mexda sono la regola e non si capisce oggi è quello il mondo della fotografia e tra l'altro spesso il giudizio è spietato. Il cambiamento tecnologico è relativo ma purtroppo per molti di noi diventa il nocciolo della questione e se si parla di fotografia questo, a mio avviso, è sbagliato. Sono anche cambiati i format (anche i formati), dovrebbe far pensare che molta pubblicità ricostruisce stili social, magari producendo con attrezzature iper professionali. |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 10:39
@Istoria Non era mia intenzione dare alla "pace dei sensi" da te menzionata alcuna connotazione moralmente negativa quanto, se proprio vogliamo, d'illusorietà. I miei riferimenti al lessico medico poi, in risposta a quelli che avevo letto in precedenza, sono palesemente una "boutade" probabilmente comprensibile solo a chi opera nella Sanità mentale e non usa, né con leggerezza né a casaccio, la terminologia psico-analitica e/o logoterapeutica. Fuori dal "patologismo da bar" [non trovo altri termini per commentare cose come la "schizofrenia dei giovani"] , in poche parole, ciò che conta a mio avviso è l'atteggiamento, a prescindere dall'età anagrafica o della tecnologia utilizzata. È il «come» che racchiude una possibilità di significato esperenziale giacchè i valori di atteggiamento godono di una preminenza dinanzi sia ai valori creativi che ai valori di esperienza. |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 11:17
Stylo ahah ti darei ragione se la realtà non fosse aimè ormai invertita. Generalmente vedo impostati i filtri abilitati e a livelli discreti, direi, e poi al massimo raramente... quasi mai... li disabilitano. Io questo "disagio sociale" lo percepisco perchè sempre più spesso il commento che accompagna la mia consegna è ... come sembriamo vecchi!!! E ti parlo di gente di 30 anni che si vede vecchia in una foto realistica (vecchi a 30 anni!!!). Per quanto riguarda la bassa qualità delle immagini sui social non direi... io vedo un sacco di gente molto molto brava. Più che altro io credo sia nostro dovere "tramandare" alcune sensazioni e piaceri. Quando sono venute le amiche di mia figlia per una festa le ho fatto le foto poi le ho stampate e glie le ho regalate prima di uscire di casa. I loro occhi hanno brillato di commozione ed una di loro mi ha detto l'ultima foto stampata che ho è di quando ero bambina. Credo che dare valore a queste esperienze (il poter tenere in mano una foto) sia qualcosa che va preservato. Un pò come sentire il gracchio di un vinile. C'è magia, c'è poesia. Ed io ne sono felicemente e sempre più innamorato di queste sensazioni è la mia via maestra. Obbiettivo a lungo termine, la mia prima foto sviluppata nella mia prima camera oscura :D |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 13:02
“ Stylo ahah ti darei ragione se la realtà non fosse aimè ormai invertita. Generalmente vedo impostati i filtri abilitati e a livelli discreti, direi, e poi al massimo raramente... quasi mai... li disabilitano. „ Forse avevo capito male io. Tu dici che la gente lascia i filtri impostati volontariamente. Su questo hai perfettamente ragione ma non è molto diverso dal fare ritratti con la pelle levigata come una buccia di pesca.. |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 14:54
Esattamente Stylo la base di partenza è arbitrariamente falsata. Buccia di pesca in PP? Ci sono passato anch'io... appunto in giovinezza... ho sperimentato ma con l'esperienza ho capito. Passi un minimo intervento quando ce n'è la necessità e se il contesto finale di utilizzo lo richiede ma altrimenti quell'imperfezione aiuta a "descrivere il momento" quindi eliminandola se ne toglie la capacità narrativa. Anche per questo il mio stile è passato dal ritratto con sfocatone a ritratti ambientati, possibilmente racconti di interazioni tra soggetti. Sono stato vittima, come tantissimi, del "cambiamento" ed ora consapevolmente me ne ritorno felicemente indietro perchè quello che consegno ora non è una "finzione" ma un "ricordo". Sono scelte autorali che sono frutto di anni di vagabondaggio. Comunque vi racconto questa che fa ridere: ieri sera mia figlia più piccola viene premiata per un torneo e le fanno le foto con melafonini... oggi me le hanno mandata ed io da papà tutto fiero glie la faccio vedere e la prima cosa che mi dice tutta delusa è... papà ma è sfuocata ahaha (in realtà era a fuoco ma essendoci poca luce ha applicato un noise reduction pesa). Il fatto è che quando ti abitui alla qualità poi la differenza, comunque la noti, anche se la guardi dal telefonino. Per riassumerla, secondo me il classico fatto bene è ciò che di più duraturo esiste. Però meno ausili hai e più saltan fuori le magagne. Chi raggiunge certi livelli non ha più bisogno di cambiare per il semplice fatto che è lui che detta la linea. |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 15:36
Ma veramente pensate che il nuovo sia il "liscia pelle " .... no, ma !? |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 15:45
Il "nuovo", applicato alle cose semplici rischia solo di renderle complesse. |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 15:58
la fotografia attuale è realmente in un profondo cambiamento. La tecnologia attuale ci da mille possibilita' di scelta. Questo, per il fotografo che non ha le idee ben chiare, è un problema. Per cui assistiamo a due livelli distinti : i professionisti, o gli autori di un certo livello che hanno la fotografia in testa e usano il mezzo per produrla. Poi ci sono i fotoamatori, che hanno un attrezzatura che fa invidia a un negozio, ma non hanno un idea in testa e fotografano ( male ) tutto per usare (testare sarebbe la parola migliore ) la loro attrezzatura. Non è un caso che ogni 2 settimane circa, c'è qua un drammatico post di un utente che chiede consiglio su che macchine-ottiche portare in un determinato paese. Come ha giustamente scritto Arconudo, la Fotografia si divide sempre tra quelli che hanno qualcosa da dire e chi no. Decidete voi se volete cambiare o no. |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 16:36
Sarebbe interessante studiare le combinazioni matematiche delle varie tipologie di fotografo e le sue motivazioni a fotografare,secondo me sono infinito più 1 .ma siamo in 8 miliardi sul pianeta e presumibilmente un miliardo di persone ha comprato una fotocamera pertanto il n varia da 1 a 8 miliardi di combinazioni,circa 14 fattoriale |
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