| inviato il 10 Dicembre 2023 ore 12:06
“ Io qua ci vedo foto pubblicitarie della Mercedes e poco altro. „ beh.. io lo conosco abbastanza bene... e' uno che si e' fatto diversi ottomila, i poli , amazzonia, siberia etc etc... E' vero le sue foto sono formali e "lucidate". Pubblicitarie.. ma questo e' un plus. In certe condizioni di stress (reale) riuscire a mantenere il controllo di se e dell'attrezzatura per fare una foto che potrebbe essere utilizzata per una pubblicita' non e' da tutti. Poi si.. hai ragione, non e' "artista" nel senso peggiore del termine. Possiamo considerarlo un onesto artigiano, ai vertici della sua categoria (considerati anche i premi internazionali che ha vinto). La prima volta che l'ho incontrato e' stata su un salone. Si presenta questo omettino. Piu simile ad un ragioniere scialbo...che ad un fotografo. Tira fuori una Nikon ultra rabberciata...letteralmente tenuta insieme da nastro adesivo e fil di ferro. Una attrezzatura top, ma datata. Talmente usata e massacrata che, davvero, qui getteremmo al rusco senza pieta'. Comincia a fotografare.. e subito e' chiaro a tutti che e' un fotografo con la F maiuscola. Siamo finiti a tarda sera sbronzi come si conviene con i russi.... |
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 8:22
Ieri visita alla Albertina, Wien. Al 2. piano esposizione di American Prospects di Joel Sternfeld. Stampe enormi , saranno 100*120 forse di più (manca indicazione delle dimensioni delle stampe e del metodo di stampa), colori meravigliosi. Sternfeld ha donato tutta la propria produzione inerente ad American Prospects alla Albertina la quale la ha subito valorizzata (sarebbe accaduto lo stesso in Italia?) L'illuminazione delle opere esposte è pressoché perfetta a mio avviso. Ho contato quattro tipi di fonti luminose diverse che agiscono contemporaneamente creando un effetto di insieme in cui non si distingue un tipo dall'altro illuminano uniformemente la superficie dei quadri senza alcun riflesso, anche quando c'è vetro che ricopre il quadro. |
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 9:16
“ Sternfeld ha donato tutta la propria produzione inerente ad American Prospects alla Albertina la quale la ha subito valorizzata (sarebbe accaduto lo stesso in Italia?) „ Non vivo in Italia, - diciamo che entro in Italia quando esco di casa, - quindi la mia risposta vale quel che vale. Ecco, io gli avrei detto che le sue fotografie dalla postproduzione così 'leccata' non le voglio. Avrei aggiunto che capisco bene che la ragione di questa leccatura sta nella vacuità del suo sguardo sul mondo, che se avesse puntato sulla bellezza del suo sguardo avrebbe fallito, mentre leccando la postproduzione la vacuità del suo sguardo si nota meno, coperta da quei giallini che piazza ovunque per uniformare la luce, renderla addirittura dorata come se stesse accadendo qualcosa di straordinario, quel che accade è purtroppo soltanto l'incantesimo dello slider. Lo so, sono cattivo ma non ne posso più di gente senza talento che punta sull'estetica, cioè: la decorazione. |
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 13:02
Ultimamente ho visto questa mostra a Palazzo Reale a Milano, purtroppo ora è terminata www.palazzorealemilano.it/mostre/unveiled I fotografi non li conoscevo onestamente, però mi è piaciuto molto il loro approccio visivo. |
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 14:20
ne abbiamo gia' parlato pagine fa Paco : non li conoscevo nemmeno io, ma tra l'allestimento e la bravura dei fotografi devo dire che il risultato finale è stato eccellente . |
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 14:26
@Anellanna , invece di Olimpia Lalli non so dare un giudizio preciso : non riesco a trovare un filo conduttore tra le sue foto, tra pubblicita', interni, fiori, progetti personali. |
| inviato il 12 Dicembre 2023 ore 7:19
“ Personalmente trovo questo scatto uno dei più belli che ho visto in assoluto: i.guim.co.uk/img/media/4d1b49063a165b6bb131800d84832da3817a2d5e/0_0_33 „ Ok, sono stato un po' ingeneroso chiamandolo 'senza talento'. Detto questo, ciò che davvero mi triggera è l'estetica da galleria che vuole le stampone (il prezzo è calcolato dalle dimensioni oltre che dal curriculum). Stampone leccate tanto da fare pensare non 'che bella foto' ma 'che bella stampa'. A me pare che lui abbia sempre cercato il colore un po' aggiustato, quel piacevole dorato, e direi che come esiste il blu Klein, esiste l'arancio Sternfeld. Tendenza che attraverso la stampa col plotter, pilotato da un gallerista, esplode in tutto il suo soverchiante potere estetico, diventando i rettangoloni fotografici dei monumenti alla decorazione. Bene, volevo riaggiustare un po' la mia ingenerosità ma ho aggiunto un altro carico di orribili giudizi, mi sento Antone Ego di Ratatouille |
| inviato il 12 Dicembre 2023 ore 8:32
In realtà Canti del caos hai contribuito a farmi capire uno degli errori in cui spesso incappò nelle mie stampe a metro quadro. Grazie |
| inviato il 12 Dicembre 2023 ore 8:34
Sono sincero a per me l'estetica è importante e la bella foto a me piace. Non vedo perchè non curarla e non cercare il colore aggiustato che sta bene e oltre alla foto da una certa estetica. Ora non tutto di suo mi piace, ma la ricerca di un preciso stile "grafico" per me è un plus e sono sincero a me lo slavatino continuo che ormai sembra quasi un obbligo per certe gallerie italiane ha un po' stufato (cacchio siamo ancora a copiare ghirri dopo 40 anni) Stando a un confronto italiano anche Chiaramonte usava il giallo nelle foto, ha trovato un suo modo di avere un risultato e a me non dispiace. |
| inviato il 12 Dicembre 2023 ore 8:37
Personalmente trovo Sternfeld eccezionale non solo per la qualità dei suoi lavori ma anche per la natura trasversale della sua fotografia che spazia dalla street estemporanea a 35mm alla fotografia ragionata con il banco ottico. Trovo anche di gran gusto il modo in cui usa il colore. Mi pare peraltro che la sua fotografia sia lontana anni luce dalla estetica fine a se stessa |
| inviato il 12 Dicembre 2023 ore 11:54
Canti del Caos, senza polemica ma per informazione, da che fonte proviene la tua affermazione che i colori di Sternfeld siano stati "aggiustati" in postproduzione? La prima esposizione di American Prospects è del 1987 così come la prima edizione del libro; nel 1987 se dovevi postprodurre dovevi leggere con uno scanner e manipolare i colori direttamente su scanner per poi uscire con le selezioni di quadricromia per la stampa, la stampa inkjet non esisteva ancora, o meglio, era stata appena introdotta con il prototipo Iris che dovrà aspettare il 1990 per arrivare ad una commercializzazione su scala decente ad opera di Scitex, i colori avevano solidità scarse, di appena qualche giorno prima che sbiadissero, inusabili per esposizione. Non so che dimensioni avessero le stampe esposte nel 1987 ma ritengo un po' improbabile che nella esposizione fossero state stampate ed esposte copie in quadricromia cioè postprodotte, ritengo più probabile che fossero state esposte o copie a contatto dagli originali 10*8" (alla Guido Guidi, tanto per intenderci) o ingrandimenti ma di sicuro a colori di tipo 'chimico' quindi senza postproduzione alcuna. Il catalogo uscito in origine tecnicamente avrebbe potuto recare le immagini "postprodotte" ma ritengo più probabile che il catalogo cercasse la fedeltà alle immagini esposte, cioè alle pellicole a colori. Io American Prospects lo ho visto fino ad ora o su schermo di computer o sul catalogo uscito per la prima edizione che mio fratello possiede (o la seconda forse, non sono certo) le riproduzioni su catalogo sono di cm 20x25 esattamente le dimensioni della pellicola; oggi possiedo l'ultima edizione Steidl recentemente uscita, vi saprò dire se i colori della edizione attuale corrispondono a quelli della precedente. Infine una notazione a margine. Possiedo il catalogo della esposizione tenuta a Londra nel 1989 per le celebrazioni del 150enario dell'invenzione della fotografia. La cosa sorprendente è che, a soli due anni dalla prima presentazione di American Prospects, 4 foto da esso tratte sono presenti in un catalogo che celebra 150 anni di storia del medium fotografico (che Sternfeld sia un raccomandato della "lobby ebraica"?)
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| inviato il 12 Dicembre 2023 ore 17:54
“ Canti del Caos, senza polemica ma per informazione, da che fonte proviene la tua affermazione che i colori di Sternfeld siano stati "aggiustati" in postproduzione? „ Da un documentario su Ghirri in cui Ghi chiede alla figlia come vuole virare la stampa. Da un documentario su Tillmans in cui loda le possibilità di ritocco del colore in stampa. Da un'intervista a Giovanni Chiaramonte in cui loda allo stesso modo lo schermo dello stampatore in cui può vedere e aggiustare la stampa. Da un'intervista a Joel Meyerowitz in cui spiega che il fascino delle sue immagini dell'attentato alle torri viene dal lavoro di aggiustamento dei toni (toni medi dell'immagine se ricordo bene)... Tutti aggiustano, ma alcuni aggiustamenti invecchiano male. “ Ieri visita alla Albertina, Wien. Al 2. piano esposizione di American Prospects di Joel Sternfeld. Stampe enormi , saranno 100*120 forse di più „ Immagino siano realizzate col plotter, che siano insomma stampe digitali. Ma anche se non lo fossero, perché esiste ancora qualche raro stampatore o stampatrice chimica che lavora su enormi dimensioni, però le fotografie sono aggiustate, che non vuol dire corrette, in sostanza si tratta di applicargli un filtro come fanno i programmini dei cellulari, ma in questo caso tutto è fatto da gente preparatissima cioè dotate di enorme tecnica e gusto. Però è la stessa cosa dei telefonini: aggiustano. Questa storia di mettere il colore: "quando il campo da inquadrare (una strada, una campagna, un viottolo) è privo di valenze cromatiche. O meglio, quando lui ritiene che sia privo di valenze cromatiche." Così si sminuisce la potenzialità della fotografia facendone una pittura in modo minore. Di male in peggio, sto entrandoa gamba tesa sul 99.9% della fotografia autoriale... sempre più Ego |
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