| inviato il 23 Novembre 2023 ore 15:17
Ecco, il problema non è tanto il nostro. Noi abbiamo sognato, qualcuno si e realizzato, qualcuno meno. Qualcuno ci è arrivato per caso. Poi la famiglia per tanti ha riempito la vita con i figli. Ma oggi il problema sono proprio loro, i figli. Non so cosa possano aver sognato da piccoli, ma molti non si realizzano o devono cambiare drasticamente o "fuggire" all'estero per trovare un lavoro o accontentarsi di qualcosa infinitamente inferiore ai loro titoli. Per me una pena. La mia sensazione che a molti il futuro e l'ottimismo siano stati rubati |
| inviato il 23 Novembre 2023 ore 15:39
non dirmelo... mia figlia/genero e due nipoti fuggiti a Singapore da ormai 10 anni... |
| inviato il 23 Novembre 2023 ore 16:17
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| inviato il 23 Novembre 2023 ore 16:18
“ ...o accontentarsi di qualcosa infinitamente inferiore ai loro titoli. „ L'ho scritto sopra: volevo esser fotografo, son finito a fare - per un periodo pure lunghetto - l'avvocato. |
| inviato il 23 Novembre 2023 ore 18:43
Molto meglio l'avvocato! Non ho dubbi... |
| inviato il 23 Novembre 2023 ore 19:11
Da bambino andavo a vedere mio papà nei cantieri, aveva una piccola impresa edile, da buon bergamasco ha tirato su un bel po' di case. Ovviamente avrei voluto fare il muratore, come lui. Ma il fallimento della sua impresa e certi limiti fisici me lo hanno impedito. Allora, da adolescente, lettore incallito, ho spostato il desiderio verso i libri, aprire una libreria o lavorare in una biblioteca, e per qualche anno la seconda opzione sono riuscito a soddisfarla, ma non è durata per varie ragioni. Da 23 anni svolgo la mansione di magazziniere, che ben si sposa con il mio carattere preciso, meticoloso, e che bene o male, con i suoi alti e bassi, è un lavoro che faccio volentieri. Certo, il bibliotecario, così come il muratore, restano comunque lavori che avrei fatto con altro spirito, con quella cosa che metto nella fotografia, ovvero la passione, ma così è andata. Ora, a 49 anni suonati, mi basta avere un lavoro che mi permetta una vita dignitosa, per le passioni ci si impegna nel tempo libero. |
| inviato il 23 Novembre 2023 ore 19:41
Mi permetto una chiosa al post di Claudio , che non posso che sottoscrivere al 100% : stiamo diventando sempre più poveri non solo perché molti ormai non arrivano neanche più alla terza settimana del mese ma perché ci hanno tolto la ricchezza più grande : la speranza nel futuro . Chi come me e altri come me hanno vissuto gli anni del "boom" e anche qualche decennio successivo , diciamo sino a prima degli anni '2000 sa di cosa parlo . |
| inviato il 24 Novembre 2023 ore 8:31
Olandese hai pienamente ragione |
| inviato il 24 Novembre 2023 ore 9:10
I "titoli" sono spesso il realizzamento della volontà dei genitori e della società. "Per essere qualcuno devi laurearti". Questo ti inculcano da quando sei ragazzo. Eppure ho conosciuto gente, laureata, che mollava il loro titolo e si metteva a fare mestieri umili come l'agricoltore, o il sommelier o metteva su un ristorante ed era più felice. Bisogna capire quello che si è, non quello che si vorrebbe fare. |
| inviato il 24 Novembre 2023 ore 10:35
Venendo da una famiglia nella quale c'erano moltissimi insegnanti, volevo fare l'insegnante anch'io. Subito dopo il Liceo Artistico iniziai a fare supplenze di Educazione Artistica nelle scuole medie, pur sapendo che ci sarebbero voluti anni, e concorsi, per avere la cattedra. Ma a 19 anni (nel 1974) ne dimostravo molti meno, e gli studenti capirono subito che non avevo l'"autorità" necessaria. Per di più sapevano bene che la mia materia non era tra quelle determinanti per il profitto, così vi lascio immaginare... Ci fu perfino un bidello che in un corridoio mi urlò " e tu cosa ci fai fuori dall'aula? " Gli unici posti in cui mi trovai bene furono scuole in paesi di montagna, allievi gentili, educati, interessati... Seppi poi che molti si alzavano alle 5 del mattino per aiutare i genitori nella mungitura o in altre attività agricole. A Sassuolo invece la maggior parte erano già arroganti, viziati, con quell'aria di " tanto tu non conti niente e io posso fare quello che mi pare ". Alla fine della mattina, aspettavo con ansia il suono della campanella che mi avrebbe permesso di tornare a casa. Oggi gli amici e amiche che hanno resistito e sono da poco in pensione, o stanno per andarci, mi dicono che è peggio. Così ho continuato con l'Università, Architettura a Firenze, dove mi sono laureato mooolto in ritardo (avevo 19 timbri di iscrizione sul libretto) ma con una tesi appassionante di argomento storico-artistico. Mai lavorato come architetto, sempre solo in campo grafico, e poi computergrafico, e infine fotografico. |
| inviato il 24 Novembre 2023 ore 11:14
Trystero: simpatico il tuo racconto. Certo, a 19 anni sarebbe difficile per tutti farsi prendere sul serio. Io avevo a quell'età capelli lunghi, basettoni; immagino che sarebbe successa la stessa cosa. E oggi, specialmente nelle periferie delle grandi città, è sicuramente molto peggio. Ma ho parecchi insegnanti nella mia famiglia, compresa mia moglie e, con il mestiere, pian piano, si riesce a ottenere qualche risultato. Io ho insegnato per tre anni nella scuola infermieri di una volta. Essendo il docente più giovane e l'ultimo arrivato, mi diedero puntualmente la materia più rognosa e che nessuno voleva: la trasformai in un "gioco" pratico, con simulazioni sul campo invece che fredda teoria e i ragazzi si divertivano, imparavano e un giorno mi confessarono" professo' noi studiamo soprattutto la vostra materia!" Ovviamente non godevo della stessa popolarità tra gli altri docenti! Dopo tre anni andai via: troppa fatica e poca retribuzione. Dovevo pensare a cosa avrei fatto in seguito. Ma capisco le tue perplessità. Ho una figlia architetto, giovane, che dopo due anni passati in uno studio, dopo aver frequentato corsi di disegno 3D, etc e non avendo ricevuto mai alcun compenso, si è stufata e, al momento, fa tutt'altro. La laurea, tranne che per alcuni indirizzi fortemente caratterizzati e che oggi "tirano" è ormai solo un punto di partenza... |
user198779 | inviato il 24 Novembre 2023 ore 14:08
Il mio sogno da grande l'ho realizzato faccio 25000 km di media in bicicletta all'anno anche se da quando ho chiuso la partita iva fine 2019 c'è stata una pandemia e l'alluvione del secolo abito in Romagna, sto aspettando ET così chiudiamo il cerchio |
| inviato il 24 Novembre 2023 ore 15:42
“ 25000 km di media in bicicletta all'anno „ Scusa ma ... all'ultimo Tour de France eri quello con il numero 156? |
| inviato il 24 Novembre 2023 ore 16:07
Sognava di fare 25.000 Km all'anno in bicicletta? |
| inviato il 24 Novembre 2023 ore 16:17
Azz... 25000 solo nei miei sogni più proibiti e bagnati! Per adesso sono a metà, più o meno. |
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