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Ho trovato la Nikon giusta…







avatarsenior
inviato il 09 Settembre 2023 ore 19:51

Non tornerei alla pellicola neanche sotto tortura, il digitale è superiore in tutto. 
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Se si esclude la proiezione ;-)

avatarsenior
inviato il 09 Settembre 2023 ore 20:40

@PaoloMcmlx: come sempre, assolutamente d'accordo con le tue ultime parole. Camera oscura e camera chiara: due modi diversi di fare postproduzione, eguale attenzione, eguale necessità di studiarsele e approfondirle con perizia, entrambe complesse.

La diapositiva è un'altra cosa certamente....almeno fino a che non esisteranno proiettori digitali di altissima qualità Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 09 Settembre 2023 ore 20:52

Direi che analogico-digitale è una scelta personale. Usate cosa vi permette di divertirvi :)

avatarsenior
inviato il 09 Settembre 2023 ore 22:19

Paolo ma qualcosa nella diapositiva si può decidere anche in fase di proiezione, luce, distanza, sfondo, ottica...o no?

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2023 ore 0:20

@Stefanob.Paolo ti risponderà sicuramente meglio,ma con un proiettore di buon/ottimo livello su una singola DIA hai la possibilita di aumentare o calare la luminosità credo1/2 stop;oppure con un obiettivo che fà pena non far capire se hai fatto una foto del piffero tu o se colpa dell'obiettivo che stai usando in proiezione.

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2023 ore 6:23

Paolo ma qualcosa nella diapositiva si può decidere anche in fase di proiezione, luce, distanza, sfondo, ottica...o no?
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Si Stefano, come ti ha già anticipato Bomba qualcosa si può fare, essenzialmente però questo qualcosa si limita al materiale che adopererai in proiezione, non puoi compensare, sovraesponendo in fase di proiezione, una diapositiva sottoesposta così come non puoi sottoesporre una diapositiva sovraesposta, l'"abilità" del fotografo quindi sarà nell'osservare la scena esponendola in modo tale da riavere una diapositiva che, in fase di proiezione, risulti il compromesso migliore.

Poi va da sé che la qualità della proiezione stessa dipende da numerosi fattori, nel senso che io posso tranquillamente avere una diapositiva perfetta... ma se poi tutta la catena operativa legata alla proiezione non è di qualità almeno pari rispetto alla catena operativa che mi ha portato ad avere una diapositiva "perfetta", la qualità FINALE della proiezione - ovviamente - ne risulterà fortemente limitata, se non addirittura compromessa.
In altre parole io posso adoperare, in ripresa, i migliori obiettivi del mondo ma se poi, in proiezione, adopero degli obiettivi cessi sullo schermo proietterò quello che passa l'obiettivo cesso del proiettore... e non già quello che ha ripreso l'obiettivo eccellente montato sulla reflex.

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2023 ore 6:36

Sarà forse l'esser nato come fotografo con la pellicola sin da un'altra vita (fine anni 50), e senza neppure troppi ausili. visto che nella "normalità" amatoriale allora l'esposimetro già era un lusso (ti fornivano con la fotocamera o pellicola una specie di vademecum (regola del 16) per esporre con una certa correttezza, ma in effetti la vera difficoltà rispetto al digitale -se tale può essere- è la presa visione del risultato solo dopo lo sviluppo del negativo e i conseguenti interventi in camera oscura per tentare il recupero di eventuali errori, specialmente quando anche in sede di stampa si dispone di un'attrezzatura basica.

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2023 ore 6:48

A proposito Stefano, ho dimenticato di aggiungere che la luce, intesa come potenza luminosa della lampada del proiettore, influisce sulla distanza di proiezione.
La distanza di proiezione, a parità di focale, influisce sulla grandezza dell'immagine proiettata.
Il tipo di schermo, perlinato o lucido, influisce sulla qualità della proiezione, nel senso che uno schermo lucido restituirà una immagine più luminosa che, quindi, avvantaggerà una diapositiva sottoesposta così come nuocerà a una diapositiva sovraesposta e laddove, chiaramente, uno schermo opaco farà il contrario.
L'ottica infine decide la nitidezza dell'immagine proiettata, mentre la sua lunghezza focale adatterà la dimensione dell'immagine proiettata alla spazio che hai a disposizione: in altre parole se vuoi proiettare, per esempio, a 55X (ca. 130x195 cm) dovrai adoperare un 90mm a cinque metri di distanza, o un120 mm a 6,5 metri, o un 150 mm a circa 8,5 metri e via dicendo.
E, per concludere, la potenza luminosa della lampada, unita alla luminosità massima dell'ottica del proiettore, influiranno sulla distribuzione luminosa di cui usufruiremo sullo schermo

Dimenticavo: assodato che in una stanza più grande accoglierai più persone e quindi avrai una platea maggiore, mentre in una più piccola avrai una platea più raccolta tutto dipende da TE... da ciò che vuoi ottenere insomma.

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2023 ore 8:41

ma in effetti la vera difficoltà rispetto al digitale -se tale può essere- è la presa visione del risultato solo dopo lo sviluppo del negativo e i conseguenti interventi in camera oscura per tentare il recupero di eventuali errori, specialmente quando anche in sede di stampa si dispone di un'attrezzatura basica.
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In realtà il problema è proprio la "basicità" MrGreen
Nel senso che l'attrezzatura basica di oggi è infinitamente più prestante rispetto a quella di ieri, ciò rende di fatto possibili degli interventi che cinquanta o sessanta anni addietro erano, anche per una semplice questione di soldi, nella disponibilità di POCHISSIMI fortunati.

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2023 ore 10:03

anche per una semplice questione di soldi, nella disponibilità di POCHISSIMI fortunati.


Difatti, questo era (ed è) l'aspetto che rende la fotografia, come ogni altra attività, "eroica"; quando col poco (niente) si riescono a produrre cose belle.
Nulla vuol dire disporre di ogni possibile mezzo, quanto invece riuscire a sfruttare bene quanto (e magari poco) si possiede.
Certamente oggi il digitale, già entry level, in termini di funzioni offre anche più di quanto si disponeva a livello di dotazione professionale con la pellicola, ma di buono resta sempre la componente "manico" che alla fine determina l'aspetto espressivo della foto.

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2023 ore 10:25

Secondo te è più facile e immediato usare una macchina completamente manuale senza nessun tipo di aiuto nell'esposizione e nella messa a fuoco piuttosto che una digitale dove oggi hai praticamente l'esposizione in tempo reale, la messa a fuoco automatica e che praticamente fa tutto da sola?

Si è più facile con una 35mm analogica per tutta una serie di motivi.
Innanzitutto il mirino è decisamente più grande di quello di una FF digitale: 0.95x contro lo 0.70x.
Nel mirino delle analogiche c'è un sistema a micro prismi che aiuta nella perfetta messa a fuoco, cosa che le digitali non hanno.
Sempre nel mirino è visibile l'esposimetro.
Senza farla troppo lunga usare una reflex analogica è sempre stata alla portata di chiunque.




avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2023 ore 11:04

Nulla vuol dire disporre di ogni possibile mezzo, quanto invece riuscire a sfruttare bene quanto (e magari poco) si possiede.
**********************************"

Questo che affermi Palgiam è sacrosanto, tanto è vero che io lo dò per scontato al punto di sorvolare sempre su questo aspetto, in ogni caso anche il più grande talento si arrende di fronte a delle difficoltà insormontabili.
Come disse una volta, con grande rammarico, Jack London: io sono nato in un grande paese, un paese che offre a tutti una opportunità, un paese del quale potrei anche diventare Presidente... tuttavia non potrò mai essere campione del Mondo dei Pesi Massimi.
Ragione per cui il denaro, la disponibilità economica insomma, alla fine è sempre il discrimine maggiore perché per quanto grande io possa essere se sono nato a Papua Nuova Guinea, e non posso muovermi da lì, sarò sempre un Nessuno nato a Papua Nuova Guinea.

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2023 ore 11:21

Senza farla troppo lunga usare una reflex analogica è sempre stata alla portata di chiunque.
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Questo è fuori discussione Phsystem, ma è anche vero che ti pone dei limiti insormontabili, per esempio:
- i microprimi si oscurano con gli obiettivi poco luminosi;
- lo stigmometro è efficiente su linee verticali, ma sulle orizzontali non serve;
- la nostra vista inoltre cala di efficienza con l'età;
alla fine tutto si può fare con tutto, è vero, ma l'AF pressoché perfetto di una moderna ML è sempre meglio ;-)

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2023 ore 11:46

Ma infatti; se non si hanno idee, cultura, esperienza, curiosità e altro, tutti gli aiuti del mondo non faranno mai una bella foto! Sia che dentro la macchina fotografica ci sia una pellicola che un sensore cambia niente.

Riguardo al discorso mirino introdotto da @Phsystem, certo nelle prime reflex analogiche era estremamente semplificato e il fotografo doveva tener conto di pochi parametri che potevano distrarlo: c'era l'aghetto dell'esposimetro che si doveva far collimare con un riferimento e spesso non sapevi bene, se volevi intenzionalmente sovraesporre o sottoesporre, di quanto lo facevi ( con la pratica più o meno ti arrangiavi), poi comparve la staratura intenzionale. Poi tempi e talvolta i diaframmi erano indicati, ma in alcune reflex nemmeno tutti e due e dovevi staccare l'occhio dal mirino, cosa che ti faceva perdere tempo e a volte l'attimo. E poi microprismi e stigmometro ad immagine spezzata che con i tele poco luminosi tendeva a oscurare e, comunque, era difficoltoso per chi portava gli occhiali e, ora che ho una certa età e sono presbite, mi accorgo, guardando le mie tante reflex che colleziono, che è fastidioso vedere le due lunette: roba da ragazzi, di quando avevo 10/ decimi.
Parliamo solo di reflex analogiche degli anni 70/80, ma già le reflex sempre a pellicola degli anni novanta avevano mirini più evoluti, più chiari e ricchi di infornazioni. Mirini che dovevi dominare di più, più complessi. Mirini che ti davano la possibilità di passare da letture matrix a medie e addirittura le più precise spot; aumentando gli orizzonti della tecnica dovevi imparare a dominarla per avere un maggior controllo sulla fotografia, potendo essere più preciso, meno approssimativo, avendo un controllo maggiore ( se ovviamente lo sapevi fare,) su ciò che fotografavi. Occasioni in più, anche se più complesse, per fare fotografie non casuali...sempre se lo sapevi fare

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2023 ore 13:09

Phsystem ma te sei fermo al 2000 con le macchine digitali o parli per sentito dire?
Le “moderne macchine digitali” come hai scritto te si sono un tantino evolute negli aiuti della messa a fuoco lo sapevi?
Così come gli ingrandimenti dei mirini ma tantè se sei fermamente convinto che a parità di conoscenze fotografiche sia più facile ottenere risultati migliori con una analogico piuttosto che con una moderna digitale siamo a posto.



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