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Una semplice riflessione sull'estetica della fotografia chimica


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avatarsenior
inviato il 02 Agosto 2023 ore 22:42

Lorenzo1910 hai ragione!!! Ho corretto subito lo “svarione”!!! La O e la I sono vicine nella tastierina del telefonino. Chiedo umilmente scusa, ma il concetto rimane.

avatarsenior
inviato il 02 Agosto 2023 ore 22:47

Succede... MrGreen
(certo che... l'hanno quotato ma sono l'unico che ti ha corretto... mi sa che ABM lo conoscono in pochiConfuso)

avatarsenior
inviato il 02 Agosto 2023 ore 23:03

Io l'avevo vagamente sentito nominare il Benedetto Michelangiolo Confuso... non ho corretto perchè mi faceva tenerezza sentirlo chiamare "Michelangelo", mi ricordava l'Abbatantuono degli inizi...

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 1:08

Paolo la discussione sarebbe anche interessante se tu però non fossi un talebano della diapositiva.
Per l'amor di dio , nulla di male , ma se uno ripete lo stesso concetto su tutti i post che pubblica , più che affermazioni o discussioni si vira sulla propaganda.
Alche' siamo sempre le solite: era meglio prima?
Io affronterei più che altro il risultato finale se é in linea con quello che pensa l'autore.
É questo il problema.
Perché mentre prima con la fotografia analogica tu avevi già in testa prima di scattare il risultato, ora col digitale , tra tagli, diverse letture della luce , delle ombre, della tonalità , del … tutto , le possibilità di sbagliare non sono più contemplate , mentre le possibilità di variare la foto sono infinite.
E questa infinita ' di possibilità spesso confonde il fotografo.
Ora sento già il rumore del gruppo “ anche con la pellicola si cambiava in stampa con le schermature “ , ma francamente solo un cieco non riesce a vedere le infinite possibilità del digitale.
Io mi concentrerei su questo : é un bene avere tutte queste possibilità o stiamo diventando più dei grafici che dei fotografi?
É moralmente accettabile una foto sbagliata , ma che guardando i cento megapixel , tagliando un po' di qua e un po' di la , giocando sui livelli , una mini porzione alle volte nascosta della foto originale diventa una buona foto anche se l'idea iniziale era tutt'altro?

Ecco io porrei più questo quesito che sulla tecnologia che inevitabilmente ci travolgera'o sull'estetica della pellicola vs il digitale.



avatarjunior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 6:08

Il digitale sforna tutte foto uguali, è un illusione che sia più creativo. Si riduce tutto ad un aumento nitidezza e effetti ai, che nulla hanno di intelligente ma sono solo una correzione degli errori fatti e una riduzione di una foto a "come deve essere", come vuole internet, come vuole la massa.
L'analogico riprende la realtà, a volte includendo
le inevitabili imprecisioni. Sono foto in genere più reali, qui si vede il fotografo, anche con i suoi errori, non la gelida mirrorless.



avatarjunior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 6:36

<quote>Alberto non intendevo solo lato professionale ma lato utente che guarda le foto su dispositivi diversi e con tempistiche e modi diversi
Anche la quantità di immagini é ben differente.
Se mccurry anni fa si presenta a una rivista con le foto dell'India aveva un impatto, ora se vai a una rivista con foto sull'isola ti diranno che ne hanno 100000
Quello che intendo é che la fotografia é diventata più democratica e il suo diventare di largo consumo ne ha cambiato anche gli scopi
Un analisi basata solo su prima e dopo digitale é quindi superficiale perché non tiene conto di altri fattori</quote>

Spunti corretti e interessanti. Sono sicuro che, evitando le solite diatribe, potremmo tutti insieme tirare fuori altri concetti sui mutamenti della fotografia e quindi dei suoi stili.
Per esempio se lo scopo della fotografia, oltre l'aspetto cronicistico, sia o stia cambiando. Se fissare l'istante di una realtà sia ancora la ragion d'essere delle foto. Ê chiaro che se cambia la natura della fotografia deve anche cambiare lo stile.
Provocatoriamente pongo quindi la domanda: i selfie che popolano i social sono fotografia?

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 6:41

Ecco io porrei più questo quesito che sulla tecnologia che inevitabilmente ci travolgera'o sull'estetica della pellicola vs il digitale.
*************************************************

Il problema Lastprince è che sono proprio due estetiche diverse, certamente condizionate dal mezzo tecnico ma, ed è questo il punto, è solo il mezzo tecnico a generare questa estetica diversa o è anche un cambiamento di gusto ormai generalizzato?
E questo cambiamento di gusto è irreversibile o è piuttosto una moda passeggera che, in quanto tale, cambierà di nuovo... più o meno a breve?
Il fatto poi che io adoperi le diapositive per fotografare ha importanza relativa anche se, e questo è chiaro, se così non fosse forse non avrei notato questo mutamento estetico sul quale ho voluto invitarvi a riflettere.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 6:53

Provocatoriamente pongo quindi la domanda: i selfie che popolano i social sono fotografia?
**************************************************

Certamente si Alberto.
Poi potremmo interrogarci sulla loro valenza più o meno narcisistica e più o meno velatamente tale... ma fotografia lo sono di sicuro anche, e soprattutto, perché rappresentano l'evoluzione ultima della Rivoluzione Digitale che, ovviamente, non è solo fotografica visto che anche i Social ne sono parte integrante... oltre che causa scatenante.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 7:05

Alberto rispondo a te
I selfie sono fotografia, brutta ma comunque fotografia.
Il selfie più o meno inteso come oggi c'era già nell'800
All'epoca si faceva vedere la propria ricchezza o le proprie librerie fingendo cultura al posto dei muscoli e
molti americani copiavano stereotipi per sembrare fichi come gli esploratori o i cowboy
Ma la diffusione era ben diversa.
Nessuno si era tanto filato il primo nokia che aveva una fotocamera, ma appena si é potuto condividere le cose sono cambiate.
Il selfie se nelle modalità infondo non é così diverso con la condivisione é diventato fenomeno di costume
Questo comporta che le persone percepiscono in modo differente la propria immagine fotografica e si aspettano cose differenti da chi le riprende.
Non é una questione di meglio o peggio o di più vero o meno vero ma é qualcosa che chi fa fotografia e pensa di mostrarla a un pubblico deve considerare
Hai toccato un altro punto interessante che meriterebbe un topic a se

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 8:54

Beh Madrano basta guardare le millanta fotografie di uccelli, ora anche di insetti, in volo... non ne trovi una - che sia UNA - che presenta anche solo un minimo di mosso residuo neppure sulla punta delle ali!

è solo il mezzo tecnico a generare questa estetica diversa o è anche un cambiamento di gusto ormai generalizzato?

Prendo spunto da queste due frasi di Paolo; io ormai fotografo solo in digitale da anni, pur avendo un passato di camera oscura, quindi ho lavorato con mezzi e tecnologie differenti. Per di più, per vari motivi, oggi fotografo quasi esclusivamente insetti Cool.
Devo ammettere che la tecnologia aiuta moltissimo per alcuni aspetti: con le mie vecchie fotocamere a pellicola non avrei mai potuto fotografare una vespa col flash, impostando 1/200 di secondo e f 25, facendo risaltare in tal modo tutti i particolari più minuti senza accenni di micromosso ecc. Se poi questo non basta, utilizzo parecchio la tecnica del Focus stacking, cosa improponibile per un fotoamatore che lavorasse a pellicola. Tutto questo mi consente in effetti di ottenere foto maggiormente funzionali ad un utilizzo scientifico, ma ammetto che, quando se ne presenta l'occasione, magari perché trovo l'insetto di turno addormentato su un posatoio assolutamente immobile, anche in digitale la foto "naturale", ottenuta senza altri ausili che il cavalletto e un tempo di scatto che può persino superare il secondo, mantiene un fascino particolare alla faccia di quel minimo di micromosso che il Manfrotto befree, a tutta estensione e posato sull'erba bagnata, non riesce a contenere.
Mentalità sorpassata?
Così rinuncio alle potenzialità del digitale?

Al di là della diatriba pellicola vs sensore, credo che il principale rischio che si corre con la tecnologia digitale sia proprio quello di abdicare alle nostre capacità di scelta e di giudizio in favore unicamente delle caratteristiche del nuovo mezzo.

Il micromosso residuo, poi, si potrebbe attenuare parecchio e persino eliminare in post, ma in questi casi non mi spingo mai a tanto, perché la morbidezza di uno scatto "naturale" ha un fascino delicato che si gioca anche su questo. Qui, tuttavia, più che la tecnologia dello strumento con cui scattiamo, a dettare le proprie regole credo sia l'altro strumento, quello con cui ormai il 90% degli osservatori guarda una foto: il monitor di un computer posto a pochi centimetri dal naso anziché una stampa appesa ad una parete o una proiezione, osservate entrambe da una distanza più... "classica", dove tutte le seghe mentali su micromosso e definizione passerebbero comunque in secondo piano.
Le "potenzialità" di un monitor di ultima generazione stanno trasformando l'osservatore da esteta in un "anatomopatologo forense".
A questo punto, la cosa che più mi fa sorridere (o rabbrividire) è che, se i piccoli monitor dei telefonini dovessero davvero diventare il futuro paradigma del modo di osservare un'immagine, potremmo perfino rischiare di cadere nel problema opposto, ovvero nella scarsa cura per gli aspetti tecnici con cui si realizza uno scatto, tanto poi lo devo vedere su uno schermo grande come un francobollo dopo averlo ridotto ben bene di "peso" (e qualità) per poterlo inviare "in tempo reale" a mezzo mondo tramite Facebook o WhatsApp.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 9:14

"... che la poesia di quelle fotografie oggi non la ritrovi neppure nelle fotografie che, OGGIGIORNO appunto, vincono o sono segnalate in quello stesso prestigioso concorso..."

A questa, come ad altre tue riflessioni, ci dovresti aggiungere un bel " secondo me ", per fare una discussione più oggettiva,




avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 9:20

Se poi questo non basta, utilizzo parecchio la tecnica del Focus stacking, cosa improponibile per un fotoamatore che lavorasse a pellicola. Tutto questo mi consente in effetti di ottenere foto maggiormente funzionali ad un utilizzo scientifico,
*******************************

Il punto è proprio questo caro Daniele, cioè l'uso che si intende fare della fotografia stessa.
È chiaro che nell'ottica della fotografia scientifica la precisione chirurgica del digitale è una sorta di manna dal cielo, risolve tutti i problemi anche perché, ed è inutile sottolinearlo, aiuta fattivamente allo scopo.
Ma il punto è proprio questo: tutti noi facciamo fotografia scientifica?
Fotoamatori, che per assurdo potrebbero addirittura trarre vantaggio da una estetica diversa, non ce sono proprio più?


avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 9:41

Mah, fino a 10/15 anni fa mi capitava di fare confronti tra pellicola e file digitali, tutte due i tipi sitemati con post produzione, parlo sopratutto di alcuni matrimonialisti in gamba che scattavano in tutte e due modi.
Sinceramente tutta questa differenza estetica non si notava, sopratutto se stampi su carta di qualità quelle 20 - 30 copie che volevano i committenti.
L'estetica si gestisce nella composizione, non nel trattamento chimico in fase di stampa.
Nessuno riconoscerebbe una stampa da file digitale o da rullino.
Volevi il file digitale con grana grossa, cambia la carta.
Quindi mi chiedo cosa ci incastra sta storia dell'estetica della fotografia chimica.

immoto congelamento tipico delle fotografie moderne

Forse ci siamo dimenticati degli scatti di formula uno e motocross degli anni '90?
Li paragoniamo con quelle di adesso? Differenze non le vedo. Nemmeno per gli sfocati dei ritratti.
Vogliamo parlare della qualità della carta dove stampi?
Quindi si presume che punti sulla qualità finale della stampa?
L'estetica è tutt'altra cosa, si chiama composizione.

una fotografia possa essere giudicata fruibile "globalmente" allora no in questo caso equivarrebbe all'ingrandimento massimo al quale una determinata pellicola, osservata dalla distanza canonica, ossia la diagonale del formato, conserva un perfetto equilibrio fra il dettaglio disponibile e la sua fruibilità... in altre parole l'insorgere del "disturbo", della grana in pratica, non è tale da provocare una evidente perdita di qualità.

Questa è roba gestibile in post, in un modo e nell'altro.
La grana non c'entra nulla con la diagonale compositiva che va a formare l'estetica dell'immagine.
Mi sa che c'è molta confusione qui.


avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 9:59

Doriano la diagonale compositiva c'entra nulla con la diagonale della stampa intesa come distanza di osservazione.

Inoltre ti faccio notare che io ho citato un ben preciso volume che raccoglie una lunga serie di fotografie naturalistiche che hanno partecipato, e anche vinto, al WPTY, il più famoso concorso di Fotografia Naturalistica al mondo.
Cosa c'entri con tutto questo la Formula Uno, come peraltro anche la Moda, resta da capire.

Comunque da tutto ciò mi pare evidente come nessuno conosca il volume in questione...

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2023 ore 10:50

anche vinto, al WPTY, il più famoso concorso di Fotografia Naturalistica al mondo


che anno?




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