| inviato il 22 Agosto 2022 ore 16:58
@ Vittoriodj - con me sfondi una porta aperta, dato che sono assolutamente convinto della validità della Teoria dell'evoluzione. Tuttavia, avendo lavorato per oltre 20 anni in un museo che opera nell'ambito delle scienze naturali, ti assicuro che ho avuto modo di constatare che anche tra i membri della comunità scientifica non è sempre così scontato che le cose vadano così lisce. Certo, non saranno quelli che lavorano proprio nei campi interessati (biologia, genetica, paleontologia...) che metteranno in dubbio l'evoluzionismo; ma prova anche solo a scorrere le pagine degli articoli arretrati sul sito pikaia.eu e vedi se ogni tanto non vengono stigmatizzate e puntualmente smentite pubblicazioni in tal senso come questa pikaia.eu/un-nuovo-tentativo-di-screditare-darwin-e-la-teoria-dellevol E' solo il primo esempio che ho reperito, ma è emblematico di cosa può scaturire dalla mente di chi è si uomo di scienza, ma non di quel ramo. Senza contare articoli che vorrebbero quanto meno mettere in gioco la "forza di volontà" come elemento direzionale dell'evoluzione (anche questo citato e smentito su pikaia) o cose simili. |
user207929 | inviato il 22 Agosto 2022 ore 17:12
@Miopiartistica - si, sono d'accordo. Ormai qualsiasi str.onz.ata è libera di volare nei social e su internet. Condivido il fatto che sarebbe assolutamente necessario insegnare lo spirito critico a scuola, altrimenti ci troveremo con intere generazioni disposte a credere a qualsiasi scemenza. |
user198779 | inviato il 22 Agosto 2022 ore 17:20
Metodo scientifico non deve diventare una dottrina se no decade il suo significato. |
| inviato il 22 Agosto 2022 ore 17:21
“ @Miopiartistica - si, sono d'accordo. Ormai qualsiasi str.onz.ata è libera di volare nei social e su internet. Condivido il fatto che sarebbe assolutamente necessario insegnare lo spirito critico a scuola, altrimenti ci troveremo con intere generazioni disposte a credere a qualsiasi scemenza. „ Non sarei così pessimista, i ragazzi saranno superficiali ma non sono scemi. Però oggi bisogna insegnare loro che dei dati che trovano su internet va controllata la provenienza e l'attendibilità. Non è più come ai miei tempi che andavi in biblioteca, aprivi un'enciclopedia e a nessuno veniva in mente che l'enciclopedia l'avesse scritta il primo che passava di lì. Prima o poi ci arriverebbero anche da soli a capire queste cose, ma prima le capiscono meglio è. |
user207929 | inviato il 22 Agosto 2022 ore 17:46
@Daniele Ferrari - sono conscio che alcune persone, con precisi percorsi di studio scientifico, esprimano opinioni dissonanti, rispetto al pensiero scientifico comune. Potrei citare il caso di una mia compaesana bi-laureata, ad esempio. Ma esprimono congetture da persone comuni, non da scienziati praticanti la loro disciplina. Quando produrranno e pubblicheranno gli esiti di una ricerca in grado di dimostrare le loro asserzioni, pur sempre nel merito della loro specifica disciplina, il mondo scientifico (e nel mio piccolo anch'io ) li valuterà senz'altro come scienziati. Nella letteratura scientifica non si trova riscontro di tale dissonanza di pensiero, in particolar modo nel merito dei concetti legati all'evoluzione. Sono informato anch'io che esiste della letteratura pseudo scientifica, la quale supporta alcune tesi che differiscono dal pensiero scientifico comune, ma ci riferiamo all'espressione di un, seppur legittimo, pensiero soggettivo, che poco ha a che vedere con il metodo scientifico. Questa è la mia opinione. Aggiungo: seguo anch'io Pikaia, dell'ottimo direttore Pievani. Tra l'altro co-autore di un testo molto interessante: Nati per credere. Perché il nostro cervello sembra predisposto a fraintendere la teoria di Darwin - Girotto - Pievani - Vallortigara. Una lettura veramente molto interessante, che si può acquistare a meno di 3 euro. |
user198779 | inviato il 22 Agosto 2022 ore 17:46
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| inviato il 22 Agosto 2022 ore 17:53
E noi cominciamo ad occuparci sistematicamente della loro formazione quando hanno 6 anni. Tardino, direi... (non è che bisogna mandarli a scuola a 3 anni, naturalmente. Il punto è che quello che succede tra 0 e 6 anni è del abbastanza lasciato al caso, e non è una grande idea, secondo me. Come disse non so più chi perfino per guidare un'auto ci vuole la patente, per fare un figlio invece basta un caxxo...) |
user198779 | inviato il 22 Agosto 2022 ore 17:55
Nella mia vita professionale ho avuto a che fare con delle menti che dire fuori dal comune è dire poco, una di queste è forse il mio migliore amico. Quando hai a che fare con questi personaggi geniali fuori dal loro ambito ti accorgi che hanno delle grosse " lacune" anche cognitive , io comune mortale ancora mi stupisco della cosa. |
user207929 | inviato il 22 Agosto 2022 ore 18:08
“ non è che bisogna mandarli a scuola a 3 anni „ Mia moglie insegna in una scuola materna privata, che accetta i bambini dai tre anni in poi. Tutte le insegnanti di tale scuola affermano che si dimostra evidente il maggior progresso cognitivo dei bambini che iniziano la scuola in tenera età, rispetto a quelli che la iniziano più tardi. Non sono uno specialista, ovviamente, ma quando partecipai a uno specifico evento per l'inserimento di mia figlia più grande alla scuola primaria, dove mi furono proposte alcune statistiche nel merito, le trovai particolarmente credibili. |
| inviato il 22 Agosto 2022 ore 18:13
Certo, quando dico che non è il caso dimandarli a scuola a 3 anni voglio dire che non si può propinare loro a 3 anni quello che si propina a quelli di 6, ma di cose da fare ce ne sarebbero, eccome... e la differenza poi si vede. Il punto è che c'è chi va alle materne, chi non ci va, chi cresce in un ambiente famigliare stimolante e chi in famiglie che è meglio perderle che trovarle. Poi dai sei anni la scuola dell'obbigo, pari opportunità per tutti... pari opportunità un par di ciufoli, perchè a sei anni molti giochi sono già bell'e che fatti... |
| inviato il 22 Agosto 2022 ore 18:14
@Vittoriodj - ritengo anch'io che si tratti di lavori di pseudoscienza; peccato però che vengano pubblicati su riviste come "Physica A" che, oltre ad essere una rivista scientifica, fa capo alla Casa Editrice ELSEVIER che, assieme alla Wiley, detiene quello che ormai è quasi un monopolio delle pubblicazioni scientifiche in ogni campo. E' questo che fornisce a quei lavori quel tono di "ufficialità" che in realtà non hanno; a quanto pare basta che passino per le mani dei referi di "Physica A" (che tratta di meccanica statistica) anziché di quelli delle riviste del settore specifico e il gioco è fatto, purtroppo. |
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