JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).
Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.
Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:
Ho ascoltato tutto: non sopporto gli urlatori, ma sono f-a-n-t-a-s-t-i-c-i gli Outro e gli Ulver. Anche i Paysage d'Hiver sono proprio carini. Ma tutti vanno ascoltati con molta cura e col tempo giusto.
Occhio Jacopo! Degli Ulver bisogna stare attenti a quale disco e periodo si sceglie, altrimenti si rischia di essere disintegrati! Nell'altro caso, Outro è il titolo del brano e l'autore è Striborg e anche in questo caso bisogna ascoltarne tutta l'opera prima di sbilanciarsi
Allora cerchiamo di capire l'attinenza al tema, quale sarebbe il tema dell discussione? Mi pare di capire questo: "musica...oscura" e "quella sacralità o spiritualità di fondo sulla quale si fonda un determinato album" o ho capito male io e il tema della discussione è altro per cui è proibito portare esempi di jazz o di musica sacra, vorrei capire, state ponendo una sorta di censura, non comprendo. Se non ho capito forse è meglio che lo specifichi meglio, per quale motivo non si può accennare a Coltrane o Thomas Tallis? A me sembra di non avere esercitato sarcasmo (al massimo ho espresso un mio gusto ed un dubbio sul contenuto sacrale/spirituale che a mio parere deve avere una certa oggettività, nel senso che debba essere percepibile ai più e non legato ad una personale esperienza e fattispecie di ascolto) ed ho posto delle domande a cui mi sembra sia stato risposto con una sorta di maleducato e piccato ostracismo. Certo che sono disinformato sull'argomento altrimenti non porrei domande. Riguardo alla suddivisione in generi, sottogeneri, microgeneri, nanogeneri la trovo un po' estenuante, capisco il desiderio di categorizzare ma mi pare che alla fine si arrivi a tentare di incasellare con il rischio di chiudersi in una gabbia ed autoghettizzarsi e solo per il desiderio appunto di esercitare ostracismo verso questo e quello con malcelato 'ideologismo' musicale, tutto il contrario di un atteggiamento di apertura a varie esperienze di ascolto, voglio dire, non è che stai compilando un indice della entartete Musik al contrario, Ulver sì, Arvo Pärt no ?(ma se interpreto male io corriggetemi)
Veramente io ascolto un mare di musica diversa ed anche contrapposta. Forse l'unica che non mi piace è il reggaeton tamarro da autoradio e quelle canzoni estive cercafica. E poi nessuno sta escludendo nessuno o si cerca di mettere in piedi una elite. Nel sottotitolo ho accennato ad una determinata persona che è l'archetipo del "coglionazzo", quello che va in giro a battezzare ed esorcizzare le cose belle e quelle brutte, secondo il suo gusto e quello di una certa tradizione del "tutti salvi". Tutti salvi se si è fatti così, tutti salvi se si mangia una determinata cosa, se si viaggia in determinati posti, se guardano determinati films... Io, e penso anche altri qui, non ho bisogno di sapere quanto siano intensi gli assoli di Gilmour o lunghi e spirituali quelli di Coltraine, perchè lo so già. Ho passato anni a sentirmi dire: "Eh, ma la classica??" Io gli chiedevo: "Qauli autori?" e mi rispondevano: "tutta la classica!" A me piacciono alcuni compositori ed altri proprio per niente. Ma il punto è un altro: se ti stai sentendo escluso è perchè sei tu stesso a farlo, non per quello che ascolti tu o gli esempi che stai facendo, rispettabilissimi, ma per come ti esprimi:
“ questi no, mi sembrano solo rozzi e non vi trovo nemmeno quella supposta trascendenza o quel mistero. „
oppure:
“ Ma mi rendo conto che difficilmente sarà apprezzato da chi orbita attorno al black metal. Ci sarebbe anche da capire a che tipo di numi si fa riferimento quando si parla di black, e lo dico da ateo convinto. „
Non sono toni del tutto distesi e concilianti. E l'altro dopo di te ha fatto anche di peggio.
Io, che tu reputi censore ed ottuso, ho risposto così:
“ Liberi di partecipare come e quanto volete, ma almeno risparmiatevi la retorica, gli slogan da vecchi tromboni ed i soliti tre esempi nobili: Pink Floyd, musica classica (qualsiasi) e jazz (qualsiasi). Almeno quello, se ci riuscite „
I toni che si usano sono importanti, anche più dei contenuti dei propri discorsi. Spesso i moderatori chiudono le discussioni proprio per questo.
Allora giochiamo a capirci, posso o non posso dire che io fino a qui ci arrivo mentre lì trovo solo rozzezza musicale e non ci percepisco sacralità alcuna? C'è qualcosa di offensivo? Sto parlando di quella musica non di una o più persone. Sul fatto che io dica che chi ascolta rock, soprattutto quello 'duro' ma anche non (anche i melomani fanatici dell'opera ad es.) , fatichi ad apprezzare il jazz: anche qui non sto offendendo nessuno, faccio solo una constatazione che discende da 60 anni di vita, la struttura degli accordi, la musicalità jazz risulta spesso difficilmente apprezzabile a chi non lo ha avuto nelle orecchie sin da bambino. Sui numi della black metal: è una domanda rimasta ancora inevasa.
Da ragazzino avevo in camera quella esatta locandina del Nosferatu di Herzog I Sigur Ros sono praticamente la band che ha consacrato il post rock alle masse (Hoppipolla la usarono addirittura come sigletta pubblicitaria per quel Sanremo dove conduceva la Clerici lol). Gruppo che ha saputo crearsi uno stile riconoscibile già solo per l'uso strumentale che fa della voce Jonsi. Dal vivo garantisco che non lasciano indifferenti. Visti anche i Múm una volta, che non hanno certo l'impatto sonoro dei conterranei ma "Finally we are no one" rimane un classico. Tra l'altro, manco a farlo apposta, i Sigur Ros da ragazzi erano dei metallari
Certo post rock reca con sé un approccio di trascendenza che è del tutto ascrivibile al filo conduttore di cui si è accennato a inizio thread. Un esempio lampante ne sono i Jakob, gruppo neozelandese (strumentale) ancora oggi semisconosciuto pur dopo quasi 25 anni di attività. Solace è un disco immenso che vi consiglio vivamente:
Di esempi (nel metal e fuori dal metal) se ne potrebbero portare a bizzeffe, giusto per smentire certe affermazioni retrograde che sono state fatte. Però insomma...è chiaro che stiamo parlando di qualcosa che necessita di una sensibilità sviluppata con la propria esperienza, non ci si può aspettare che vengano buttate delle cose in pasto alla qualunque pensando che si afferri il discorso. Poi è chiaro che il thread è stato aperto sulla personale esperienza demonìaca () del Caneca.
@Andrea.taiana ti copio un trafiletto che potrebbe rispondere alla tua domanda sul Black Metal: Theoria e praxis del Black Metal
La musica Black Metal e l'immaginario filosofico contemporaneo. Intervista a Nicola Masciandaro, professore al Brooklyn College of CUNY.
Parte I E' possibile che uno dei generi musicali più estremi oggi in circolazione, il Black Metal, possa provocare il filosofo contemporaneo e la rinascita della speculazione mistico-metafisica? Ne abbiamo parlato in questa intervista in due parti con Nicola Masciandaro, professore ordinario di Letteratura Inglese al Brooklyn College of CUNY. Masciandaro ricontestualizzando prassi antiche come quella del commento filosofico e del glossatore ci trascina nel vortice perturbante della mistica e delle notti oscure del pensiero. Pur avendo assimilato la lezione di Agamben e quella decostruzionista (e il relativo virtuosismo sintattico), il pensiero di Masciandaro è volutamente dogmatico ai limiti dell'elaborazione poetica; testimonianza di un compromesso inevitabile tra la dimensione affettiva musicale e quella critico-speculativa del filosofo newyorkese. La musica Black Metal per Masciandaro non è un semplice pre-testo per filosofeggiare sul mondo. E' parte di una dimensione personale, quindi affettiva, che gli permette di rileggere la propria esperienza intellettuale (un po' barocca) prendendo le distanze dalla noia mortifera delle ontologie neorealiste e formali. Masciandaro ha denominato questo suo approccio Black Metal Theory. Nicola Masciandaro scrive sul blog The Whim ed è editor del giornale Glossator. Prof. Masciandaro, ci vuole parlare della sua formazione culturale? E' professore alla CUNY. Cosa insegna? Insegno letteratura medievale inglese, in particolare opere del Trecento come I racconti di Canterbury, Piers Plowman, o le Rivelazioni dell'Amore Divino di Giuliana di Norwich. Questo mi da l'opportunità di ricollegare storicamente tra loro anche vari testi in traduzione, per esempio la DivinaCommedia, il Liber di Angela da Foligno, e i sermoni di Meister Eckhart. Per il dottorato mi son concentrato sul significato del lavoro nel medioevo (The Voice of the Hammer // Books // University of Notre Dame Press) ma ora sono più interessato allo studio della tradizione mistica, anche in certi autori moderni: Clarice Lispector, Meher Baba, Emil M. Cioran ed altri. La tendenza generale del mio metodo è quella di esplorare lo spazio tra la poesia e la critica. Il desiderio di rinnovare il genere del commento, mediante la rivistaGlossator, e l'esperimento della “black metal theory” sono rami di questa tendenza. Dopo la laurea volevo studiare il modernismo e le opere di Ezra Pound, ma questo interesse si è trasformato in un maggiore interesse per testi medievali. Dello spirito del modernismo conservo la volontà di superare lo storicismo. Un' altra influenza nei miei primi studi è stato il tradizionalismo di Ananda K. Coomaraswamy. La mia gravitazione verso il medioevo è stata senza dubbio condizionata da mio padre, che è un medievalista in letteratura italiana. Che cos'è la Black Metal Theory? La black metal theory è il mutuo nereggiare tra metal e teoria. Come il lavoro alchemico inizia con il processo di nigredo, la black metal theory è una pratica contemplativa che crea qualcosa di nuovo, formalmente, dalla trasformazione creativa—nello spazio di una visione intellettuale ed affettiva—di musica metal e teoria. Invece di studiare il black metal come oggetto, di scrivere sul black metal, la black metal theory indica più la riflessione con il black metal e quindi la continuazione consapevole in sede teorica delle sue dimensioni visionarie. Contro il concetto consumistico della musica, per cui l'arte è solo qualcosa da godere, e contro il concetto accademico della musica, per cui l'arte è solo qualcosa da analizzare, la black metal theory (BMT) si pone come un metodo di 'headbanging' musicale e teoretico. Così la BMT rappresenta la possibilità di un risveglio dell'antica intelligenza del telos unitario tra musica e filosofia. Comunque, dato che l'attualizzazione della BMT rimane oscura, penso che in questo momento una vera e propria BMT ancora non esista, o esiste più come un sogno o immaginazione di se stessa. Ci vuole parlare di cosa è per Lei, Nicola Masciandaro, il Black Metal musicale anche in relazione alla sua specifica formazione filosofico-letteraria? Per me il black metal è, soprattutto, una musica spirituale e mistica, fondata sulla negatività dell'essere. Il black metal esprime l'essenza negativa della volontà e dunque apre la porta verso l'esperienza incomunicabile, estatica-dolorosa, della realtà che è, eternamente libera e indipendente dai nostri concetti, la realtà divina, quodditas infinita. Nel libro Floating Tomb: Black Metal Theory, scritto in collaborazione con Edia Connole e che sarà pubblicato quest'anno da Mimesis, ricerco alcuni temi che riguardano la spiritualità del black metal: l'anticosmismo, l'involuzione della coscienza, l'amore negativo di Dio, il nesso misterioso di fattualità e individuazione… In risposta alla seconda parte della domanda, esiste una certa relazione tra gli studi medievali e black metal se non altro perché derivano in parte, storicamente, dal medievalismo romantico. Ma dal mio punto di vista, questa relazione non è molto importante. Più significativa mi pare è la capacità de black metal di attivare musicalmente le verità di scienza, filosofia, e religione in un modo mistico, cioè, nella profondità esperienziale della sua esuberante estetica negativa. Alcuni gruppi Black Metal non hanno accolto molto bene la Black Metal Theory. In generale i musicisti sono poco inclini alla speculazione filosofica riguardo al loro lavoro, ritenendola quasi una intromissione nella loro intimità. Come spiega questa ritrosia alla speculazione filosofica? È naturale se qualcuno è sospettoso e diffidente quando un estraneo parla della propria amata. Fa parte delle sofferenze d'amore. Ci sono anche molti gruppi black metal che non mi piacciono! È ugualmente ovvio che musicisti di black metal fanno già BMT mediante le varie forme di riflessione e speculazione che sono inseparabili dalla vita culturale della musica per sé. Il problema essenziale, sia etico che discorsivo, è l'idea che una BMT possa essere troppo vicina al black metal, ma nello stesso tempo remota o piuttosto sconosciuta in pratica. La 'scena' non ha nessun problema quando artisti dissertano filosoficamente davanti alle loro librerie, o quando un fan produce un saggio che è più commento che recensione. La tensione arriva nell'ambito dell'idea che possa esistere un discorso speculativo e intellettuale paragonabile al black metal, un discorso nuovo e intensivo nello spirito della musica. Nel contempo, l'idea di una BMT non è a casa nel mondo accademico, dove non c'è molto rispetto per l'autorità poetica e filosofica dell'heavy metal, tranne in quanto oggetto di studi culturali, sociologici, o musicologici. Così la BMT si avventura tra il fango dell'edonismo e l'incoscienza della scena consumistica e viceversa nel deserto freddo della mentalità critica e × dell'intelletualismo accademico. Logicamente, l'idea di una BMT è a un tempo nobile e donchisciottesca, un gioco serio per così dire. Ma l'universo metal, e quindi lo spazio per una BMT, rimane vasto e magnifico. L'idea che il lavoro di un qualsiasi teorizzatore possa contaminare o minacciare l'essenza della musica, o la teoria per quello che conta, è infinitamente più ridicola di Donchisciotte. In ogni caso, la questione dell'autenticità e del valore della BMT rispetto al black metal deve essere affrontata in stretto rapporto con le opere specifiche e con gli autori individuali. Bisogna sempre cercare un equilibrio tra la testa e il cuore. Spiritualmente, il problema dell 'intromissione' concerne il fatto che alcuni amanti del black metal evidenziano, come la maggior parte del mondo umano, un atteggiamento per cui è importante o responsabile preoccuparsi dello stato della musica black metal. Questo è parte della 'nostra' cultura socio-intellettuale, dove le ansie e simili dolori psichici, mediante il desiderio di essere o sentirsi 'al corrente,' sono confusi con sincerità, e dove quasi nessuno sa come pensare giustamente le cose senza giudicare gli altri. Ma la verità del black metal, come la verità in genere, ci fa scoprire autonomia e libertà. Dal momento che la verità è sicura, priva di paura, poichè “l'amore perfetto scaccia il timore” (1 Giovanni 4:18), tutti sono in errore. Indulgere in preoccupazione è contro lo spirito selvaggio-nobile del black metal, specialmente perchè questa musica esprime liberamente il contemptus mundie l'odio per tutto ciò che è debole nello spirito umano. Come dice Meher Baba, “True love is no game for the faint-hearted and the weak. It is born of strength and understanding” [Il vero amore non è un gioco per i pavidi e deboli. Nasce dalla forza e intelligenza] . Abbandonare la preoccupazione è il primo ed ultimo passo della stretta via di colui il quale pronunciò il non serviam. Similmente, la voce, sia essa della musica black metal o della BMT è vera nella misura in cui evoca la natura daemoniaca del vento: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va” (Giovanni 3). Sono sicuro che chiunque pensi onestamente ai principi di una BMT non la vedrà in contraddizione con la musica black metal. La contraddizione è illusoria, esistente solo al livello di dicerie, pubblicità, pettegolezzo e maldicenza. Ancor prima delle tematiche affrontate nei testi dei gruppi Black, caratteristica essenziale del Black Metal è la lacerazione del suono e della voce. Non è evidente in questo processo di degenerazione sonora una similitudine con la fase della nigredo alchemica (con tutta la simbologia legata al…blacker than the blackest black…)? Certo. La connessione tra la musica black metal e la nigredo è stata interpretata da diversi autori (vide Joseph Russo, “Perpetue Putesco – Perpetually I Putrefy,” in Hideous Gnosis [2009] ; Steven Shakespeare, “Shuddering: Black Metal on the Edge of the Earth,” in Melancology[2014] ). Allo stesso modo, il suono classico del black metal è stato chiamato 'necro'. Come ha detto Eugene Thacker in una intervista del 2010, “[it is] almost like the music is distorting or breaking down the tape or the CD itself” [è quasi come se la musica stesse alterando o corrompendo il nastro o il CD stesso] . Dunque la nigredo musicale è correlativa alla nigredo della materialità; putrefazione che libera la spontaneità delle forze creative. E qui c'è anche una analogia importante con la Crocifissione, il martoriare del Logos o del Verbo di Dio. Come profanazione del concetto medievale del torchio mistico (cfr. Inquisition, “Crush the Jewish Prophet,” Magnificent Glorification of Lucifer [2004] ), il black metal crocifigge musicalmente la religione, e più generalmente tutte le mediazioni tra l'individuo e la realtà universale e si inebria con il vino del cadavere in eterna decomposizione di Dio. Come dice Xasthur, “The burning corpse of god shall keep us warm in the doom of howling winds, / For we are a race from beyond the wanderers of night” (“Doomed by Howling Winds,” Xasthur [2006] )https://www.youtube.com/watch?v=Cwt-a6BScH0Secondo Plotino, la putrefazione deriva da “l'inabilità dell'Anima di generare un'altra forma di essere.” Ma questa debolezza dell'anima eterna è solo una debolezza nella prospettiva del tempo. Nella prospettiva dell'eternità, la putrefazione diventa la spontaneità radicale della realtà divina che in libertà assoluta crea, conserva, e distrugge come vuole, per pura volontà. È per questa sovrarazionale ragione che il black metal loda nello stesso movimento, senza contraddizioni, la sovranità della volontà individuale e le forze della morte e della dissoluzione. Come dice Erik Danielsson di Watain nel suo Opus Diaboli (2012)https://www.youtube.com/watch?v=EprFtWWOzio“[real music] reaches across time and space and it does not give a fuck about neither of them.
”Uno dei saggi più interessanti del suo blog è intitolato, poeticamente: No Light Has Ever Seen the Black Universe. Nell'oscurità si rivela la vera luce. Che cos'è il Nero per la Black Metal Theory? Il nero per la BMT è sia il nero del black metal che il nero dello spazio tra musica metal e teoria. Nel primo senso, il concetto di nero ha varie dimensioni che non posso sviluppare qui. Nel senso secondo, nero è soprattutto il 'colore' di una visione, nel significato completo (corporale, immaginativo, e intellettuale) che si applica ugualmente all'esperienza musicale e alla contemplazione. La visione/teoria è nera perchè il nero è il colore che vedo quando non c'è nulla da vedere; l'unica cosa da vedere è il fatto di vedere. La visione corporale, e la percezione sensibile in genere, è nera nel senso che non vedo cose ma oggetti, qualcosa che la mia visione non può penetrare. La visione è immaginativa e nera nel senso che non vedo qualcosa ma la sua immagine, una rappresentazione nella memoria. La visione intellettuale è nera nel senso che sfiora al massimo l'essenza di qualcosa, ma non la sua stessa realtà. Così dice François Laruelle nel testoDu noir univers, “Un noir phénoménal remplit entièrement l'essence de l'homme.” E come dice Emil M. Cioran, vedere le cose in nero significa vedere da oltre la sfera dell'essere: “If we see things black, it is because we weigh them in the dark…They cannot adapt to life because they have not been thought with a view to life….We are beyond all human calculation, beyond any notion of salvation or perdition, of being or non-being, we are in a particular silence, a superior modality of the void.
”C'è una possibile continuità tra la nigredo, l'immaginazione negativa e il pessimismo cosmico? Sì, certo. Nei miei scritti, mi sono occupato di tematiche che riguardano l'oscurità della Crocifissione come dolore mistico della materialità cosmica. Come molte tradizioni hanno affermato lo scopo della vita è di ripulire e scoprire lo specchio dell'anima affinché si realizzi la realtà infinita. Lo specchio, simbolo della coscienza umana individualizzata, è già in-forma, ora e per sempre, per noi che—per qualche spontaneità inconcepibile—realmente esistiamo in questo strano universo in quanto noi stessi. Il lavoro che resta coincide con l'eliminare le impressioni (materiali, sottili, e mentali) da questo specchio nero. Secondo lo Pseudo-Dionigi questo processo si chiama aphaeresis ed è paragonato alla scultura. Ma se tu stai dormendo dentro il marmo dello spaziotempo, come gestire martello e scalpello? Bisogna sviluppare una forza delicatamente distruttiva in grado di operare anche dentro il marmo. La conversione di Sant'Agostino, ad esempio, è modellata sulla tortura etrusca citata da Aristotele e Virgilio e da Agostino stesso, dove una persona legata faccia a faccia a un cadavere fino alla sua putrefazione. (V. Reza Negarestani, “La sposa cadavere. Pensando con lanigredo,” trad. Vincenzo Cuomo, in Kaiak. A Philosophical Journey). Come in Lazzaro, la resurrezione spirituale è preceduta da un periodo di auto-putrefazione, il marcire del Sé, nel senso di un'identità personale corruttibile. Scrive Agostino, “E tu, Signore … mi facevi ripiegare su me stesso, togliendomi da dietro al mio dorso, ove mi ero rifugiato per non guardarmi, e ponendomi davanti alla mia faccia, affinché vedessi quanto era deforme, quanto storpio e sordido, coperto di macchie e piaghe. Visione orrida; ma dove fuggire lungi da me?” Il black metal, specialmente attraverso la pratica simbolica del trucco cadaverico, fornisce un'espressione allo stesso processo, apparentemente impossibile e inevitabile. Esploro la dimensione mistica del pessimismo cosmico mediante la tradizione esegetica dell'oscurità nella Crocifissione. Sostengo l'idea che il pessimismo funzioni come un misticismo inverso. Questo ci trascina verso l'orrore paradisiaco caratterizzato dalla consapevolezza di una corrispondenza tra il buio del cosmo e il buio del Sé. In questo contesto il dolore è identificato all'origine dell'universo. Contro Lovecraft ed altri pessimisti materialisti, sostengo che le emozioni umane posseggano invece un significato cosmico, in positivo e in negativo. In breve, tutto è colpa tua, ma tu non sei tu. Qui vedo connessioni importanti con il black metal, in paticolare con i generi cosmic/space black metal e depressive suicidal black metal. Cfr. Mütiilation's Sorrow Galaxies(2007) e Nihil, Cosmic Pessimism (2015). Altri autori importanti che hanno trattato questi temi sono Eugene Thacker e Dylan Trigg. In fine, riguardo l'immaginazione negativa, posso dire che la continuità indicata nella domanda è semplicemente parte della continuità nel cuore nero del metal, cioè, la non-differenza fra la negazione di Dio in tutte le cose e la negazione di tutte le cose in quanto non-Dio.
Che cosa ne pensi di questo argomento?
Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.