| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 19:11
“ Perchè ti serve l'opinione di altri per migliorare la fotografia fatta per te? „ Per migliorare la mia capacità di rendere le mie emozioni in foto. Ho avuto una botta di culo ad incrociare Kenneth Hines che mi ha dato degli strumenti indirettamente. Ma altrimenti la mia capacità di rendere quello che voglio sarebbe legata alle mie capacità del primo giorno. Quindi probabilmente inconcludenti. Quindi un giudizio mi serve. Ma non un giudizio basato su quello che senti tu. Che fregacazzi (per il discorso) Ma un giudizio su come migliorare io per me, indipendentemente da te. |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 19:14
Vedi se vai a una lettura non si fermeranno mai al giudizio tecnico ma a quello che dice la foto. Se le persone non ci vedono quello che tu senti e credi di aver messo in foto ti deve fregare perché é probabile che stai sbagliando e non stai rendendo quello che vuoi. Il tecnicismo é solo una piccola parte del discorso |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 19:15
“ questa ha un fine? è da mostrare ? quando la mostriamo cosa cerchiamo ... se non gli applausi. ce ne frega veramente tanto delle critiche? morale ... siamo sicuri che il fotografo medio non scelga la prima perche' fondamentalmente preferiamo prendere applausi da una foto inutile piuttosto che essere quasi ignorati con la seconda , anche se ha un valore superiore? a voi le risposte „ Assolutamente d'accordo. Mi ricordo un episodio di qualche anno fa, mentre mi recavo al Photoshow di Milano. Mentre camminavo per raggiungere la fiera, girai un angolo e vidi uno stuolo di "fotografi" tutti intenti a fotografare, chi sdraiato per terra chi inginocchiato, ecc...Pensai ci fosse un'attrazione fuori dal comune, feci qualche passo in più e vidi qual'era l' "oggetto" di tanta attenzione. Questi aspiranti Cartier-Bresson stavano fotografando un senza tetto. Il fine non era certo quello di raccontare una storia, la storia del senza tetto, appunto. Ovviamente nessuno gli si era avvicinato anche solo per scambiare un saluto, era semplicemente un soggetto "figo" da pubblicare sui social, magari in bianco e nero, per far vedere quanto si è bravi... La "fotografia" fatta con questo approccio, ovvero senza empatia verso il soggetto, la trovo meschina e banale. Certo pubblicare una foto di bambini di colore, o la foto di un senza tetto può portare tanti like, ma alla fine cosa rimane a chi l'ha scattata, se dietro quell'immagine non c'è nulla. |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 19:18
“ Se le persone non ci vedono quello che tu senti e credi di aver messo in foto ti deve fregare perché é probabile che stai sbagliando e non stai rendendo quello che vuoi. „ Stai ancora assumendo che io voglia renderlo per gli altri |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 19:18
Lo fai lo hai detto tu la hai fatta vedere Non lo sto assumendo lo hai detto tu |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 19:26
“ Stai ancora assumendo che io voglia renderlo per gli altri „ Se vuoi il giudizio degli altri per migliorare come esprimere un'emozione devi basarti su come gli altri leggono quell'emozione nella tua foto e quindi.. la foto diventa per gli altri. Certo, a volte questo combacerà con la tua visione, ma non è detto, quindi di riffa o di raffa sei "fregato". |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 19:27
La fotografia è tante cose. Per anni io ho fotografato solo per tenere ricordi dei viaggi con gli amici e della mia famiglia. In questo esercizio non ho mai sentito la necessità di migliorare, cioè di investire tempo e studio per fotografare meglio (anche se, nel frattempo, essendo appassionato di arte e architettura, mi nutrivo delle immagini degli artisti e delle fotografie dei miei libri d'arte). Ciò non significa che io sottovaluti questo genere di fotografia, anzi. Ho cominciato a studiare la fotografia quando ho dovuto cominciare a produrre immagini per le mie conferenze e lezioni, quindi la mia fotografia è rivolta a un pubblico, quello delle mie lezioni e deve servire a quello scopo. Migliorare per me significa rendere le mie fotografie più adatte allo scopo. Mostro le mie fotografie anche in siti di fotografia come questo. Le critiche? Ben accette. Non ho una "reputazione da difendere": se le critiche sono fuori luogo (può succedere, criticare non è affatto più facile che fotografare) non mi danneggiano, se sono azzeccate mi sono utili. Condivido fotografie anche su fb, tendenzialmente per proporre ai miei amici luoghi che val la pena visitare, preferibilmente luoghi a loro meno conosciuti. Io stesso ho visitato qualche luogo vedendo le buone foto di qualcuno. Fotografo per me stesso? Anche. Ma anche in questo caso le mie fotografie potrebbero incontrare l'interesse di qualcuno o l'indifferenza e anche questo è interessante. Su questo sito un utente mi ha spiegato perché secondo lui una mia fotografia non funziona ed è stato molto interessante. Inoltre fotografare - penso che anche altre persone si ritrovino in questo - mi permette di fare esperienza della realtà in modo più approfondito: da quando fotografo il mondo per me si è riempito di cose, fotografare mi fa essere più attento alla realtà, alle stagioni, agli ambienti che attraverso nella mia quotidianità, alla natura e alle opere dell'uomo, al paesaggio che per me è l'interazione tra la natura e l'opera dell'uomo. Ci sono io o la realtà nelle fotografie? Spero ci sia il mio incontro con la realtà Per me la fotografia è sempre un'interpretazione, anche quella che documenta (che è quella che pratico in prevalenza). |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 19:36
“ Se vuoi il giudizio degli altri per migliorare come esprimere un'emozione devi basarti su come gli altri leggono quell'emozione nella tua foto e quindi.. la foto diventa per gli altri. „ E' molto profonda questa frase. Fa riflettere. Ti ringrazio. |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 19:47
“ Intendevo che non è ancora in grado di leggermi attraverso le mie foto. „ Essendo tutti diversi gli uni dagli altri nessuno è in grado di leggerti alla perfezione (anche attraverso le tue foto). Un bambino legge in un certo modo il genitore, così come il nonno leggerà in maniera diversa il proprio figlio (cioè il genitore del bambino in questione), idem per i suoceri, le mogli, i mariti...etc. etc. Gli esseri umani non sono in grado di capirsi al 100% in tutto ed anche cercando di capirsi ogni singolo individuo ha una visione diversa (per quanto possa essere simile) dagli altri individui. Alle volte non riusciamo a capire le persone che ci sono più vicine e con cui ci identifichiamo di più. |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 19:53
“ Ma un giudizio su come migliorare io per me, indipendentemente da te. „ Temo sia qui l'errore "indipendentemente da te". Se tu non avessi incontrato Kenneth Hines non saresti migliorato in un certo modo e non indipendentemente da quell'incontro: si migliorara indipendentemente dagli altri quando si fanno scoperte da soli, senza l'aiuto/consiglio da parte di nessuno e senza l'incontro con nessuno. Ma ciò non è possibile, perché anche solo osservare foto altrui ti inflenza e quindi non è più un "indipendentemente dall'altro": siamo tutti interconnessi, anche con gli artisti dei secoli passati. O vivi sperduto come un eremita o non può esserci un indipendentemente dagli altri: anche gli insegnamenti dei genitori e dei nonni sono qualcosa che elimina la possibilità di un "indipendentemente dagli altri". |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 20:09
Grazie @McBrandon Proviamo a trarre ora una conclusione su questi miei deliri senili... Diciamo che voglia migliorare il rapporto di comunicazione tra me e le mie foto. Mi state suggerendo (per la maggior parte) che questo debba passare da un miglioramento della comunicazione tra le mie foto e gli altri. Indipendentemente da me. Per arrivare alla fine ad essere quello che io cerco. Tagliando POI il giudizio altrui. Ho inteso male? |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 20:15
Da quando ho chiuso lo studio fotografico i miei “Ferri” li uso solo per me. Ho sempre il piacere di condividere, non sono su FB ma solo su IG.. a breve partirò con un'idea che mi bazzica per la testa da parecchio, scopo nuovo profilo IG dedicato. Le critiche sono il mio tasto dolente al contrario: ho iniziato a fare foto circa 20 anni fa in analogico: ricordo ogni volta che stampavo i BN 13x18, 36 stampe pensate, sviluppate e stampate con cura. Portavo tutto al mio maestro (classe 1937) che nell'ordine mi strappava sotto agli occhi quelle che facevano ca.ca.re, teneva le decenti, mi diceva quale è la più bella e mi regalava una scatola di carta 13x18. E così via, altro rullo, altro giro altro regalo. Beh, mi manca qualcuno che critichi in maniera pesante e costruttiva qualsiasi mio scatto. Critiche motivate sempre, mi hanno fatto crescere fotograficamente, sapere affrontare grossomodo qualsiasi situazione portando a casa il lavoro o comunque il risultato desiderato. Accetto critiche sia da chi fotografa da 2000 anni che da chi ha comprato la prima macchina domani indistintamente: ho sempre da imparare. Detesto chi davanti a una critica risponde “si ma a me piace così”: è un atteggiamento sbagliato che non permette di crescere. Io posso suggerirti che una inquadratura centrale è da evitare rispetto a posizionare il viso sui terzi, ma se tu a prescindere ritieni che la tua foto è perfetta così, da me avrai una sola risposta: “se piace a te è ok” e tiro su un muro che manco la muraglia cinese. Tutto questo non ha nulla a che vedere col proprio stile, che viene costruito scatto dopo scatto, specialmente ragionando suo propri errori. Naturalmente IMHO |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 20:15
Si, ovvio che non tutti sono uguali e questi altri li devi scegliere. Ma tu hai un legame con lo scatto e magari ci vedi qualcosa che non c'è perché la tua percezione é influenzata |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 20:47
Ma siete veramente tanto ingenui da credere ancora che l'"opera" coincida (o debba coincidere) con la presunta identità dell'autore? LOL Ma poi la questione della comunicazione, specie quando passa sotto il famoso fattore emotivo, è una roba sopravvalutatissima. |
| inviato il 11 Febbraio 2022 ore 20:58
“ Mi state suggerendo (per la maggior parte) che questo debba passare da un miglioramento della comunicazione tra le mie foto e gli altri. Indipendentemente da me. Per arrivare alla fine ad essere quello che io cerco. Tagliando POI il giudizio altrui. Ho inteso male? „ Per comunicare bisogna essere almeno in due: chi parla e chi ascolta, chi scrive e chi legge... chi fotografa e chi osserva. Altrimenti sono monologhi. Sottoponi le tue foto all'attenzione di chi vuoi, ascolta i loro consigli e le loro critiche e poi, anziché tagliare, seleziona il giudizio altrui. Così facendo selezionerai ciò che reputi possa essere utile per la tua crescita fotografica personale. Troverai chi ti darà buoni consigli, chi ti darà pessimi consigli e chi ti darà buoni consigli, ma non adatti alla situazione od al soggetto. Poi come ha giustamente scritto Franco Pastorino i consigli interessanti possono arrivare da chiunque, anche da chi ha appena iniziato a scattare. Oltre che con Franco concordo anche con Matteo: può essere che il legame ci sia, ma che non venga compreso o che venga frainteso. Faccio un'esempio con una mia foto:
 ...tu cosa ci vedi? Questo per farti comprendere che persone diverse possono vedere cose diverse a cui tu, autore, non avevi mai pensato e non sempre riesci a vederle o comprenderle, ma è stimolante e ti apre un mondo di interpretazioni. Poi tutti questi miei discorsi sono molto generali anche perché non ho minimamente idea che foto faccia tu e quali siano i generi fotografici su cui ti cimenti. |
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