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Come funziona la scansione delle pellicole?


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avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 20:14    

Non sono, e non mi è mai interessato essere, uno scienziato da microscopio linee/mm, risoluzione ecc ecc ma, come la maggior parte di voi, sono svariati decenni che maneggio la fotografia e ben conosco cosa erano le stampe ciba e più in generale
le stampe da ingranditore ...beh a me questo passaggio ibrido continua a stupirmi per la qualità.

In effetti Maceric è così, a meno di voler dubitare della vista e delle capacità di giudizio di professionisti, editori, artisti, fotoamatori esigenti e in pratica il 99% di tutti i laboratori del mondo che hanno via via scelto tale strada e che in 20 anni hanno decretato (purtroppo, comunque, visto che iomstesso sono un fruitore delle stampe in C.O. per i miei negativi B&N) la riduzione dei laboratori tradizionali a una piccola nicchia. Se tale processo e tecnologie non fossero state adeguate non avrebbero di certo soppiantato la precedente, indipendentemente dalla praticità.

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 21:41    

Mah... a me invece sta' storia continua a convincermi poco.

In ogni caso ricordatevi che due reflex digitali letteralmente IMMONDE come la EOS 1 Ds e la EOS 5 D hanno decretato, grazie alla buona pubblicità - interessata - degli operatori del settore, delle riviste specializzate, e anche e soprattutto grazie alla miopia e alla credulità dei fotoamatori, la morte della pellicola... quindi è del tutto normale che voi, senza aver mai fatto delle PROVE OGGETTIVE e a pari condizioni, vi siate convinti che un processo misto possa essere migliore del MIGLIOR processo ortodosso.

Io personalmente proietto diapositive con il massimo della qualità possibile perché adopero i migliori proiettori, le migliori otiche da proiezione e le migliori pellicole... voi siete davvero sicuri di aver stampato col massimo della qualità possibile?

avatarsupporter
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 0:58    

Forse Paolo, il raggiungimento della massima qualità tecnica possibile potrebbe non essere l'obiettivo principale di chi utilizza una tecnica ibrida. Sicuramente non è il mio obiettivo principale.

avatarsenior
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 1:32    

Il grosso problema della tecnica ibrida è il profilo pellicola che deve essere accurato e la polvere e pelucchi che stazionano grazie all'elettricità statica sui negativi. Sopratutto polvere e pelucchi fanno veramente passare la voglia di fare scansioni.

Nella tecnica ibrida il mio obiettivo è conservare la caratteristica materica della pellicola e sinceramente non è un grosso problema, il V800 l'ho preso essenzialmente per il 6x6 B&N, una medio formato digitale costa un bel gruzzolo di €, mentre qualche rullo 120 è solamente un divertimento e dal 6x6 si ottengono file digitali che le FF si scordano data l'area di acquisizione comparata. Sorriso

avatarsupporter
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 9:16    

Io personalmente proietto diapositive con il massimo della qualità possibile perché adopero i migliori proiettori, le migliori otiche da proiezione e le migliori pellicole... voi siete davvero sicuri di aver stampato col massimo della qualità possibile?


ma e proprio necessario ricercare la massima qualità possibile ?

quasi sempre si cerca il miglior compromesso tra, resa costi e tempo disponibile da dedicarci, anche perche qui non ci sono fenomeni, almeno non credo MrGreen, quindi troverei ridicolo che uno spenda cifre folli per scannerizzare sempre a tamburo alla massima qualità possibile, cosi come affidarsi sempre a laboratori che stampano in analogico, può funzionare per qualche foto a cui si e particolarmente legati, ma certo non e sostenibile per tutte le foto che si fanno, quindi si cerca il miglior compromesso


avatarsenior
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 9:24    

@Cirillo
Il grosso problema della tecnica ibrida è il profilo pellicola che deve essere accurato e la polvere e pelucchi che stazionano grazie all'elettricità statica sui negativi. Sopratutto polvere e pelucchi fanno veramente passare la voglia di fare scansioni.

Impensabile per i negativi colore non impiegare ColorPerfect. Chi usa Photoshop perde del gran tempo e ottiene risultati inferiori.
Riprodotto con un macro, un negativo colore si pulisce molto rapidamente dai pelucchi sotto Photoshop.

avatarsenior
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 9:31    

nel sensore, la riproduzione dei toni e delle sfumature, sia cromatiche che chiaroscurali, è a numero FINITO mentre invece con la pellicola questo numero è INFINITO

Credo che le cose siano molto più complicate di come le esponi tu PaoloMcmlx.
1. il sensore in sé legge tutte le sfumature di luce ed è un dispositivo analogico, è con la conversione A/D che le variazioni vengono campionate ed 'incasellate' in gradini. i gradini sono 2^14 cioè 16384 per ognuna delle tre zone dello spettro filtrate da R G B (ma credo siano già 2^16 cioè 65536 in alcune fotocamere o dorsi digitali)
2. questi 16384 * 16384 *16384 gradini sono o non sono sufficienti per riprodurre tutte le differenze di colore percepibili dall'occhio umano? Gli esperimenti sulla vista considerati dalla CIE hanno dimostrato che l'occhio umano non riesce a percepire differenze di colore al di sotto di una certa soglia che credo vari a seconda della zona di colore (siamo più sensibili nella zona del verde), se non erro l'occhio non vede differenze al di sotto della soglia Delta1
3. altrettanto importante (e forse più) della minima differenza di colore captabile dal sistema (film vs. sensore +convertitore A/D) è il gamut di colore rilevabile, cioè quanto è estesa la gamma di colori reali che la pellicola può captare e riprodurre? Credo che in questo campo di gioco la pellicola con i suoi alogenuri i suoi filtri colore ed i suoi tre pigmenti si comporti molto ma molto peggio rispetto al sensore portando ad un gamut teorico molto più ristretto. Ma su questo qualcuno qui sul forum può essere più informato, preciso ed esauriente di me.

avatarsenior
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 9:37    

Alla fine chi si contenta gode.
Ed è giusto così.

avatarsenior
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 9:42    

@Andrea usando Irfanview per contare i colori unici in una foto a colori, molto raramente si superano tre milioni di colori, cioè ~ 5-6 volte meno del teorico (attenzione: in JPEG 8 bit).
I granuli di AgX indubbiamente sono tanti in un'emulsione. Infiniti è però un'esagerazione. Alla fine sono cristalli.

Come proponeva il compianto Michael Reichmann (di origine ebrea, naturalizzato in Canada) la pellicola è più digitale del silicio Si in questo senso: un granulo può essere colpito dalla luce (=1) oppure no (=0). 0 e 1 sono la base del digitale, come noto.

avatarsenior
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 9:43    

4. siamo sicuri che le sfumature riprodotte dalla pellicola corrispondano precisamente alle sfumature di colore presenti nella realtà? Esiste con la pellicola una corrispondenza più precisa che quella del sensore nel riprodurre con due sfumature diverse due colori diversi? Cioè quanto è precisa la pellicola nel riprodurre i colori della realtà, più o meno del sensore?

avatarsenior
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 11:00    

1. il sensore in sé legge tutte le sfumature di luce ed è un dispositivo analogico, è con la conversione A/D che le variazioni vengono campionate ed 'incasellate' in gradini. i gradini sono 2^14 cioè 16384 per ognuna delle tre zone dello spettro filtrate da R G B (ma credo siano già 2^16 cioè 65536 in alcune fotocamere o dorsi digitali).


Infatti nelle vecchie fotocamere col raw a 12 bit canale un'occhio allenato poteva percepire la differenza e la gradualità delle sfumature assai migliorate nell'attuale raw 14 bit canale, molte fotocamere moderne internamente campionano a 2^16.


avatarsenior
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 11:16    

4. siamo sicuri che le sfumature riprodotte dalla pellicola corrispondano precisamente alle sfumature di colore presenti nella realtà? Esiste con la pellicola una corrispondenza più precisa che quella del sensore nel riprodurre con due sfumature diverse due colori diversi? Cioè quanto è precisa la pellicola nel riprodurre i colori della realtà, più o meno del sensore?


La mia percezione mi suggerisce che gli attuali sensori digitali moderni a 14 o 16 bit canale siano più precisi della pellicola nel descrivere la scena catturata, talmente precisi da sembrare a volte innaturali. Sorriso
La pellicola, sopratutto B&N e diapositive hanno un loro modo decisamente affascinante che ci ha coinvolto per decenni e a cui siamo stati abituati considerandolo un riferimento Vuoi per la grana o per la gradevole interpretazione dei toni/colori e la matericità tipica che trasmette la pellicola, tant'è che mi piace scansionare il 6x6 B&N e dia per la sua particolare impronta. Cool

user14408
avatar
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 12:12    

di origine ebrea, naturalizzato in Canada



..che se fosse stato dell Honduras cambiava qualche cosa ?:-P :-P

avatarsenior
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 18:10    

3b. nell'argomento gamut colore rientra pure la gamma dinamica, la gamma dinamica di un sensore CCD di fascia professionale di tecnologia anno 2011 consentiva di riprodurre questo:



ho fotografato per parecchi anni con diapositive 35mm ma non credo che qualcosa del genere sarebbe stato o sia oggi possibile, ma pronto a ricredermi se qualcuno ha esperienze diverse.
L'esempio è tratto da questo sito, dove ne potete vedere altri:
luminous-landscape.com/phaseone-iq-180-field-review/
e il commentatore scrive:
STUNNING dynamic range. Note that I have capitalized the word “STUNNING”. It is so good, that we basically could not find a subject that would make this back clip in outdoor daylight. From the brightest sunlit highlights to the deepest shadows inside canyons, the IQ 180 had full detail (and no visible noise) everywhere. I do not believe I have ever experienced a capture device that comes close to the dynamic range of this back.

Questo mi conduce al punto
4b. io credo di non essere smentito se dico che oggi non esiste alcun campo di impiego professionale/industriale in cui la fedeltà del colore sia ESSENZIALE dove si preferisca usare la pellicola anziché un dorso digitale. In un museo oggi si preferisce fotografare con banco ottico e pellicola diapositiva 5x4 o si va di dorso digitale? è puramente una questione di comodità o è una questione di fedeltà dei colori?

avatarsenior
inviato il 30 Gennaio 2022 ore 18:32    

Tornando forse più in topic: sono abbastanza vecchio per ricordare gli scanner a fotomoltiplicatori degli anni 80, i vari Siemens-Hell, Crossfield, Dainippon, scanner a tamburo ingombranti come due lavatrici una lavastoviglie ed un frigorifero messi assieme. Per fare le scansioni ci voleva un tecnico cromista con i baffi, ed una scansione di una diapo 5x4 richiedeva diversi minuti, quarti d'ora in cui girava il tamburo e diversi minuti per il montaggio della diapo sul tamburo con oli appositi per evitare gli anelli di Newton, alcuni minuti per l'impostazione dello scanner, alcuni minuti per lo smontaggio della diapo che non so dire poi come venisse pulita dall'olio. Il risultato però era altamente soddisfacente. Negli anni 90 poi la Sci-tex introdusse gli scanner a CCD che però a detta degli utenti non erano in grado di dare i risultati del fotomoltiplicatore. Da allora gli scanner sono diventati sempre meno ingombranti e meno costosi ma credo che, ancora oggi, i risultati del fotomoltiplicatore siano irraggiungibili. Credo che qui sul forum ci siano dei cromisti che hanno lavorato negli anni 80 e 90 e possano confermare (o smentire) quel che dico, io non ero cromista.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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