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... e la macchina fotografica ? Tu non hai una macchina ... ;/)


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avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 12:04

Perché dovrebbero? Non capisco.../QUOTE]

Ha già risposto Roberto. La penso come lui.

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 13:43

Io credo che l'intervista vada letta e LETTA nella sua integralità. Il discorso tecnico mi pare francamente marginale (e probabilmente anche sapientemente caricaturato) nell'economia complessiva dell'intervista.
È l'uomo-fotografo Giacomelli che si racconta in n primis su quello che lo muove a fotografare.
E a me pare meravigliosamente ben raccontato.

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 14:10

Non escludo che la lettura integrale dell'intervista possa essere istruttiva, ma qui ne è stata proposta una parte, ed è su quella parte che si sta discutendo. Credo che chi ha aperto, Schyter, lo Zar di tutte le Russie fotografiche, abbia fatto una scelta precisa, con delle motivazioni precise.

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 15:43

Esattamente ... poi ognuno la elabora (l'intervista) come preferisce; chi derubricherà la prima parte a "bischerata", puntando sulla seconda parte e chi la riterrà veritiera.

Ricordo semplicemente che molto dell'arte di Giacomelli (oltre al saper vedere l'immagine ovviamente...) è costruita dalla sua tecnica in CO (vari passaggi in lith ??) "misteriosa". Dal mio punto di vista, Giacomelli avrebbe potuto raggiungere quei risultati con una qualsiasi decente MF 6x9 ... Tant'è che lo stesso si definiva Tipografo e non fotografo... la differenza non è marginale. Di più ... come si evince dalle ultime scoperte, molte fotografie aeree attribuite al maestro, furono scattate da Edmo Leopoldi ... (chissà con quale fotocamera) e poi lavorate e stampate dall'artista.

In definitiva ... superficialmente la prima parte può sembrare marginale, ma in realtà contiene un messaggio importante che come sempre nn si vuole riconoscere... ci è più comodo così. (imho)

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 15:53

L'intervista me la sono letta tutta, e per questo motivo mi è sembrato di leggere fra le righe che la prima parte era scherzosa. In effetti per quel che faceva Giacomelli e per come lo faceva, una 6x9 valeva l'altra, moderna o antica che fosse. Bastava che avesse un'ottica decente. Quindi che motivo avrebbe mai potuto avere per acquistarne una più moderna?

Il suo interesse era altrove, e questo si capisce bene nella seconda parte dell'intervista.

avatarjunior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 16:42

Bel dialogo tra due Artisti, grazie Schyter.
La prima parte scorre su di un'evidente, divertita complicità (poco manca che Giacomelli racconti che si faceva caricare il rullino dal negoziante...).
Non ne trarrei, dunque, teoremi di sorta. Se non una (banale) evidenza: l'attrezzatura è un mezzo, che va scelto non a caso, ma in base al risultato che ci si prefigge.
E Giacomelli stesso sottolinea la sua tensione, quasi maniacale, verso il risultato voluto.
Si può star certi che, se l'avesse ritenuto utile al suo progetto, avrebbe scattato con una leica. O con una rollei. Occhenesò, con una scatola di scarpe forata...

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 16:46

Quindi volete farmi credere che Giacomelli non parlava solo di:
Rendering
Ariosità
Stack sottile
Filtro aa non invasivo...


Non ci credo.
È un complotto

E magari non puliva neanche le microlenti

Io personalmente sulle microlenti ci sputo tutti i giorni per tenerle pulite...
Aumenta il rendering

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 16:49

Mah, bisognerebbe sapere quanto è davvero così e quanto finge di essere così.

Io disegno da sempre, e in passato, per verificare se dipendo dalla qualità degli strumenti che uso ho realizzato interi disegni usando i colori del Lidl (36 matite colorate per 3,99 Euro) invece dei soliti Faber Castell Polichromos (100 colori, 400 Euro), ma ho solo voluto provare, e posso garantire che con le matite colorate del Lidl è MOLTO PIU' DIFFICILE ottenere risultati di alto livello, per cui mi suona strano che qualcuno voglia castrarsi intenzionalmente in un ambito in cui gli strumenti sono altrettanto importanti.

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 17:25

D'accordo con Skylab: nella prima parte sembra un gioco tra i due e, come ho già detto, sembra di vedere ammiccamenti e i sorrisetti tra i due. E ,d'altro canto, cosa ci si aspetta che dica un genio, un artista? Che la sua maestria e la sua vena dipenda dagli automatismi di una macchina fotografica? Dagli aiutini da parte di dispositivi elettronici? Inutile, a mio parere, discutere di questo per approdare al solito "noi comuni fotografi" dipendiamo dalla nostra attrezzatura, la mitizziamo. Se non lo facciamo e anche noi mostriamo noncuranza dimostreremo di essere sulla buona strada per diventare bravi fotografi? Atteggiamenti, in un verso o nell'altro, a mio modo di vedere, equivalenti e sovrapponibili ed egualmente falsi. Se fotografo con una ML ultramoderna sono un cattivo fotografo, se mostro noncuranza sono un bravo fotografo e sulla via della redenzione? Credo che Giacomelli, come chiunque altro, senza mitizzare nulla, utilizzava l'attrezzatura a lui più comoda per ottenere quello che voleva ottenere. Punto. Io da oltre 20 anni, prima in analogico e poi in digitale uso Nikon: non mi frega molto dell'attrezzatura se non per quello che mi da, non la cambio se non dopo vari anni, uso pochissimi automatismi, ma confesso che le logiche e i comandi Nikon mi fanno sentire tranquillo, ci sono abituato, mi sento rassicurato e trovo, senza ansie, subito quel poco che mi serve. Mi posso paragonare a Giacomelli? Sono un abitudinario o un grande fotografo?
D'accordo, quindi, anche con Simone Rota e con Alvan Mayor
Il resto dell'intervista, più interessante

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 17:32

Comunque la macchina di Giacomelli era tutt'altro che un cesso, come già detto! ;-)
Forse datata, quello sì.

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 17:58

In definitiva ... superficialmente la prima parte può sembrare marginale, ma in realtà contiene un messaggio importante che come sempre nn si vuole riconoscere... ci è più comodo così. (imho)


Un messaggio che dovrebbe però non dovrebbe essere neppure necessario... basta leggersi quello che scriveva Feiniger nel suo Libro della Fotografia sessant'anni fa: senza ironia e in modo più pacato ha già detto tutto a proposito di quale sia la reale importanza dell'attrezzatura.
Se in sessant'anni non siamo riusciti a capirlo mi sa che siamo senza speranza...

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 18:06

Il testo integrale dell'intervista è stato linkato. Personalmente mi mette un po' di tristezza strumentalizzarla (anzi direi distorcerla) per imbastire la solita discussione sull'attrezzatura.
Mi pare ovvio (anzi direi banale) che un fotografo/artista di quella caratura usi, con piena consapevolezza, lo strumento con il quale si sente più a suo agio per ottenere i risultati che vuole (che non significa nemmeno quello tecnicamente migliore).
Qualcuno ne dubita?
Comunque se a qualcuno appassiona l'argomento…


avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 18:18

continuate a "nascondervi" dietro un dito ... o a fare finta di non capire. ;-) ma fa niente. :)

Inutile, a mio parere, discutere di questo per approdare al solito "noi comuni fotografi" dipendiamo dalla nostra attrezzatura, la mitizziamo.


Moooolto spesso ... quasi sempre la cosa è legata al brand/costo.:-P

Se non lo facciamo e anche noi mostriamo noncuranza dimostreremo di essere sulla buona strada per diventare bravi fotografi?


Un'esagerazione in termini... mai detto questo ne lontanamente pensato.;-)


avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 18:52

Senza stack sottile io non esco neanche di casa.

Fate voi

avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2021 ore 18:54

Antonio Durruti scripsit:
“Senza stack sottile io non esco neanche di casa.

Fate voi”

Senza “snack” grosso io non esco di casa.
Mi serve a metà giornata MrGreen

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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