| inviato il 20 Novembre 2021 ore 16:24
Aggressivo? Ma sai cosa vuol dire almeno? Tu sei entrato dicendo al tuo primo intervento che stiamo dicendo caxxate e l'aggressivo sarei io? Bhe comunque ok, ti lascio alle tue sicurezza. No problem. Ma se specificassi quali sono le caxxate che hai letto, ripeto, potrebbe uscirne una discussione ancora migliore. Sta a te. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 16:44
Maier ha documentato semplicemente l'America che ha vissuto negli anni '50 a venire con delle splendide immagini. Quale fosse stato il suo intento non potremo mai saperlo. O la chiami street o reportage poco importa HCB, Davidson, Parr ecc. hanno fatto/fanno fotogiornalismo occupandosi di reportage sulla società degli addietro, sono considerati oggigiorno come i padrini della street photography. Loro erano professionisti la Maier no ma le immagini che lasciato sono comunque di documentazione della società americana di quegli anni. Decidi tu come volerla definire. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 16:55
"Questo nuovo approccio prende piede con l'ingresso dei gruppi collettivi nati con il web. Il reportage di strada (oggi considerata la vecchia scuola della streephotography) è cosa ben diversa". Quindi se è antecedente al web è automaticamente reportage? Io direi il termine street come definizione si. Come contenuti no. Anche perché Eugène Atget viene considerato uno dei padri della street. E siamo nel XIX secolo... |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 17:20
È possibile trovare informazioni sulla questione su libri ma anche sul web, prova a dargli una lettura così puoi farti la tua un'idea che non è detto sia come la mia. Sono due scuole di pensiero diverse che in comune hanno la foto realizzata in strada. La old school pubblicava i lavori anche per grandi riviste oltre che libri, la new school dei collettivi al di fuori del web nessuno è interessato alla pubblicazione. Pensa negli ultimi anni quante collane siano uscite sulla fotografia in edicola, ogni volume dedicato ad un autore.Dei nuovi streeter non c'è nessuna traccia. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 17:27
Beh mi pare ovvio che prima del web le fotografie fossero solo su carta stampata cioè riviste. Io parlo del termine street. Coniato negli ultimi 20 anni. Ma di fatto, esisteva anche prima come stile. Tutto qui... |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 17:54
Che si focalizzassero sullo scatto singolo della casualità?...mmm dubito. Quelle che ci sono fanno parte sempre di lavori specifici (legate ad un contesto). I libri continuano ad uscire, sono rivolti ad un pubblico di nicchia ma non riguardano autori street che siamo abituati a vedere sul web. I libri che si possono trovare riguardano raccolte dei collettivi o sono edizioni realizzate a proprie spese, difficilmente reperibili in libreria. Gli streettaioli di oggi che campano di fotografia penso che facciano altri generi di foto per campare o workshop...poi posso sbagliarmi eh. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 17:57
Si non lo metto in dubbio Vinx. Sto solo dicendo che la terminologia street, ha 20/30 anni circa. Ma si faceva anche prima. Vedi Vivian Maier esempio.... non è corretto stabilire un confine temporale tra street e reportage fotografico urbano. Tutto qui. Spero di essermi spiegato. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 18:52
Il termine street photography è uscito fuori circa 20 anni fa, un termine a quanto pare nato sul web dai collettivi per distinguersi dalla old school fatta di fotoreporter. Con questo nuovo modo d'nterpretare la foto in strada nasce il termine di Street Photography. Almeno questa è l'idea che mi son fatto. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 19:10
Perfetto. Quello che dicevo io. Anche se 20 anni fa i collettivi non si se esistessero... Prima (ho anche un libro) si chiamava fotoreportage urbano. Ma la sostanza non cambia. Cambia semmai come e chi la fa. Se vogliamo mettere un confine temporale tra tra due generi che son circa la stessa cosa, la Maier sarebbe catalogata come una fotoreporter.... ci siamo chiariti. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 20:13
“ Gli streettaioli di oggi che campano di fotografia penso che facciano altri generi di foto per campare o workshop...poi posso sbagliarmi eh. „ Non possiamo paragonare i fotografi di oggi, con quelli di ieri. Ieri i giornali e le riviste avevano bisogno dei fotografi, perchè erano gli unici che potevano investivano nei mezzi e sapevano usare gli strumenti. Per un Bresson di ieri non era difficile lavorare per uno o più giornali e sbarcare il lunario, oggi ho i miei dubbi. Non solo la concorrenza era minore, ma oggi gli strumenti per avere fotografie di buona qualità ( e non intendo "artistiche" ) sono alla portata di tutti. Oggi per le riviste e i giornali si fa sempre più uso degli smartphone, con foto realizzate dagli stessi giornalisti con la figura del fotografo assente, che poi gli stessi giornalisti/reporter combattono con un sistema/mercato che li paga 4 spiccioli. Dopo tutto, pure i Fotoreporter più famosi arrivano a fine mese con matrimoni, corsi e workshop. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 20:31
E' naturale che il topic evolva in base agli interventi che si succedono. Non ho intenzione di trarre conclusioni: sarebbe assurdo. Ma potrebbe essere utile ripartire da alcuni dati iniziali. Street=strada. Tutto ciò che non è ambiente chiuso ( es. studio ) o macro o astrofotografia...Quindi l'ambiente è rappresentato dalle strade delle nostre città considerate come location nelle quali avvengono spostamenti di persone, eventi grandi o minimi, incontri, situazioni di contrasto, di conflitto, di singolari anomalie... Ho una fotocamera e, scartando temporaneamente altri interessi fotografici, mi dico: " Là fuori c'è il mondo e io ho il mio mondo. Voglio ossservare e confrontare il mio io e il mondo attraverso un mirino. Non sono pagato e quindi non ho vincoli progettuali. Non ho altro fine se non un certo divertimento e l'ipotesi di sintetizzare in un fotogramma un po' di vita, con tutto ciò che la vita comporta: gioia, ironia, bizzarria, dolore, rabbia, OSSERVAZIONE dell'umanità varia che si muove. Scatto e poi vedrò ( come diceva Winogrand ). In linea mente occhio cuore (come diceva HCB). Con ciò che sono, ossia una persona comune che, se è sincera con se stessa, può davvero divertirsi. Se invece ambisce a chissà cosa ( consensi, visibilità, like sui social ...) si caccia nei guai. E' legittimo trovare riscontro/consenso. Ma altra cosa è ambire a passare per ciò che non siamo." E' ancora questa la 'street'? Continua ad avere senso? Forse le cose che ho detto valgono per la Fotografia in generale. Ma la strada è davvero ricca di spunti! |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 20:48
Non so, non sono molto d'accordo con "Street=strada. Tutto ciò che non è ambiente chiuso ( es. studio ) o macro o astrofotografia" Nel senso, se colgo uno sguardo, un gioco di luci/ombre, riflessi ma sono che ne so all'interno di un museo? Non è più street? Cos'è? "Street" secondo me non è necessariamente "la strada", è più da intendersi in senso metafisico. Per questo sono d'accordo con quanto dice Overgaard: street è tutto quello che succede davanti alla fotocamera che non sia staged. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 21:00
@ Michele: In Italia è così purtroppo all' estero è un po' diverso, il mercato c'è ancora ma per entrarci oggi è dura. In compenso è in crescita quello delle gallerie d'arte ma bisogna proporre qualcosa di veramente valido, possibilmente in analogico. Di fotografi bravi c'è ne sono molti così come quelli scadenti. È vero oggi la tecnologia permette a tutti di sfornare belle foto ma non tutti fanno buone foto (anche tra i professionisti c'è tanta monnezza). È vero anche che lo smartphone è sempre più utilizzato dal fotoreporter al pubblicitario ma non pensare che facciano foto alla portata di tutti. Sicuramente i workshop sono il pane quotidiano per molti è la cosa la vedo alquanto triste. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 22:15
@doriano ciarpo Mi riferisco a quel tipo di street da cui non si evince neppure il dove è stata scattata, dove vedi solo ombre nere e figure umanoidi o effetti strani tipo un gallo dal cui occhio parte un raggio di luce… lame rotanti e ufo robot. Per me la street è una cosa più seria, dove c'è anche un contenuto. È vero però che viviamo un'epoca priva di contenuti elevati e la street non può rispecchiare qualcosa che non c'è |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 23:29
Mi permetto di introdurmi nella discussione anche dopo che molti aspetti ne sono stati sviscerati.Ho praticato la fotografia in alcuni ambiti per varie decadi.Una volta mi dicevano che facevo reportage ora mi dicono che faccio street mentre io sono sempre lo stesso.Non mi interessa il contenitore in cui vengo collocato ma che il contenuto che produco mi gratifichi, anzi che gratifichi la mia sfera emotiva, mentre io ne sono lo spettatore.Svincolarsi dalle aspettative, dai titoli e quanto altro alimenti la nostra sfera erronea perché non porta alla crescita ma alla frustrazione è l'inizio di un percorso di visione.Non si fotografa nulla che non è dentro di te. Potrei non fermarmi nello scrivere il mio punto di vista di una fotografia più emotiva che mentale, ma temo di annoiare. Un abbraccio Rob. |
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