user120016 | inviato il 10 Giugno 2021 ore 22:35
“ Domenico, una Ferrari o una Lamborghini fatte interamente in Cina o in Tailandia avrebbero lo stesso appeal attuale ? E un Rolex oppure un Omega o un Patek o un Longines ? Non credo. Non credo proprio. Soprattutto se fossero proposti allo stesso prezzo. „ Maurizio, dipende se compri le cose per l'utilizzo o per lo sfoggio... Io le fotocamere le compro per usarle e l'unica preoccupazione è l'affidabilità, non certo l'appeal... Sinceramente, quando ho acquistato le mie Nikon F5 (che sono le ultime fotocamere che ho acquistato nuove) non mi sono posto la domanda se fossero made in Japan o in Vattealapescaland. Se Nikon ci mette la faccia, per me tanto basta (e vale per Contax, Rollei, Voigtlander, Leica e tutti quelli che hanno delocalizzato le proprie produzioni). Se invece acquisti per status symbol allora parliamo d'altro e non di fotografia... P.s. Uso un orologio meccanico made in URSS, comprato da un rigattiere per pochi spiccioli 20 anni fa. Non è un rolex, né un Omega o un Patek. Ma segna l'ora più o meno esatta. E chissenefrega.. |
| inviato il 10 Giugno 2021 ore 22:41
Domenico ogni volta mi ritrovo con i tuoi commenti assolutamente equilibrati, e intelligenti |
| inviato il 10 Giugno 2021 ore 22:41
Domenico, il mercato ha tutt'altre connotazioni e gli acquirenti delle digicamere "ragionano" secondo altri schemi. Basta leggere questo forum a ogni nuova presentazione/annuncio. Quello che facciamo io e te conta molto, molto meno di nulla. Due gocce nel mare. |
user120016 | inviato il 10 Giugno 2021 ore 22:43
P.s. Le Rollei prodotte a Singapore non mi hanno mai dato problemi. Una delle mie Rollei prodotte in Germania, dopo 3 passaggi dal fotoriparatore è diventata un bell'oggetto in mostra nella bacheca ... |
user120016 | inviato il 10 Giugno 2021 ore 22:44
Maurizio, sia ben chiaro, non volevo essere critico nei tuoi confronti e so che la pensi diversamente. È solo che se penso a collezionismo mi vengono in mente francobolli e monete, non certo fotocamere... |
user187800 | inviato il 10 Giugno 2021 ore 22:46
Si Domenico, forse hai ragione tu ed e' solo questione di sfiga o culo! In effetti piu' che dove le producono forse conta piu' da quanto le producono. Sugli oggetti nuovi appena usciti in commercio e' piu' facile beccarsi l'infinocchiatura |
user120016 | inviato il 10 Giugno 2021 ore 22:48
@Dinoveronese, grazie! Hai una birra pagata se passi dalle mie parti. E trattandosi di Piemonte, direi che magari un calice di buon vino sarebbe più appropriato |
| inviato il 10 Giugno 2021 ore 22:51
Il “Made in” di per se è gia una stupidaggine, credo. Made cosa? Il sensore? Lo chassis? Il mirino? La scheda madre? Non sarebbe più corretto dire “Assembled in”? Per questo ritengo il dato, oltre che poco affidabile, poco importante. Tanti aspetti come ad esempio “visione” del prodotto, capacità di produrlo in maniera adeguata, tempistiche giuste e corretto supporto marketing sono insieme a controllo qualità, assistenza e giusto prezzo secondo me molto più importanti dal punto di vista del cliente finale. Credo che i problemi attuali di Nikon, e di alcuni altri costruttori, vadano piuttosto ricercati in qualcuno di questi ultimi aspetti. |
| inviato il 10 Giugno 2021 ore 22:57
No, ma... veramente il livello dei giornali (dei giornalisti) è sceso sotto terra! Neppure copiare dal Sole 24 Ore, che aveva tradotto parzialmente l'articolo di un quotidiano on line giapponese... Un po' di colore, e disinformazione a balle. Oltre tutto, il solito confronto gratuito con Sony. Sony ha pubblicato le sue analisi sull'andamento del 2020 e ... il settore sensori e componentistica è stato quello coi risultati MENO eclatanti: azzeramento dei valori del magazzino di certi sensori, ammortamenti, i costi del nuovo impianto di Nagasaki che sarà effettivamente produttivo fra 2021 e 2022... E' tutto scritto qui: www.sony.com/en/SonyInfo/IR/library/presen/er/pdf/20q4_sonyspeech.pdf Io mi ci diverto, perché tengo allenato l'inglese economico e mantengo vivi remoti studi. Mi ci diverto anche perché, da stagionato seguace della scuola di Manchester, godo nel constatare che i giapponesi continuano ad andare in tasca ai fondi d'investimento americani, e approfittano degli extraprofitti congiunturali per finanziare progetti di ricerca e produzione di medio-lungo periodo. |
| inviato il 10 Giugno 2021 ore 23:09
Domenico non vedo l'ora di passare perché sono piemontese di nascita e sino due anni che non torno |
user120016 | inviato il 10 Giugno 2021 ore 23:29
“ In effetti piu' che dove le producono forse conta piu' da quanto le producono. Sugli oggetti nuovi appena usciti in commercio e' piu' facile beccarsi l'infinocchiatura Confuso „ Infatti, penso sia tutta una questione di know how. E siccome in Nikon non credo siano degli sprovveduti, (anche se qui pare che tutti sarrebero in grado di fare meglio) se hanno delocalizzato, evidentemente hanno già valutato uno standard produttivo. E dubito che questo porti a cali qualitativi nella sua produzione, così come non calarono qualitativamente i summicron Leica prodotti in Canada o le meravigliose Rollei 35 e le Voigtlander prodotte a Singapore ... Poi, per carità, tutto è possibile ma siccome nella vita per mestiere apro e chiudo le pance umane spostando organi qui e là, e non faccio il manager d'impresa, non sta a me valutare e giudicare il marketing di una azienda come Nikon. |
| inviato il 10 Giugno 2021 ore 23:59
Nel 1988 Laura Biagiotti compie una impresa storica... Sfila coi i suoi costosissimi capi firmati nella Repubblica popolare Cinese uno stato che aveva fatto della divisa da operaio delle campagne chiamato l'abito di Mao (o la giacca di Mao) uno dei simboli nazionali nonche l'abito nazionale. Tra l'altro quell'uniformn aveva nulla di cinese ma era stato disegnato da designer della DDR (Germania orientale). Biagiotti sfila davanti ai vertici del partito comunista cinese e a 200 milioni di telespettatori cinesi che guardano l'evento in diretta. È un evento più unico che raro. Prima di lei nessuno stilista occidentale era mai riuscito neppure aettere piede sul suolo cinese da quando ci"era stata la rivoluzione di Mao . Erano i tempi d'oro in cui l'Italia seppur priva di ogni benché minimo esercito dominava le relazioni internazionali ponendosi come mediatore tra opposte suoerpotenze nucleari grazie ad una classe politica e ad una diplomazia eccezionale . Da allora tutti i marchi del made in Italy e (e solo dal 1993 in poi anche le aziende americane ) hanno cominciato a produrre i loro tessili in Cina con aziende fornitrici che sottopongo i propri operai a condizioni lavorative severissime, utilizzando anche manodopera minorile, con il beneplacito del partito comunista . Negli ultimi 10 anni, più volte, accreditate trasmissioni televisive (come report) hanno denunciato le condizioni di lavoro degli operai che producono per il made in Italy in Cina .migliaia di persone si sono indignate ma non mi ricordo che mai ci sia stato un anno con un calo di fatturato da parte di queste aziende causato dal "made in Cina" anzi semmai è il contrario . Altra azienda molto cara alla fotografia la Apple produce in Cina da moltissimo tempo e continua ad essere una delle aziende a maggior capitalizzazione al mondo . Ad ogni modo ... Non so perché ma non sentivo la mancanza del tread quotidiano di gufi che profetizzano l'immediata morte di Nikon. PS . Nikon già da molti anni ha stabilimenti non solo in Tailandia ma anche in Malaysia e Cina . Quindi nulla di nuovo solo il consolidamento di decisioni prese già da tempo | |

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