user120016 | inviato il 18 Aprile 2021 ore 15:58
“ normalmente si compra una sola volta. „ @Phsystem allora sono io anomalo... Ho due Manfrotto 058, un Manfrotto 190, un Berlebach in legno, un Gitzo per grande formato, due Velbon con testa fluida, un Sirui ed un Feisol... Ognuno ha uno scopo ben preciso per dimensioni, peso e capacità di carico. I doppioni sono per averne uno in studio ed uno da trasferta... Comunque, scherzi a parte, concordo con te che la spesa va fatta bene ed una volta per tutte. Inutile avere attrezzatura da centinaia se non migliaia di euro e poi piazzarla su di un treppiedi da discount... |
| inviato il 18 Aprile 2021 ore 16:48
Veramente di cavalletti in totale ne ho 5. Però 2 sono praticamente poco più che giocattoli da usare soltanto con la compatta. Altri 2 sono stati comprati soprattutto per appenderci degli illuminatori in studio. Infine l'unico cavallo degno di questo nome è il Manfrotto comprato più di vent'anni fa ed è anche l'unico cui è possibile invertire la colonna centrale per riprese rasoterra. |
| inviato il 18 Aprile 2021 ore 17:00
il treppiedi nel paesaggio diurno può anche non essere necessario, notturna o per altri generi si |
user120016 | inviato il 18 Aprile 2021 ore 17:20
Darp, per curiosità, cosa intendi per diurno? Nelle ore centrali della giornata la luce è tanta, è vero, ma qualitativamente è troppo dura e le ombre sono terrificanti. Sinceramente preferisco la luce del tramonto o meglio ancora dell'alba. Ed in quei casi non so quanto si possano usare tempi veloci con ISO bassi e diaframmi mediamente chiusi... E poi, vogliamo parlare dei filtri ND e delle lunghe esposizioni sulle nuvole e sull'acqua? Poi, per carità, i gusti sono gusti ed ognuno è libero di rinunciare a certi effetti per rimanere più leggeri. |
| inviato il 18 Aprile 2021 ore 17:27
Di nuovo grazie a tutti per i consigli! Sono contento di leggere opinioni contrastanti in quanto mi permette di capire come l'utilizzo dell'attrezzatura sia soggettivo a parte alcuni casi particolari che mi avete indicato. Allora il paraluce lo prendo dato che può servire anche contro urti accidentali e quelli mi capiteranno di sicuro. Treppiede, ricevuto il messaggio, niente robaccia ma prima di acquistarne uno di qualità aspetterò un po' per capire cosa vorrò fare da grande. Comunque ridendo e scherzando sono arrivato a 600€ (500 macchina più obiettivo e 100 di attrezzatura), ma non potevo appassionarmi alle serie tv come tutti? |
| inviato il 18 Aprile 2021 ore 17:52
Scusa Phsystem ma che esempi sono? In quelle immagini sei ampiamente nei tempi di sicurezza a cosa sarebbe servito un cavalletto? Prova a fare questa senza: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2564271. Per rispondere all' autore del topic: per iniziare, come ti hanno detto in molti poca roba. Sei sempre eventualmente in tempo ad acquistare altre cose. |
| inviato il 18 Aprile 2021 ore 20:07
É normale che se vogliamo fare delle foto particolari serve una attrezzatura specifica. Ma io sto parlando di paesaggi normali non di fotografare un dettaglio per enfatizzare il movimento. |
| inviato il 18 Aprile 2021 ore 20:45
@Sadko: senza offesa o ironia ho scritto che è divertente perché mi è capitato spesso di vedere dei fotoamatori armati con la loro bella entry level e cavalletto (non per sminuire, ma proprio perché questo combo identificava benissimo l'esperienza del fotografo -non la bravura-) che fotografavano col cavalletto in luoghi e situazioni d'illuminazione perfetta che non richiedevano altro che un click e via per ottenere lo stesso risultato. Sembra... che per ragioni ignote, nell'ambito degli amatori sia rimasta la convinzione che per fare foto sia necessario il cavalletto come ai tempi in cui le fotocamere avevano -ad andar bene- la dimensione di una scatola da scarpe. Non so se sia colpa dei corsi o degli workshop o cosa... ma è un po' sintomatico della mania -non solo dei fotografi- di anteporre il mezzo (l'attrezzatura) al fine (l'immagine). Ci sono passato anche io... nei tempi in cui la lunghezza della lente faceva da 'attributo sessuale esterno'. Poi mi è passata... e mi sono reso conto, alla fine, che ce l'avevo 'piccolo' allora con la mia reflex col cinquantino come anche oggi con un'attrezzatura che fatico ad elencare (inclusi 3 cavalletti ed un monopiede). Purtroppo, anche io ho sprecato tempo ed energie inseguendo le chimere degli accessori (incluso il mio primo cavalletto -un vero rottame-) dimenticando il fine. Così, mi fa tenerezza e mi diverte pure, vedere giovani appassionati che si sbattono col loro bravo cavalletto alla ricerca dell'inquadratura e di un'immagine che sia originale. Tutto sommato... anche io ero così Termino ricordando ad Alessandro quello che ho scritto nel mio primo intervento: per fotografare non occorre l'attrezzatura, bastano una fotocamera, una lente e molto cervello (quello non basta mai). |
| inviato il 18 Aprile 2021 ore 21:11
Gsabbio, non avrei saputo dire di meglio. Il mio Benro mach3 sta in garage ad impolverarsi... Al max porto il compatto che entra nello zaino... Sul paraluce sul 16-50: non vorrei che costasse più della lente, certo che a volte, raramente serve! |
user109536 | inviato il 18 Aprile 2021 ore 22:30
Gsabbio hai assolutamente ragione. |
| inviato il 18 Aprile 2021 ore 23:14
@domenico infatti è una delle prime cose che ho comprato e ho consigliato |
user120016 | inviato il 19 Aprile 2021 ore 8:05
Probabilmente sarà la deformazione mentale di cui parla @Gsabbio, perché in effetti io provengo da quel retaggio culturale dell'epoca in cui le fotocamere erano grosse come scatole di scarpe (ne ho anche di più ingombranti), ma sinceramente non mi trova d'accordo. Usare il treppiedi non è un qualcosa di sorpassato o anacronistico e non si tratta di esibizionismo per darsi un tono o per identificare l'esperienza del fotografo. In tanti (e questa discussione lo dimostra) erroneamente pensano che il treppiedi serva per fare foto in condizioni di scarsa luce, perché per il resto basta un click e via. Ma questo è molto limitativo perché questa è solo una delle funzioni del treppiedi. Oltre a questa, una funzione fondamentale consiste nello smorzare ed eliminare le micro-vibrazioni delle nostre mani che si generarano quando si scatta a mano libera. Non a caso esistono gli scatti remoti ed il sollevamento dello specchio nelle reflex. Ancora, in paesaggistica ed in foto architettonica (perché di quello sto parlando e dunque escludo generi dinamici) il treppiedi rallenta le operazioni. E soprattutto per chi va di fretta, obbliga a valutare con attenzione ciò che si ha intorno per decidere cosa includere e cosa escludere dall'inquadratura. Ancora, mettere la macchina in bolla consente di eliminare orizzonti storti che ahimè, si vedono ancora nonostante tutte le assistenze nei mirini moderni. Ancora, per i fotografi digitali che dopo aver scattato una fotografia possono vederla sul display e decidere di rifarla facendo delle piccole modifiche, la fotocamera su treppiedi consente di mantenere la stessa composizione. Ancora, quando si fa una panoramica, l'aver messo la fotocamera in asse, consente di avere gli scatti da fondere con precisione senza troppi sbattimenti. Ancora, quando si fa un bracketing di esposizione di 2, 3 o più scatti, consente di avere la stessa identica foto in più varianti di esposizione. Ancora, con l'uso dei filtri, per effetti creativi, consente di allungare i tempi di valori che a mano libera possiamo solo sognare. A parte l'effetto seta sull'acqua e sulle nuvole, penso all'uso di un ND 1000 per eliminare la presenza di gente o automobili in transito in una piazza in pieno giorno o creare un mosso intenzionale con pedoni in movimento su uno sfondo immobile e via dicendo. Ancora, nella fotografia all'infrarosso, che sicuramente non è un genere con cui ci si cimenta all'inizio ma che personalmente ritengo molto affascinante e per chi non può permettersi una fotocamera modificata, qualche filtro a diversa lunghezza d'onda ed un treppiedi rappresentano una buona alternativa... Poi c'è anche la condizione di scarsa luce... Certo, come ho scritto prima e come è stato detto da altri, le foto si fanno anche senza treppiedi, così come si fanno senza paraluce, senza flash, senza filtri, senza scatto remoto, ed a quel punto anche senza lenti intercambiabili... Per carità, il "less Is more" in fotografia (e non solo) spesso è vero. Non voglio confondere il fine (immagine) con il mezzo (attrezzatura) ma non vorrei nemmeno che la ricerca di minimalismo estremo porti poi a dover fare delle rinunce e dei compromessi. Perdonate la lungaggine... |
| inviato il 19 Aprile 2021 ore 10:20
@Domenico hai perfettamente ragione. Personalmente, il mio scopo è il viaggio, non la foto. Quando vado in montagna -ed ancora di più quando arrampicavo- non mi potevo permettere di rallentare i compagni perché dovevo fare 'la Foto', e lo stesso vale quando sono in viaggio come turista. Il mio punto di vista, in realtà, è condizionato da molte esperienze: l'infrarosso, piuttosto che lo ND1000... ed altro, sono tutti generi che ho già praticato -abbastanza- ma senza costrutto. Perché scrivo 'senza costrutto'? Perché sono tutti generi 'già visti', già interpretati da -quasi- tutti in tutte le salse ed in tutte le cromie (incluso il filtro tabacco ). Interpretati a volte in modo mirabile ma il più in maniera didascalica. Insomma... generi diventati 'di maniera'. La fotografia, a mio parere, deve orientarsi più alla ricerca, alla personalizzazione della visione, all'emozione che sa creare un'inquadratura e non ultima: l'interpretazione dell'oggettività non l'alterazione del vero alla ricerca del 'like'. La foto di 'maniera', l'effetto WOW!, possono essere carini, ma molto spesso sono anche sterili. Ecco perché sono del parere che una fotocamera ed una lente insieme a molto cervello, siano più che sufficienti per crescere ed apprendere il linguaggio fotografico. |
| inviato il 19 Aprile 2021 ore 10:21
Panoramica, foto a infrarossi, braketing, etc. etc. Forse ti è sfuggito un piccolo dettaglio: il nostro amico è un debuttante. Non sarebbe meglio andare per gradi facendo un passo alla volta partendo dalle basi? |
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