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“ Perchè prendi in considerazione solo il B/N? Con il negativo colore lo sviluppo C41 è standard, non lascia spazio ad "interpretazioni"... „
Perché sul BN posso intervenire anche su questo aspetto, mentre con ilcolore posso cambiare la pellicola ma non lo sviluippo standard (a meno del trattamento push, che però aumenta il contrasto e riduce l'estensione di posa)
Secondo me, in Fotografia sulla gamma Dinamica si sta cercando il ramoscello, ma si è perso di vista il fusto dell'albero.
Se una fotocamera odierna ha 12 o 14 stop di GD, agli effetti pratici, non cambia nulla, ci si fanno le stesse fotografie.
Se invece nelle fotocamere digitali un domani ci implementassero la tecnologia che oggi c'è sui cellulari, ossia la Fotografia Computazionale, allora si passerebbe da una GD di 14 ad una di 20 stop o più, molto simile a quella dell'occhio umano.
In quel caso, con quel guadagno importante, cambierebbe veramente la qualità d'immagine, sarebbe una vera rivoluzione tecnologica, ma si stanti le cose, dal 2012 ad oggi come Qualità d'Immagine non è cambiato nulla.
Ho letto tutto con interesse. Precisando che i miei scatti non hanno alcun pregio... Io in termini di gd ho visto davvero, o mi sono convinto di vedere, una differenza percepibile nel passaggio da sony a550 alla nikon d7100. Mentre non ho apprezzato nessuna differenza in tal senso col passaggio a nikon d610. Non pensavo il mondo della pellicola fosse così variegato, né che lo sviluppo permettesse tali margini. E davvero interessante
“ Non pensavo il mondo della pellicola fosse così variegato, né che lo sviluppo permettesse tali margini. E davvero interessante „
l'analogico è stato archiviato (forse) troppo precipitosamente ... ed i giovani, che naturalmente non lo conoscono, spesso vedo che se ne stupiscono. Consiglierei, per i più curiosi, di approfondire l'argomento; la curiosità è cosa buona e giusta e spesso regala belle sorprese.
"l'analogico è stato archiviato (forse) troppo precipitosamente ..."
Occhio che l'analogico, nei confronti del digitale, richiede un sacco di soldi e di complicazioni in più per fare le fotografie, ma veramente molto di più, costa caro tutto, la pellicole, i chimici, etc, e ci vuole molto tempo e complicazioni per passare dallo scatto ad una immagine.
Questo relegava la Fotografia ad hobby di elite, non era a portata di tutte le tasche e di tutte le voglie.
Il digitale ha reso e messo la Fotografia alla portata di tutti, ed ha poi innalzato moltissimo il livello qualitativo ottenibile, oggi la Qualità d'immagine ottenibile con il digitale è altissima, completamente inarrivabile dalla pellicola.
E poi il digitale permette un sacco di fotografie che a pellicola sono impossibili, tipo gli HDR, la cucitura di immagini a fuoco selettivo per fare fotografie perfettamente a fuoco, le panoramiche, etc.
Per i costi infinitamente più bassi, la qualità estremente più alta, la capacità operativa più ampia, i tempi infinitamente più ridotti e la facilità d'uso del digitale, il chimico andava invece ammazzato prima , molto prima di quando è stato ammazzato.
Le Case produttrici di materiale fotografico hanno esitato anni prima di passare completamente al digitale, perché il passaggio richiedeva investimenti alti e Know How diverso, anche quelle sempre difficile e costoso ad acquisire.
Le innovazioni tecnologiche fanno sempre bene, fanno meglio, fanno più facilmente e più velocemente un lavoro rispetto alle vecchie tecnologie, e prima si fanno, meglio è.
Beh Alessandro quello che dici è di certo vero: da un punto di vista operativo il digitale è inarrivabile, come lo è dal punto di vista economico e, ancora più, nella notevole semplificazione di tutte le varie operazioni atte a fornire un risultato finale - e finito - di alta qualità.
Questo, ripeto, è ASSOLUTAMENTE VERO, e ostinarsi a negarlo è retrogrado, stupido e sostanzialmente falso.
Ma sul fatto che la qualità d'immagine risulti irragiungibile da parte della chimica beh... dai... questo non è affatto vero. Perché, e tu questo non puoi non saperlo, con la pellicola sono possibili risultati, dal punto di vista della qualità di immagine, almeno pari a quelli forniti dal digitale e in molti casi, pensa alla proiezione per esempio, o a una certa stampa in B&W, i risultati della pellicola sono pressoché impossibili per il digitale.
Ovviamente, e qui torniamo al discorso iniziale, per ottenere determinati risultati con la pellicola occorrono vere e proprie VAGONATE di SOLDI ed è per questo - e solo per questo - che alla fine il Silicio vince.
Una FF digitale, una 35 mm, fa immagini grandi ed in qualità tale che a pellicola la eguagli, forse, con un banco ottico, magari un Sinar 4x5", ma io non ci giurerei, andrebbero fatte prove comprate per il B&N, mentre sul colore il digitale si strafuma il chimico.
Se usi un banco ottico in digitale, magari un Silvestri con dorso digitale Hasselblad a formato grande, con ottiche Schneider, o una Phase One con ottiche Schneider pure quelle, quella qualità lì in chimico non la fai, nemmeno in B&N.
Alessandro... come fai a confrontare pellicola e digitale? A monitor? Dovresti però fare una digitalizzazione della pellicola (e la qualità decade) A stampa? E come lo stampi il digitale? Con una stampante,ovvio... mentre la pellicola negativa si stampa con l'ingranditore... e penso proprio che per buona che sia la stampante non possa competere con la "vera" stampa fotografica (chimica)
Ci si ostina a voler paragonare due sistemi che hanno in comune solo lo scopo per il quale son nati (fotografare) ma che sono di natura completamente diversa. Per portare un sistema a paragone con l'altro bisogna per forza passare per un anello debole della catena che comporta compromessi...
"... come fai a confrontare pellicola e digitale?!
Ovvio: stampando.
Ed uuna inkjet professonale si strafuma qualsiasi stampa chimica a colori, e stampa meglio di una stampa chimica su carta.
Ho stampato 38 anni a pellicola, formato minimo 30 x 40 cm, sin dal 1969 (IFF Auregon, Con Schneider Componon 50 mm F4 e Rodenstock Rodagon 50 mm F 2,8, più luminoso, che usavo per fotomontaggi e raddrizzamento linee cadenti), usavo soprattutto carta AGFA Brovira, la BEH, sviluppo Boomor ST 50 della Ornano, neri e bianchi pulitissimi.
Mi aveva insegnato a stampare Mario Bocci, di Viareggio.
E dal 2008 stampo in digitale, sempre formato minimo A3, il 30 x 40 cm dei tempi della pellicola, con Epson Stylus Pro 3880, carte Epson e Canson, e mi hanno insegnato in Canada, contattai Michael Reichmann, di Luminous Landscape, sito per professionisti di MF, e che organizzava anche corsi vari, sempre per professionisti.
Le stampe vanno viste: da quello che vedo io, ossia stampe serie, il digitale si strafuma il chimico sempre e comunque a pari formato, anche a bassi ISO, e mentre poi oggi si stampe benissimo un A2 scattato con una 35 mm digitale a 2000 ISO, anche a colori, mentre in pellicola te lo sogni.
user33434
inviato il 02 Febbraio 2021 ore 13:48
I paragoni si possono anche fare, anche con procedimenti ibridi, ma bisogna chiedersi prima cosa si vuole misurare e perché. Entrambi i sistemi possono produrre stampe molto piccole o gigantografie per quanto riguarda la risoluzione, basta scegliere il giusto sensore o la giusta pellicola. E' vero però che nel formato Leica o FF le digitali permettono stampe di dimensione maggiore rispetto alla maggioranza delle pellicole. Per ciò che riguarda la morbidezza delle transizioni bisogna tener presente che a parità di scena inquadrata un sensore MF che al massimo arriva a 54x40 con raw 16bit avrebbe già difficoltà a vedersela con un 6x6, figuriamoci con formati fino al 6x9, un banco non lo tiriamo neanche in ballo perché stiamo entrando in un altro pianeta, anche come utilizzo. La vera grande differenza sta nella risposta alla luce data dai due sistemi di acquisizione che personalmente è la ragione per la quale utilizzo l'uno o l'altro. In stampa le differenze ci sono, molto marcate con pregi in entrambe le catene, dipende da cosa si vuole e soprattutto dal perché si propende per una scelta o per un'altra.
“ una inkjet professonale si strafuma qualsiasi stampa chimica a colori „
Immagino tu ti riferisca all'RA4, quello è uno dei procedimenti per stampare a colori, non l'unico. Quando vai a vedere una stampa Carbro, Dye transfer i valori si invertono per gamme possibili, qualità dei materiali e durata quindi si torna punto e a capo. Ci sono campi di applicazione e di utilizzo diversi con scopi specifici e stabilire dei valori assoluti è inutile e andrebbe a sminuire soltanto il processo digitale.
“ "l'analogico è stato archiviato (forse) troppo precipitosamente ..." „
mi riferivo a cosa può dare ancora l'analogico in termini sia "artistici" che culturali e di conoscenza ... capisco che probabilmente sono tutte cose che interessano poco ma, per fare un piccolissimo esempio, si potrebbe correre il rischio di perdersi le belle realizzazioni alla gomma bicromatata di Alberto Novo
o una carta salata sempre dello stesso autore ...
o magari una stampa al carbone di Sergio Devecchi
e così via... ce ne sono a migliaia di autori analogici che realizzano cose difficilmente ripetibili col dgt...
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