user207929 | inviato il 30 Marzo 2021 ore 10:04
Ciao Lauro, ok, è tutto chiaro e perfettamente condivisibile. Ad Albert Einstein viene attribuita una frase diventata celebre: “tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, poi arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa”. Per carità, io non ho inventato nulla, mi sono solo rifatto a un'esperienza altrui. Ma ripeto che ti inviterei a provare, potresti anche rimanere sorpreso. In fondo, quando non c'è spesa, c'è più divertimento. Il mio sistema prevede accessori che più o meno fanno già parte dell'attrezzatura di ognuno di noi. Il concetto che ho inteso perseguire non è sostitutivo di qualsiasi altro metodo, bensì alternativo, qualora se ne senta la necessità, magari dopo diverse ore che si vaga in cerca di scatti e si è meno freschi di quando si è cominciato. Converrai con me che portare il monopiede già 'attaccato' al kit fotocamera/zoom permette di velocizzare l'operazione di posizionamento del sistema, ed eseguire uno scatto molto più rapido senza perdere il tempo di agganciare la fotocamera alla testa del treppiede. Io non amo camminare con il monopiede già aperto, poiché ritengo che tale operazione non possa che prevedere movimenti inevitabilmente ampi e spaventare il selvatico, che magari si è già accorto di me, ma con movimenti del corpo molto limitati si spaventa meno e mi concede qualche secondo in più per scattare prima di fuggire. Ho cominciato a fotografare animali selvatici più di quarant'anni fa, sviluppando personali tecniche di avvicinamento, che ovviamente sono valide per me, per il mio modo di muovermi, per il mio modo di concepire il mimetismo. Ognuno razionalizza il proprio metodo alla propria esperienza e ai risultati che persegue. Certamente ogni metodo è valido, se permette di portare a casa dei buoni risultati. Il concetto della 'scodellina' nella cintura ventrale da usarsi come supporto alla base del monopiede è un plus che mi è tornato molto utile in svariate occasioni, te lo assicuro. Non si trasferiscono movimenti deleteri al sistema. Se faccio avifauna al lago ho tempi tali che il problema non si pone, anzi mi aiuta a 'inseguire' con maggior efficacia avendo tre punti di appoggio, in alternativa ai soli due delle mani. Quando faccio ungulati mi aiuta il VR e non si producono mossi significativi, certamente non più che con lo scatto a mano libera, anzi... Ovvio che quando ne verifico la possibilità apro completamente il monopiede, che ho imparato a fare velocemente, senza ampi movimenti e silenziosamente, e scatto bello comodo. Ritengo che a più di qualcuno sia venuto in mente di provare tale sistema, ma che i più si siano arresi dopo qualche semplice verifica. Invece io, avendo avuto l'occasione di valutare l'efficacia del sistema usato da un collega incontrato nel bosco, mi sono intestardito ho fatto l'equazione: -se ci riesce lui, non vedo perché non possa farlo anch'io-. Non mi sono arreso alla prima uscita, ma ho aggiornato il sistema fino a che ne ho riscontrato l'efficacia. Ho, ad esempio verificato, come sia meglio avere un monopiede robusto e non troppo leggero. Che sia meglio che il monopiede abbia gli sganci a leva. Che sia meglio utilizzare una tilt, piuttosto che una testa a sfera e che abbia anche la possibilità di ruotare orizzontalmente per un ottimale posizionamento della rotella della frizione. Che sia meglio portare la fotocamera a sinistra piuttosto che a destra (forse vale solo per me che sono praticamente ambidestro). Che sia meglio che la cintura sia attaccata al plate e non al monopiede. Che sia meglio (ma non ho ancora perfezionato completamente) mimetizzare le parti lucide del monopiede. Eccetera. Ognuno potrebbe avere delle personalizzazioni che ritiene più utili rispetto alle mie. Ma qualsiasi metodica che si intenda utilizzare bisogna prevedere anche la possibilità di impratichirsene. Un fotocacciatore esperto ha maturato una gestualità quasi automatica, e non è facilissimo modificarla. Pertanto le prime volte ci si ritrova un po' goffi e meno reattivi. Ma non ci vuole molto ad impratichirsi. Io mi sono messo in giardino (che per fortuna ho molto grande e al riparo dagli occhi dei vicini che mi avrebbero considerato un po' strano) e mi sono allenato con passeri, merli e tortore. Poi ho fatto qualche uscita a piedi nei boschi dietro casa e sono arrivato a maturare una pratica che mi soddisfa. Comunque non intendo convincere nessuno, ho solo inteso condividere la mia esperienza. Ti ringrazio moltissimo per aver fornito preziosi consigli, utili a tutti. Vittorio |
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