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Il più potente strumento di post-produzione...è il ritaglio!


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avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 9:40

Mi ricollego al commento di Alessandro ma aggiungo genericamente.
Penso non ci siano dubbi che come detto da Gian Carlo, il crop è un “costo”. Perdi un pezzo di informazione che se avessi scattato alla stessa inquadratura da subito avresti avuto. Conseguenza a parità di dimensione di stampa, più tagli, peggio è. Questo però non esclude la possibilità di recuperare belle foto e comunque avere un buon risultato in stampa. Dipende. L'esempio dell'acquario, che è di proposito molto spinto, comunque il risultato a 8 megapixel.

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 9:52

www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3414902&srt=data&show2=1&l=it

La foto è stata ritagliata in questo modo perché il cielo era troppo anonimo e uniforme.

Croppando le foto in pp ho imparato a inquadrare meglio in fase di scatto.

Per me il formato di una foto è uno degli strumenti per veicolare un messaggio.
Quindi il ritaglio non solo è lecito, ma può essere anche necessario.

Ovviamente chi da più importanza alle qualità tecniche ( risoluzione, pdc, etc etc ) che al messaggio vedrà il ritaglio come un impoverimento...



avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 9:59

Nel recente passato, quando cioè si usava la pellicola e non il digitale, il taglio era una delle operazioni di postproduzione più semplici, anzi la più semplice. Nonostante questo molti fotografi oggi considerati maestri pubblicavano le loro foto a stampa includendo nella stampa stessa la cornicetta nera del negativo proprio per far capire che la foto non era stata ritagliata ma pensata così sin da principio. Qui sotto Guido Guidi:



Era un inutile vezzo? Non saprei dire con certezza. Altri invece a volte decidevano di includere il profilo nero del negativo nella stampa mentre a volte penso più raramente decidevano di tagliare. Qui sotto Lugi Ghirri:






avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 11:25

Forse è bene distinguere tra:
- ritaglio di una immagine sbagliata come inquadratura, allora lì bisogna evitare questi errori
- ritaglio per necessità.

Mi riferisco solo al secondo, il primo è un errore.
Avendo usato, con l'analogico, moltissimo anche il 6x6 vi assicuro che lì il ritaglio per necessità è all'ordine del giorno, a meno di non rassegnarsi ad avere sempre stampe quadrate anche quando sarebbero molto migliori rettangolari.

Detto questo vi assicuro che io vorrei avere un sensore quadrato o, meglio ancora, rotondo (pari al diametro del 24x36) perchè così in PP avrei il massimo spazio di manovra possibile.
Questa possibilità, con un mirino adeguato (con reticolo), non significa che io mi possa sentire autorizzato a scattare ad caz.zum (entrerei dritto nella necessità di ritaglio per errore di ripresa), mi consentebbe invece possibilità ben maggiori di un formato 3x2, in fondo chi mai ha detto che quello debba essere il rapporto tra i lati giusto? Se fosse così tutti i quadri ed affreschi prodotti in migliaia di anni sarebbero 3x2, invece hanno rapporti infiniti, addirittura ce ne sono anche rotondi come il sensore che sognoMrGreen

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 11:32

Il ritaglio è sicuramente uno strumento potente, non a caso è tra le prime azioni che si può fare quando si post produce.
Ci sono sicuramente generi dove viene usato in maniera quasi sistematica (penso all'avifauna)


In avifauna in realtà ci si augura di non dover mai ritagliare o di doverlo fare il meno possibile ...

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 11:39

En passant: quelle foto di Guido Guidi e di Ghirri ai giorni nostri sarebbero da cestinare. Credo che molta della fortuna di autori del passato sia dipesa dal fatto che fotografassero in pochi e che fotografare fosse tecnicamente più difficile.
Ciò non toglie che abbia visto foto migliori di queste di entrambe gli autori, ma il senso di quanto sopra resta.

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 12:39

@ Nessunego: le foto dei due autori che ho postato sono le uniche o fra le poche reperibili in rete che potevano esemplificare il discorso dell'inclusione della cornicetta nera del negativo o del ritaglio. Di Luigi Ghirri a proposito di questa questione ho visto una recente esposizione alla Triennale di Milano con gli originali e le stampe su Lotus International.
Fotografare non è mai stato tecnicamente difficile, riporto qui un passo scritto da Gisele Freund a proposito della fortuna di alcuni fotografi degli albori (si riferiva a Gustave Le Gray e Disdèri):
"quando si apre una carriera nuova con la prospettiva di diventare fonte feconda di guadagni, è normale vedere, nel flusso dei concorrenti che si lanciano ad abbracciarla, elementi estranei per la loro origine al nuovo mestiere e senza rapporti diretti con esso. Costoro sono tanto più numerosi quanto meno grandi sono le competenze richieste. Il mestiere di fotografo, per le esigue conoscenze che esigeva, attirava ogni sorta di individui privi di basi sicure di esistenza, emersi dalla massa amorfa dei falliti, e incapaci, per mancanza di cultura, di scegliere carriere più elevate. Ma per diventare un'impresa prospera, la fotografia doveva seguire un'altra via di sviluppo"
da Gisèle Freund "Fotografia e società", Einaudi

Proprio perché fotografare non è mai stato difficile nemmeno in tempi passati non credo proprio si possa attribuire la "fortuna" critica di Ghirri e Guidi al fatto che essi soli tra i pochi riuscissero ad avere conoscenze tecniche sufficienti a scattare. Giudicare poi la qualità di uno scatto dalle pessime riproduzioni che si ritrovano in rete è atto di azzardo. Oltre a questo va considerato il fatto che il colore degli scatti eseguiti negli anni settanta è andato soggetto a degrado, ragione per cui, ad esempio, nei nuovi cataloghi recentemente stampati delle esposizioni dei New Topographers molti degli scatti di Stephen Shore (unico di loro che usava il colore) non sono stati riprodotti.

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 12:45

Se fosse come sostenuto, Photoshop non avrebbe ragione di esistere,ma per ritagliare le immagini sarebbe sufficiente un software molto piu' semplice.
Oppure,oppure, basterebbe comporre o prepare diversamente la fotografia nel momento dello scatto.........ma...
qualcosa sfugge o a volte non è possibile sistemare tutto.
Alcune immagini erano state pensate per apparire semplicemente ordinarie al primo sguardo,sottolineando la tendenza della fotografia di tutti i giorni come gesto comune,ma per rivelare poi qualcosa di diverso.

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 12:52

Riguardo alla forma del sensore rotonda quadrata rettangolare: mi capita di usare obiettivi Shift e postrpoduzione con photstitching proprio perché gli obiettivi decentrabili sono gli unici che consentono di sfruttare l'intero circolo di immagine della lente indipendentemente dal formato nativo del sensore, certo purtroppo non lo si può fare con un singolo scatto e cmq. anche questa tecnica richiede un piccolo sforzo di previsualizzazione e di sicuro questo metodo operativo fa storcere il naso ai puristi dell'inquadratura perfetta nel mirino già al momento dello scatto.

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 17:54

Dopo aver letto il post del Pollastrini...

NO MoRE Crop!


Mi hai convinto.


user177356
avatar
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 17:59

di sicuro questo metodo operativo fa storcere il naso ai puristi dell'inquadratura perfetta nel mirino già al momento dello scatto


Non so se mi metti tra questi, ma non mi ci ritrovo.

Per me la questione è avere in mente l'immagine (tra le altre cose, quindi, l'inquadratura e la composizione) prima di scattare. Poi si possono usare tutti gli artifici possibili, dagli obiettivi shift allo stitching, alla correzione geometrica in postproduzione, al ritaglio.

A me lascia molto, ma molto perplesso l'esempio di chi ha aperto la discussione, perché (mi sembra, almeno) non ha "visto" la foto nel momento in cui l'ha scattata, ma solo dopo, al momento di postprodurre.

Certo, può accadere e sicuramente sarà accaduto anche a me. Che diventi la norma, però, significa avere un concetto di fotografia molto lontano dal mio.

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 18:13

Succede di non vedere una foto mentre si scatta, presi da qualcos'altro, o semplicemente dalla fretta. Se si scatta qualcosa evidentemente c'è, ma può anche sfuggire qualcos'altro, che dà un punto in più alla foto. Un crop aiuta a valorizzarlo.
A me un paio di volte è successo, ed è stata una simpatica sorpresa:
;-) geometrie
;-) orologio
(in genere so cosa sto fotografando...)

user177356
avatar
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 18:21

Vadi, Skylab, secondo me il problema è a monte.

Leggo che molti di noi fotografano mentre fanno altro . Viaggiano e fotografano. Visitano una chiesa e fotografano. Vanno in montagna e fotografano.

Io ho un approccio diverso: viaggio per fotografare (più correttamente, dedico una parte del viaggio esclusivamente alla fotografia), visito una chiesa per fotografarla (anche perché nel 99,9% dei casi, se voglio fotografarla l'ho già visitata più volte). Andrei in montagna (non è un ambiente a me congeniale) per fotografarla.

Quindi, se mi è sfuggito qualcosa è per incapacità, non perché fossi preso da qualcos'altro o per la fretta, visto che in quel momento sono pienamente dedicato alla fotografia e mi sono ritagliato il tempo necessario.

avatarsenior
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 18:22

Secondo me certi scatti ultrameditati si facevano solo ai tempi dei fratelli Alinari!MrGreen


user177356
avatar
inviato il 04 Ottobre 2020 ore 18:23

Alinari, ma anche Adams, o Ghirri, o moltissimi altri.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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