| inviato il 09 Settembre 2020 ore 22:27
Si usava un tempo quando le camere erano meccaniche e non sempre potevi usare l'esposimetro esterno. 100 ASA o 21 DIN di sensibilità pellicola (poi le scale sono state uniformate in ISO che corrisponde agli antichi ASA), esposizione 1/125 sec e f 16 con il soggetto in pieno sole era il punto di partenza per ragionare sull'esposizione, che spesso si faceva completamente a occhio, soprattutto in condizioni di luce instabile. Torno a suggerire la conoscenza del sistema zonale di Adams. Non è tempo perso. |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 3:31
@Luca MarcoPa ti ha dato delle dritte giuste. Peccato che tu hai la splendida Nikon Df che è una reflex, meglio una ML per seguire istogrammi in tempo reale nel mirino. Se la Df sul LiveView dell'LCD ti mostra l'istogramma JPEG, è una buona indicazione. Ricordati di azzerare in macchina i parametri di Picture Control. Se la Df non ha Flat, scegli Neutral. Un promemoria su ETTR. Ha senso compiuto a ISO base, in genere ISO 100. Se sfiori il bordo dx dell'istogramma hai la massima dinamica (e anche SNR max). |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 7:23
Luca , il problema dell'esposizione è un problema relativo, il problema della previsualizzazione quello è piu ostico.Hai postato gli esempi del maestro Fan Ho.bene, li non c'è solo esposizione ma tutta una catena che va dalla scelta della pellicola, ai filtri da montare, allo sviluppo del negativo per poi mettere tutto nelle mani di un ottimo stampatore, ma Fan vedeva tutto prima, previsualizzava. Ora la tecnologia aiuta molto, ma devi lavorare su quello che è il risultato finale che vuoi ottenere, in basa a ciò il calcolo dell'esposizione ha il suo ruolo come molti altri processi. ciao Rob |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 8:07
Valgassi Non so se a liveview c'è l'istogramma in tempo reale, non lo uso, ma mi sa tanto di no Rob So di aver preso come esempi foto fatte da uno un filino bravo, e so già che mai farò niente di quel livello, ma per iniziare a capire almeno come vedono la luce quelli bravi è da lì che si deve partire ad “imitare”.... Filtri, pre visualizzazioni...tutte cose vere che per qualcuno arrivano col tempo, per altri nemmeno con quello...intanto provo a partire dalla base |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 8:12
@Felix "Non bruciare nulla e non beccare zone troppo scure.. poi potrai modificare come vuoi." Faccio foto da mezzo secolo, solo stampate, e solo stampate grandi, da sempre, e dal 2008 opero in digitale, sempre stampa professionale minimo in formato A3, 30 x 40 cm. Col fotoritocco, col convertitore di RAW uno può variare l'esposizione, ma non lo può fare senza far dei danni. Un'incarnato chiaro, etereo, da quello che ho visto io, se lo canni come esposizione anche di solo 1/2 stop, e poi lo recuperi col convertitore di RAW, lo rovini, le tonalità delicate le perdi. Idem sui paesaggi, se canni l'esposizione anche di poco, la foto certamente la fai, ed a molti sembrerà anche buona, o addirittura molto buona, ma se uno ha l'occhio esperto, vede subito che molto buona non è. Faccio un esempio:
 CLICCARE SULL'IMMAGINE PER VEDERLA GRANDE! Questa è stata studiata bene come esposizione, anche in luce incidente. Notare le infinite sfumature dei grigi nel cielo: se uno canna l'esposizione anche di solo 1/2 stop, la foto perderà parte di quelle infinite sfumature di grigio, magari resta di buona qualità, ma si appiattirà e perderà di vivacità, di effetto presenza. Comunque, lo standard qualitativo, quello che si vuole da una foto come qualità, è molto personale: io ho speso in un esposimetro esterno avendo già ottimi esposimetri nelle fotocamere, mentre ovviamente altri non lo fanno, e chi si accontenta gode. Ma secondo me, chi non si accontenta e fa le cose per bene, gode di più. |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 9:03
@ Alessandro Pollastrini Esattamente. Da una esposizione alla buona viene fuori una foto alla buona, non importa cosa ci fai dopo. La foto la fai quando la fai, non dopo. |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 10:08
Nessunego....la foto la fai prima durante e dopo |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 10:26
Ti dico la mia, molto semplice, quasi lapalissiana: l'esposizione migliore, per me e lo sottolineo, è un giusto compromesso tra leggibilità nelle basse luci, non bruciatura delle alte, resa del colore; uno degli immensi vantaggi del digitale, reso ancora più "vantaggioso" dalle ML con la previsualizzazione del risultato finale già a mirino e prima dello scatto, è proprio dato dal fatto di vedere immediatamente se la foto ci aggrada o meno (come facevamo con la pellicola?), per gli "affinamenti" per fortuna c'è la post produzione, che risolve la quasi totalità dei problemi di esposizione in fase di ripresa: è una visione forse troppo semplicistica ma è la mia visione. |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 12:33
Premesso che la cosa difficile non sono tanto le teorie quanto poi metterle in pratica, ti consiglio x capire come funziona l'esposizione di operare in modalità spot, usando l'esposimetro non per far decidere alla macchina i valori di scatto, ma come "misuratore", per poi decidere tu quali valori impostare (in M oppure in A con gli altri 2 tastini: blocco dell'esposizione e compensazione). Ovvio che nel caso di una azione rapida devi averli gia' decisi prima. Se la foto ha un soggetto principale possibilmente meglio esporre su quello. Operando invece con il Matrix un metodo molto sbrigativo e grossolano che ho visto può funzionare (x me) in buona casistica è quello di "classificare" la scena in 2 categorie: "a basso contrasto " e "ad alto contrasto". Nel primo caso matrix +0.7, nel secondo matrix -0.7. |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 12:57
Mah..non sono d'accordo al 100%... sono solo puntini colorati e come tali, il modo migliore di trattarli potrebbe essere in modalità software. Poi ovviamente.. ci sono scene e scene, vediamo come riuscite in un solo scatto a cogliere la giusta esposizione, in presenza di alte luci significative e zone d'ombra complesse. Si sa che il mezzo... è castrato in partenza. La fotocamera è un toro senza le palle. |
| inviato il 10 Settembre 2020 ore 13:23
“ Son sicuro che con una mirrorless sarebbe più facile...perchè lo vedrei in tempo reale...ma ho una reflex e conto di continuare ad usarla o meglio...conto di imparare ad usarla.... „ sempre in digitale sei, lo vedi dopo e caso mai riscatti. Cmq non è difficile prevedere modifiche a ciò che suggerisce l'esposimentro in base alla luce, allo sfondo. Oppure si può fare una lettura sulla parte principale della scena. SI può leggere in spot, semispot, integrata; con espositreo separato (luce riflessa opuure incidente, ottima per il ritratto). Ci sono tanti modi per arrivare allo stesso risultato |
| inviato il 11 Settembre 2020 ore 7:54
@Luca.categoria "Son sicuro che con una mirrorless sarebbe più facile...perchè lo vedrei in tempo reale...ma ho una reflex e conto di continuare ad usarla o meglio...conto di imparare ad usarla...." Occhio che stai prendendo fischi per fiaschi, e non alla grande, ma alla stragrande, quello che tu credi è solo una pia illusione. La curva caratteristica di risposta alla luce, ai colori ed al contrasto di un display o di un mirino elettronico di una fotocamera non è la stessa curva caratteristica di risposta agli stessi parametri di un monitor da fotografia tarato e profilato bene, e tanto meno di quella del gamut di stampa di una stampante con una determinata carta, è molto diversa, e poi durante il processo di realizzazione del file immagine o della stampa, dal RAW, ci sono un sacco di parametri che devono essere elaborati rispetto al contenuto dell'informazione contenuta nel RAW e che tu vedi, già in parte elaborati, quando guardi nel mirino elettronico o il display di una fotocamera al momento dello scatto Detta in altre parole, la giusta esposizione per l'immagine finita, a monitor o stampata che sia, non è giudicabile da quello che vedi nel mirino elettronico o sul display della fotocamera al momento dello scatto. |
| inviato il 11 Settembre 2020 ore 8:29
Ovvio che poi c'è ancora margine da migliorare in PP quello che intendevo era che semplicemente che se sto sottoesponendo o sovraesponendo troppo lo vedo già a mirino o, successivamente, sul display della reflex. Ne uno ne l'altro hanno la gamma dinamica di un monitor apposito ovviamente, ma tra i due sicuramente è più "comodo" il mirino elettronico, perché te lo mostra subito. PS. ho messo l'occhio su un EVF (xt-3) e non mi è piaciuto per niente |
| inviato il 11 Settembre 2020 ore 9:00
Se operi in ambiente digitale l'esposizione puoi anche fare a meno di prenderla. Se operi in negativo devi stare più attento ma, soprattutto col B&W, puoi anche non essere particolarmente accurato! Con la diapositiva invece devi sapere molto bene quello che fai! |
| inviato il 11 Settembre 2020 ore 11:17
Chi fa foto da oltre mezzo secolo, sa quanto era complicata la misurazione dei valori luce per determinare la corretta esposizione. Empiricamente e in mancanza di un esposimetro con la regola del 16. Con esposimetri accoppiati alla macchina, puntando verso il terreno per misurare a un valore medio la luce riflessa. Con esposimetri esterni seguendo (meglio) o meno i dettami di Ansel Adam, ma misurando sia la luce riflessa sia la luce incidente sul soggetto da fotografare. Oggi con gli esposimetri inseriti nella macchina fotografica, la corretta esposizione è un gioco da ragazzi, anche senza istogramma o live view, grazie ai sistemi di misurazione media, spot, semispot e matrix, quest'ultima che calcola l'esposizione dall'analisi dei dati dell'immagine. Personalmente uso Mirrorless per la maggior parte delle mie foto, ma non uso nè il live view nè l'istogramma, e non sbaglio neanche una foto a livello esposimetrico. |
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