| inviato il 08 Giugno 2020 ore 17:01
Perdonami Giorgio ma non ho compreso cosa vuoi dire, anche perchè non so se tu ti stia riferendo all'effetto di reciprocità della Velvia 50, della Provia 400, oppure alla resa cromatica di una pellicola daylight usata con temperature colore diverse dai canonici 5500 K... |
| inviato il 08 Giugno 2020 ore 17:19
“ ne ho ancora un paio di rulli formato 135 vergini „ Presto dunque! Bisogna usarli! |
| inviato il 08 Giugno 2020 ore 17:25
@Paolo Se vogliamo... c'è da chiedersi se esista uno scarto di reciprocità per una 50 iso esposta a 400 per tempi di scatto -diciamo- intorno al 125-250mo. Né sto discutendo sulla sua temperatura colore ottimale di lavoro che, anche se sovraesposta di 3 stop, potrebbe comunque essere quella ottimale. La sostanza della faccenda è che, se in linea teorica, la Velvia 'soffriva' di uno scarto di reciprocità (di sicuro la Provia 400 con tempi lunghi tirava sul verde), sul piano pratico, la Velvia, appunto, era in grado di fornire risultati eccellenti anche se strapazzata. Questo a riprova che 'a ben guardare' forse poteva dare risultati non perfetti con certi tempi, ma sul piano pratico era in grado di fornire risultati più che soddisfacenti anche se impiegata in modo assolutamente improprio. in sostanza: critica sì... ma da farci la firma... |
| inviato il 08 Giugno 2020 ore 17:37
Ho nel frigor (non nel freezer ) una Velvia 50 dal 2007! Sono indeciso se scattare con una M3 senza esposimetro (?!) o una Contax G2. Adesso che ci penso, ho anche la Nikon F3 HP |
| inviato il 08 Giugno 2020 ore 18:42
Ho capito Giorgio, ma non ho esperienza al riguardo e non so cosa dire. La Velvia per ammissione della casa non è una pellicola da esporre al di fuori della sensibilità nominale, come extrema ratio ammettono la possibilità di tirarla a 100 asa ma di fatto non ne garantiscono la resa, sottoesposizioni di due o addirittura tre stop, molto semplicemente, neppure sono considerate! Per quella che è la mia esperienza una sola volta ho esposto, per errore, ero certo di aver caricato una Provia, una Velvia a 100 asa e francamente il risultato mi ha stupito... onestamente era indistinguibile da quello ottenibile a 50 asa, ma oltre non sono mai andato. Solo in un paio di occasioni ho tirato una Provia 100 F a 400 asa e il risultato, a parte un certo incremento del contrasto, è stato più che soddisfacente ma ripeto: non sono solito tirare alcuna pellicola. |
| inviato il 08 Giugno 2020 ore 19:01
Introduco un ulteriore particolare: cosa ne pensate della differenza sui verdi tra Velvia 50 e 100? |
| inviato il 08 Giugno 2020 ore 19:05
Per me non c'è assolutamente storia. I colori squillanti, i contrasti della 50 sono un'altra cosa |
| inviato il 08 Giugno 2020 ore 19:38
Uhm Claudio, la Velvia 100 è meglio non considerarla a causa della forte, o almeno evidente, dominante rossa. Invero è un peccato perché sulla carta è un'ottima emulsione avendo essa la stessa risoluzione della Velvia 50 con un valore in meno di RMS, una saturazione cromatica identica e una sensibilità doppia, insomma valori di tutto rispetto... tutto questo però alla fine risulta vanificato da una, almeno per me, eccessiva dominante rossa. |
| inviato il 08 Giugno 2020 ore 20:47
Paolo, la mia sensazione all'epoca (correggimi se sbaglio) era che la Velvia 50 avesse una gradevole tonalità dei verdi e, per questo, molto apprezzata dai paesaggisti, oltre che per la nitidezza; la 100 sembrava, come dici tu, più "calda". Mentre a volte io utilizzavo, soprattutto per paesaggi marini, la Provia 100F che tendeva maggiormente alle tonalità fredde. Non so se siete d'accordo |
| inviato il 08 Giugno 2020 ore 21:09
Si Claudio mi ritrovo alla perfezione con la tua descrizione. Innanzitutto bisogna premettere che le emulsioni Fuji, e questo vale per tutte le emulsioni della casa, hanno da sempre privilegiato la riproduzione del colore verde al punto che le Fuji vengono indicate come ideali se bisogna riprodurre questo colore. Delle tre pellicole da te citate la Velvia è in assoluto quella più equilibrata con in più una perfetta neutralità nella resa del nero, è uno dei motivi per i quali la preferisco alle altre pellicole; la Provia 100 F è anche essa piuttosto neutra seppure con una leggerissima tendenza ai toni freddi, un poco meno satura delle due Velvia è preferibile a esse per l'incarnato anche se, per certi volti bruciati dal Sole la Velvia è insuperabile, mentre il nero, seppur molto buono è meno profondo di quello della Velvia 50; le due Velvia 100 e 100F, non ho mai capito il motivo per il quale ne hanno fatto due versioni, hanno in potenza tutti i punti di forza della 50 con in più il doppio della sensibilità e una grana più fine, tutto questo però è vanificato dalla eccessiva dominante rossa... una vera catastrofe! |
| inviato il 08 Giugno 2020 ore 22:42
Io per un lungo periodo ho adoperato el Agfachrome da 50 ISO che sviluppavo col kit 41. Anche quelle mi piacevano moltissimo. Poi più recentemente solo Fuji in formato 120 (6X7 con Mamiya 7 che affiancavo al digitale) che però mi venivano maltrattate dai laboratori della mia città e, dopo averne fatta la scansione, passavo ore col timbro clone a togliere tutti i grumetti insoluti di chimici. Da anni ormai non uso più la pellicola, ma spero che le dia siano trattate meglio di una volta |
| inviato il 09 Giugno 2020 ore 8:38
Poi più recentemente solo Fuji in formato 120 (6X7 con Mamiya 7 che affiancavo al digitale) che però mi venivano maltrattate dai laboratori della mia città Infatti Claudio chi in effetti ha decretato la fine della fotografia chimica sono stati proprio i laboratori che nel quinquennio terribile, quella compreso fra il 2005 e il 2010 per intenderci, per restare a galla non trovarono di meglio da fare che scadere sempre più con la qualità del servizio offerto. In questo modo procurarono danni incalcolabili agli operatori, che anche per questo motivo migrarono tutti (fu una vera migrazione di massa) al digitale, e comunque non poterono evitare, nella stragrande maggioranza dei casi, la chiusura per totale (o quasi) mancanza di lavoro. Oggi paradossalmente la situazione è addirittura migliorata perché i pochi laboratori superstiti, credo che siano quantificabili in non più del 5% del totale pre-2005, pur lavorando mooolto meno di quanto non facessero negli anni d'oro, hanno davanti una situazione tutto sommato stabilizzato e questo ha fatto si che nel complesso anche la qualità del servizio sia risalita. In ogni caso, se proprio si desidera un trattamento assolutamente senza compromessi e si vuole essere del tutto certi del risultato, ci si può sempre rivolgere ad alcuni, pochi in verità, laboratori artigianali che sono in grado di offrire un trattamento di livello altissimo! |
| inviato il 09 Giugno 2020 ore 8:42
Ho nel frigor (non nel freezerSorry) una Velvia 50 dal 2007! Allora Valerio direi che sia finalmente giunto il momento di vedere se quel rullino funziona ancora |
| inviato il 09 Giugno 2020 ore 10:55
Io oggi porto a sviluppare il primo rullino di velvia50 fatto a Venezia a febbraio in occasione del carnevale!! |
| inviato il 09 Giugno 2020 ore 11:24
attento Piro... |
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