| inviato il 30 Maggio 2020 ore 20:27
dissento sulla questione bit, per me in registrazione sempre 24, soprattutto se si pensa poi di postprodurre... non dico che 16 non vadano bene, ma con 24 il file è più lavorabile, anche se magari non si sentono differenze sull'audio appena acquisito così com'è |
| inviato il 30 Maggio 2020 ore 20:32
In effetti, può servire avere molta dinamica in registrazione, non ci avevo pensato, infatti è difficile stabilire quale sarà il picco massimo della registrazione, avere maggiore dinamica permette aggiustamenti successivi. |
| inviato il 30 Maggio 2020 ore 20:48
Se si acquisisce a 16 bit da un convertitore che nativamente lavora a profondità maggiori, si pone anche la questione di come sono ottenuti questi 16: per troncamento, oppure con un dithering, e quale tipo di dithering, con quale curva di noise shaping, ecc. In ogni caso non si avranno più i dati "genuini" forniti dal convertitore. Quindi meglio acquisire a 24 bit, in modo da registrare tutto ciò che esce nativamente dal convertitore, senza modifiche (un po' come facciamo quando fotografiamo in raw...); inoltre, se la catena microfoni - preamplificatori - convertitori a/d è di alta qualità, con 24 bit si può tenere un gain "prudente" con molta headroom per essere sicuri di non clippare... |
| inviato il 30 Maggio 2020 ore 20:51
Grazie per la dritta Powermac, allora non mi schiodo dai 24bit/96khz (con i 192 non ho gli ottimi limiter ibridi). |
| inviato il 30 Maggio 2020 ore 20:52
Di nulla Otto, anche per me 24/96 è un ottimo standard di lavoro che va benissimo per qualunque genere musicale |
| inviato il 30 Maggio 2020 ore 22:52
24 bit vuol dire in via teorica 144 dB di dinamica possibile. Chiaramente in campo audio da oramai più di 40 anni si usa lo standard 24/96, e tutta la produzione musicale (escluso alcune etichette e registrazioni per alta risoluzione) sono state prodotto in origine secondo tale standard Tutte le majors discografiche non hanno mai rilasciato le registrazioni originali, digitali secondo lo standard 24/96. In questi ultimi tempi grazie all'alta risoluzione c'è stato il rilascio di album in alta risoluzione e delle registrazioni anche originali in dxd a 32 bit/382 3KHz. D'altro canto però, la massificazione della musica ha fatto si che tale ampio spettro di possibilità dinamiche non vengono sfruttate e causa i committenti dell'industria discografica, si utilizzano al massimo 15/20 dB di dinamica. Basterebbero quindi anche soli 8 bit (ogni 6dB 1 bit). |
| inviato il 31 Maggio 2020 ore 10:58
Risoluzioni fantasmagoriche, specie se il file è destinato alla riproduzione casalinga, sono inutili, perché simili dinamiche non sono alla portata di un normale impianto HiFi. Devo dire poi che molte incisioni sono talmente "castrate" che è sprecato già il 16/44 del cd. Bisogna stare molto attenti ai file in altissima risoluzione venduti in rete, perché spesso provengono da upsampling del cd. |
| inviato il 31 Maggio 2020 ore 12:46
Si vero. Per verificare in effetti se sono veri ad alta definizione, si può usare il programma musicscope www.xivero.com/download/ |
| inviato il 31 Maggio 2020 ore 16:21
“ Chiaramente in campo audio da oramai più di 40 anni si usa lo standard 24/96, e tutta la produzione musicale (escluso alcune etichette e registrazioni per alta risoluzione) sono state prodotto in origine secondo tale standard Tutte le majors discografiche non hanno mai rilasciato le registrazioni originali, digitali secondo lo standard 24/96. „ Dici Bergat? Uno degli ultimi cd che ho sentito ultimamente, un Telarc dei primi anni '90, è stato registrato usando un convertitore Ultra Analog a 20bit e l'hanno pure pubblicizzata come incisione a dinamica non compressa... Non sapevo che le produzioni degli anni '80 e '90 partissero da master 24/96...a tal proposito ho trovato questo che racconta un po' l'evoluzione della registrazione (anche digitale): www.ilnastrone.it/Storia/Storia_5.html |
| inviato il 31 Maggio 2020 ore 19:40
ma no... 40 anni fa il digitale era appena agli albori, intorno al 1982 si cominciavano ad usare i modulatori PCM a 16 bit per registrare l'audio digitale su videocassette... le prime registrazioni a 20 bit risalgono alla fine degli anni ottanta (l'ultimo disco di Horowitz, ad esempio, inciso nell'autunno del 1989, quattro giorni prima della sua scomparsa)... per i 24 bit 96 kHz arriviamo tranquillamente alla seconda metà degli anni novanta. Ora non ricordo bene ma mi pare che perfino ProTools abbia raggiunto il pieno supporto per frequenze superiori a 48 kHz solo a partire dal 2002 o giù di lì... |
| inviato il 01 Giugno 2020 ore 7:37
Adesso non so esattamente quale sia stata l'evoluzione delle registrazioni digitali nel corso degli anni, ma suppongo che Bergat, che è un "addetto ai lavori", sappia quello che dice. In ogni caso le registrazioni digitali, a prescindere dalla risoluzione, erano già presenti nei primi anni di commercializzazione del cd, ricordo che i cd totalmente digitali (cioè quelli che includevano registrazione e masterizzazione digitale) erano marcati DDD, mentre quelli ricavati da registrazioni analogiche riportavano AAD. Mi risulta che oggi esista qualche rara registrazione analogica, in genere destinata ai cosiddetti audiofili, che sono spesso una razza strana: si tratta di persone a cui non frega molto della musica, ma sono interessate a sentire (o a credere di sentire) le sfumature di suono. Un po' come quelli che cercano disperatamente l'obiettivo dal bokeh perfetto. La differenza tra analogico e digitale, sta nella mancanza di degrado del secondo, quando si effettuano dei passaggi. Se avete provato a fare dei montaggi video all'epoca del nastro analogico, sapete di che parlo. Con l'audio è un po' più semplice, ma il degrado c'è comunque. La qualità di una registrazione, dipende in gran parte dal "manico" di chi sta ai comandi, analogica o digitale che sia, poi certo ... il mondo è bello perché è vario: ci sono persone che registrano i loro dischi su cassetta, perché sostengono che suonino meglio. |
| inviato il 01 Giugno 2020 ore 9:35
“ Dici Bergat? Uno degli ultimi cd che ho sentito ultimamente, un Telarc dei primi anni '90, è stato registrato usando un convertitore Ultra Analog a 20bit e l'hanno pure pubblicizzata come incisione a dinamica non compressa... Non sapevo che le produzioni degli anni '80 e '90 partissero da master 24/96...a tal proposito ho trovato questo che racconta un po' l'evoluzione della registrazione (anche digitale „ ): “ ma no... 40 anni fa il digitale era appena agli albori, intorno al 1982 si cominciavano ad usare i modulatori PCM a 16 bit per registrare l'audio digitale su videocassette... le prime registrazioni a 20 bit risalgono alla fine degli anni ottanta (l'ultimo disco di Horowitz, ad esempio, inciso nell'autunno del 1989, quattro giorni prima della sua scomparsa)... per i 24 bit 96 kHz arriviamo tranquillamente alla seconda metà degli anni novanta. Ora non ricordo bene ma mi pare che perfino ProTools abbia raggiunto il pieno supporto per frequenze superiori a 48 kHz solo a partire dal 2002 o giù di lì. „ .. Voi parlate di quello che il mercato vi ha proposto, non quello che costituiscono i master digitali che crescevano sempre di più per produrre poi il prodotto finito. Si è partiti sin da subito con convertitori 24/96. Sappiate che Sony ha in linea in forma digitale tutta la produzione musicale dal 1970 in poi e non solo la propria, ma di tutte le case discografiche mondiali. Sin dai primi anni 70 ha raccolto tutto il fruibile originale, e quando parlo di originale intendo le tracce multicanale (16 e 32 tracce) cioè i prodotti digitali, prima di passare al missaggio e alla produzione dei glass master per la stampa dei CD. E chiaramente prima del GM viene fatta una decimatura... a 20 bit,... a 16 ... e via dicendo. Avete mai ascoltato la trasposizione digitale a 32 bit 382 Khz di Rubberr Soul dei Beatles? no, ma sony ce l'ha |
| inviato il 01 Giugno 2020 ore 10:02
Quindi Sony acquisiva sin dagli albori delle registrazioni digitali in 24/96? E' la prima volta che lo leggo! |
| inviato il 01 Giugno 2020 ore 11:11
Ma voi che avete impianti super ganzi e orecchie da pipistrello, io purtroppo non ho ne gli uni ne le altre , riuscite a cogliere le differenze tra brani campionati a valori più alti del formato CD? Cioè tra 44,1/16 bit e 96/24 si coglie la differenza in un blind test o le risposte sono casuali? Chiedo ingenuamente perché non ne ho mai fatte. Mi sono limitato a questo è anche qui ci sono state sorprese abx.digitalfeed.net/list.html |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 254000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |